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Finanziaria in Consiglio: è la fase più acuta della crisi sammarinese

da Redazione

I lavori consiliari ieri mattina sono ripartiti dal dibattito sulla legge di Bilancio previsionale, dibattito proseguito anche nel pomeriggio. Di seguito un riassunto degli interventi della mattina.

SAN MARINO – I lavori del Consiglio Grande e Generale ieri mattina sono ripartiti dal dibattito sulla legge di Bilancio previsionale, dibattito proseguito anche nel pomeriggio. Di seguito un riassunto degli interventi della mattina.

 

Guerrino Zanotti, Psd: “Nella dialettica politica può essere utile insinuarsi nelle differenze interne alla maggioranza. Ma ora occorre andare oltre. C’è un pregresso con il quale fare i conti, ma dobbiamo superarlo. Il Psd l’ha fatto, già dalla precedente legislatura, perché è un momento di emergenza.

Dobbiamo mettere in atto una revisione della spesa corrente e di questo si occuperà il tavolo di confronto. Non sarà un intervento di tagli orizzontali, ma occorre anche dare tempo. Il tavolo deve responsabilizzare tutti gli attori, anche i dirigenti. Perché se le spese della Pa sono un problema, la soluzione è al suo interno. Serve dunque un percorso di crescita culturale. Abbiamo idee per il rilancio dell’economia, per migliorare le condizioni degli imprenditori, misure per il commercio e per il rilancio dell’edilizia. La finalità è far sì che San Marino resti un Paese in cui si vive nel migliore dei modi. Dobbiamo introdurre però criteri di attribuzione degli aiuti sociali più stringenti. E capire che abbiamo un nemico comune: la crisi”.

 

Paolo Crescentini, Ps: “Sinceramente non è facile intervenire senza un progetto di legge redatto dal governo, tenendo presente che il testo in prima lettura verrà stravolto. Ma un dato è emerso. La liquidità di cassa è stata più che dimezzata. Oggi la situazione non ammette tentennamenti. Servono scelte politiche programmatiche. Non vorremmo che anche in questa legislatura il governo tirasse a campare alla giornata. Di fronte a una situazione di difficoltà per San Marino, serve un salto di qualità per disegnare nuova economia. La crisi solo con progetti e idee può cessare. Ma in questa direzione non ho sentito niente da parte del governo. Ora dobbiamo stringere la cinghia. Io credo che i sammarinesi siano disposti a farlo, ma a patto che sappiano come vengono spesi i soldi. Bisogna mantenere elevato soprattutto il livello della scuola. Ho sempre saputo che i soldi si risparmiano quando ci sono. Quando non ci sono, si risparmiano da soli. Al fianco dei risparmi che il buon padre di famiglia deve attuare servono nuove entrate, attirare imprenditori seri. E’ difficile per chi fa impresa venire qui, non solo per la black list, ma anche per difficoltà burocratiche e l’incertezza del diritto. Riguardo agli accorpamenti delle segreterie di Stato, non vorrei che gli impegni di politica estera distogliessero tempo e risorse al turismo. Se il nostro Stato tornerà a godere di buona salute i primi a beneficiarne saranno proprio i cittadini”.

 

