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Editoriale: Decreto “Salvabanche”, un banco di prova per la politica

da Redazione

Confermerà l’intenzione già espressa di trovare una sintesi “comune” ad un’emergenza del sistema bancario che ha bisogno di una celere risposta?

 

di Alessandro Carli

 

Sale l’attesa per il “Decreto Salva banche”: nella prima seduta di giugno del Consiglio Grande e Generale verrà inserito un comma con il quale ci si occuperà degli “Strumenti di risoluzione delle crisi bancarie e tutela della stabilità del sistema finanziario”.

Si tratta di un intervento urgente perché può rappresentare una ulteriore soluzione per far fronte alle difficoltà che potrebbero interessare gli istituti di credito, in particolare a quelle che in questo momento coinvolgono Banca CIS.

Senza entrare nei tecnicismi del progetto che è stato costruito dagli esperti di BCSM sulla scorta di norme analoghe che esistono nell’Ue, il 22 maggio si è tenuto una riunione del Comitato Credito e Risparmio allargato con i rappresentati delle forze politiche per approfondire una serie di aspetti tecnici e valutare eventuali integrazioni e modifiche. L’auspicio è che il testo definitivo contenga tutti gli elementi per far sì che il Parlamento lo possa condividere ed adottare, visto e considerato che probabilmente servirà una maggioranza qualificata.

Si tratta di un passaggio delicato e importante, un banco di prova per verificare se le forze politiche confermeranno l’intenzione già espressa di trovare una sintesi “comune” ad un’emergenza del sistema bancario che ha bisogno di una celere risposta.

Certo è che per quanto sia significativa, questa Legge rappresenta solamente un tassello della soluzione del problema che è molto più ampio e che richiede un impegno pressante e assiduo delle forze politiche e sociali per elaborare una strategia complessiva che sia davvero risolutiva per la crisi del sistema bancario.

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