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Editoriale: “Decreto Salvabanche”, ora si apra un tavolo di discussione

da Redazione

Occorre recuperare non solamente la capacità di coesione ma anche tirare fuori il meglio da ogni singolo attore per riuscire davvero a mettere in campo una soluzione sostenibile.

Decreto Salva Banche

 

di Alessandro Carli

 

“Decreto salvabanche”, atto secondo. Archiviata la prima seduta del Consiglio Grande e Generale che, de facto, ha ratificato solamente la parte inerente alla proroga del blocco dei pagamenti per tre mesi di Banca CIS, mercoledì 8 maggio è stato convocato il Comitato per il Credito e il risparmio ‘allargato’ ai rappresentanti di opposizione per una prima valutazione degli strumenti a tutela sistema bancario.

Un tema sul quale si deve trovare un equilibrio, in quanto il testo che era stato proposto in Aula deresponsabilizzava Banca Centrale della Repubblica di San Marino e metteva a rischio le altre risorse dello Stato.

BCSM invece deve “partecipare” attivamente cercando di fare al meglio il suo lavoro dal punto di vista “tecnico” perché è l’ente che ha le competenze necessarie e che in teoria può suggerire le soluzioni migliori non solamente per Banca CIS ma per l’intero sistema bancario sammarinese.

Sempre in tema “banche” ricordiamo poi che è in agenda l’approvazione del Bilancio di Cassa di Risparmio del 2018 e alcune modifiche statuarie. Da quello che trapela la perdita di Cassa si attesterebbe attorno ai 34 milioni di euro, come riferisce il report di San Marino News Agency (“Si vocifera che le perdite siano attorno ai 34 milioni di euro. Si dovrebbero comprendere anche i 10 milioni di euro dello spalmadebiti e le perdite si ridurrebbero a 24 milioni di euro e mi risulta ci sia stata la svalutazione totale dei crediti Leiton, quindi con ulteriori 7 milioni di euro di perdita”).

Il debito di Cassa di Risparmio si ripercuote sul Bilancio dello Stato: ci sarà una conseguenza sull’Assestamento? Probabilmente sì. Ad ogni modo l’Eccellentissima Camera sarà chiamata a ripianare le perdite. Importante quindi capire quello che verrà deciso sulla Cassa a partire dal piano industriale e dagli altri interventi di ristrutturazione: l’istituto deve raggiugere quanto prima il punto di pareggio e poi andare a reddito.

Ma il problema principale rimane sempre quello della messa in sicurezza del sistema bancario, sul quale sembra si stia tergiversando: il tavolo di discussione su cui si gioca il futuro del settore (ma anche dell’intera Repubblica) non è ancora partito e il Paese continua a restare in attesa di una svolta. Occorre recuperare non solamente la capacità di coesione ma anche tirare fuori il meglio da ogni singolo attore per riuscire davvero a mettere in campo una soluzione sostenibile e a stretto giro di posta: più il tempo passa più le cose peggiorano.

Occorre aprire realmente un tavolo attorno al quale siedano politica e parti sociali: il Decreto “Salvabanche”, lo ricordiamo, ha un riflesso sia sulle imprese – che hanno bisogno di un sistema bancario che sostenga la loro operatività – che sui cittadini e sui lavoratori. E quindi chi li rappresenta deve poter dire la propria e dare il suo prezioso contributo per rendere efficace il provvedimento.

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