Home categoriePolitica Valentini: Niente normalizzazione con Bankitalia finché non dimostreremo volontà di cambiare

Valentini: Niente normalizzazione con Bankitalia finché non dimostreremo volontà di cambiare

da Redazione

La seduta della commissione dedicata all’audizione di una delegazione di Banca centrale si è aperta con un breve riferimento sulle date di discussione della riforma tributaria. A seguire l’audizione di Presidente e Direttore di Banca Centrale, Clarizia e Giannini.

SAN MARINO – La seduta della commissione dedicata all’audizione di una delegazione di Banca centrale si è aperta con un breve riferimento sulle date di discussione della riforma tributaria. Hanno poi preso parola il segretario di Stato per le Finanze, Pasquale Valentini, e il presidente di Bcsm, Renato Clarizia. Il direttore generale, Mario Giannini, ha poi letto la relazione sull’attività dell’ente di vigilanza e sullo stato del comparto bancario e finanziario. E’ poi scattato il dibattitto.

Di seguito un riassunto degli interventi del segretario di Stato e dei rappresentanti di Bcsm

Gian Carlo Capicchioni, Psd: “C’è una data precisa per la discussione della riforma tributaria?”.

Federico Bartoletti, presidente: “Indicativamente il 26, 27 e 28 marzo, ma è importante che il testo giunga in commissione dopo il confronto con il tavolo dei capigruppo, le associazioni di categoria e tutti i soggetti interessati. Poi possiamo prevedere anche una seconda seduta ad aprile. Il 20 aprile ci dovrebbe essere un incontro a Washington con il Fmi e se in quell’occasione si potranno portare le scelte adottate è la cosa migliore per fare capire il nostro percorso.

Sottolineo un aspetto, continuiamo la seduta della commissione dello scorso anno quando ci fu la nomina del dottor Gumina quale ispettore di vigilanza e la relazione su quanto accaduto da inizio legislatura. Era la prima occasione di confronto con Bcsm per capire alcune situazioni e dicemmo che avremmo fatto un’altra seduta per esaminare quanto è necessario fare. Sono trascorsi 10 mesi e sono accaduti vari fatti, ma abbiamo concordato la seduta pubblica per riflettere su queste tematiche. Se si discutono situazioni riguardanti soggetti vigilati verranno fatte solo comunicazioni opportune a una seduta pubblica. La delegazione di Bcsm non scenderà in valutazioni politiche”.

 

Pasquale Valentini, segretario di Stato per le Finanze: “Il contesto dell’audizione descrive criticità del sistema che sono state evidenziate anche dal rapporto del Fmi. In particolare sono evidenti il contraccolpo dello scudo fiscale che ci ha fatto perdere una percentuale molto significativa della raccolta, circa il 32%, dimostrando quanto fosse legata alla fiscalità e al segreto bancario; l’esplosione di una serie di fatti, legati anche al riciclaggio e alle infiltrazioni malavitose.

Il Paese è stato giudicato non completamente affidabile perché l’emergere di questi fenomeni non ha dato la certezza che la politica e le istituzioni sono convinte della trasformazione del Paese.

Il sentimento da me riscontrato con Banca d’Italia per la ripresa della permeabilità tra i due sistemi è che non ci sarà normalizzazione finché non ci sarà certezza sulla volontà delle istituzioni di trasformare il Paese. Dobbiamo dimostrare con i fatti che San Marino non basa più la sua ricchezza economica sull’opacità.

Il lavoro fatto è stato riassunto dal report del Fmi che segnala lo sforzo di Bcsm e il rafforzamento della sua azione e della sua autonomia. Segnala pure che l’acquisizione di fiducia è fondamentale e dà due linee di sviluppo. Occorre individuare nel sistema vantaggi competitivi a livello internazionale, altrimenti occorre inevitabilmente prepararsi a una riduzione. Con gli attuali volumi non può esserci sviluppo. Le credenziali del sistema sono cambiate e la percezione è diversa. Stiamo per raccogliere i frutti del nostro lavoro.

L’audizione nasce anche dalla preoccupazione per una serie di polemiche sul destino del sistema e sul ruolo di Bcsm. Se non vengono affrontate adeguatamente possono offuscare il percorso e creare dubbi sulla volontà del sistema di andare fino in fondo. Dobbiamo ricreare un clima sereno e serve una rinnovata capacità della politica di dare tranquillità all’azione”.

