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Consiglio Grande e Generale, la lettera di Monti e l’operazione di Asset / 1

da Redazione

La lettera di Mario Monti a San Marino ha aperto il dibattito in Consiglio Grande e Generale, ieri mattina. Dopo il riferimento dei Capitni Reggenti è iniziato il dibattito che ha toccato anche i temi dell’emergenza neve e della vendita di BCS ad Asset Banca. All’interno una sintesi degli interventi.

SAN MARINO – La seduta di febbraio del Consiglio grande e generale si è aperta con il riferimento da parte dei Capitani reggenti, Gabriele Gatti e Matteo Fiorini, sullo scambio epistolare con il presidente del Consiglio dei ministri italiano, Mario Monti, in merito alla normalizzazione dei rapporti bilaterali. In Aula i Capi di Stato hanno letto la lettera inviata a Monti, compresa del memorandum preparato dalle segreterie di Stato per gli Affari esteri  e per le Finanze comprendente i passi in avanti fatti sulla strada della trasparenza e i giudizi da parte degli organismi internazionali, e la riposta ricevuta dal premier italiano.

Hanno poi preso la parola i segretari di Stato Romeo Morri (Cultura) per leggere un riferimento sui rapporti Italia – San Marino del collega agli Esteri, Antonella Mularoni; Pasquale Valentini (Finanze) per fare il  punto sullo stato del sistema dopo la vendita di Banca commerciale sammarinese ad Asset banca; Gian Carlo Venturini (Territorio) in merito all’emergenza neve.

Il dibattito è proseguito con i riferimenti dei consiglieri Nadia Ottaviani (A&L-Pdcs) sulla partecipazione della delegazione sammarinese all’assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa dal 23 al 25 gennaio, e Oscar Mina (Pdcs) sulla partecipazione alla riunione invernale dell’assemblea parlamentare dell’Osce a Vienna dal 23 al 24 febbraio. Alcuni consiglieri hanno poi preso parola sui temi proposti dalla Reggenza e dai segretari di Stato.

 

 

 

Romeo Morri, segretario di Stato per la Cultura: “Il governo valuta in maniera estremamente positiva la lettera del premier Monti in cui l’Italia riconosce gli sforzi fatti da San Marino per la trasparenza e la collaborazione. Anche perché dal nostro partner più importante non c’era stata finora una presa di posizione ufficiale. Il contenuto conferma ciò che questo governo sostiene: il superamento delle tensioni è legato al conseguimento degli standard internazionali dell’Ocse e del Moneyval. Inoltre la lettera condivide gli obiettivi di normalizzazione e sottolinea l’opportunità di farlo quanto prima. Per il nostro governo c’è insomma grande soddisfazione, anche nell’ottica di uscita dalla black list.

Ho subito preso contatti con i ministeri italiani degli Esteri e delle Finanze per giungere velocemente alla firma come auspicato dai due governi. Per l’Italia è importante che noi completiamo il quadro giuridico per lo scambio di informazioni e la sua effettiva attuazione. E il governo sammarinese è convinto che l’adeguamento agli standard internazionali è un percorso di non ritorno. Nella seconda metà del 2012 ci sarà il giudizio dell’Ocse sull’effettività dello scambio di informazioni dopo il primo giudizio sulla bontà della legislazione. In merito faremo uno sforzo notevole per aumentare e qualificare il personale sulle attività di controllo e sullo scambio di informazioni. In ambito di polizia giudiziaria ci sono due ipotesi: una collaborazione con una persona altamente qualificata dall’esterno per formare alcuni sammarinesi; corsi di formazione per appartenenti alle forze dell’ordine.

L’uscita dalla black list è un obiettivo da raggiungere velocemente. C’è stata una verifica con il ministero dell’Economia che ha confermato che potrà avvenire quando la firma della modifica dell’accordo contro le doppie imposizoni verrà ratificata. Le procedure per la ratifica verranno attivate non appena la collaborazione sarà piena, questione di mesi dunque. Comunque abbiamo assicurato cooperazione a tutte le autorità italiane anche in assenza di accordi bilaterali”.

 

Pasquale Valentini, segretario di Stato per le Finanze: “Il riconoscimento da parte dell’Italia è il frutto di un’azione che parte da lontano, dall’adozione nel 2008 delle leggi antiriciclaggio e dai successivi step legislativi. Forse non avremmo avuta questa lettera senza una linea ininterrotta di provvedimenti.

