Home NotizieAttualità Caso Telecom-Fastweb: spuntano nomi eccellenti

Caso Telecom-Fastweb: spuntano nomi eccellenti

da Redazione

Continua senza sosta l’inchiesta dei giudici sulle frodi telefoniche. Sotto inchiesta Fastweb e Telecom Italia Sparkle. L’ex amministratore delegato di Fastweb, Silvio Scaglia, rientrerà a breve in Italia, per rispondere alle domande dei giudici. Dalle intercettazioni spuntano i nomi di Fini, Alemanno e Scajola.

L’argomento del giorno rimane, l’indagine sul riciclaggio e frode fiscale, contestata a Fastweb e Telecom Italia Sparkle, da due miliardi di euro. Le toghe impegnate nelle indagini, hanno disposto il sequestro di circa 300 milioni di euro tra crediti e disponibilità liquide di Telecom Italia Sparkle. Nel corso delle indagini gli inquirenti hanno puntato i riflettori sulla presunta collisione tra i manager delle due società telefoniche ed esponenti del mondo politico. Le intercettazioni ambientali mettono in mezzo nomi importanti come quello di Fini, Alemanno, Scajola e Scarabosio. I magistrati ipotizzano coperture illecite al senatore Di Girolamo, in quanto eletto in Germania, ma la sua residenza all’estero sarebbe risultata fasulla. Anche la mancata autorizzazione all’arresto del senatore Nicola Di Girolamo del giugno 2008, è sottoposta a indagini dai giudici. “Francamente non ricordo nemmeno di averlo conosciuto Di Girolamo – ha commentato Gianfranco Fini, che continua dicendo – alla prima occasione pubblica dirò che se fossi senatore voterei per l’autorizzazione all’arresto”. Silvio Scaglia, ex numero uno di Fastweb, dovrebbe rientrare a breve in Italia, con un volo privato, per mettersi a disposizione degli inquirenti e difendersi dalle accuse che gli contestano. “Sono totalmente tranquillo sulla correttezza del mio operato. Desidero parlare al più presto con i magistrati per poter rispondere dei fatti che mi sono stati attribuiti” le parole di Scaglia. Il senatore della maggioranza, Nicola Di Girolamo, è comparso davanti alla Giunta per le autorizzazioni a procedere del Senato. L’organo deve decidere se concedere o meno, la possibilità ai pm per indagare sul politico. “Ho chiesto di avere contezza delle carte e i membri della giunta si sono riservati di dare indicazioni in questo senso. A breve sapremo sia io sia voi” le parole di Di Girolamo. L’attuale amministratore delegato di Fastweb, Stefano Parisi, prende il coro per le corna “La mia azienda non ha fondi neri e non ha fatto frodi fiscali per vantaggi societari. E’ stato perpetrato un atto criminoso alle nostre spalle – ha continuato – abbiamo saputo che due nostri impiegati erano collegati a organizzazioni criminali ma non lo potevamo sapere, perchè non intercettiamo i nostri dipendenti”.
 

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