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San Marino, Consiglio Grande e Generale: verifica delle procedure di riscossione dei crediti monofase

da Redazione

Il segretario Claudio Felici: “Entro i primi mesi dell’estate presenteremo le linee di indirizzo sulla nuova legge relativa alle imposte dirette e a quel punto inizierà il dibattito e poi partirà l’iter legislativo previsto”.

 

SAN MARINO – In serata i lavori del Consiglio Grande e Generale sono ripresi dall’esame del comma 16 “Prosecuzione dibattito sul riferimento del segretario di Stato per le Finanze, Claudio Felici, sulla verifica delle procedure di riscossione dei crediti monofase”. Di seguito una sintesi degli interventi.

 

Gian Matteo Zeppa (Rete): Relazione fatta bene: ottimi spunti. Avevo preparato un intervento tranquillo ma poi interventi di alcuni consiglieri mi hanno fatto cambiare idea. L’intervento di Marco Gatti è stato imbarazzante: qualcosa che non si può ascoltare in quest’Aula. Uno dei problemi è che c’è stato chi non ha voluto mettere a disposizione i database per far circolare dati e informazioni. Molti soldi che dovevano essere versati allo Stato non potranno essere riportati nelle casse pubbliche. A livello Tributario è evidente come ci sia una problematicità ma non è colpa loro perché “il pesce puzza sempre dalla testa”. Se non possiamo riscuotere 157 milioni di euro non è colpa dell’Ufficio Tributario.

 

Nicola Renzi (Ap): Al risultato di questa commissione ci siamo arrivati grazie al volere dell’attuale maggioranza. Segretari, coordinatori politici e consiglieri che hanno voluto istituire questa commissione per fare chiarezza e permettere così al Paese di voltare pagina. La relazione evidenzia alcune lacune che ci sono state: non può passare il principio secondo cui il passato è passato e dunque guardiamo al futuro. Io credo che dovremmo fare una cosa e l’altra. La relazione è ricchissima di spunti ma ci dice anche quali sono state le criticità: arretrato accumulato dall’ufficio nella definizione dei concordati monofase e problema legato a controlli che a tutt’oggi non sono praticati. Due dati sui quali noi dovremmo ragionare. Anche io apprezzo lavoro che emerge da relazione. Non siamo all’anno zero anzi siamo davanti a occasione per un punto di svolta. Dobbiamo però essere bravi a valutare quello che fino ad oggi non ha funzionato.

 

Denise Bronzetti (Indipendente): Il Paese ha bisogno di soluzioni e chiarezza. A volte bisognava intervenire per adeguare il nostro impianto normativo altre volte invece le norme e le regole c’erano già ma non venivano fatte rispettare. Oggi siamo in quest’Aula con un Governo legittimamente votato e spetta a noi, lo dico soprattutto come esponente della maggioranza, saper fare una lettura politica chiara di quello che è successo e di quello che è stato. Non è che se non ne parliamo qualcuno se lo dimentica. Il problema c’è: è chiaro e tangibile. Chiudo con un forte richiamo affinchè le cose siano messe tutte quante in fila con la chiarezza che serve perché se vogliamo essere credibili negli interventi che stiamo portando avanti per cambiare la fisionomia e la sostanza di questo Paese deve essere chiara anche la lettura politica di quanto accaduto.

 

Maria Luisa Berti (Pdcs Ns): Di fronte a queste problematiche c’è la volontà di andare fino in fondo con proposte di intervento finalizzate ad evitare il protrarsi di certe forme di abuso. Questa relazione contiene delle proposte ben chiare che vanno da interventi di carattere normativo a interventi di carattere più materiale. Oggi al di là del recepire queste soluzioni di intervento e di proposte che vanno recepite e realizzate occorre stigmatizzare il sistema economico del passato. E’perciò opportuno formalizzare una condanna nei confronti del modus operandi del passato. Mi è piaciuta l’analisi obiettiva della situazione relativa alla riscossione del credito monofase fata dal consigliere Pier Marino Mularoni. Le linee di intervento recepiscono le indicazioni e i suggerimenti di coloro che hanno predisposto questa relazione. Oltre l’individuazione degli interventi da parte della politica ci deve essere una stigmatizzazione dell’operatività del passato. Soprattutto oggi nel momento in cui chiediamo sacrifici alla gente occorre lanciare messaggi di questo tipo: non si fanno sconti a nessuno.

