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San Marino: i referendum? in Consiglio non hanno capito chi ha vinto e chi no…

da Redazione

Nel pomeriggio di ieri i lavori del Consiglio grande e generale sono proseguiti con il dibattito in comma comunicazioni. La seduta si è chiusa con l’esame delle prime interpellanze all’ordine del giorno. Il dibattito è stato lungo e intenso sui referendum. Già, chi ha vinto?

SAN MARINO – Nel pomeriggio di ieri i lavori del Consiglio grande e generale sono proseguiti con il dibattito in comma comunicazioni. La seduta si è chiusa con l’esame delle prime interpellanze all’ordine del giorno. Il dibattito è stato lungo e intenso sui referendum. Già, chi ha vinto?

Comunicazioni:

Vladimiro Selva, Psd: “C’è chi si è lamentato perché il referendum non è stato svolto secondo la nuova normativa. Non si è voluto fare un colpo di mano applicando il nuovo quorum, per non cambiare in corsa una regola del gioco. Sul quesito salva-stipendi l’affluenza e il numero degli elettori che ha espresso voto favorevole è tale per cui lettura politica non può che essere di tenerne in considerazione, valutando l’elemento normativo cui il quesito si riferiva.

Sul quesito sull’Europa: noi come Psd abbiamo una posizione maturata negli anni, confermata da varie evoluzioni del quadro internazionale, che è quella di vedere favorevolmente San Marino come Stato membro dell’Ue a tutti gli effetti. Tuttavia crediamo che le posizioni prioritariamente contrarie anche all’avvio del negoziato Ue non siano assolutamente condivisibili, anzi possano aver arrecato una sorta di euroscetticismo nell’opinione pubblica non giustificato. Sulla paura per la perdita della sovranità: nel 2006 è saltata la firma con l’Italia perché allora la paura di rinunciare alla sovranità ci ha portato solo ad effetti deleteri. Siamo tutti d’accordo che l’integrazione è necessaria, in luglio di quest’anno il ministero italiano dell’Ambiente ha fatto una circolare che definisce l’impossibilità di conferire rifiuti solidi e urbani indifferenziati in discarica, diventata cogente per una normativa europea. Ci ritroviamo oggi una percentuale di recupero al 22% che vuol dire mancanza di autonomia e sovranità. Chiunque con una lettera ci mette in ginocchio, noi del Psd abbiamo un progetto chiaro su questo tema, l’abbiamo portato in Aula, serve una gestione programmata”.

Paride Andreoli, Ps: “Entro nel merito, ho ascoltato con attenzione quanto detto da alcuni consiglieri, come l’ex segretario Mularoni e il presidente del Pdcs.

Credo siano correlate le intenzioni, da una parte che si continui l’integrazione con l’Ue, dall’altra l’adesione. Il capogruppo della Dc dice che il suo invito a votare scheda bianca era un modo per non dire no a priori, per non mandare un messaggio contro l’Europa. Penso però che se anche la Dc avesse espresso, motivando come ha fatto oggi Mazza, quel no perché comunque è stato aperto un negoziato in modo ben motivato avrebbe assunto un altro valore, quello di una grande convinzione per quello che si sta portando avanti,

Oggi è doveroso affrontare il tema dell’Ue con molta chiarezza, qui non c’è in gioco il governo.

Sul quesito salva-stipendi: per poco non ha raggiunto il quorum. Credo che questo governo e quest’aula debbano prendere atto che, anche senza quorum, oltre 10 mila persone si sono espresse in una direzione e in una materia di questa natura si debba riflettere”.

Do lettura di un ordine del giorno sottoscritto da Ps e Upr sul caso dei bidelli precari:

