Home categoriePolitica San Marino, Consiglio Grande e Generale: approvate tre Istanze d’Arengo

San Marino, Consiglio Grande e Generale: approvate tre Istanze d’Arengo

da Redazione

La prima riguarda l’equiparazione del valore del gettone di presenza percepito dai consiglieri dipendenti pubblici o pensionati a quello percepito dai consiglieri dipendenti privati o studenti. Il report dell’agenzia Della Torre.

 

SAN MARINO – La seduta riparte dall’esame delle istanze d’Arengo. Solo tre delle dieci istanze discusse sono approvate dal Consiglio grande e generale, tutte di competenza della segreteria di Stato al Territorio. Viene inoltre accolto un ordine del giorno presentato dalla maggioranza nel corso del dibattito sull’istanza n.5, che impegna il congresso di Stato a disciplinare l’attività dei familiari nelle imprese, anche sotto il profilo previdenziale.

La prima istanza che viene affrontata, la numero 13, riguarda l’equiparazione del valore del gettone di presenza percepito dai consiglieri dipendenti pubblici o pensionati a quello percepito dai consiglieri dipendenti privati o studenti. Viene respinta con 24 voti contrari, 21 favorevoli e due astenuti. Stessa sorte per la numero 12, che richiedeva di dimezzare il numero dei consiglieri e per la numero 16, in favore della concessione della cittadinanza sammarinese a quelle donne che l’avevano persa per aver contratto matrimonio con un forense, in base alle normative non più in vigore. Bocciata anche l’istanza d’Arengo numero 5, per far accedere alla gestione separata anche il socio di un’azienda titolare di pensione ordinaria. A riguardo però viene accolto a maggioranza un ordine del giorno presentato da Pdcs-Ns, Ap e Psd che impegna l’esecutivo a disciplinare l’attività dei familiari nell’impresa anche sotto il profilo previdenziale.

Pollice verso anche per l’istanza d’Arengo in materia di doping e passaporto biologico. Viene respinta con 28 voti contrari e 21 favorevoli. Viene invece accolta la n., 18, quella per terminare il lavoro di messa in funzione dei servizi igienici al parco di Falciano.

Bocciata l’istanza n.15 in favore della realizzazione di un dosso artificiale nel tratto di Strada la Zanetta di Falciano, nel rettilineo che dal plesso scolastico arriva alla chiesa. Accolta invece la numero 20, per l’installazione di rilevatori di velocità e/o rallentatori del traffico nella zona del centro di Chiesanuova. Così come la numero 26, affinché prima dell’abbattimento di alberature secolari sia dato alla popolazione un preavviso scritto di ameno una settimana da porsi nelle immediate vicinanze della pianta da abbattere.

Respinta infine l’ultima istanza, la n. 27 in materia di ammortizzatori sociali.

I lavori procedono con la nomina all’unanimità del Comandante superiore delle Milizie, Leonardo Maria Lonfernini (si è astenuto il consigliere Giovanni Lonfernini, per motivi di parentela). Si continua con i progetti di legge in prima lettura: il segretario di Stato per la Sanità, Francesco Mussoni, presenta il progetto di legge “Norme che definiscono gli aventi diritto alle prestazioni sanitarie e disposizioni per applicazione quota capitaria”. In prima lettura anche la riforma dell’editoria, presentata dal segretario di Stato per il Lavoro, Iro Belluzzi, su cui si chiudono i lavori.

 

Di seguito un riassunto dei lavori

 

Comma 3, Istanze d’Arengo

 

Istanza d’Arengo n.13 – Per l’equiparazione del valore del gettone di presenza percepito dai membri del Consiglio grande e generale dipendenti pubblici o pensionati a quello percepito dai consiglieri dipendenti privati o studenti e perché il dipendente pubblico che partecipi alle sedute del Consiglio grande e generale non venga retribuito ma venga ad esso riconosciuto il permesso speciale concesso ai consiglieri dipendenti privati. Respinta (24 No, 21 Sì, 2 astenuti).

 

Gian Carlo Venturini, segretario di Stato per gli Affari interni: “Il Consiglio grande e generale ha adottato un ordine del giorno, approvato nel maggio scorso, che lo impegna all’elaborazione del regolamento consiliare entro il 30 giugno 2014, la tematica del gettone rientra in questo ambito. Il gruppo di lavoro ha inserito tale problematica nella bozza del provvedimento, si ritiene di dovere respingere l’istanza in quanto superata”.

 

Roberto Venturini, Pdcs: “Entro il 30 giugno abbiamo la possibilità, nella revisione del regolamento consiliare, di prendere in esame la questione, altrimenti c’è l’appuntamento della finanziaria a fine anno. Il principio di equità dei consiglieri richiesto dagli istanti è condivisibile, non è assolutamente giusto però che la condizione di partenza sia l’uso di permessi speciali non retribuiti o delle ferie. E più giusto e logico possa esistere anche un permesso consiliare o istituzionale. La mia proposta è molto semplice: il dipendente pubblico o privato eletto in Consiglio deve partecipare ai lavori parlamentari utilizzando permessi retribuiti se le sedute sono durante il normale orario di lavoro, senza percepire gettoni. Se si intervenisse poi nel regolamento sulla tempistica degli interventi, si riuscirebbe a ridurre la durata delle sedute e a incidere sul costo”.

