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Nuova sede per la Compagnia Sammarinese di Assicurazioni. In nome della sicurezza

da Redazione

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Nei giorni scorsi il taglio del nastro per la nuova Direzione generale della Compagnia Sammarinese di Assicurazioni. Intervista a Gianfilippo Dughera, Presidente di C.S.A.. Che dice: “San Marino deve cogliere le opportunità che oggi offre il mercato”.

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di Saverio Mercadante

 

SAN MARINO – Il settore delle assicurazioni, a San Marino, ha vissuto negli ultimi due anni una vera e propria rivoluzione copernicana. La nascita delle prime assicurazioni di diritto sammarinese ha permesso al Titano di “riprendersi” un mercato, quello interno, che sino a quel momento era coperto da compagnie forestiere.

La scorsa settimana la C.S.A., Compagnia Sammarinese di Assicurazioni, ha inaugurato la nuova Direzione generale, a Dogana. Questa è stata l’occasione per rivolgere alcune domande a Gianfilippo Dughera, presidente di C.S.A., non solo sulla propria compagnia ma sulla realtà generale del mercato assicurativo sammarinese.

L’inaugurazione di una nuova sede è un passo importante per qualsiasi impresa. Quali sono state le motivazioni e le condizioni societarie ed economiche che vi hanno spinto verso questa decisione?

“La nostra società, fin dall’inizio della propria attività, ha sempre inteso radicarsi sul territorio della Repubblica. Nell’ottica di uno sviluppo degli affari e della conseguente occupazione era necessario dotarsi di spazi funzionali e localizzati nel cuore finanziario di Dogana. Per una impresa d’assicurazione poi, l’investimento immobiliare ha sempre costituito una valida copertura delle riserve tecniche che abbiamo l’obbligo di accantonare a garanzia dei nostri impegni nei confronti degli assicurati che ci hanno dato la loro fiducia”.

csa_sede_003Ci può descrivere nel dettaglio le caratteristiche della nuova sede, l’investimento economico, e quale sarà la gamma di servizi che verranno offerti alla clientela?

“La nuova Sede di Dogana Bassa, si sviluppa su cinque livelli, con un congruo numero di posti auto, a disposizione del personale e della clientela. L’investimento economico supera i nove milioni di euro. Si è trattato di un investimento realizzato in venti mesi da maestranze totalmente sammarinesi. La scelta del fotovoltaico, per un parziale recupero energetico, s’inquadra nella filosofia della nostra azienda. I servizi dedicati alla clientela sono quelli del nostro catalogo prodotti, che coprono l’intera gamma delle garanzie vita: dalle polizze Temporanee alle garanzie pensionistiche di secondo pilastro, fino alle polizze Index che in questi giorni stanno per essere distribuite da un importante gruppo bancario sammarinese”.

Quali sono le dimensioni attuali della compagnia sia in termini di bilancio che di personale?

“Contiamo di superare al 31 dicembre 2011 il traguardo di 130 milioni di premi. Il personale impiegato è di nove unità, in prevalenza sammarinese”.

Qual è la valutazione che dà della situazione attuale del mercato assicurativo sammarinese?

“San Marino dovrebbe cogliere le opportunità del momento che il mercato assicurativo offre, sia in termini d’investimento sia in termini di competitività rispetto al vicino mercato italiano, che certo non brilla per efficienza e per trasparenza nei confronti degli assicurati. Penso ad un modello sammarinese, regolato con chiarezza d’impegno e di garanzie a favore della clientela. Tutto ovviamente nel rispetto delle normative di selezione e verifica della clientela che, anche attraverso le procedure antiriciclaggio, consente una migliore conoscenza della clientela nella fase di conclusione e gestione dei contratti assicurativi”.

Quali spazi si potranno aprire con l’introduzione della pensione integrativa?

“Gli spazi sono sicuramente vastissimi. A patto però che la riforma del secondo pilastro attualmente in discussione, non escluda le imprese d’assicurazione sammarinesi dalla gestione dei Fondi, che dovrebbero garantire la pensione integrativa dei sammarinesi. Per ora ho però visto che Fondiss, ha un taglio monopolistico, che delega allo Stato, la gestione dei contributi dei sammarinesi. Il mio non è un discorso di parte, ma certo togliere ai cittadini la scelta fra Stato e previdenza privata non mi sembra una scelta di concorrenza e di mercato. L’esperienza italiana dei Fondi Chiusi, ed il loro modesto grado di redditività, dovrebbero insegnare qualcosa”.

Vi sono già canali aperti sul mercato italiano? O iniziative importanti in questo senso a breve medio termine?

“Noi vogliamo lavorare nel rispetto delle regole. Attualmente la nostra condizione giuridica di Paese extra comunitario, ci rende preclusa l’attività in ‘libera prestazione di servizi’ sul territorio comunitario. Esiste ed è sempre valido l’accordo d’amicizia e di buon vicinato del 1939, e sull’applicazione di tale accordo per quanto attiene le imprese di assicurazione sammarinesi, bisognerebbe lavorare anche in un’ottica degli accordi con l’Italia, che dovranno pur essere firmati. Il nostro Paese comunque è stato ammesso nel giugno di quest’anno, a pieno titolo al CEA, l’Organizzazione Europea degli Assicuratori. Durante il Congresso di Atene ho toccato con mano l’attenzione che comunque l’Europa ha per il nostro sia pur piccolo mercato. Mercato che, a due anni dalla sua nascita, non è comunque il fanalino di coda in Europa, avendo già per dimensioni di premi e per tipologia di garanzie lasciato dietro di noi ben cinque Paesi”.

Quali sono gli obiettivi di crescita per la compagnia dopo l’apertura della nuova sede?

“Sviluppare il lavoro, con coerenza, con trasparenza, operando per dare servizi alla clientela che sempre più ha bisogno di sicurezza e di programmare il proprio futuro. Per farlo, abbiamo fatto una scelta ‘nazionalista’. Abbiamo preferito formarci in casa i nostri collaboratori, creando quelle professionalità che sono specifiche delle imprese di assicurazione, assumendo giovani, laureati sammarinesi, che mi stanno dando grandi soddisfazioni. Credo fermamente e non formalmente che San Marino non sia quella descritta ogni giorno da certa stampa, che pubblica solo notizie negative per il Paese e la sua immagine. C’è una San Marino che lavora onestamente, che si sente umiliata, da certi avvenimenti, da certi comportamenti. Ho sempre diffidato degli autoflagellatori, che non guardano mai se certi fatti di malaffare e malafinanza non siano ben più rilevanti nel territorio del Grande Vicino, da dove certi fenomeni traggono le loro origini e dove ancora oggi prosperano e governano interi territori. Sarebbe interessante se magari proprio il vostro giornale facesse un’indagine comparativa fra Italia e San Marino raffrontando il numero degli abitanti ed il valore finanziario del business mafioso. Attribuire a San Marino tutte le colpe e tutte le responsabilità, mi sembra troppo facile, ma anche troppo ingiusto!”


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