 

Renato Clarizia, presidente di Bcsm: “Ci ritroviamo qui dopo un anno dall’ultima audizione. Ringrazio tutti coloro che lavorano in Banca centrale con grande senso di responsabilità e sacrificio. Ringrazio l’organismo di vigilanza e l’Aif che operano in un contesto non facile. Ritengo che dobbiamo soffermarci su questo punto, perchè se è vero che è stata data autonomia e indipendenza normativa di Banca centrale, questa autonomia e indipendenza deve essere assicurata anche nel concreto. E la garanzia deve venire dalla politica che deve garantire una corretta convivenza civile. E’ indispensabile che cambi il clima in cui opera Bcsm, e soprattutto in cui opera la vigilanza, che cessi questo continuo clima di intimidazione, in qualche modo, nei confronti dell’attività di vigilanza. Esposti e denunce presso l’autorità giudiziaria non sono tali da rasserenare il clima. Fino a quando la critica, che è espressione massima della democrazia, si svolge sul piano tecnico, siamo ben contenti di riceverla. Ma quando gli attacchi hanno poca sostanza, da un punto di vista giuridico e sociale, o addirittura arrivano a colpire la dignità delle persone, allora le persone che sono attaccate possono essere prese da un dubbio. Forse si cerca in tutti i modi, anche con l’attacco diretto alle persone, di fermare l’opera della vigilanza di Bcsm. Allora è evidente che non è più un problema che riguarda l’autorità di vigilanza e Banca centrale, ma riguarda le persone che vengono attaccate e che pretendono ci sia rispetto. Il rispetto deve essere generalizzato, non può avere maggioranza e opposizione e distinzioni di carattere politico, altrimenti si violano le norme della normale convivenza civile. Tutto ciò è importante perchè l’opera di normalizzazione del sistema che sta portando avanti Banca centrale, riconosciuta pienamente anche dal Fmi, vada avanti. Anche perché, per ristabilire i rapporti con l’Italia, è necessario sia portata fino in fondo. Il numero dei soggetti vigilati quest’anno si è notevolmente ridotto, non solo per l’attività di vigilanza da parte di Bcsm, ma anche per la naturale fuoriuscita dei soggetti vigilati dal sistema. Evidentemente hanno valutato che non era per loro possibile rispettare quegli standard che Bcsm aveva posto già nel regolamento delle finanziarie. E lo stesso Fmi ha messo in evidenza che il numero delle banche e degli intermediari finanziari è eccessivo rispetto al territorio e alla popolazione di San Marino. Rispetto agli interventi della vigilanza, oggetto anche di ricorsi giurisdizionali, la magistratura sta dando prova della correttezza operativa di Banca centrale. Vorrei ricordare la sentenza in ultimo grado del giudice Sesta sul caso Pradofin, depositata il 5 marzo scorso. Una sentenza importantissima perchè conferma quanto scritto già dal giudice di secondo grado e che i provvedimenti assunti da Bcsm rientrano nella discrezionalità tecnica dell’autorità di vigilanza e non possono essere valutati dal giudice perchè sono due poteri distinti. L’autonomia di Banca centrale si  esprime anche in questo modo.

L’attività della Bcsm, in questo anno, e anche nei mesi futuri, si andrà ampliando per le attribuzioni e i compiti conferiti dal legislatore sammarinese. Per esempio, nell’ambito della riforma previdenziale complementare, Banca centrale sarà depositaria di ulteriori attività. Da un lato, ciò è manifestazione di un certo riconoscimento, dall’altro rappresenta un aggravamento dell’attività dell’istituto e c’è preoccupazione che tale impegno possa rendere più gravosi gli altri compiti istituzionali.
Venendo al prioritario problema del rapporto con l’Italia, di Banca centrale e Bcsm, è indubbio che potrà avere piena formalizzazione – un rapporto che già a livello tecnico è forte e proficuo di incontri e continue comunicazioni e informazioni – ma solo con la piena normalizzazione del sistema. Da parte dell’Italia non vengono firmate cambiali in bianco.

La finanza è importante in questo Paese, sicuramente dobbiamo vedere, per un prossimo futuro, uno
sviluppo, una volta che il settore si sia normalizzato, avendo presente, come sottolineato dal Fmi, che non ci si può ritenere più un paradiso fiscale.

Ma oggi le emergenze sono di carattere economico, riguardano le imprese sammarinesi che devono crescere. Il sistema bancario e delle finanziarie deve sostenere questa crescita.
Il nostro obiettivo sarà supportare il sistema imprenditoriale sammarinese, insieme alle associazioni di categoria. Riteniamo sia questo il modo per uscire dalla crisi”.

 

Mario Giannini, direttore generale Bcsm: “Il sistema sta attraversando un periodo travagliato, con l’emersione dell’incompatibilità dell’attuale contesto normativo e di vigilanza con numerose iniziative imprenditoriali, basate sul segreto bancario, sul mandato fiduciario e sull’anonimato societario. Fattori interni ed esterni hanno determinato un forte ridimensionamento delle masse intermediate e anche il Fmi ha messo in luce la vulnerabilità del sistema e le azioni da mettere in campo.