“La vicenda che ha coinvolto qualche settimane fa alcune decine di persone che hanno svolto per anni la mansione di bidello e bidello-cuoco presso le scuole elementari e dell’Infanzia della Repubblica di San Marino deve indurre qualche riflessione. Persone che hanno scelto autonomamente una professione caratterizzata da un elevato livello di precarietà, in quanto il contratto di lavoro è a tempo determinato e interrotto due volte l’anno, durante le festività natalizie e nella pausa estiva, si trovano improvvisamente, per una scelta del governo, senza la possibilità di lavorare. Lavoro, che per ragioni ancora sconosciute è stato assegnato, a norma di legge ad altri lavoratori lasciando al palo chi ha percorso una strada di precariato e ha negli anni conseguito anche delle qualifiche professionali per svolgere un lavoro. La delibera del congresso di Stato n, 4 del 6 settembre 2013, al di là del gergo burocratico sancisce l’impossibilità, per decine di lavoratori iscritti alle graduatorie di avere la possibilità di accedere a un lavoro. Precarietà battuta da altra precarietà dalle persone che attualmente ricoprono le mancioni alimentando uno scontro sociale molto pericoloso. Non possono essere le prime vittime della spending review i lavoratori precari della scuola (…). Il Consiglio grande e generale, impegna il governo a predisporre una modifica alla normativa in materia di graduatorie affinché situazioni come quella accaduta ai bidelli e bidelli-cuochi non accada nuovamente; verificare se il personale impiegato nella qualifica di bidello- bidello cuoco possiede tutti i requisiti psico-attitudinali e professionali e ha superato i test interni per le mansioni richieste; valutare la struttura degli ammortizzatori sociali per esigenze particolari non contemplate dall’attuale normativa”.  

Matteo Zeppa, Rete: “Il quesito referendario è uno strumento di democrazia diretta ma che a San Marino di diretto ha veramente poco, a causa del doppio sbarramento. Sono contento che a votare si siano recate molte persone poi però ci sono delle analisi da fare e approfondire. Non è ammissibile che chi ha perso non lo dica. Il comitato per il “si” ha perso e non si può negare. Rete non crede in questa Europa ma abbiamo dato un’indicazione di voto che prevede altri percorsi da attuare per aderire all’Unione europea e in parte abbiamo perso anche noi. Ma ha perso anche il Psd e pure il partito di maggioranza relativa. Sul salva-stipendi posso dire che dispiace che ci sia stata una lotta intestina ai sindacati: un modo specificatamente sammarinese di non saper guardare fuori dal proprio orticello. Tornando all’Europa non è accettabile poi che si suggerisca ai cittadini di votare scheda bianca: si prenda posizione, o no o si e non scheda bianca.

Elena Tonnini, Rete: “A San Marino dobbiamo fidarci ed attendere notizie con il contagocce. Queste sono le condizioni che il governo crea per condividere. L’esecutivo invece sceglie i propri interlocutori e tra questi ha escluso a priori l’intera opposizione e la cittadinanza. Sui rifiuti: Sogliano ha dato l’aut aut a San Marino che vieta il deposito in discarica dei rifiuti non precedentemente trattati. I problemi sono legati alle mancate azioni nella differenziazione dei rifiuti e alle lacune della nostra Repubblica su questo tema”.

Franco Santi, C10: “E’ urgente un confronto politico serio in merito al referendum perché oggettivamente 10 mila e più espressioni della volontà dei cittadini meritavano una considerazione maggiore. Va rivisto il meccanismo del quorum. Sul fronte dei rifiuti non si è fatto nulla. Il problema di questo Paese è che non si fa mai nulla. La raccolta differenziata spinta, tramite il porta a porta, sarebbe la soluzione, ma questa scelta strategica richiederebbe una serie di azioni da mettere in campo che evidentemente risultano essere troppo impegnative per il governo. Se non adottiamo tali misure saremo sempre costretti a metterci la toppa: è il caso di quest’anno con  i rifiuti portati a Ravenna. Con lavoro metodico in breve tempo potremmo diventare un Paese virtuoso. Insieme a Civico 10 e Sinistra Unita abbiamo presentato un odg che impegna il governo “a definire le azioni più opportune per introdurre il porta a porta entro giugno 2014, individuando le soluzioni gestionali migliori per rispondere all’emergenza odierna”. Il problema rifiuti a San Marino si può sintetizzare con l’esigenza di separazione della parte umida da quella secca”.