 

Gian Nicola Berti, Ns: “Noto molte cancellazioni degli interventi, eventualmente qualcuno ha ritenuto di abbreviare la durata di dibattito su questo argomento. C’è un effetto distorsivo proprio legato al prolungarsi della durata delle sedute. Qui dentro ci sono funzionari di partito retribuiti, la categoria A, quella privilegiata, poi c’è la categoria B, dei dipendenti pubblici, che hanno giustamente un’indennità ristoratrice del lavoro perduto, poi ci sono quelli di serie C, dipendenti del settore privato che hanno un trattamento economico inferiore, ma anche grossi problemi perché astenersi dal lavoro, crea problemi con i datori di lavoro. Poi c’è la categoria C, dei liberi professionisti, quella cui appartengo: una volta che si torna comuni cittadini magari ha perso clienti, visto che ha potuto dedicargli meno tempo. C’è un problema di diseguaglianza. A microfono aperto si spende troppo tempo spero per istanze secondarie, perché non ci rivolge ai presenti, ma a terzi. C’è un vulnus e un problema di funzionamento, siamo passati dalla tutela della libertà all’abuso, l’istanza è un elemento utile per dire che il regolamento consiliare è necessario, ma è anche necessario ripensare al rispetto degli interlocutori quando siamo qui dentro. Troppo spesso sento cose non aderenti alla realtà, troppo spesso si parla quando non si ha nulla da dire”.

 

Luca Santolini, C10: “Siamo tutti consapevoli sulla necessità di concludere il parto gemellare della riforma del regolamento consiliare, per razionalizzare le tempistiche della discussione. Non sono d’accordo con il segretario che dice che l’istanza è superata. La proposta del collega Venturini, che ha già girato tra i gruppi, a mio avviso non è corretta e non la condivido. In questo modo si crea in ogni caso una differenza retributiva anche consistente per lo stipendio che ogni consigliere ha fuori dall’Aula, mae qui dentro però si fa tutti lo stesso lavoro. Lo spirito dell’odg era di risolvere una discriminazione per una questione di principio e non di importi. Voteremo l’istanza perché propone una vera parificazione di trattamento tra chi partecipa ai lavori consiliari”.

 

Gian Matteo Zeppa, Rete: “Il problema non sono i venti, trenta euro in più, è semplicemente la difficoltà enorme nell’ambito privato di poter andare a coprire il posto di consiglieri, lasciando presenza lavorativa. Da oggi a domani devo andare in Consiglio o in Commissione, è evidente che la difficoltà non è tanto la mia, da dipendente privato, ma si stravolge tutto il sistema dell’orario all’interno dell’azienda. L’istanza c’entra il punto: mi va benissimo la parificazione. L’accettazione dell’istanza è un rafforzativo dell’impegno preso dal Consiglio”.

 

Oscar Mina, Pdcs: “Mi auguro che il confronto sul regolamento consiliare finisca con una proposta di un testo condiviso da tutti i partiti, non stiamo facendo nessun altra attività se non quella di impegnarci per spirito di servizio per il Paese. Auspico che ciascun partito abbia l’accortezza di finire di esaminare la bozza di lavoro per arrivare a presentare entro breve un progetto di legge condiviso da tutta l’Aula, poi gli aggiustamenti si possono fare qui in Aula”.

 

Denise Bronzetti, Indipendente: “L’argomento mi infervora. Rispondere al gioco che sostiene le differenze di trattamento, non fa altro che assicurare lunga vita a coloro che pensano che la politica sia soltanto per qualcuno una politica a tempo pieno e retribuita e che può mettere il naso quotidianamente nelle cose che si fanno. Mentre tutti gli altri che non comprendono questo giochino viene impedito di fare politica. Tra Consiglio e commissioni, incluse sedute notturne, a un dipendente pubblico possono venire, se va bene, 500 euro, mentre i cittadini pensano che riceviamo migliaia di euro. Altro mito da sfatare: la durata del Consiglio non c’entra nulla con la retribuzione dei consiglieri, la modalità di livellare la retribuzione del gettone non è altro che una guerra di categorie che non c’entra nulla con i tempi della politica. Il prolungarsi dei lavori sta creando problemi a tutti, dipendenti del pubblico, del privato, liberi professionisti. Se siamo i primi a darci addosso in questo modo non facciamo lavoro utile a nessuno. A prescindere nessuno è contrario alle modalità di retribuzione, possiamo arrivare all’equità, ma nessuno qui è stato obbligato a candidarsi. Ognuno di noi in partenza sapeva cosa si sarebbe trovato davanti. Infine, non tenere nel dovuto conto la retribuzione dei consiglieri favorisce solo chi può permettersi di non lavorare”.

 

Ivan Foschi, Su: “Quello economico è solo uno dei problemi. Ce ne sono altri, legati al potere di usufruire dei permessi di lavoro. Occorre andare verso una condizione di pari trattamento. Non c’è solo poi l’attività consiliare. L’attività politica è formata anche da altri momenti. Questa istanza può essere accolta”.

 

Paride Andreoli, Ps: “C’è un odg trasversale che va in questa direzione e il confronto è aperto da molti anni. Nell’ambito del lavoro sul regolamento consiliare alcuni punti sono stati demandati ai partiti. E’ il momento di discuterne”.

 

Stefano Canti, Pdcs: “Il provvedimento per la retribuzione risale al 20 maggio 1985. Occorre intervenire. Il consigliere dipendente pubblico usufruisce di un permesso speciale. Quello privato alla fine del mese si trova uno stipendio diminuito. Se la necessità è parificare il trattamento, non possiamo togliere il permesso retribuito ai consiglieri pubblici, ma proporre un procedimento in cui lo Stato consente al consigliere privato di non perderci”.

 

Gian Carlo Venturini, segretario di Stato per gli Affari interni, replica: “Il Consiglio è libero di valutare le singole considerazioni sui vari provvedimenti”.

