“Lascio tanta vita a San Marino, è stato un grande privilegio lavorare per l’Istituto per la Sicurezza Sociale”. Alessandra Bruschi, Direttore Generale ISS traccia il bilancio del suo incarico. Arrivata sul Titano nel maggio del 2020, dopo pochi mesi dal suo insediamento si è dovuta misurare con una nuova fase dell’emergenza pandemica che ha messo in discussione i sistemi sanitari di tutto il mondo e, nello specifico sammarinese, in un contesto complesso in una sanità da riorganizzare.
La DG ha ripercorso il suo anno e mezzo in Repubblica. I primi compiti che si era data: costi che dovevano trovare un freno, pensionamenti, turnover elevato, carenze infermieristiche, necessità di formazione e di sviluppo professionale dei ruoli emergenti. E poi la ripresa della pandemia: “A differenza della prima ondata, nella seconda il nostro obiettivo è stato quello di ridurre al minimo le chiusure e le restrizioni, sia per mantenere attive le attività sanitarie e socio sanitarie, sia a sostegno delle attività economiche”.
E poi la campagna vaccinale con Sputnik: “Il V day lo ricorderò – dice ai giornalisti presenti in sala – come uno dei giorni più belli della mia vita. La campagna vaccinale è stata un grande gioco di squadra e di coesione sociale. La campagna vaccinale ha contribuito a valorizzare San Marino nei suo ruolo internazionale. Abbiamo realizzato una campagna massiva, in meno di tre mesi, con un’adesione che va oltre il 75 per cento della popolazione. Abbiamo dato vita al Gruppo interno per le Emergenze, il martedì pomeriggio è diventato un appuntamento stabile e un momento fondamentale per confrontarci”. La campagna vaccinale è stato anche lo spunto per lo sviluppo di progetti di ricerca sulla sicurezza e sull’efficacia del vaccino.
Segnali positivi sono arrivati anche dal bilancio dell’Istituto che “per il primo anno – 2020 – non è incrementato nelle spese sanitarie, nonostante la pandemia e l’assorbimento delle stabilizzazioni. Su questo punto vorrei ringraziare per le tante donazioni ricevute”. Altri punti toccati, la realizzazione del Piano Sanitario e Socio-Sanitario Nazionale e la costruzione del nuovo Atto Organizzativo e dei nuovi Fabbisogni. L’avvio di nuovi modelli organizzativi tra intensità di cura in ambito ospedaliero e di sviluppo territoriale con il gruppo domiciliare quale evoluzione del gruppo Covid territoriale. La ripresa del percorso di Autorizzazione e Accreditamento, fondamentale per garantire la sicurezza di operatori e utenti.
Nell’elenco delle cose realizzate anche il fascicolo sanitario elettronico e l’avvio della riorganizzazione delle Cure Primarie che “richiederà un cambio culturale e organizzativo”.
“Lo sviluppo del progetto preliminare del nuovo ospedale – prosegue la DG – è il simbolo del rilancio della sanità sammarinese, un atto dovuto alle professionalità che qui lavorano, oltre che per gli stessi sammarinesi”. Altro punto importante la revisione e lo sviluppo degli accordi internazionali in materia di sanità, così come la promozione della Farmacia Internazionale (“una opportunità che solo San Marino e il Vaticano hanno”).
Infine, una puntualizzazione sulle cose che avrebbe voluto fare, ma che la contingenza Covid ha bloccato: “Mi sarebbe piaciuto sviluppare un coinvolgimento più attivo con le associazioni, enti e gruppi di volontariato rispetto ai progetti presenti e futuri dell’ISS; così come conoscere personalmente i tanti professionisti che qui in maniera silenziosa lavorano”.
L’ultimo passaggio dell’incontro è sull’importanza di fare squadra: “Spero che tutti abbiano attenzione e amore verso questo Istituto, il livello di wellfare sammarinese è superiore persino a quello dei paesi nordici che si caratterizzano per gli elevati standard. L’auspicio è quindi quello di stare attenti e gestirlo bene, sostenere chi ci lavora. Auguro a tutti di riuscire a fare squadra perché l’ISS non è solo lo strumento del welfare, ma il simbolo di questo Paese. Il tema della gratuità non è scontata”.
Tra i ringraziamenti finali, in primis per il segretario di Stato alla Sanità, il Congresso di Stato e tutti i collaboratori e professionisti della struttura, auspico che questo senso di comunità prevalga: “A San Marino si fanno cose che in Italia ce le sogniamo”.