 

Federico Pedini Amati (Ps): I crediti da riscuotere erano in buona parte delle perdite. Negli anni non abbiamo incassato quello che era l’importo balzato alle onore delle cronache nella scorsa legislatura. Ho visto che ci sono nell’ultima parte della relazione delle proposte di intervento che sottoporrà la commissione al Governo. Ho visto che al punto 3 sono previste per particolari tipi di aziende, su segnalazione degli organi di contro dell’ufficio Tributario, l’accensione di apposite fidejussioni. Dobbiamo fare in modo che non si verifichi più quel danno arrecato ai cittadini di questo Paese, soprattutto ora che chiediamo tanti sacrifici ai cittadini. La mancanza di introiti da parte dello Stato significa difficoltà nel pareggio di bilancio, negli investimenti e un aggravio dei costi pro capite per i sammarinesi. Dobbiamo fare in modo che non si verifichino più situazione del genere. Io mi aspettavo che il Governo sottoponesse a quest’Aula dei metodi e delle proposte più concrete e rapide per metterci in guardia rispetto al futuro che ci aspetta.

 

Francesca Michelotti (Sinistra Unita): Ben 157 milioni sono immobilizzati nel Fondo svalutazione crediti derivanti da crediti dell’imposta monofase non incassati. Allora mi pongo due domande: 1) Come è stato possibile dimenticare per tanti anni questa riserva di denaro? 2) Su quali teste adossare la responsabilità di tale negligenza di sistema. C’è stata deriva dell’illegalità di cui abbiamo preso coscienza troppo tardi. Una deriva che prese piede grazie alla complicità di quei politici che concedevano dilazioni nel pagamento della monofase. Figure che ancora oggi rivestono ruoli importanti nei partiti. Non dico che dobbiamo metterli al muro ma un segnale per far capire che il nostro orizzonte dei valori è cambiato, penso che dovremmo mandarlo.

 

Rossano Fabbri (Ps): Ad oggi un dato è certo. Il fatto che le procedure amministrative vanno migliorate ma soprattutto va migliorata la comunicazione tra gli uffici. L’unico modo per tentare di recuperare qualcosa che appartiene alla sfera privatistica in società di capitali è di andare a verificare se c’è stata o meno una corretta gestione aziendale e, in caso, se non è corretta, rifarsi per condotta sbagliata e per esercizio non conforme alle normative. La relazione mette in luce una serie di proposte di intervento ed io che ho avuto l’onore di fare parte della commissione di Controllo della Finanza pubblica molte problematiche erano già state evidenziate. Auspico che oggi sia giunto il momento che il Governo possa tradurre in atti effettivi quello che ha evidenziato nella sua relazione pur sapendo che comunque anche la morte della società è un qualcosa che fa parte delle regole del gioco. A me dispiace molto aver visto maturare un credito così grande ma dispiace anche vedere fallire un’azienda e con essa vedere licenziati i dipendenti e non pagati i fornitori.

 

Mario Lazzaro Venturini (Ap): Qualunque sia la sorte dei crediti derivanti da monofase non ci sarà alcun deficit di bilancio. Nessun scenario catastrofico dunque. Nel corso del tempo sono stati predisposti appositi accantonamenti per tutelarsi in caso di mancate riscossioni. Serve maggior comunicazione tra gli uffici pubblici per evitare di perdere questi crediti di imposta. Intervenire in situazioni truffaldine o ad alto rischio diventa doveroso. La tipologia d’intervento più delicata riguarda l’individuazione delle responsabilità: manca analisi sulle responsabilità dei dirigenti pubblici e della politica, che hanno avuto responsabilità evidenti nella mancata riscossione dell’imposta monofase. La concessione a soggetti truffaldini di licenze e società è la conseguenza della mancata riscossione delle imposte nonché un importante motore di corruzione politica. Per esempio nella seconda metà degli anni ’90 in 14 mesi furono concesse oltre 350 società: siamo sicuri che questo non c’entra nulla con tutto quello di cui stiamo parlando oggi? Io qualche dubbio ce l’ho. Ap si è spesa nel corso degli anni su questi temi. Proporre un dibattito in Cgg per affrontare queste pagine del nostro passato mi vede d’accordo, soprattutto ora che il Paese ha deciso di cambiare pagina rispetto a quel modello di sviluppo. Com’è stato possibile dimenticare somme così ingenti? Forse perché è stata la gente a dimenticarsene per prima. La politica si è dimenticata di riscuotere certe cifre perché i cittadini hanno cancellato tutto con un colpo di spugna. Le responsabilità sono collettive. E i cittadini sono stati complici in questo modo di gestire la cosa pubblica. Io vorrei che nell’ordine del giorno finale queste considerazioni fossero presenti.

