Per difendere la vita, si può arrivare a uccidere. L’americano Scott Roeder è stato condannato all’ergastolo per aver assassinato, lo scorso 31 maggio in Kansas, il medico abortista George Tiller. Roeder, convinto anti-abortista, non si è mai pentito, ma continua a difendere il suo gesto.
L’America ancora una volta si divide in due. Il tribunale di Wichita, nello stato dell’Arkansas, ha condannato, in via definitiva, al carcere a vita il cinquantaduenne Scott Roeder. L’uomo, reo confesso, si è macchiato dell’uccisione, nel maggio del 2009, del medico abortista Gorge Tiller. Roeder ha difeso il suo gesto dicendo che “L’ho fermato perché dovevo farlo. Oggi senza il dottor Tiller, Wichita è un posto di gran lunga più sicuro per i bambini non nati”. L’opinione pubblica a stelle e strisce, da sempre, è divisa in due fronti contrapposti, quando si tratta del delicato argomento dell’interruzione delle gravidanze. Per i movimenti contrari a questa pratica clinica Roeder è diventato un vero e proprio eroe, mentre per gli americani che la pensano diversamente l’uomo è solo un semplice assassino. La famiglia del medico ucciso ha dichiarato “Speriamo che questa sentenza sia di lezione per l’opinione pubblica del nostro paese sull’aborto”.
