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Editoriale: Norme certe per le aziende

da Redazione

Una missione (speriamo non impossibile) toccherà ai membri del prossimo governo: salvare il Paese. O per lo meno cercare di portarlo verso la modernità.

 

di Loris Pironi

 

Una missione (speriamo non impossibile) toccherà ai membri del prossimo governo: salvare il Paese. O per lo meno cercare di portarlo verso la modernità.

I conti pubblici in rosso, la spesa corrente che come un blob vorace si divora le residue speranze di rilanciare l’economia, la mancanza di strumenti per favorire il rilancio (uniti a una vetusta mentalità generalizzata) rappresentano un fardello che il Titano non può più portare sulle proprie spalle.

Non parliamo di lacrime e di sangue, di nuove tasse o di nuovi tagli. E’ un problema di sistema, che come tale va affrontato. Occorrono misure strutturali per risolvere la questione, le soluzioni tampone (quelle che ogni anno vengono riproposte) non sono più sufficienti.

La situazione non è sostenibile e servono riforme. Riforme vere, non come quella della pubblica amministrazione. Riforme che assicurino le risorse necessarie per sostenere un welfare che non ha pari nei paesi moderni, che permettano di salvaguardare l’economia reale e di rilanciare l’economia.

Tra le priorità assolute, c’è quella che riguarda la questione della rappresentatività. Il caso dell’esistenza di due contratti industria “in concorrenza”, se così si può dire, con la possibilità di sparigliare tutte le carte mandandoli entrambi gambe all’aria, indica una confusione normativa che non può più essere tollerata. Le aziende, gli investitori, chiedono prima di tutto chiarezza nelle regole. Questa a tutt’oggi non è garantita. Spetta alla politica assicurarla: il nuovo Governo, tra le tante priorità, deve tenere conto anche di questa.

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