Tony Margiotta, Su: Il segretario di Stato Felici ci ha fatto capire che siamo in emergenza. In dieci mesi siamo riusciti a perdere metà della liquidità di cassa. C’è una falla enorme. Entro breve la dobbiamo chiudere. Altrimenti il sistema salta. Fino a qualche anno fa non ci balenava neanche in mente di poterci trovare in una situazione di questo tipo. Molte delle persone che rappresentavano la cittadinanza dicevano che San Marino era il fiore all’occhiello dell’Europa. Attraverso il suo lavoro è riuscito a creare una struttura sociale che riusciva a tutelare al 100% il cittadino sammarinese. In un territorio come il nostro avevamo la bellezza di dodici banche. Ci siamo ritrovati con una struttura finanziaria che ha portato anche delle infiltrazioni di nero e mafiose. Queste 12 banche hanno portato a 60 finanziarie. Sta di fatto che siamo arrivati al default. Dobbiamo ridimensionare tutto un sistema che non possiamo cancellare. In più ci siamo ritrovati ad avere uno spreco nel servizio pubblico, nella Pa. Uno spreco nella gestione di contatti o collaborazioni esterne. Se il sistema salta rischiamo lo scontro sociale. Pochi o comunque una minima parte di questa comunità ha gestito male certe situazioni e non ha pagato quel che doveva. Chi ha più, più contribuisce, questo deve essere il nostro slogan, è arrivato il momento di controllare. E’ inutile parlare che dobbiamo stringere la cinghia, non credo siano tutti d’accordo. I dipendenti del Colorificio hanno proposto il contratto di solidarietà per evitare licenziamenti. Dobbiamo spolverare e far sentire alla comunità vicinanza, ma non aumentando le tasse a pioggia. Non possiamo neanche pensare che aumentando un punto percentuale sulle aliquote possiamo risolvere il problema. Dobbiamo fare un controllo totale su dove veramente abbiamo liquidità e il sommerso. La Pa deve essere riequilibrata al mondo del privato, va istituita la patrimoniale e la prima casa non deve essere tenuta in considerazione. Per quel che riguarda i frontalieri sono contento che si stia cercando una soluzione. Noi siamo per la completa rimozione della tassa etnica, porterà a rapporti migliori. I soldi che verranno a mancare si possono trovare in altre maniere. Sulla cartolarizzazione, credo che può portare a un ridimensionamento del patrimonio dello Stato. Mi trovo in difficoltà a parlare di questo. Noi sappiamo benissimo che lo stato ha un patrimonio immobiliare, ma non viene utilizzato o non nella giusta maniera. Alcuni uffici privati sono collocati in edifici privati, pagando affitti altissimi. Alcuni privati dentro a strutture pubbliche pagano un affitto irrisorio. Dobbiamo ridimensionare o cancellare questo fenomeno. Prima di mettere le mani del portafoglio della gente ci sono moltissime soluzioni. Non dobbiamo pensare solo ai conti, ma alla persona. La persona, la famiglia, il lavoratore, va messo al centro.

 

Marco Podeschi, Upr: “Ascoltando il dibattito mi è venuto in mente Churchill che diceva: ‘Non ho altro da offrirvi che sangue, lacrime, fatica e sudore’. Con tasse e tagli si chiedono sacrifici ai sammarinesi. Io sono nuovo in quest’Aula, ma negli ultimi quattro anni alcune componenti della maggioranza hanno avuto un ruolo fondamentale, ma sembra che tutto sia stato resettato, come se a governare il Paese portandolo sull’orlo del default fosse stato un manipolo di marziani. A volte è necessario un minimo di modestia e capacità di riconoscere gli errori fatti. Per quattro anni è stato sperperato denaro pubblico, per esempio con scelte illogiche nella cultura come l’Alba sul Monte, con il Forum Ambrosetti, con varie convenzioni da migliaia di euro in favore di agenzie di stampa, con consulenze come quella da oltre 300 mila euro per la riforma fiscale. Non si può fare finta di nulla. La tassa etnica non l’ha istituita un marziano, ma il congresso di Stato uscente. Serve onestà intellettuale.

Nel bilancio giudico la patrimoniale iniqua. Upr e Ps hanno presentato una piattaforma per lo sviluppo per dimostrare che esistono soluzioni diverse rispetto a quelle del governo. In questa legge non ci sono elementi innovativi, mi aspettavo uno sforzo maggiore. Invece che cercare voti era meglio affinare le idee per il Paese. Da quattro esercizi siamo in perdita, da tre anni in recessione e i dati economici fondamentali sono devastanti. Servono allora interventi strutturali, non stravaganti. Abbiamo copiato male l’Italia che non è certo un esempio di gestione della cosa pubblica. Ora dobbiamo pensare alla sovranità a tutto tondo, per esempio a partire dalla politica sui carburanti”.

