E tre. Tante sono le banche sammarinesi finite sotto il torchio della Vigilanza di Banca Centrale dall’inizio dell’anno. Ma servono gli anticorpi.
di Loris Pironi
E tre. Tante sono le banche sammarinesi finite sotto il torchio della Vigilanza di Banca Centrale dall’inizio dell’anno. Alla S.M. International Bank, in amministrazione straordinaria da inizio anno, e al Credito Sammarinese, da qualche settimana in liquidazione coatta, si è aggiunta nello scorso fine settimana la Banca Commerciale Sammarinese, per la quale BCSM ha disposto l’avvio della procedura di amministrazione straordinaria, con il conseguente scioglimento degli organi di amministrazione e di controllo e la nomina di due Commissari Straordinari (Otello Carli e Sergio Gemma) e di un apposito Comitato di Sorveglianza.
Ogni situazione fa storia a sé, malgrado si possano trovare punti di contatto e affinità di situazione, e ci si possa danzare sopra bellamente con una ridda di ipotesi dietrologiche più o meno campate per aria, comunque indimostrabili.
Ciò che è fuori di dubbio è che il sistema bancario sammarinese sta affrontando uno “stress test” senza precedenti e deve dimostrare di avere una solidità – malgrado la crisi, malgrado le pressioni, malgrado tutto – che ha qualcosa di superiore a tutte le avversità, per poter sopravvivere. L’opposizione, giustamente, ha chiesto di vederci chiaro, ha parlato di ingerenze di una presunta lobby romana e si è domandata se per caso il commissariamento non si poteva evitare, stante l’impegno di BCS di risolvere le difficoltà di gestione. Il Segretario alle Finanze Pasquale Valentini altrettanto doverosamente ha difeso l’autonomia e la gestione di Banca Centrale, che come istituzione non può essere messa in discussione.
Il punto per noi è che se c’è un organismo di vigilanza, questo deve vigilare. E deve prendere decisioni, anche se sofferte.
Poi c’è la politica che deve fare il suo lavoro. E c’è un settore bancario e finanziario che a sua volta deve fare il suo, di lavoro: adeguarsi al mutato scenario, operare nella massima correttezza e trasparenza, evitare ogni pericolosa deriva.
Dicendo che la situazione non è facile, ripetiamo l’ovvietà. Ma solo producendo robusti anticorpi il sistema può sopravvivere. E se il sistema sammarinese lo fa (come sta accadendo) prima dell’Italia, con la sua crisi bancaria che pare sempre più imminente, tanto meglio per tutte le banche di San Marino. Anche per quelle commissariate.