Rossano Fabbri, Ps: “C’è chi dice che ci sono troppi vincitori e pochi sconfitti, io non sono dalla parte dei vincitori, per me era lampante che si doveva giungere a un parere favorevole alla domanda di adesione. Questo referendum era stato rinviato con una furberia nella passata legislatura, oggi la cittadinanza si è espressa ed è giusto onorare l’esito del voto. Non sono comprensibili però le posizioni di certe forze per il no,o fuorvianti e in grado di confondere la popolazione. Mi riferisco in particolare al giudizio dato alla pronuncia dell’Ue, per cui l’adesione non era la scelta migliore. Quel documento è stato redatto nell’ambito della ricerca di soluzioni per quei micro-Stati che non si erano adeguati alla normativa comunitaria. Oggi parliamo di integrazione verso determinati argomenti, è chiaro che ci dicono che nel breve tempo l’adesione non risolve i problemi stretti dei micro Stati. Il sì avrebbe solo aiutato a capire come l’Ue avrebbe portato avanti il processo di adesione con un’analisi di costi e benefici. Era un referendum per decidere se aprire o meno i negoziati. Non possiamo rimanere fuori dalle dinamiche europee, oggi andava dato un messaggio politico per dire da che parte San Marino vuole stare. Oggi, oltre me, ha perso il Paese e ce ne chiederanno conto più avanti. Oggi diamo un messaggio di isolamento”.

Fabio Berardi, Pdcs: “Sul quorum sono dell’opinione che valorizzi le attività parlamentari e democratiche. La partita si è giocata con delle regole, se il quorum fosse stato più basso la partita sarebbe stata diversa. Non carichiamo di valore politico un referendum che forse è caduto in un momento sbagliato. L’Ue ci ha detto chiaramente che non è il momento di trattare l’adesione, è stato avviato un percorso di approfondimento di una commissione che è venuta qua, l’Ue tiene aperte tutte le possibilità e ci fa capire che, come tappa intermedia, quella di un accordo specifico o l’adesione al See non preclude in futuro un’adesione. Il nostro Paese non dà un’immagine di isolamento, ma costruisce il suo futuro, siamo ormai a un passo dall’esito della verifica della commissione”.

Roberto Ciavatta, Rete: “Sono d’accordo che i partiti hanno dato il peggio di sé nella celebrazione del referendum. In Aula non ho sentito un’analisi dell’esito del voto, solo tanta campagna elettorale, andiamo avanti così. Io credo invece che l’esito abbia il suo valore: si è detto che i sì sono stati più dei no, ma non credo si sia mai messo in dubbio questo. Non ci piace il quorum, ma oggi c’è. Il problema era solo se il quorum si raggiungeva o meno, ed è stata una debacle. Chiaramente la cittadinanza ha appena votato e ha detto che non vuole inviare la richiesta di adesione. Ho sentito le battute sui social network su Rete vorrebbe tornare alle Signorie. Non ammetto che in nome di un’unità di intenti verso un’idea che non condividiamo ci si possa additare come venduti e la nostra attività qua dentro e fuori lo dimostra”.

Andrea Zafferani, C10: “Il referendum sull’Ue era assolutamente prematuro, non solo per la domanda, ma anche per la scarsa consapevolezza dei cittadini sulle tematiche europee. Per molti l’Europa oggi è la troika, è la Grecia, è la finanza che soffoca i Paesi, è la riduzione dei diritti dei cittadini, è un’immigrazione difficile da controllare, è l’euro. Dunque solo l’idea di aderire ha creato grandi timori. La maggior parte dei no, delle bianche e delle astensioni derivano da queste paure, in buona parte immotivate. Dire che sono il frutto dell’apprezzamento del percorso intermedio avviato è a mio parere non vero. E’ stato in gran parte un no di paura. In Europa ci sono spinte che mettono in discussione l’integrazione, che vanno combattute. Ma per noi oggi si apre un grande tema su come accompagnare San Marino verso l’Europa. L’esito è stato chiaro. Il Paese va allenato all’Ue. Occorre avviarsi sul percorso di integrazione progressiva. Non ci sono strade alternative. Presentiamo un odg che chiede di fare immediatamente, dopo la ricezione del rapporto della Commissione europea, un dibattito in Consiglio per avere le idee chiare su cosa fare e di avviare una forte azione di informazione nel Paese sugli accordi intermedi. Il quorum è il vincitore unico della tornata referendaria. Non è accettabile che il 73% decide per il Sì e non è ascoltato. Non rispettiamo l’impegno civile, ma valorizziamo il disinteresse. Diamo loro delle risposte senza creare difficoltà alle aziende. Ragioniamoci sopra. Serve sindacato forte e credibile per chiudere i contratti. Sui rifiuti i riferimenti in Aula sono stati sommari. Al di là della gestione dell’emergenza, non si possono fare mille cose assieme tutte un po’ male. Dobbiamo fare una scelta e agire di conseguenza. La strada è la strategia rifiuti zero. Sulla riforma fiscale, mi chiedo cosa cambierà ancora, si modifica ogni giorno. E’ uno scandalo che l’ opposizione non sia coinvolta. Spero almeno che le modifiche arrivino prima di 4 o 5 ore dalla commissione Leggo l’odg: Il Consiglio grande e generale, valutato l’esito del referendum […];vista la recente analisi compiuta dalle istituzioni sul nostro Paese […]; considerato il fatto che […] gli organismi competenti dell’Ue formuleranno, sembra entro la fine dell’anno, una proposta operativa per raggiungere una maggiore integrazione del nostro Paese nel mercato unico europeo; tenuto conto della necessità di informare correttamente la popolazione […] si impegna a iscrivere,nell’odg della prima sessione successiva alla formulazione di tale proposta […] un apposito comma per dibattere in merito […]; impegna il congresso di Stato a svolgere un’opera di capillare informazione nel Paese […]”.