 

Roberto Ventirini, Pdcs, replica: “La mia è una proposta, ma non si può dire che non sia equa. Ho solo fatto presente la necessità del permesso consiliare”.

 

Giovanni Francesco Ugolini, Pdcs, replica: “E’ necessario aprire un dibattito su queste problematiche. Ci sono due modalità di retribuzione, per il pubblico impiego e per il settore privato. Le differenze danno adito a un trattamento diverso. Mi auguro che entro giugno sia approvato il nuovo regolamento consiliare. Credo nel principio di uguaglianza tra tutti i consiglieri”.

 

Istanza d’Arengo n.16 – Per la concessione d’ufficio – su istanza degli eredi naturali – della cittadinanza sammarinese a quelle donne, e quindi agli eredi delle stesse, che oggettivamente ed inequivocabilmente non sono state messe in condizione di esercitare in vita la facoltà prevista dalla legge, limitatamente a quelle fattispecie rientranti in un arco temporale di anni cinque dalla promulgazione della stessa. Respinta (24 No, 21 Sì, un astenuto).

 

Gian Carlo Venturini, segretario di Stato per gli Affari interni: “L’istanza riguarda la donna che per effetto del matrimonio con uno straniero è stata privata della cittadinanza sammarinese. Appare assurdo se non impossibile dimostrare se la donna si sia avvalsa di quanto previsto da una legge del 1984 per il reintegro. Il problema è già stata affrontato e risolto nel 1993 dal legislatore, che ha riaperto il termine, disponendo che la donna privata di cittadina sammarinese sia iscritta nei registri se fa richiesta entro 18 mesi dall’entrata in vigore. L’accoglimento presupporrebbe un’ulteriore deroga per cui si propone di respingere l’istanza”.

 

Lorella Stefanelli, Pdcs: “Concordo con il riferimento del segretario di Stato sulle difficoltà che creerebbe l’istanza una volta approvata. E’ impossibile dimostrare a molti anni di distanza perché la madre non si sia avvalsa delle leggi che dal 1984 le permettevano di essere reintegrata nella cittadinanza sammarinese. La finalità dell’istanza è consentire ai discendenti maggiorenni di queste donne defunte di avvalersi della possibilità di diventare cittadino sammarinesi dopo 10 anni di residenza effettiva. Merita dunque un approfondimento. Ma come formulata non può essere accolta”.

 

Valeria Ciavatta, Ap: “Se da un lato è difficile accogliere l’istanza come è stata scritta, tuttavia è limitativo da parte del segretario di Stato non dare una valutazione di merito ed elencare solo gli interventi normativi. Sono dispiaciuta che non si possano individuare soluzioni creative alla questione. Esistono figli di già cittadina sammarinese. Si potrebbe tenere in considerazione alcuni requisiti. Invito il governo a tenere in considerazione questa richiesta meritevole, limitando attraverso criteri precisi la possibilità di accedere a un eventuale istituto”.

 

Mimma Zavoli, C10: “Accolgo la sollecitazione del consigliere Valeria Ciavatta, che è condivisibile. Il tema è particolare e va approfondito al di là della normativa. Si parla di donne che dopo decenni di lotta per avere uguali diritti hanno perso quello alla cittadinanza. L’istanza va accolta per riconoscere un diritto non compreso all’epoca. Si chiude un cerchio”.

 

Denise Bronzetti, indip.: “Sui diritti delle donne che sia sempre il gentil sesso a intervenire non rende onore all’Aula. Si parla di norme diverse da quelle attuali che 30 anni fa prevedevano una disparità di trattamento. L’istanza può creare condizioni non chiare. Ma ci vorrebbe un impegno del Consiglio grande e generale”.

 

Francesca Michelotti, Su: “C”è un trasversalismo virtuoso in questo dibattito. L’istanza presenta qualche imprecisione e difficoltà di interpretazione. Tuttavia la risposta del segretario di Stato è stata un po’ troppo laconica e pilatesca. La richiesta è legittima, trincerarsi dietro le leggi non è una buona risposta. E’ difficile riaprire i termini di una legge abrogata, ma si parla di uguaglianza dei cittadini. L’origine della rottura della catena parentale è di natura discriminatoria. Occorre rimediare a questa ingiustizia. Voterò a favore”.

 

Luigi Mazza, Pdcs: “Questa istanza pone un insieme di problemi che va oltre le richieste. In passato è stata riaperta due volte una finestra temporale per mancanza di conoscenza e organizzazione. In questo caso si apre una sfera molto particolare. La problematica sulla cittadinanza è ampia ma così come posta l’istanza non può essere accolta. Va fatta una verifica: se ci sono situazioni particolari le esamineremo. La questione non si chiude con questo voto”.

 

Gian Carlo Venturini, segretario di Stato per gli Affari interni, replica: “Quando si tratta di diritti servono approfondimenti sulle tematiche. Pur condividendo la necessità di un confronto, confermo il non accoglimento dell’istanza. Si può aprire un dialogo e trovare soluzioni più idonee per attuare gli interventi sui diritti delle persone”.

 

Istanza d’Arengo n.12 – Per l’adozione di una legge che dalla prossima tornata elettorale riduca il numero dei membri del Consiglio grande e generale a 30. Respinta.

 

Gian Carlo Venturini, segretario di Stato per gli Affari interni: “In ottica di contenimento della spesa una riforma dovrà tenere conto di questo aspetto. Si è sempre privilegiato la collegialità e il confronto su questi temi. Una riforma richiede il confronto e un’analisi approfondita. C’è un odg approvato ieri sull’istanza del collegio estero che prevede la costituzione di un tavolo per affrontare la questione. In quella sede si potrebbe affrontare anche questa tematica. Esprimo parere negativo sull’accoglimento”.

