Lo riferisce Arlotti dopo l’audizione di Galletti in Commissione: “Confermato l’impegno ad applicare con la massima severità le leggi vigenti, tra le più stringenti e cautelative a livello europeo”.
Il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti incontrerà oggi l’ambasciatore della Croazia per affrontare la questione del “conflitto di interessi” fra i due Paesi sulla questione delle trivellazioni in Adriatico. Lo riferisce il deputato PD riminese Tiziano Arlotti, che nelle scorse settimane aveva firmato la risoluzione che impegna il governo a vietare le trivellazioni in mare entro le 12 miglia dalla costa, rivedere il sistema delle autorizzazioni delle attività di ricerca di idrocarburi garantendo una maggiore tutela dell’ambiente e individuare una regolamentazione internazionale delle attività estrattive e di esplorazione degli idrocarburi attraverso un’apposita Conferenza dei Paesi rivieraschi.
“Nel corso dell’audizione sulla green economy che abbiamo tenuto ieri nelle commissioni riunite Ambiente e Attività produttive della Camera, il ministro è tornato a margine sulla questione della ricerca e delle perforazioni in mare, confermando l’impegno ad applicare con la massima severità le leggi vigenti, che ha definito tra le più stringenti e cautelative a livello europeo. Il ministro ha anche aggiunto che se il Parlamento ritiene che non vadano fatte trivellazioni e approverà una legge sul punto, verrà naturalmente applicata la nuova norma. Intanto la risoluzione da me sottoscritta impegna l’esecutivo a sospendere qualsiasi procedura estrattiva entro le 12 miglia dalla costa e a introdurre specifiche norme a maggiore tutela dell’ambiente per le attività al di fuori di tale fascia nell’Adriatico e nel Mediterraneo. Qualsiasi azione di trivellazione dovrà inoltre essere preceduta da una Conferenza fra gli Stati a carattere vincolante. Anche la normativa europea va rivista e occorre studiare dettagliatamente gli effetti delle attività estrattive sul nostro ecosistema marino. L’Adriatico è un mare che ha nelle attività turistiche fra le altre cose il bacino più importante d’Europa. La salvaguardia anche da questo punto di vista è fondamentale”.
Circa il tema dell’audizione, la green economy si conferma un fattore strategico per rilanciare la competitività delle imprese e l’economia. “Su questo c’è una comune visione con il ministro dell’Ambiente – osserva Arlotti -. Già oggi il 22% delle imprese lavora nel settore e crea occupazione e ricchezza, tanto che il 38% delle assunzioni complessive nel 2013 si deve a queste realtà. Quello riminese è un territorio che ha già iniziato a cogliere le opportunità del settore green, quinto in regione con 2550 imprese che hanno investito in tecnologie e prodotti verdi. Il nostro Paese deve cogliere l’opportunità offerta dal semestre di turno di presidenza italiana dell’Ue per rinnovare il suo impegno sul fronte della green economy e porre al centro del prossimo programma di coesione europeo il dissesto idrogeologico per poter investire in prevenzione. Positivo, infine, che si pensi a un’approvazione rapida da parte del Parlamento per il Collegato Ambientale e che si punti a una revisione della fiscalità ambientale da proporre con il decreto Ambiente e Agricoltura”.