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Fixing: dalla parte delle imprese e dei lavoratori

da Redazione

Secondo il Governo italiano restano alcune zone grigie nell’operatività sammarinese, occorre vedere la messa in pratica delle nuove norme in fatto di trasparenza e di lotta all’illegalità di cui si è dotato San Marino. I controlli sulle banche e sulle finanziarie sammarinesi sono ritenuti lacunosi. Sul capo del Titano pendono ancora i dubbi dell’OCSE. Editoriale di Fixing.

di Loris Pironi

 

Adesso sappiamo cosa blocca la firma dell’armistizio tra l’Italia e San Marino. Non si tratta di un’antipatia personale del terribile Tremonti nei confronti dei Segretari di Stato Antonella Mularoni e Pasquale Valentini (e del di lui predecessore Gabriele Gatti): possono dunque tirare un sospiro di sollievo i diretti interessati. I motivi li ha spiegati chiaramente il Sottosegretario Sonia Viale, rispondendo all’interpellanza presentata dall’On. Elisa Marchioni (Pd) la scorsa settimana. E qui sono i sammarinesi, le imprese, a non tirare un sospiro di sollievo. Secondo il Governo italiano restano alcune zone grigie nell’operatività sammarinese, occorre vedere la messa in pratica delle nuove norme in fatto di trasparenza e di lotta all’illegalità di cui si è dotato San Marino. I controlli sulle banche e sulle finanziarie sammarinesi sono ritenuti lacunosi. Sul capo del Titano pendono ancora i dubbi dell’OCSE e c’è il giudizio in sospeso del Moneyval, atteso per i prossimi mesi. E i progressi fatti non sono ritenuti tali da assicurare la trasparenza e la cooperazione necessaria a combattere la criminalità organizzata. Se questo è il quadro di come l’Italia vede San Marino, c’è poco da stare allegri. In tutto questo s’inserisce il discorso dei frontalieri. I lavoratori si sentono abbandonati e tartassati, in Italia e sul Titano. Il Sottosegretario Viale ha dimostrato che al Governo italiano le sorti di queste 6 mila famiglie (11 mila se si aggiungono i frontalieri di Ventimiglia) non importano poi tanto. San Marino Fixing ha sposato la causa dei frontalieri perché è una giusta causa. Perché difendere i frontalieri significa difendere le imprese, il settore produttivo, l’intera economia. Qualcuno ancora non l’ha capito?

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