Stefano Canti, Pdcs: “Il lavoro non è certo semplice e Felici ha svolto il compito in maniera rigorosa. Dai dati della Commissione di controllo della finanza pubblica si evince che stiamo attraversando la fase più acuta della crisi. E questo bilancio è un passo forte sulla strada per uscirne. Le spese sono più alte delle entrate, allora serve una contrazione delle prime e un aumento delle seconde per evitare un debito pubblico rilevante. Il rigore è stato acquisito dai cittadini, ora dobbiamo puntare sulla solidarietà e sulla crescita. Nel bilancio ci sono azioni per equilibrare entrate e uscite e per il taglio della spesa pubblica.

Prioritario è il Parco scientifico-tecnologico; per chi ha perso il lavoro lancio invece un appello agli imprenditori. Dobbiamo potenziare il settore turistico-commerciale con più agevolazioni per le imprese, con gli interventi strutturali previsti dal piano strategico, a partire dal polo museale. Servono un articolo per la partecipazione all’Expò di Milano e norme per l’insediamento di aree di commercio al dettaglio. Per la riduzione della spesa pubblica ci sarà un articolo per la creazione di un gruppo tecnico. Infine è necessaria collaborazione in Aula, ma anche con i cittadini e le associazioni”.

 

Federico Pedini Amati, Ps: “Come prima cosa ringrazio i membri della Commissione di controllo della finanza pubblica che ci hanno permesso di capire meglio le risultanze di un bilancio che difficilmente ci poteva essere così chiaro. Il conto finanziario chiude con un disavanzo di 15 milioni di euro e con una previsione presunta di 102 milioni di euro. Questo dato ci deve tenere con le orecchie dritte. Dobbiamo tenere sotto controllo il debito pubblico, perché è molto veloce rispetto al tempo, come ha spiegato il segretario di Stato Felici. Oggi servono interventi mirati e molto coraggiosi. Non c’è più da fare considerazioni prettamente politiche. Qui bisogna fare gioco forza, le scelte da fare subito per buona parte sono impopolari. Noi stiamo cercando di sistemare il bilancio solo aumentando la pressione fiscale e abbiamo visto che così non si risolve il problema delle mancate entrate. L’aumento della pressione fiscale non dà il risultato che serve allo Stato. Non è questa l’impostazione unica da fare. Dobbiamo creare norme per una più fluida riscossione delle tasse. Dovremmo incentivare il settore delle imprese per far sì che l’apparato sammarinese risulti appetibile. Snellendo le procedure non vogliamo persone che vengono per fare cassa. Lo snellimento serve a mantenere in vita aziende sane. Il problema più gravoso è quello della liquidità. Le linee principali devono essere quelle della riduzione della spesa e trovare risorse per lo sviluppo, che io colloco anche in nuove infrastrutture. Non può essere fatta una riforma fiscale con una pressione fiscale fatta a pioggia. Le risorse vanno cercate da chi ha più possibilità. Una persona in Consiglio mi diceva che in passato non dovevamo far altro che ridistribuire la ricchezza. L’impressione è che noi che siamo qua dentro parliamo in linea generale tutti delle stesse cose, ma poi la politica è netta nel trovare i tempi utili per intervenire con delle riforme nel merito. La commissione di controllo della finanza pubblica parla lei stessa di tagli consistenti che è necessario fare. Non ci aspettiamo delle magie. nessuno ha la bacchetta magica. Però serve dare delle risposte. Quale modo migliore se non trovare sinergie in alcune parti, imprescindibili in un momento storico che ci vede in una crisi particolarmente difficile. Manca la liquidità, non solo negli organismo statali, ma anche nel settore bancario, le imprese stesse sono in crisi. Il lavoro da fare è imprescindibile e imminente”.