Al 29 febbraio di quest’anno sono registrate 11 banche, 25 finanziarie, 1 impresa di investimento, 2 società di gestione, 2 compagnie assicurative. In un apposito registro sono poi iscritti 62 intermediari assicurativi di cui 11 in regime di sospensione. Nel 2011 sono state cancellate una banca e 11 finanziarie. Nel 2012 sono state cancellate tre finanziarie.

La raccolta del sistema bancario dal dicembre 2008 al dicembre 2011 è passata da 13,8 miliardi di euro a 7,3: quella diretta da 9,2 a 5,2; quella indiretta da 4,6 a 2,1. Ha notevolmente inciso lo scudo fiscale, ma il trend flettente è confermato anche nel 2011. Nello stesso periodo si sono ridotti gli impieghi (da 5,3 a 3,8 miliardi) e il portafoglio titoli (da 4 a 1,1 miliardi). L’incidenza delle sofferenze sugli impieghi lordi è aumentata dal 2,6% al 10,2%. La capacità di reddito è nettamente diminuita: nel giugno 2011 il risultato semestrale era negativo per 55 milioni contro un utile di 13 nel giugno 2010. Il rapporto impieghi e raccolta diretta si è ridotto nel 2011 dall’82,3% al 74,5%, mentre quello tra patrimonio netto e totale attivo permane sopra il 10%. Tuttavia la distribuzione del patrimonio e della liquidità è molto diversificata tra le banche, alcune delle quali versano in una situazione di crisi. Infatti nel 2011 sono state avviate procedure straordinarie.

Le maggiori variazioni strutturali, operative e regolamentari hanno riguardato le finanziarie. Così le masse del comparto si sono ridotte dai 3,5 miliardi di euro del 2008 ai 675 milioni di fine 2011. E le società sono passate da 53 a 25. A fine 2011 l’attivo di bilancio ammonta a 941 milioni, rispetto ai 1.152 di fino 2010 e ai 1.322 di fine 2008.

Le due compagnie di assicurazioni sono ancora in fase di start up e registrano una leggera contrazione nella raccolta premi, del 2,5% rispetto al 2010. A fine 2011 si attesta a 101,5 milioni di euro e deriva principalmente da contratti le cui prestazioni sono legate all’andamento di fondi interni specificamente dedicati ai medesimi contratti, peraltro privi di garanzia finanziaria dell’impresa di assicurazione. Tale tipologia rappresenta l’87% della raccolta complessiva. Le riserve complessive ammontano a 227,3 milioni, in crescita del 45%; gli investimenti a 239,4 milioni, in crescita del 45%. Per il 2011 le perdite del comparto dovrebbero ammontare a 1,8 milioni di euro.

I dati confermano dunque le vulnerabilità del sistema, ampiamente discusse con il Fmi. Le debolezze sono rappresentate dalla capitalizzazione, dal deterioramento dei crediti, dai problemi di liquidità dall’isolamento del sistema, dal rapporto con l’Italia. Così aumenta il rischio di pressione da parte dei gruppi criminali e Bcsm è attiva per il loro contrasto. Anche perché si registrano significative movimentazioni di contante che rendono potenzialmente non tracciabili le operazioni effettuate, agevolando il riciclaggio. I controlli sulle finanziarie hanno fatto emergere gravi irregolarità negli obblighi di adeguata verifica e comportato segnalazioni all’Aif.

Nel 2010 sono stati effettuati prelievi di contante per 1.301 milioni di euro e versamenti per 886 milioni; nel 2011 765,5 milioni di prelievi e 611,9 di versamenti, con una diminuzione totale da 2,2 miliardi a 1,4, il 37%. In controtendenza i bonifici per controparti residenti in Paesi extra Ue, passati da 306,1 milioni (2010) a 336,6 (2011). Volumi rilevanti che non trovano traccia nelle dichiarazioni trasfrontaliere del contante. Serve dunque maggiore controllo.

Il sistema bancario è andato incontro a una profonda revisione, attraverso operazioni di concentrazione: l’operazione Bac-Ibs, volta al rafforzamento degli istituti di credito, dopo l’uscita di Unicredit, la cui prima fase si è realizzata nel 2011; quella Banca Partner-Cis, per il consolidamento del sistema, dopo l’uscita di Carim, ancora nella fase iniziale. Altre operazioni riguardano Bcs-Asset e Cs.

Per il Cs la soluzione è stata complessa, nell’ottica di salvaguardia dei clienti. Sono state coinvolte sei banche sammarinesi e nonostante i ritardi c’è stata la totale restituzione ai depositanti della raccolta diretta, un aspetto molto importante. Per Bcs-Asset la soluzione non è stata agevole. Il 24 febbraio è stata adottata l’aggregazione per la salvaguardia dei depositanti e per capire le significative anomalie che riguardano alcuni rapporti di deposito e credito.