 

Paride Andreoli (Ps): Personalmente come politico conoscendo la materia della tecnica ragionieristica trascorsi tanti anni, si parla di almeno 12 anni, devo dire che ho ben poche speranze di recuperare questi crediti. Fa piacere sapere che i tanti Governi che si sono succeduti dal 2001 ad oggi hanno avuto la consapevolezza di andare a coprire, attraverso il Fondo rischi, questa cifra. Una cifra che appare di una così elevata portata che sicuramente ci dobbiamo aspettare situazioni di sdegno da parte della nostra popolazione. Allora dobbiamo intervenire su due fronti: auali possono essere gli interventi, da una parte, per evitare che il futuro possa riservarci sorprese e, dall’altra, come facciamo a far rientrare una parte anche piccola delle risorse non riscosse nel bilancio dello Stato? Serve un Piano d’azione per far rientrare le cifre nel bilancio stesso. Anche se difficilmente i 157 milioni di euro rientreranno nelle casse dello Stato. Tutti i gruppi di minoranza (Sinistra Unita, Upr, Civico 10, Ps) escluso Rete propongono un ordine del giorno: “analizzati gli adeguamenti normativi suggeriti nella relazione per evitare il ripetersi di questi fenomeni legati alla riscossione dei crediti monofase, considerato necessario analizzare il passato, pensare il futuro e porre in essere tutto il possibile per recuperare il massimo delle risorse richiediamo 1) che i crediti dichiarati inesigibili iscritti a ruolo da più di tre anni vengano eliminati dall’attivo del bilancio dello Stato 2) che entro 90 giorni venga presentato un Piano di recupero dei crediti ancora esigibili 3) che per i crediti inesigibili vengano predisposti entro 30 giorni atti giuridici idonei da permettere allo Stato di avviare azioni di responsabilità civile nei confronti degli amministratori 4) che il Congresso attui quanto prima gli adeguamenti normativi richiesti dalla relazione”.

 

Stefano Macina (Psd): Non possiamo guardare con gli occhi di oggi le normative di ieri perché sono situazioni che si sono create in determinati momenti storici. Non si può decontestualizzare. Di cose ne sono state fatte. Nel 2005 l’ufficio tributario diceva che dovevano essere definiti 9 mila concordati mentre oggi siamo solo a 300: significa che qualcosa è stato fatto grazie all’impianto normativo del 2004. I passaggi fatti recentemente con le nuove leggi anche nel campo del rilascio delle licenze hanno portato benefici. Io credo che la relazione è un atto importante in questo senso e credo che già da sola vada a dare una risposta a chi proponeva un colpo di spugna. Questa maggioranza non vuole un colpo di spugna. Credo ci siano alcune indicazioni che debbano essere portate avanti che la relazione propone ma che possono essere riepilogate meglio piuttosto che in un ordine del giorno finale. Le indicazioni da attuare vanno da un potenziamento dell’ufficio tributario a un maggior controllo sul territorio. Anche maggioranza ha una proposta di ordine del giorno. Auspico che si possa raggiungere un accordo su un ordine del giorno comune.

 

La replica del Segretario di Stato alle Finanze Claudio Felici: Ringrazio i consiglieri perché sulla base del riferimento che il Governo ha voluto, mantenendo gli impegni presi in quest’Aula, il dibattito di stasera è stato responsabile e importante al di solito di alcune polemiche demagogiche. Credo che relazione rappresenti un risultato apprezzabili con la giusta autocritica da parte della pubblica amministrazione. Non a caso abbiamo iniziato in questo consiglio le discussioni partendo dalla descrizione della liquidità. Un elemento di trasparenza nonostante la preoccupazione. Il contesto è sostanzialmente e formalmente molto diverso rispetto al passato. Pubblica amministrazione dovrà essere più rigorosa nella riscossione della monofase. Entro i primi mesi dell’estate presenteremo le linee di indirizzo sulla nuova legge relativa alle imposte dirette e a quel punto inizierà il dibattito e poi partirà l’iter legislativo previsto. Oggi è giunta una notizia dalla struttura tecnica dell’Unione Europea al quale il Governo ha chiesto quali tipo di supporto poteva dare: il responsabile ci ha scritto manifestando l’assenso da parte della Ue per il passaggio di San Marino ad un’imposta diretta basata sul valore aggiunto. Concordo con la proposta del consigliere Macina di un ordine del giorno congiunto

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