 

Alessandro Mancini, Ps: “Anche io condivido l’importanza degli argomenti che stiamo affrontando. 1.242 sono i disoccupati, il tasso è salito del 7,52%, 519 sono le imprese attive sul territorio, 288 in meno, 20 punti persi del Pil in questi anni. Dati che si ripercuotono sul bilancio dello stato. Il disavanzo 2012 previsto è di 102 milioni, ma il dato più allarmante è il calo sensibile dell’attivo circolante. Un dato molto significativo sono anche le entrate date dalle nuove imposte introdotte. Che non hanno portato al risultato previsto. Da tempo spendiamo più di quanto incassiamo. La spesa corrente prevista per l’anno prossimo ammonta a 400 milioni di euro, la commissione certifica ancora una volta un trend che non cambia rispetto agli anni precedenti. La situazione è abbastanza tragica. La soluzione sta nei tagli di spesa, anche quella più rigida, il che non vuol dire tagliare servizi sociali o licenziare centinai di dipendenti, ma fare un riequilibrio tra pubblico e privato, migliorare la gestione degli appalti e attuare una serie revisione della spesa, rivedendo convenzioni, affitti, esternalizzazioni, consulenze. Anche sul fronte delle entrate si può fare tanto, con interventi equi che non colpiscono le classi più deboli. Sulla tassazione degli immobili io non credo che questo sia lo strumento giusto,non ne condivido l’impostazione. Il tempo delle decisioni viene semplicemente rinviato a una fase successiva. Non è più perseguibile la politica dell’indebitamento. Voglio riconoscere al segretario di Stato Felici di aver riconosciuto la situazione disastrosa dei conti dello Stato. Il suo atteggiamento merita di sicuro un grande apprezzamento, soprattutto rispetto a quello del governo precedente. Il Partito socialista insieme agli alleati di Intesa per il Paese metterà in campo proposte concrete che andranno ad avviare un percorso credibile di risanamento della finanza pubblica e rilancio. La mia forza politica nel rispetto del ruolo attribuitole dagli elettori non si sottrarrà al confronto e al dibattito”.

 

Gian Franco Terenzi, Pdcs: “Il contesto non è semplice. Non è più il tempo per rimanere chiusi, dobbiamo aprirci a nuovi scenari e partner. Il nostro sistema ha bisogno di un forte cambiamento. Ma i cittadini hanno compreso la portata del cambio di rotta intrapreso? Credono nel cambiamento o pensano si possa tornare al vecchio modello? La politica ha scelto la strada giusta.

E’ necessaria una riduzione strutturale della spesa corrente, la Pa è sovradimensionata, serve un’organizzazione migliore. Dobbiamo fare il possibile per mantenere il livello degli stipendi ed evitare lo scontro sociale, serve un’alleanza che abbia come priorità il lavoro, la certezza delle norme e il perfezionamento degli accordi con l’Italia.

Sono stupito dalla facili critiche alla politica, il benessere è arrivato là dove non c’era, con un welfare d’eccellenza. La situazione è critica, ma per le responsabilità politiche c’è tempo, ora restiamo uniti contro l’emergenza. Serve il massimo impegno da parte di tutti e ben venga dunque il tavolo di confronto. Uscire dalla black list non basterà, dobbiamo salvaguardare il sistema produttivo e rafforzare la competitività.

Le voci più significative del bilancio sono le entrate tributarie, ma mi chiedo se la minimum tax, l’addizionale e la patrimoniale favoriscano gli investimenti. Una riflessione è dovuta. Anche la politica estera deve contribuire a promuovere il nostro sistema economico. E dobbiamo dare uno sbocco ai giovani. In questa finanziaria ci sono risposte concrete a problemi concreti, negli interventi invece non ho sentito proposte. E comunque dico no al reddito di cittadinanza. Dobbiamo intensificare le relazioni con gli altri Paesi, orientarci verso nicchie di mercato come il turismo del benessere, sostenere l’innovazione e quindi il Parco scientifico-tecnologico ma anche l’aeroporto internazionale. Sulle assicurazioni occorre approfondire, ci sono tante possibilità. Infine preoccupano i furti, il governo si prenda l’impegno di rispondere al fenomeno”.

