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San Marino, salta la ratifica con l’Italia. Valentini: “Sfortuna”

da Redazione

valentini pensieroso

La brusca (e, diciamolo), inaspettata frenata ha scosso il Titano e i suoi lavoratori, nonché le aziende, che da tanto tempo ormai rivolgono lo sguardo, incrociando le dita, verso Roma.

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La brusca (e, diciamolo), inaspettata frenata della ratifica contro le doppie imposizioni fiscali ha scosso il Titano e i suoi lavoratori, nonché le aziende, che da tanto tempo ormai rivolgono lo sguardo, incrociando le dita, verso Roma.

Il Grande Giorno – dopo mille rinvii – doveva essere lunedì 16 gennaio, ma anche questa volta, purtroppo, la fumata è stata nera. Lo slittamento è dovuto “a valutazioni procedurali” (sic! O meglio: cioè?): una motivazione che non ha scosso il mento del segretario agli esteri Pasquale Valentini, che ha sottolineato: “Non è affatto cambiato l’atteggiamento dell’Italia verso San Marino”.

E mentre le imprese si asciugano gli occhi e aspettano altri giorni di cinghia stretta, Valentini parla con voce sicura: “Non credo alla lettura fatta da qualcuno che l’Italia, il suo governo e parlamento, stanno cambiando nell’atteggiamento verso San Marino e che stiano decidendo se fare o non fare la ratifica”. I passaggi formali che mancano per la ratifica sono diversi, non solo quello a Montecitorio e quindi a Palazzo Madama, ma la stessa commissione esteri della Camera ha chiesto pareri ad altre commissioni, il che avrebbe comunque richiesto tempi più lunghi per il suo licenziamento definitivo.

“Con rammarico constatiamo con questo rinvio che siamo sfortunati”, conclude il segretario. E noi diciamo che in politica la parola “sfortuna” non esiste. Appare come un dolcetto, una caramella, che per i circa 6 mila frontalieri ha il sapore del rabarbaro.

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