Francesca Michelotti, Su: “Il quorum è uno degli argomenti centrali sulla legge di riforma dei referendum. Si può facilmente comprendere come la maggioranza non sia stata in grado di interpretare correttamente lo strumento referendario. L’Europa è l’unica strada per liberare la nostra sovranità dal rapporto esclusivo con l’Italia: molti hanno preso come punto di riferimento il modello svizzero ma a mio avviso non è esempio corretto. L’Italia è l’unico paese che ha il potere di toglierci sovranità. Sovranità si difende cedendola per una visione più ampia che ci viene data appunto dalla dimissione europea ovviamente con la medesima dignità riconosciuta agli altri Stati. Concludo dicendo che ho perso perché io ho votato si. Ma durante la campagna referendaria sono quasi certa che qualcuno, penso Rete, abbia cercato di destrutturare il pensiero degli appartenenti al mio partito”.

Federico Pedini Amati, Ps: “Molte persone non hanno capito per che cosa sono andate a votare domenica scorsa. Critica che faccio a me stesso ma anche al mondo politico sammarinese. Ovunque mi recassi mi chiedevano che cosa si andasse a votare. Io mi unisco a chi sostiene che in questo referendum ha vinto il quorum. Altrimenti, sinceramente, faccio fatica a trovare altri vincitori: a capire chi ha vinto e chi ha perso. Problema quorum è abnorme e va affrontato una volta per tutte. Per l’ennesima volta si è svolto un referendum spendendo soldi ma senza superare il quorum: sono per l’abolizione di qualsiasi tipo di quorum o sbarramento”.

Gerardo Giovagnoli, Psd: “Le posizioni emerse nella campagna referendaria sull’Ue erano diverse, si tout court, adesione ragionata come quella del Psd, chi era per proseguire il percorso attuale e accantonare adesione, c’è chi diceva no all’adesione e proseguire nell’integrazione, confondendosi con il no all’Ue. Ed è per questo che credo ci sia differenza tra si e no nella pericolosità dell’esito che ci sarebbe potuto essere qualora fosse prevalso il no. Il risultato, i sì solitamente ottengono più numeri, però, proprio perché questo referendum ha diviso le valutazioni dei nostri cittadini. Lo avevamo detto ben un anno fa quale sarebbe stato l’intendimento della coalizione Bene comune nei confronti integrazione con l’Unione europea e rispetto il referendum. Mi pare ci sia corale volontà di perseguire integrazione con Ue che accomuna tutta l’Aula consiliare, che può essere non solo economica, ma con altre possibilità. Già da prima c’era forte disposizione all’andare avanti con Andorra e Monaco in un accordo specifico di associazione, spero che gli altri due Paesi non frenino troppo il nostro ruolo di capofila in questo ruolo. Ci interessa continuare a parlare di Europa e l’odg troverà accoglimento”.

 

Interpellanze:

 

Il segretario di Stato per la Sanità, Francesco Mussoni risponde all’interpellanza presentata dal consigliere Gian Matteo Zeppa, di Rete, per chiarimenti in merito alla delibera di incarico professionale per una figura di supporto tecnico a Fondiss: “La signora Ugolini non è dipendente Iss, la sua attività, svolta nella forma del tirocinio volontario part-time rientra nella convenzione di 70 mila euro nella convenzione per attività contabili tra Iss e comitato amministratore di Fondiss. Sarà prossimamente avviata la procedura di concorso pubblico, una volta definito il quadro regolamentario, oggi infatti rappresenta un’anomalia in quanto inquadrato né come ente pubblico, né privato. L’interpellanza si inserisce in un chiarimento, ma le delibere del congresso di Stato sono pubbliche”.