 

Francesco Morganti, Psd: “L’analisi sul bilancio riveste un’importanza strategica sia per stimare gli effetti futuri della difficile congiuntura internazionale sia per capire quali fattori dovranno essere considerati strategici. Nel corso degli ultimi anni c’è stata una generale contrazione e San Marino ha dovuto affrontare eventi esogeni al proprio controllo, come lo scudo fiscale e la black list. Per la finanza pubblica l’attuale congiuntura si è tradotta in deficit di bilancio derivanti principalmente dalla progressiva riduzione delle entrate. La finanziaria cerca dunque di rispondere a una situazione di straordinarietà, attraverso una legge chiara e non ridondante rispondente alle normative in vigore, non omnibus. E’ il primo tassello di una manovra economica più ampia che dovrà fungere da volano per far ripartire l’economia sammarinese. A essa dovranno seguire l’istituzione del tavolo tecnico, la riforma tributaria e una manovra di assestamento di bilancio.

L’Abs ha fornito alcune proposte concrete con il Libro bianco. Le banche sammarinesi hanno svolto e potranno svolgere un ruolo fondamentale per la crescita dell’economia. Le attività commerciali e turistiche rappresentano settori importanti. Occorre diversificare e qualificare l’offerta, destagionalizzare le attività, rivedere alcune rigidità normative, allargare il mercato. Vi è poi la necessità di ricostruire un tessuto imprenditoriale, creando un ambiente appetibile per gli investitori.

La finanziaria è figlia del confronto e l’obiettivo è quello di assicurare la stabilità del bilancio e creare le condizioni per un rinnovato sviluppo, per il quale resta essenziale la più rapida fuoriuscita dalla blacklist. La garanzia di una buona liquidità dello Stato e del pareggio di bilancio saranno ottenuti attraverso una oculata revisione della spesa.

Sono state contenute le spese non obbligatorie, preservando le risorse finalizzate allo sviluppo.

Il bilancio per il 2013 rappresenta dunque il primo passo di un’importante manovra economica che dovrà dare un contributo allo sviluppo, alla modernizzazione e alla competitività del Paese assieme a politiche sociali innovative ed importanti.

Le aspettative nei confronti della maggioranza sono tante. Già da questa finanziaria devono emergere segnali chiari. Ci aspetta un lavoro difficile e noi dobbiamo rendere un buon servizio al paese con un opera di sintesi che tenga conto del contributo dell’opposizione e delle parti sociali, per dare vita ad un sistema economico efficiente, integrato, competitivo e diversificato, all’interno di una società che sia sempre più unita, aperta,moderna e solidale”.

 

Marino Riccardi, Psd: “I dati sono preoccupanti. Se andiamo avanti di questo passo credo che a breve ci troveremo in difficoltà anche con i pagamenti. A questo punto è opportuno trovare delle scelte alternative, che possano garantire al nostro sistema la possibilità di sviluppo. Credo che la proposta delle pensioni sia ragionevole. Anche in altri settori vanno eseguiti interventi strutturali, è inaccettabile che lo Stato paghi interessi alti. Mi fa piacere la proposta di spalmare la patrimoniale su due anni. Oggi l’agricoltura è un settore molto importante. Riflettiamo prima di gravarla di un’imposta onerosa, perché i contributi a suoi vantaggio sono diminuiti. Per quanto riguarda i frontalieri, condivido la volontà di rivedere l’articolo 56. Nessuno ricorda l’imposta complementare del 15%. Io ricordo che i frontalieri non devono pagare meno di quelli che risiedono in territorio. Sennò da un’ingiustizia passeremmo all’altra. Tutto gira intorno al grande grido di equità fiscale. Io credo comunque che sia giunto il momento per una nuova legge tributaria che tenga conto dei cambiamenti avvenuti negli ultimi venti anni. Se non abbiamo la forza di dare delle risposte concrete arriveremo allo scontro sociale. Avere lavoro dovrebbe essere la prospettiva naturale per ogni cittadino. Sono d’accordo con la relazione del segretario di Stato e con chi ha parlato che è necessario ridurre gli sprechi il più possibile. Bisogna partire da quelle parti in cui si ritiene che siano più elevati gli sprechi. Noi vogliamo comunque prendere delle decisioni che devono servire anche a sprigionare risorse per lo sviluppo economico del nostro Paese. Non ci illudiamo che con l’uscita dalla black list tutto torni come prima. La situazione deve cambiare a livello mondiale. Credo che dovremmo portare un piano per lo sviluppo che sia in grado di dare opportunità per gli investimenti. I settori in cui intervenire sono due. Il turismo, che anche in passato ha rappresentato volano importante, ma i soldi vanno spesi meglio, utilizzandoli per eventi importanti, non deve essere un turismo di poche ore. Il commercio al dettaglio. Se dobbiamo fare scelte, le dobbiamo fare in fondo, le mezze scelte non servono a niente. Io vorrei anche che faceste una riflessione. Per quale motivo non si ipotizza che una parte degli stipendi vengano pagati con la Smac card. Non possiamo stare con le mani in mano e aspettare che dal cielo ci aiuti qualcuno. Credo che questo nuovo governo ha tutte le intenzioni”.