 

Federico Pedini Amati, Ps: “Il numero dei parlamentari sammarinesi è superiore alle condizioni socio-economiche e politiche, e alla grandezza dl nostro Stato. e’ un numero molto superiore alla necessità, ma è difficile pensare che in Consiglio si possa produrre una norma di maggioranza per cambiare un aspetto istituzionale. Ci vuole condivisione per una riforma del genere. In caso serve un passaggio referendario. Analogamente per la nomina di un premier. La riforma sarebbe di portata epocale. I cittadini fanno questa richiesta anche perché in momenti di spending review si crede che ogni parlamentare ha chissà quale stipendio. Ogni consigliere ha uno stipendio nettamente diverso da qualsiasi parlamentare europeo, di media 600-700 euro al mese, dai 6.000 ai 10.000 euro annui. E i lavori sono sempre più impegnativi. Mi piacerebbe il numero di parlamentari fosse minore ma non si può farlo a colpi di maggioranza. Serve un progetto di legge chiaro e condiviso”.

 

Franco Santi, C10: “L’istanza è quasi una provocazione e affronta un tema molto importante. E’ aumentato il volume dei lavori e la loro complessità. Si apre la necessità di migliorare lo stato delle cose e quella degli istanti è una proposta da tenere in considerazione. In Lussemburgo per 500 mila abitanti ci sono 60 parlamentari, ad Andorra per 68 mila abitanti 28 parlamentari, in Liechtenstein per 36 mila abitanti 27 parlamentari. E’ ora di ragionare sulla questione, anche per rendere più efficaci i lavori. Serve un’analisi approfondita a un tavolo istituzionale di riforme per rendere più efficace l’attività parlamentare. La richiesta va valutata positivamente”.

 

Denise Bronzetti, indip.: “Gli istanti mettono tra le motivazioni della riduzione il momento di complessità economica dello Stato. Il numero di parlamentari sarebbe inadeguato a rispondere alle difficoltà del Paese. Così come la spesa eccessiva. E’ difficile accettare con queste motivazioni la riduzione, sorge il dubbio che sono sempre stati 60 i consiglieri, anche quando la politica era meno complessa di quella attuale. Professionalizzando la politica potrebbe avere senso un numero minore d consiglieri, ma non per una semplice ragione di costi. C’è disponibilità a discuterne, ma così l’istanza non è accettabile”.

 

Giovanni Lonfernini, Upr: “Molti interventi hanno parlato d’altro rispetto al tema dell’istanza. Non c’è una motivazione istituzionale, ma di efficacia dei lavori. Non abbiamo lo status giuridico di parlamentari. Si parla di un organismo che già esisteva nel XII secolo. Siamo tutti in ansia da prestazione da adeguamento a standard internazionali. E ci fa male. Se mettiamo in discussione Reggenza e Consiglio cosa ci rimane? Così demoliamo la nostra identità istituzionale. Chi va al governo dovrebbe dimettersi da consigliere per confermare la separazione dei poteri, ma riconosciamoci nelle nostre istituzioni”.

 

Elena Tonnini, Rete: “Sono pienamente d’accordo che il Consiglio ci caratterizza come Repubblica e ha una storia particolare. Non si tratta di ridicolizzare l’istituzione, ma tempi ed esigenze sono mutati. Limitare il numero non cambierebbe il Consiglio. Questo è un luogo di rappresentanza. In Liechtenstein c’è un parlamentare ogni 1.440 abitanti, ad Andorra ogni 3.000 e in Lussemburgo ogni 8.450. Da noi ogni 600. Un confronto sul ruolo della rappresentanza va fatto. Le presenze consiliari sono a volte state utile per garantire una certa autoreferenzialità. Non sono i numeri a garantire la qualità del Consiglio. Siamo favorevoli all’istanza e ribadiamo l’importanza di portare in Aula il nuovo regolamento consiliare”.

 

Francesca Michelotti, Su: “Il tono dell’istanza è provocatorio, quasi seccato. Mi sembra molto poca riflettuta, frutto anche del clima che si vive in questo periodo. Mi disturbano le motivazioni esclusivamente economiche. Non è la prima volta che San Marino soffre di un momento di povertà, ma in Consiglio siamo sempre stati 60. Il Paese nasce da una democrazia partecipata. Presenterò rinuncia al gettone per soddisfare gli istanti. Occorre valutare bene cosa è importante e cosa non lo è. Noi non abbiamo smarrito come Paese le libertà comunali. L’istanza dice che non c’è fiducia in noi. Dobbiamo riconquistarla”.

 

Vladimiro Selva, Psd: “Questo sentimento nel Paese c’è e non fa bene: la sfiducia nella politica indebolisce. Serve uno sforzo per capire bene le ragioni e agire con responsabilità rispetto al ruolo che abbiamo al Paese. Come Psd voteremo no, augurandoci che questo risentimento scompaia”.

 

Gian Nicola Berti, Ns: “Non so se sia un’istanza presentata per provocazione o per mancanza di rispetto per la storia del Paese. Trasuda di mancanza dei principi che reggono una democrazia. Non mi stupirei che chi l’ha firmata sostiene che vanno sempre fatti i referendum. Leggere che il problema è il gettone di presenza è il sintomo di un malessere del Paese. Forse la democrazia e i suoi valori si stanno perdendo. Però dobbiamo fare uno sforzo maggiore nel rispetto delle istituzioni. Mi stupisce che queste cose arrivino all’attenzione del Parlamento, la storia del Paese non se lo merita”.

