Ma come si fa a dividere la ricerca a metà, affidando la Ricerca Tecnologica all’Industria e la Ricerca Scientifica alla Cultura?
di Loris Pironi
Lo confessiamo: non siamo rimasti positivamente impressionati dai primi passi del nuovo governo. Non ci è piaciuto il meccanismo forzoso della rotazione delle Segreterie (improntato a una vecchia logica che non premia le effettive competenze e nel contempo non mette al riparo da un sedimentare di interessi di parte); non abbiamo gradito la ferrigna trattativa partitica per la spartizione degli incarichi. Non ci convincono certe scelte nell’attribuzione delle deleghe. Una su tutte: ma come si fa a dividere la ricerca a metà, affidando la Ricerca Tecnologica all’Industria e la Ricerca Scientifica alla Cultura? È una conferma preventiva del fatto che anche a questo governo (come a quello precedente, ed è storia scritta) la ricerca non interessa davvero. Vogliamo poi mettere il cappello a tutto il ragionamento e ricordare che questo non è un governo per donne? Noi non siamo per le quote rosa, non ci piacciono. Ci pare sia uno svilimento di genere che non può appartenere ad una democrazia moderna. E poi, così come Maria Luisa Berti, terza tra i più votati alle ultime elezioni, riteniamo che, seppure siano in quota minoritaria rispetto ai colleghi maschi, tra le donne sammarinesi che si dedicano (anche) alla politica ce ne sono diverse davvero molto in gamba. Quindi uno sforzo in più, cari maschietti del Bene Comune, potevate anche farlo al momento di sottoscrivere la nuova squadra di governo.
In conclusione, saremo anche critici, ma non siamo pessimisti di natura. Quindi ci crediamo che siate in grado di ottenere risultati positivi. Però riteniamo anche che sia il caso di tenervi il fucile (metaforico) dell’informazione puntato dritto sulle scapole. Così, solo per sicurezza.