 

Gian Nicola Berti, Ns: “Fin qui è stato un dibattito soporifero, mi auguro che ci sia maggiore dialogo e che si abbandonino le polemiche. Ci sono delle difficoltà di liquidità e di ritardi nelle riforme. Ma il contesto è importante. Dunque è più utile parlare della cause piuttosto che delle responsabilità.. il segreto bancario era utilissimo, ma se utilizzato all’interno di un sistema di controllo. Ci sono state scelte non fatte, ma la scorsa legislatura c’è stato un nuovo approccio. Il contesto internazionale è determinante.

Questa è una finanziaria di transizione verso nuovi equilibri. La riforma tributaria era necessaria e forse avremo potuto approvarla comunque. Resta urgente per cui occorre aprire quanto prima il tavolo di confronto. Ma per fare quadrare i conti serve la ripresa, che non passa per la capacità della politica di tirare fuori la bacchetta magica, ma dai rapporti con l’Italia. Nella passata legislatura è stato fatto un lavoro utile, ma ci sono stati gli intoppo della fine della legislatura in Italia e della nostra crisi di governo.

Occorre rivedere la competitività del nostro sistema, per la quale è fondamentale la riforma della Pa. Serve una sburocratizzazione e un grande lavoro per renderla effettiva. E prima del taglio dei dipendenti, serve il loro impegno per uno sforzo massimo affinché la Pa non ostacoli ma supporti la libera impresa. Importanti sono il senso dello Stato e la lotta alla corruzione. La ripresa economica è possibile sfruttando la fiscalità, la snellezza delle norme, la sovranità e la nostra posizione geografica. C’è consapevolezza delle cause e delle difficoltà, c’è il tempo per gli interventi strutturali, anche non popolari, e c’è la capacità di intervenire sulle origini dei problemi, che non sono i numeri. Sono negativi, ma al Paese manca la parola liberalizzazioni. Quelle del passato hanno generato fenomeni negativi per cui dobbiamo farle mantenendo il controllo. Ma sono l’unico vero volano per ripartire”.

 