In merito a Bcs, siamo partiti dall’amministrazione straordinaria del 28 ottobre scorso per gravi irregolarità e il 24 novembre è scattato il blocco dei pagamenti. La ricerca di una soluzione positiva è stata complessa e l’accordo è arrivato al fotofinish, allo scadere del blocco, dopo diverse giornate di trattativa. Esso permette di salvaguardare i dipendenti e riprendere la normale attività. È comunque una soluzione parziale, in questa prima fase non tutta l’attività di Bcs viene trasferita in Asset e l’amministrazione straordinaria continua fino a quando saranno rimosse tutte le irregolarità. C’è infatti una serie di crediti con profili di opacità che vanno verificati. Asset ha rilevato l’intero capitale sociale ma ha ceduto alcune attività come crediti verso la clientela, una buona parte dei depositi e alcuni contratti di leasing su immobili di Bcs. Dunque i dati possono ancora cambiare sulle poste cedute e non cedute. La quantificazione del prezzo dell’operazione è stata affidata alla Kpmg. Comunque l’operazione di cessione da oggi è attiva.

Per quanto riguarda il personale la preoccupazione per non disperderlo è sempre stata presente, ma occorre ponderare il volume delle attività. Se si riduce è difficile sopportare un costo del personale sproprozionato. Comunque al momento sono tutti in funzione e più la fase di avvio sarà positiva più si potrà garantire l’attuale livello di occupazione. Infine non ci sono state disposizioni particolari per l’operazione, comunque in caso di bisogno Asset potrà accedere al credito di ultima istanza.

Intanto è stata convocata una riunione della commissione Finanze con l’audizione dei vertici di Bcsm per fare un quadro di tutte le problematiche del sistema. E anche sulla ricapitalizzazione di Crrsm ci sarà una riflessione in Consiglio. Infine i casi Finproject e Prado Fin: nel primo è continuata l’azione dopo le vicende giudiziarie che si sono concluse con il pieno riconoscimento dell’azione di Bcsm. Le irregolarità però sono continuate e la situazione è ancora oggetto di approfondimenti che avranno risvolti significativi. Per Prado Fin il percorso giudiziario è simile e si è in attesa della sentenza di terzo grado. Bcsm è comunque intervenuta per l’impossibilità di fare accertamenti, comportamento molto grave. Il 31 gennaio infatti il collegio sindacale ha mandato i verbali delle riunioni, sottolineando che il cda non permette le verifiche e così si è dimesso”.

 

 

Gian Carlo Venturini, segretario di Stato per il Territorio: “L’azione per l’emergenza neve è durata dal 31 gennaio al 18 febbraio e alcuni interventi sono ancora in corso. Sono scesi in media 220 centimetri ma alcuni cumuli sono ben più alti. Così ci sono stati molti disagi per la circolazione, le attività e la popolazione, ma nessuna interruzione di gas, energia elettrica e acqua come avvenuto nel circondario.

A gestire l’emergenza è stato il coordinamento della Protezione civile anche se l’efficacia degli interventi era soggetta a molte variabili, climatiche innanzitutto, per un evento del tutto straordinario. Ora le operazioni riguardano soprattutto lo sgombero della neve: sono stati effettuati oltre  4.500 trasporti da 10 metri cubi e oltre 1.000 da 5 metri cubi. Ci si è occupati anche dell’alleggerimento delle coperture degli edifici pubblici e c’è stato un utilizzo massiccio di mezzi, anche dall’esterno, persone e volontari. Coinvolte anche le forze dell’ordine, i sindacati e i cittadini. Il governo è impegnato con le associazioni di categoria per mettere in campo interventi in favore delle imprese danneggiate”

 

Alessandro Mancini, Partito socialista riformista sammarinese: “Avrei preferito che ci fossero stati degli appositi comma e dei dibattiti più concreti, ma così non è stato. Detto questo, mi sento di
fare tre considerazioni. La prima è sull’emergenza neve. E’ stato messo in evidenza la portata eccezionale dell’evento, ma serve osservare cosa non ha funzionato. I cittadini hanno visto cosa non è andato bene e il mio ragionamento guarda al futuro. Credo sia urgente analizzare il sistema organizzativo, progettare un nuovo sistema di gestione che riveda il rapporto pubblico-privato, con una chiara attribuzione di ruoli e di responsabilità. Ritengo molto importante mettere mano quanto prima alla legge del 2006 sulla Protezione civile. L’aspetto del volontariato è poi indispensabile.
La seconda considerazione è sulla lettera di Monti, che aiuta questo Parlamento a svolgere riflessioni più approfondite. Serve sottolineare il livello della composizione diplomatica con cui è stata scritta, un livello a cui non eravamo più abituati. C’è la certificazione della volontà di aprire un dialogo politico sul protocollo Italia-San Marino. Ma serve anche cautela. Quel passaggio che riguarda l’attuazione del protocollo credo sia il più importante. L’Italia è disponibile a firmare la convenzione, ma sono chiare le condizioni: tutto entrerà in vigore solo dopo la ratifica del Parlamento. Prima dobbiamo dimostrare con i fatti il nostro cambiamento e tutto fa pensare che saremo sotto osservazione per tanto tempo ancora. Sulla politica estera, le forze d’opposizione hanno sempre mostrato responsabilità. Certi passaggi, come la legge sullo scambio automatico di informazioni, lo dimostrano. Che certe forze politiche dell’opposizione avrebbero ostacolato il corso dei rapporti con l’Italia, come sostenuto dal segretario agli Affari esteri, mi dà molto fastidio. Chiediamo nomi e cognomi, a questo punto. Si parla di un mutamento del quadro giuridico, non so se sono le famose limature. Abbiamo chiesto di conoscere questi dettagli, ma non c’è stata data risposta. Chiediamo che quanto prima venga fatto un riferimento puntuale. Auspico un atteggiamento diverso del Governo, un po’ meno propaganda. Serve un rapporto diverso, molto più collaborativo, meno autoreferenziale.
Infine, le banche. Il nostro sistema è sempre più chiuso su se stesso, per cui serve un accordo tra la Banca d’Italia e la nostra Banca Centrale. Su Bcs la mancanza d’informazioni ci lascia dubbiosi, per esempio sulla situazione dei dipendenti. Se non ho capito male, infatti, la garanzia sulla piena occupazione non può esser data.