 

Istanza d’Arengo n.5 – Perché sia riconosciuta la facoltà di accedere alla macrocategoria della Gestione Separata, per un periodo massimo di anni cinque, anche al socio titolare di pensione ordinaria che possieda quote o azioni in misura non inferiore al 25% del capitale sociale di società di diritto sammarinese e che svolga a favore dell’impresa stessa attività lavorativa non avente natura di lavoro subordinato, senza perdere il diritto acquisito all’erogazione della pensione stessa.

 

Respinta. Odg di Pdcs-Ns, Ap e Psd approvato a maggioranza.

 

Francesco Mussoni, segretario di Stato per la Sanità: “L’istanza presenta una situazione particolare che si è verificata negli ultimi anni, con la recente riforma delle pensioni. L’attività dei soci delle imprese è configurata come lavoro subordinato, attorno questo concetto ruota l’opinione di chi considera l’attività dei soci come attività subordinata. La legislazione vigente impedisce l’iscrizione alla gestione separata. L’orientamento del governo è attualmente negativo all’accoglimento dell’istanza, vista la normativa e i pareri degli uffici preposti. Mi auguro in futuro ci siano spazi di valutazione, ci sono settori in cui i pensionati potrebbero dare ancora un forte contributo, ma che si trovano impediti a farlo. Credo si possa aprire un dibattito anche di ordine generale, legato a una concezione più liberale del lavoro. E’ chiaro in un momento di crisi l’argomento è difficile perché ci sono molti disoccupati”.

 

Massimo Cenci, Ns: “Ritengo giusto il riferimento del segretario. Credo infatti che, malgrado il non accoglimento dell’istanza, l’argomento trattato non sia da lasciar cadere con questa istanza, rientra in situazione di solidarietà familiare, in cui si può dare una mano ai giovani, e va comunque colta”.

 

Franco Santi, C10: “Così come proposta l’istanza non può avere un giudizio positivo, ma può essere l’occasione per ragionare a più ampio raggio sulla regolamentazione e sul divieto di chi è in pensione di svolgere attività lavorative, non vedo ostacolo ad approfondire l’analisi”.

 

Alessandro Cardelli, Pdcs: “L’istanza prende in considerazione una problematica esistente per il pensionato che vuole continuare a lavorare nell’impresa familiare, istituto importante nella nostra Repubblica. Presenteremo un ordine del giorno per affrontarla, tenendo conto anche della necessità di favorire l’occupazione di chi è in età lavorativa. Do lettura dell’odg: ‘Il Consiglio grande e generale, vista l’istanza d’Arengo n.5, considerato che nella realtà sammarinese sono numerose le realtà imprenditoriali, commerciali e artigianali in cui il contributo dei familiari, affiancato a quello del titolare, determina economie di mercato vitali per il sistema; (…) che attualmente, l’attività dei congiunti nell’ambito di imprese a conduzione familiare non trova regolamentazione nell’ordinamento sammarinese; che resta indispensabile favorire l’occupazione e l’assunzione di personale in età lavorativa; con l’obiettivo di contemperare le diverse esigenze, individuando soluzioni adeguate sul piano economico, occupazionale, previdenziale tali da considerare le realtà imprenditoriali a gestione familiare, contrastare forme irregolari di impiego e da evitare turbativa al buon andamento del mercato di lavoro; impegna il congresso di Stato a disciplinare l’attività dei familiari nell’impresa, prevedendo condizioni e vincoli che soddisfino gli obiettivi di cui sopra; ad adottare anche nell’ambito di interventi legislativi in materia di lavoro, già allo studio e di quelli da adottare in maniera previdenziale, le soluzioni più idonee alla disciplina delle diverse casistiche sotto il profilo previdenziale, fiscale e di sicurezza e salute per gli interessati e per l’utenza”.

 

Andrea Zafferani, C10: “L’ordine del giorno è vago e rende possibile tutto, mi piacerebbe avere linee politiche precise su cui confrontarsi, piuttosto che testi che indicano tutto e il contrario di tutto. Occorre trovare delle soluzioni, ma non consentendo di poter lavorare e di beneficiare integralmente della pensione, non è nell’interesse collettivo”.

 

Roberto Ciavatta, Rete: “Per tutta una serie di dubbi, noi siamo per votare contrariamente all’istanza d’Arengo, pur riconoscendo la necessitò di mettere mano a questo tema. Il problema non è contingente ma riguarda una serie di società. Nel momento in cui si va a mettere mano su questa tematica, il discrimine è che colui che lavora, veda poi ridotta la pensione. L’odg non indica una direzione precisa, è ormai una prassi terminare dibattiti con odg generici, se c’è volontà di mettere mano a questa cosa, il segretario potrà comunque farlo”.

 

Tony Margiotta, Su: “Non possiamo condividere il ragionamento dell’istante, dove un socio in stato di pensionamento possa trovarsi in stato di lavoro subordinato. Siamo disposti a confrontarci su questo tema, ma deve essere chiaro che chi lavora non può percepire una pensione”.

 

Guerrino Zanotti, Psd: “L’accoglimento dell’istanza d’Arengo non viene sollecitata dalle organizzazioni di categoria che non hanno mai richiesto interventi in questo senso. Un altro discorso che va affrontato è quello della regolamentazione delle attività dei familiari nelle imprese familiari. L’ordine del giorno lo abbiamo sottoscritto e lo voteremo, non faremo altrettanto con istanza”.

 

Luigi Mazza, Pdcs: “L’ordine del giorno indica che si deve tornare alla solidarietà familiare, è qualcosa che va regolamentato e può ricadere in ogni settore, crediamo sia un principio di buon senso. Non possiamo cadere nell’errore di essere troppo rigidi”.

