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Decreto lavoro al via libera definitivo: confermate le correzioni proposte dal Pd

da Redazione

Approvato ordine del giorno di Emma Petitti: “Impegna l’esecutivo a presentare una relazione sugli effetti delle nuove disposizioni su tempo determinato e apprendistato”.

 

RIMINI – “Com’era prevedibile, il Decreto Lavoro oggi in via di approvazione definitiva alla Camera è stato terreno di scontro tra diverse filosofie e diverse ricette sul come aggredire il dramma della mancanza di occupazione. Le correzioni fondamentali al Decreto lavoro votate dalla Camera sono state tutte confermate dal passaggio in Senato e il tentativo della destra di rimettere in discussione il testo (l’argomento più volte usato è stato quello di riportarlo alle origini) è dunque fallito di fronte alla tenuta del Partito Democratico.

I cambiamenti introdotti, anche se presentano alcune criticità, non stravolgono le modifiche volute dal PD ed in alcune parti migliorano il testo, come nel caso della formazione per gli apprendisti. Il monitoraggio, richiesto dal PD e previsto nel testo del Decreto, dopo 12 mesi dall’approvazione, ci dirà se questo Decreto produrrà, come auspica il Governo, un incremento delle assunzioni a tempo indeterminato ed un ridimensionamento dell’utilizzo delle forme di assunzione più precarie: a quel momento potremo fare un bilancio oggettivo. A tale proposito ho presentato un ordine del giorno che impegna l’esecutivo a presentare una relazione al Parlamento sugli effetti delle nuove disposizioni in materia di contratti a tempo determinato e apprendistato, particolarmente importante per il nostro territorio, con particolare riferimento ai diversi comparti produttivi e alla grande impresa.

 

Restano confermate:

 

le proroghe dei contratti a termine che da 8 passano a 5 e che sono complessive nell’arco dei 36 mesi e non collegate ai rinnovi;

 

resta la sanzione, nel caso di superamento del tetto del 20% di contratti a termine (tetto calcolato in rapporto ai dipendenti a tempo indeterminato), non prevista nel Decreto iniziale, che diventa pecuniaria;

 

il fatto che il calcolo del 20% sia esclusivamente correlato ai dipendenti a tempo indeterminato (non includendo quindi tipologie come il lavoro a progetto, l’interinale o altre forme di assunzione flessibili), riduce il numero di contratti a termine utilizzabili dalle imprese;

 

resta il diritto di precedenza per i contratti a termine che verrà richiamato in forma scritta nel contratto di assunzione e resta la norma che prevede che il congedo di maternità concorra a determinare il medesimo diritto di precedenza anche nelle assunzioni a tempo determinato (questo punto è stato fortemente voluto dalle parlamentari del PD);

 

è confermato, per l’apprendistato, l’obbligo della formazione da parte delle Regioni e on the job (in forma scritta e sintetica) che il Decreto aveva cancellato e scompare, positivamente, l’assolvimento del datore di lavoro dall’obbligo formativo nel caso in cui la Regione non provveda entro 45 giorni dall’assunzione;

 

rimane la sperimentazione, fortemente sostenuta dal PD, dei contratti di apprendistato per giovani che frequentino il secondo biennio della secondaria superiore, nella logica dell’alternanza scuola-lavoro;

 

resta confermata la stabilizzazione del 20% degli apprendisti, anche se le imprese che dovranno applicare la norma debbono avere almeno 50 dipendenti e non 30 come avevamo indicato alla Camera: questo rimane un punto di critica nei confronti della mediazione del Governo”.

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