Gian Matteo Zeppa, Rete, replica: “Non vogliamo fare guerra a nomi e cognomi, chiediamo chiarimenti su documenti. Il sito delle delibere ha tantissime convenzioni su cui sarebbe necessario porre delle attente analisi in merito alle metodologie con cui si aprono”.

Il segretario di Stato per la Sanità, Francesco Mussoni risponde all’interpellanza presentata da Paride Andreoli e Giovanni Lonfernini, sulla collocazione dei fondi pensione presso il sistema bancario sammarinese: “Si fornisce in allegato il prospetto ricevuto dalla Direzione generale dell’Iss che fornisce la collocazione dei fondi pensione presso il sistema bancario sammarinese. Si precisa che la tipologia di investimento prevalente è quella di Pronti contro Termine e Certificati di deposito con scadenza 3/6/12 mesi ad eccezione di un unico prestito obbligato presso la Cassa di Risparmio”.

Claudio Felici, segretario di Stato per le Finanze risponde a interpellanza presentata dal consigliere di Rete Gloria Arcangeloni sui dettagli connessi alle procedure per l’accertamento dei redditi.

“Le procedure per l’accertamento dell’Igr sono indicate per legge. Gli accertamenti vengono deliberati dalle apposite commissioni. Il controllo per i lavoratori autonomi prevede la verifica di non veridicità della dichiarazione per inesattezza, incompletezza e infedeltà. Sul regime forfettario, il contribuente accetta il reddito assegnatogli dalla commissione.

Per quanto riguarda il contenzioso, le pratiche trasmesse in commissione per l’accertamento sono oggetto di delibera. La commissione può confermare il reddito o aumentarlo. Il contribuente o l’ufficio giudiziario può avanzare ricorso alla giunta di stima, contro il quale è possibile un nuovo ricorso.

La commissione non ha mai deliberato accertamenti sui redditi dei candidati alle elezioni 2008-2012, né di coloro che chiedono di accedere ai contributi del decreto delegato 137 del 2006.

Per i contributi ai nuclei familiari meno fortunati sono previsti parametri economici, patrimoniali e familiari. Secondo i dati, nel 2012 sono stati 677 gli accertamenti per persone giuridiche, 178 per quelle fisiche. Mentre l’Igr accertata sfiora i 5 milioni di euro”.

Il segretario di Stato al Bilancio Claudio Felici risponde all’interrogazione numero 5 sullo stato retributivo del personale di Banca centrale. “Il livello degli stipendi dei dipendenti della Banca Centrale rispetto al resto del personale che opera nel sistema bancario commerciale sammarinese è superiore del 4% circa. mentre in Italia sono nell’ordine del 35%. Nella comparazione dei dati va tenuto conto che i dipendenti di Banca Centrale non usufruiscono di un certo tipo di agevolazioni, di cui invece godono i dipendenti di altri istituti di credito. Inoltre le Banche centrali richiedono professionalità e responsabilità diverse da quelle richieste dalle banche commerciali. Sull’opacità che regnerebbe in Banca Centrale posso dire che l’organigramma è presente sul sito internet della stessa banca. Ciò che lo stato versa a Banca non è a titolo di contributo pubblico ma è semplicemente la remunerazione per i servizi resi da quest’ultima alla pubblica amministrazione sammarinese”.

Claudio Felici, segretario di Stato per le Finanze, risponde a interpellanza su Ecb del consigliere di Su, Luca Lazzari:

Le banche assolvono a una funzione creditizia e monetaria, ciò influisce su determinazione tasso monetario. Il nostro Stato è intervenuto sul sistema bancario per evitare rischi di default, il decreto a sostegno dei risparmiatori è un intervento non volto a favorire Ecb da parte del Cis, né “intervento alla giornata di salvataggio di una banca”, si è trattato di sistema ragionato di Bcsm per salvaguardare istituto e per evitare il deterioramento irreversibile dei suoi asset. Il progetto di banca Cis ha consentito di evitare un’altra crisi bancaria, salvaguardando i risparmi e consentendo l’assunzione di 21 dipendenti dei 28 complessivi. Il decreto sostiene gli sforzi fatti da un privato per evitare una crisi di sistema. E’ già stato fissato in odg un comma in seduta segreta sul settore finanziario”.

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