 

Odg di Pdcs-Ns, Ap e Psd è stato approvato a maggioranza.

 

Istanza d’Arengo n.7 – Per l’introduzione di una moderna normativa antidoping, per l’introduzione del cosiddetto passaporto biologico degli atleti e per una adeguata e capillare campagna informativa per la tutela sanitaria delle attività sportive. Respinta (28 No, 21 Sì).

 

Francesco Mussoni, segretario di Stato per la Sanità: “Come evidenziato la legge in merito è del 1997. Il comitato antidoping ha pieni poteri ed è in discussione l’aggiornamento della legge sullo sport. Occorre aderire agli organismi mondiali. La normativa è in linea con i dettami internazionali e si propone il respingimento dell’istanza. Ci sono in essa aspetti positivi, come l’informazione continua, da mettere in campo. Ci sono anche progetti già in atto come Occhio alla salute e Medical wellness”.

 

Tony Margiotta, Su: “L’istanza è molto importante per valorizzare lo sport e i principi e valori che trasmette. Spesso vengono accantonati in nome della prestazione. Prevale il risultato. Per raggiungere la vittoria si utilizzano anche strad discutibili e distorte come il doping. Ogni strumento, come il passaporto biologico, che controlla gli atleti dilettanti e professionisti va preso in considerazione. Lo sport può creare una cittadinanza di valori, crea rapporti verso gli altri”.

 

Franco Santi, C10: “L’istanza pone in maniera puntuale una serie di richieste, prendendo in considerazione una normativa lacunosa, proponendo l’adozione del passaporto biologico. C’è attenzione e sensibilità al fenomeno a livello professionale, ma forse non altrettanto sull’attività amatoriale. Ci sono dei dati? Condivido la richiesta dell’istanza, la risposta del segretario di Stato è superficiale”.

 

Gian Matteo Zeppa, Rete: “Etica e lealtà sono fondamentali nello sport. L’argomento doping è quasi tabù a San Marino. E purtroppo tocca molto il livello dilettantistico. Il passaporto biologico sarebbe un punto di partenza. Qui, tolti alcuni casi, si vive di dilettantismo. La motivazione con cui si chiede di non accogliere l’istanza mi sembra superficiale e molto limitante. C’è un reparto antidoping al Cons e il presidente è Claudio Muccioli, rinviato a giudizio. Una sospensione sarebbe opportuna”.

 

William Giardi, Upr: “Viviamo in una società fortemente condizionata dall’ottenimento della prestazione. C’è tanto doping, non solo nello sport. C’è quello sessuale, quello estetico, molti governi dopano i loro rendiconti. In sé la richiesta è sostenibile, ma è limitativa. Così come lo è la risposta del governo. Entrambe si limitano agli atleti professionisti, mentre il doping è estremamente diffuso anche a livello amatoriale. Si potrebbe formulare in tempi celeri una legge che lo vieti a tutti i livelli. Il passaporto biologico rivela dati in maniera indiretta sui farmaci che agiscono sui parametri ematici, non l’utilizzo di anabolizzanti che credo sia il problema più grosso a San Marino”.

 

Augusto Michelotti, Su: “Il passaporto biologico andrebbe portato avanti come accessorio di ogni atleta. Occorre intervenire contro chi ci si mette d’impegno per vincere. Inoltre il doping porta malattie. Tutto quello che si può fare va fatto, questa istanza va approvata per dare un segno che il Consiglio è contro il doping”.

 

Paolo Crescentini, Ps: “Condivido quanto detto dal consigliere Giardi. Specie per quanto riguarda il dilettantismo e le palestre. Gli atleti sammarinesi sono controllati prima di partecipare alle gare, ma ho più dubbi sullo sport amatoriale. Va colpito chi si dopa ma anche chi fa dopare. L’istanza si può anche accogliere, ma non aggiunge nulla. Qual è inoltre la posizione del Cons sul passaporto biologico? Comunque il doping non è solo nel ciclismo, è un fenomeno che riguarda tutti gli sport. Marco Pantani è stato dato in pasto ai leoni e non è stato compreso”.

 

Michele Muratori, Psd: “L’istanza è molto attuale. C’è un vuoto normativo a San Marino. In Italia è reato. Non è solo un problema di lealtà sportiva, ma anche di salute pubblica, visto che lo usano anche i dilettanti. La legge del 13 marzo 1997 ha istituito un comitato antidoping, ma del tema se ne parla troppo poco. Il passaporto biologico ha costi elevati. Serve anche una campagna informativa, a partire dalle scuole. Come Psd confidiamo nel processo di potenziamento delle normative”.

 

Roberto Venturini, Pdcs: “Sono membro del comitato antidoping. L’Istanza è condivisibile dove chiede maggiore prevenzione e contrasto e segnala la necessità di maggiore informazione. Ma non è corretta nel descrivere la situazione organizzativa e legislativa a San Marino. Non siamo all’anno zero, siamo più avanti di altri Stati, altro che vuoto normativo. Il costo di un test sulle urine è di 250-280 euro, sul sangue il doppio. Tutti i test su atleti sammarinesi sono risultati negativi. Vanno sviluppati tre punti secondo il comitato: attuare maggiore azione sui controlli, più informazione, aggiornamento del passaporto biologico che è già in uso da diversi anni”.

 

Francesco Mussoni, segretario di Stato per la Sanità, replica: “Il dibattito è stato costruttivo. Il nostro sistema è aggiornato sull’antidoping. L’orientamento del governo non vuole sminuire la bontà dell’istanza, ma dal punto di vista normativo il nostro sistema è adeguato. Sulle campagne di informazione il suggerimento è da accogliere”.