Ivan Foschi, Su: “Mi sembra di aver capito che questa maggioranza non vuole essere referenziale e compiere gli errori della precedente magistratura, la metteremo alla prova. Il punto di partenza non è per nulla confortante, anzi conferma le preoccupazioni della vigilia e degli ultimi anni quando si chiedeva un riferimento chiaro con i numeri. Inutile girarci intorno, siamo in emergenza, avere dimezzato ogni anno la liquidità dello Stato certifica il fallimento della passata legislatura. Siamo consapevoli che per le tempistiche post-elettorali la legge di Bilancio è stata generata in fretta, ma il Paese non può aspettare. In questi anni nessuno si aspettava soluzioni taumaturgiche, ma preoccupa che la situazione di anno in anno si è andata ad aggravarsi. L’evoluzione della crisi è sempre stata negativa, senza alcuna inversione di tendenza, oggi è tempo di agire. C’è una maggioranza che ha ancora i numeri sufficienti per prendere le decisioni. Alcune sono state elencate in quest’Aula, sono attese da tempo. Occorre mettere mano a una serie di elementi che devono consentire, una volta usciti dalla black list, di fare ripartire il Paese. Per attirare un’economia seria, servono paletti. Da un lato serve certezza di regole nella Pa, dall’altro certezza del diritto che passa anche attraverso rapidità di giudizio e procedure nuove. Occorre dare alle forze dell’ordine gli strumenti adeguati per compiere indagini, anche delicate, su microcriminalità e criminalità organizzata. Queste sono le condizioni per mettere le aziende sane nelle condizioni di operare e per ridare appetibilità al Paese, altrimenti non ci saranno imprenditori che investiranno a San Marino e non aumenteranno le entrate. Altrimenti, l’anno prossimo saremo ancora qui, con ancora più disoccupati e con ancora più crisi. Valuteremo l’operato di questa maggioranza e governo e proporremo diversi emendamenti. Vedremo se si scenderà dall’arroccamento e se si accoglieranno le nostre proposte”.

 

Fabio Berardi, indip. Pdcs-Ns: “Condivido l’impostazione presentata dal segretario di Stato Felici. Uno step è quello che cerchiamo di completare adesso, il prossimo a primavera dopo un articolato confronto con le forze economiche, sociali e politiche del Paese. Ha anche evidenziato, senza interporre veli, alcune criticità. Fra tutte tenere sotto controllo liquidità, debito e spesa pubblica, e guardare a fonti di finanziamento alternative. Per la prima volta il debito diventa vero, non più ripianato, ma tutti noi ci poniamo l’obiettivo dell’ottica di pareggio di bilancio. Segretario di Stato Felici, vorrei anche fare una richiesta, malgrado le condizioni severe in cui so che deve lavorare. Le proposte sono di alleggerimento per le famiglie e qualche linea attesa per lo sviluppo già in questa fase.

San Marino si trova all’interno di un crisi mondiale. Sarebbe troppo facile e semplicistico dire che la colpa è di San Marino, che San Marino ha sbagliato tutto. Il nemico non è qua dentro, il nemico è alle porte e si chiama crisi economica. Il problema è dei conti pubblici, del lavoro e dello sviluppo nella trasparenza. Sono convinto che il paese abbia ancora risorse e capacità per risollevarsi. In questa Aula non ci sono marziani, ma tutti noi abbiamo lavorato sotto emergenza e non l’abbiamo mai nascosto. Si sono perseguite importanti politiche di contenimento della spesa. Voglio anche prendermi qualche merito. Credo di essere riuscito nel mio settore a sviluppare un asset strategico. Oggi il turismo ha raggiunto un ruolo importante. Ho rilanciato rapporti con il ministero itaòiano del Turismo, riattivato il tavolo operativo misto con l’Enit, rinforzato i rapporti con l’Emilia-Romagna, con le amministrazioni locali, abbiamo promosso la Repubblica in Cina e in Brasile. Vorrei dire a Felici che in questo settore, come in quello del commercio, non si possono fare tagli. Può essere utile fare degli investimenti.

Sull’Azienda dei servizi molti sono intervenuti. Ha già centrato diversi obiettivi. Vorrei replicare a una notazione di un consigliere, perché è tropo facile dire che quando le cose vanno male è colpa del segretario di Stato Berardi e quando vanno bene è merito di qualcun altro.

Per quanto riguarda il controllo della spesa pubblica, ben venga la proposta di una spending review anche usando personale esterno alla Pa. Non deve essere una spedizione punitiva, ma mettere in evidenza gli sprechi. Sulla patrimoniale sono una mosca bianca. E’ una tassa sbagliata. La casa è sempre stato un obiettivo che ha coinvolto 2 o 3 generazioni. Quando tutti i governi arrivano alla tassa patrimoniale è il fallimento di tutte le politiche. Se sì deve fare, va bene, ma la si faccia in maniera attenta. Sono molto favorevole alla tassa per le compagnie assicurative”.

 

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