Home categoriePolitica Riforma tributaria, c’è a chi piace e a chi no. Questione di punti di vista…

Riforma tributaria, c’è a chi piace e a chi no. Questione di punti di vista…

da Redazione

Consiglio Grande e Generale1

 

È sempre una questione di punti di vista. Così dopo la presentazione al sindacato delle linee guida della riforma tributaria che sta muovendo i primi passi in questi giorni c’è chi boccia in toto il provvedimento non ancora nato e chi esprime soddisfazione.

SAN MARINO – È sempre una questione di punti di vista. Così dopo la presentazione al sindacato delle linee guida della riforma tributaria che sta muovendo i primi passi in questi giorni c’è chi boccia in toto il provvedimento non ancora nato e chi esprime la propria soddisfazione.

La pacca metaforica sulla spalla al Segretario di Stato alle Finanze Pasquale Valentini l’ha data ieri pomeriggio l’USL, l’Unione Sammarinese dei Lavoratori, che ha espresso soddisfazione per l’avvio del confronto su una materia così importante. Storce il naso, al contrario, la Centrale Sindacale Unitaria, che con una nota si accinge ad innalzare subito le barricate.

Prima di scendere nei dettagli, va detto che ancora non esiste un testo scritto ma solo una serie di slide a cui fare riferimento ed alcune simulazioni in corso d’opera. Fonti dell’esecutivo confermano che ancora non c’è una bozza dell’articolato, che dovrà scaturire in una seconda fase dopo un primo giro di confronti. È prevista anche la creazione di una commissione tecnica allargata per analizzare le linee guida e ragionare sugli strumenti da utilizzare e, alla ricerca di un condivisione possibilmente più ampia possibile, ci sarà un passaggio “preventivo” in Commissione Bilancio che preceda la stesura del provvedimento.

 

LA POSIZIONE DELL’USL

La riforma fiscale è ritenuta “da sempre” un punto focale per l’Uinone Sammarinese dei Lavoratori. Che ritiene improrogabile la scelta di imprimere una svolta radicale al sistema Paese, traghettando la Repubblica di San Marino verso principi di equità e proporzione rispetto alle rispettive capacità contributive.

In attesa di poter formulare considerazioni più precise – affermano dal cosiddetto terzo sindacato – l’USL si dichiara soddisfatta della metodologia di lavoro e dell’obiettivo dichiarato da parte della Segreteria di riferimento di ricercare la più ampia condivisione possibile nell’elaborazione del Progetto di Legge”.

“L’Unione Sammarinese dei Lavoratori, come già più volte dichiarato, vigilerà attentamente affinché la riforma fiscale sia effettivamente realizzata nei tempi previsti dalla Legge Finanziaria, e rappresenti per la Repubblica un reale punto di svolta, all’insegna dell’equità e della certezza del diritto tributario, considerate condizioni imprescindibili per il futuro del Paese”.

 

LA POSIZIONE DELLA CSU

“Dall’illustrazione emerge – scrive la CSU in una nota – un’impostazione di riforma che intende continuare a far pagare il prezzo più alto dell’imposizione fiscale, come sempre, ai lavoratori dipendenti. Riteniamo che gli obiettivi di equità, trasparenza ed efficienza che la Segreteria di Stato ha dichiarato di aver posto come principi base della riforma, non trovino riscontro nelle misure e negli esempi illustrati”.

“Tra gli interventi ipotizzati, la soppressione della quota produzione reddito dalla busta paga per tutti i lavoratori dipendenti, indipendentemente dalla residenza, salvo poi prevedere una serie di detrazioni dalla dichiarazione dei redditi per non meglio precisate spese e carichi familiari. Una misura che non può essere certo condivisa dalla CSU”.

Per quanto riguarda le imprese, invece, “tra le misure vi sarebbe l’istituzione di una forma di ‘minimum tax’, ma in modo molto indefinito e illusorio. La CSU ribadisce che per realizzare i fondamentali obiettivi dell’equità e della trasparenza, invocati da decenni dal movimento dei lavoratori, occorra partire dal recupero delle vaste aree di elusione ed evasione fiscale attraverso nuovi strumenti in grado di accertare realmente i redditi e i patrimoni delle categorie economiche per sottoporli a giusta tassazione, e ridistribuendo il peso del fisco che – come detto – finora è quasi esclusivamente addossato sulle spalle dei lavoratori”.

 

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