 

Paolo Crescentini, Ps, replica: “A San Marino il problema del doping di fatto non esiste negli atleti. È importante andare dove nessuno pensa, lì si annida il male maggiore. Va coinvolta tutta la società e la famiglia, serve una buona campagna di sensibilizzazione”.

 

Istanza n. 15. Per la realizzazione di un dosso artificiale nel tratto di Strada la Zanetta (Falciano) nel rettilineo che dal plesso scolastico arriva alla chiesa. Istanza respinta a maggioranza.

 

Matteo Fiorini, segreteria di Stato per il Territorio: “La strada la Zanetta è classificata come strada di scorrimento. Per tali strade il codice della strada prevede di installare barre trasversali, ma non un dosso come richiesto dall’istanza. Anche la giunta di Castello dà parere favorevole, solo se è tecnicamente fattibile. Pur comprendendo il disagio dei cittadini che lamentano l’alta velocità si ritiene di non accogliere l’istanza in base quanto previsto dal decreto attuativo del codice della strada. Saranno invece approfondite ipotesi alternative previste dal codice della strada, tra cui la realizzazione di una rotonda”.

 

Grazia Zafferani, Rete: “Intervengo a favore dell’istanza che è nell’interesse dei cittadini. La giunta di Castello ha votato a favore e anche l’intervento del segretario mi fa capire che c’è un problema di sicurezza a Falciano, ancor più preoccupante vista la vicinanza delle scuole. Il dosso mi sembra la soluzione più adeguata. Forse, in caso di zona residenziale e in prossimità di scuole, bisognerebbe prevedere queste soluzioni a priori, chiedo più sensibilità quando si parla di sicurezza dei cittadini”.

 

Augusto Michelotti, Su: “Ho il dente avvelenato con i dossi. Personalmente ho rischiato la pelle per un dosso, bisogna fare in modo che siano segnalati correttamente. Sono in linea con il non approvare l’istanza, il dosso su quella strada non è adatto, servono altre soluzioni, anche se una rotonda per rallentare la circolazione mi pare eccessiva”.

 

Alessandro Mancini, Ps: “Purtroppo come riferito dal segretario, la soluzione degli istanti non è praticabile. Chiedo il segretario a intervenire quanto prima perché il problema di sicurezza in quella zona è reale, su quella strada bisogna fare un ragionamento”.

 

Andrea Belluzzi, Psd: “I nuovi dossi non sono più applicabili, abbiamo come ambasciatore a disposizione il presidente della Federazione internazionale automobile che ha un progetto Road safe fondation che si occupa della sicurezza stradale attraverso progetti innovativi. Le nostre strade non sono sicure, non solo rispetto la vicinanza delle scuole, anche i guard rail della superstrada non sono più adeguati, c’è necessità di un progetto di nuova concezione di sicurezza delle nostre strade che è da costruire e su cui come politica e come consiglieri dovremmo ragionare. Bisognerebbe ripensare anche al codice della sicurezza stradale che non è più adeguato per garantire sicurezza. Poi ci sono gli arredi urbani, si possono costruire varianti per rallentare la circolazione delle automobili”.

 

Stefano Canti, Pdcs: “Le ragioni degli istanti sono condivisibili, l’installazione di un dispositivo per la moderazione del traffico deve essere deliberata dal gruppo per la sicurezza stradale previsto da apposito decreto. Strada la Zanetta è un rettilineo che si presta al transito ad alta velocità, per questo è già stato installato un dosso all’altezza dell’innesto Ca’ Valentino, con il plesso scolastico si rende indispensabile rivedere la viabilità della zona .Quest’Aula si è già espressa accogliendo l’istanza per la costituzione di un marciapiede, gli uffici possono valutare anche uno studio sulla viabilità della strada. A nome del gruppo che rappresento ritengo l’istanza non vada accolta per non vincolare future scelte degli uffici preposti”.

 

Matteo Fiorini, segretario di Stato per il Territorio, replica: “Specifico che la richiesta non è accoglibile perché è in contrasto con il codice della strada. Il problema della sicurezza è di competenza di un gruppo specifico, vigileremo e faremo il massimo per prendere provvedimenti conseguenti”.

 

Istanza d’Arengo n.18 – Perché venga terminato il lavoro di messa in funzione dei servizi igienici presso il nuovo parco di Falciano. Accolta.

 

Matteo Fiorini, segretario di Stato per il Territorio: “Tale opera è iniziata a marzo 2011. Occorre completare il verde e la piantumazione degli alberi. Infine le illuminazioni e i giochi. I servizi sono completati, manca l’allacciamento. Provvederemo, siamo per accogliere l’istanza”.

 

Grazia Zafferani, Rete: “Occorre risolvere il problema”.

 

Alessandro Mancini, Ps: “Non è la prima volta che si parla del parco di Falciano. La spesa è stata notevole e i lavori non sono ancora finiti. C’è un problema di sicurezza. E’ ora di porre fine. Chiedo l’impegno del segretario di Stato perché sia completato al più presto”.

 

Vladimiro Selva, Psd: “Siamo a favore”.

 

Stefano Canti, Pdcs: “Anche noi siamo favorevoli all’istanza. Sono diverse quelle presentate su Falciano”.

 

Istanza n. 20. Per l’installazione di rilevatori di velocità e/o rallentatori del traffico nella zona del centro di Chiesanuova. Approvata a maggioranza.