Per il sistema servono scelte chiare e lungimiranti per tutelare il risparmio e garantire stabilità finanziaria. Ma le autorità di vigilanza non devono sostituirsi agli imprenditori bancari nell’individuazione del modello di business, ma fornire le fondamenta. La reputazione e l’integrazione del sistema passano per un percorso di trasparenza e allineamento internazionale.

La produzione normativa nell’ultimo anno si è indirizzata al rafforzamento dei presidi patrimoniali e organizzativi; al contrasto del riciclaggio; alla maggiore trasparenza degli assetti; alla mitigazione delle distorsioni nei rapporti bilaterali; all’allineamento agli standard internazionali. Attraverso l’emanazione di nuova regolamentazione di vigilanza e l’aggiornamento di quella precedente; l’assistenza tecnica all’esecutivo sui decreti e sulle leggi.

Dall’azione di vigilanza è emersa la necessità di riqualificare gli assetti aziendali, dove predominano la preservazione e l’allargamento della clientela piuttosto che il rafforzamento dei presidi di controllo.

Sono stati effettuati 345 interventi cartolari a fronte di 1.378 comunicazioni inviate dal dipartimento Vigilanza. Nel 2011 sono state 24 le ispezioni, 3 congiunte con l’Aif (1 banca, 2 finanziarie), di cui 13 su banche, 10 su finanziarie e 1 su un intermediario assicurativo, 8 per conto del tribunale. C’è la necessità di rivedere la Lisf per ristabilire un corretto equilibrio nei rapporti di collaborazione tra autorità. Nel 2010 sono state 3 le procedure di rigore: sospensione organi amministrativi di Fincapital; liquidazioni coatte di Finproject e Pradofin, poi sospese dal giudice amministrativo. Nel 2011 avviate le sospensioni degli organi amministrativi di Berfin e Polis, poi in liquidazione coatta. Stessa sorte per Fincapital, Uno e nel gennaio 2012 per Fin Project. Tre le procedure di amministrazione straordinaria per le banche: Smib, Cs e Bcs. I vari provvedimenti sono stati presi per gravi irregolarità gestionali e violazioni normative; presenza di inadeguatezze degli assetti organizzativi e dei presidi di controllo interno; problemi di liquidità.

I contenziosi avviati si sono risolti positivamente per Bcsm per quanto riguarda FinProject e Pradofin; sono in corso, anche solo parzialmente, quelli su Sogefin, Smib, Cs e Polis, Bcs.

Tra 2010 e 2011 sono stati 70 i procedimenti sanzionatori, per 2 banche e 5 finanziarie, soprattutto per violazione della disciplina di vigilanza. Nel 2010 sono state inviate 71 segnalazioni all’Aif, 59 per operazioni sospette; nel 2011 33 di cui 25 per segnalazioni sospette. Quest’anno 18 gli esposti all’autorità giudiziaria per fatti con possibile fumus delicti su 14 intermediari.

Tra le maggiori criticità affrontate l’interruzione del contratto con Iccrea, sostituita con Icbpi, nell’ottica di entrare nell’ambito Sepa. Tra i fattori maggiori di rischio le possibili tensioni nella liquidità. In merito la riserva obbligatoria e i depositi volontari in Bcsm hanno consentito di affrontare temporanee difficoltà, ma non sono sufficienti. Le prospettive puntano a proseguire l’opera di bonifica del sistema, dato che permangono soggetti inadeguati. E l’autorità di vigilanza punta a completare il percorso di conoscenza di tutti gli intermediari, anche con il ricorso a consulenze esterne; a sostenere il processo di consolidamento, mediante operazioni di aggregazioni tra banche; a completare il quadro normativo; a fornire massima collaborazione; a favorire il rifinanziamento. Occorre inoltre che la politica crei le condizioni di base per attirare investimenti esteri qualificati e per avere operatività all’estero. Nel medio termine occorre focalizzarsi sulla clientela domestica privata e istituzionale e creare strutture efficienti e competitive.

Intanto prosegue l’opera di accreditamento di Bcsm e la piena collaborazione con le altre autorità a partire da Bankitalia con la quale è in corso da novembre scorso l’approfondimento delle condizioni alle quali è possibile arrivare alla firma del memorandum. Completato il percorso di normalizzazione e riqualificazione degli operatori, sarà possibile integrare il sistema sammarinese nel mercato europeo, dove la bassa fiscalità è un fattore, non l’unico, né il più importante, per attrarre investimenti”.

 

 

 

Forse potrebbe interessarti anche:

Lascia un commento