 

Matteo Fiorini, segretario di Stato per il Territorio: “Il mio parere ricalca quello dato per Falciano, ma ci sono delle differenze. Questa istanza prima chiede un più marcato controllo, poi l’installazione di rallentatori e poi ancora iniziative in questa direzione. Questa istanza è quindi accoglibile con il proposito di sottoporla al gruppo per la sicurezza stradale che prenderà la decisione opportuna. Gli istanti dicono che per loro servono gli autovelox, mi piacerebbe avere dal Consiglio un indirizzo su questa tematica”.

 

Andrea Belluzzi, Psd: “Credo che qui si chieda un intervento diverso rispetto l’istanza di Falciano, Nulla in contrario ai rilevatori di velocità, sia per sanzionare, sia come deterrente”.

 

Roberto Ciavatta, Rete: “Questa istanza lascia un margine, non chiede un intervento specifico quindi è scritta meglio della precedente. Sosteniamo l’istanza. Sono d’accordo con quanto detto da Belluzzi per una revisione della viabilità e anche per una verifica dell’installazione di autovelox. Sono convinto il gruppo istituito dal segretario saprà valutare i modi migliori”.

 

Augusto Michelotti, Su: “L’istanza non chiede espressamente dossi, ma parla di rallentatori, credo sia accoglibile, ma ritengo che queste istanze siano da mandare a giunte e uffici competenti”.

 

Stefano Canti, Pdcs: “Qualche anno fa nel centro di Chiesanuova per raggiungere il confine era necessario passarvi ed esistevano già dei dossi per rallentare il traffico. Oggi Chiesanuova ha una nuova piazza e il traffico è stato spostata su via Corrado Forti su cui gli istanti chiedono un intervento per rallentare il traffico e su questo non siamo contrari. Siamo favorevoli all’accoglimento dell’istanza, rimandando al gruppo sulla sicurezza stradale la decisione sul modo più adeguato per far rallentare il traffico”.

 

Istanza d’Arengo n.26 – Perché prima dell’abbattimento di alberature secolari sia dato alla popolazione un preavviso scritto di ameno una settimana da porsi nelle immediate vicinanze della pianta da abbattere. Approvata a maggioranza.

 

Matteo Fiorini, segretario di Stato per il Territorio: “Per la legge sulla tutela dell’ambiente c’è un censimento degli alberi di particolare pregio. Come norma generale l’Ugra considera le piante censite quelle con almeno 50 anni e pregio ambientale. L’ufficio deve elabora un programma di tutela e valorizzazione. In casi estremi, se la pianta è secca o deperita, autorizza l’abbattimento. La quercia citata nell’istanza è stata abbattuta per la presenza di un insetto. Il ciliegio non era invece censito ed è stata abbattuto per avere creato danni a una scuola. Si propone di accogliere l’istanza, limitatamente alle piante censite. L’Ugra proporrà un metodo informativo”.

 

Augusto Michelotti, Su: “Quando vengono demolite certe piante la gente subisce un piccolo trauma. Le persone hanno il diritto di sapere. Aggiungerei un trafiletto sui giornali per informare degli abbattimenti per tempo”.

 

Gian Matteo Zeppa, Rete: “Accolgo l’invito del consigliere Michelotti di avvisare degli abbattimenti tramite la stampa. Sull’Ugra e come fanno gli abbattimenti non mi esprimo. Chiedo che il suo operato sia controllato”.

 

Guerrino Zanotti, Psd: “Mi fa piacere che ci siano certe sensibilità e che l’istanza sarà accolta”.

 

Alessandro Cardelli, Pdcs: “Diamo voto favorevole all’istanza”.

 

Istanza n. 27. Perchè sia rivisto l’articolo 3 del Decreto Legge 13 maggio 2013 n.53 “Interventi urgenti in materia di ammortizzatori sociali e di trattamento previdenziale temporaneo”, modificando il requisito di cui all’articolo 2, comma 2, lettera d) ai fini dell’accesso al trattamento pensionistico anticipato. Istanza respinta.

 

Iro Belluzzi, segretario di Stato per il Lavoro: “Si pone all’attenzione istanti progetto messo in campo per incentivi per il reinserimento nel mondo del lavoro, si ricorda l’intervento previsto in Finanziaria all’articolo 51, poi il decreto legge n.91 del 2013, che rientra tra interventi ritenuti da consolidare quale strumento di tutela sociale per chi non ha altre forme di sostegno al reddito. Quindi una complessiva riforma del mercato del lavoro. L’intervento in oggetto termina gli effetti nel giugno 2014, per chi ha usufruito di tutti gli ammortizzatori sociali previsiti. Sarà necessario prorogare effetti decreto n.91, scelte diverse trasferirebbero costi cassa ammortizzatori sociali e fondo pensioni, perciò, oltre a respingere istanza, si rende necessario impegno entro il 30 giugno, a seguito delle verifiche dei dati e del confronto in maggioranza, di procedere al rinnovo del decreto”.

 

Tony Margiotta, Su: “Leggo questa istanza come richiesta di aiuto. Bisogna dare dignità a chi ha perso il lavoro, anche per noi l’istanza va accolta, è una soluzione che non va ad aggravare una situazione e un fondo che non può essere appesantito, ma deve essere stimolo per poter lavorare seriamente e trovare soluzioni tempestivo per dare lavoro e dignità a questi lavoratori”.

Roberto Ciavatta, Rete: “Queste istanze sono come un grido di aiuto. So per certo che il segretario si confronterà sulla materia prima di portare il testo in Aula, noi siano disponibili al confronto. Siamo comunque per l’accoglimento dell’istanza”.

Forse potrebbe interessarti anche:

Lascia un commento