Alcune valutazioni politiche: credo che la situazione del Paese sia estremamente difficile. E’ difficile accettare che la politica continui il suo avvilente teatrino. Come già detto, per ripulire il Paese dalla neve abbiamo aspettato il sole, non vorrei che per ripulirlo dal fango dovessimo aspettare l’intervento esterno delle procure di altri Paesi. Credo sia arrivato il momento di fare un discorso serio, di analisi sul sistema San Marino, per individuare le misure straordinarie che servono”.

Alessandro Rossi, Sinistra unita: “Condividiamo che un percorso di trasparenza c’è stato, siamo però un po’ dubbiosi sulle mosse diplomatiche messe in atto. Non sappiamo se questa corrispondenza sia di carattere riservato o meno. Resta il fatto che rimane non definita né la firma né la ratifica, né l’uscita dalla black list. Siamo ancora sotto osservazione. Consigliamo una prudenza che non c’è stata in passato anche rispetto all’utilizzo mediatico di alcune relazioni.

Ci aspettavamo che almeno in questa seduta ci fosse stata la capacità del governo di prendere una posizione rispetto all’inchiesta Criminal minds che riguarda un’impresa importante del nostro Paese. Sarebbe stato opportuno da parte del Governo focalizzare l’attenzione sì sui risultati positivi, ma anche su quelle situazioni che determinano lo stallo degli accordi bilaterali. Abbiamo cercato di mantenere un atteggiamento fermo, ma il silenzio del governo è stato assordante. Non c’è stata né trasparenza né correttezza sui comportamenti del presidente di Banca centrale. Non c’è stata riportata una collaborazione professionale tra il prof. Clarizia e gli ambienti Karnak. Eppure Clarizia insieme a Sergio Gemma ha avuto un ruolo importante nella gestione della crisi di Fingestus. E Bcs era una banca d’appoggio per questa finanziaria.
Ci sembra di rilevare diversi elementi perché il presidente di Banca centrale rassegni le dimissioni per agevolare un clima di distensione. Riguardo la sua famiglia, il professor Angelo Clarizia, avvocato di cassazione, fratello di Renato, è stato anche avvocato dei ricorsi in cassazione promossi da Karnak contro l’Agenzia delle entrate. Il quadro che emerge è insomma molto complesso e prevede situazioni allarmanti. Ci è stato detto che siamo orientati alla delegittimazione delle istituzioni. Invece siamo favorevolissimi all’emersione di quanto successo. La situazione perlomeno imbarazzante è quella di risoluzione di Bcs e Cis, viene posto in essere il fatto che l”acquisizione’, sui generis avviene attraverso l’Asset banca che, notoriamente, ha qualche elemento giudiziario da chiarire. Abbiamo la chiara percezione che i sammarinesi non siano i padroni più del loro destino. Ci auguriamo che la macropolitica riconduca il nostro Paese in un’ottica di normalità, ma abbiamo la spiacevole sensazione che tutto questo non sia avvenuto tramite una piena presa di consapevolezza dei sammarinesi. In assenza di una capacità di controllo reale dei volumi delle transazioni avvenute attraverso il sistema commerciale c’è stata una sorta di anarchia controllata che ha portato il nostro Paese a una completa perdita di credibilità. Ora va riconquistata, con percorsi costruiti con la nostra cittadinanza. Ci auguriamo controlli su quanto avvenuto in Finproject e che venga tolta la delega diplomatica a Bruscoli, consigliere d’ambasciata in Libia.

Per quanto riguarda l’emergenza neve, noi abbiamo ravvisato delle situazioni scandalose. Camion che giravano con la benna alzata, accumulando ore ma non  neve. Il confine di Quarticciolo è stato una sorta di camel trophy per almeno una settimana, quando al di là era tutto libero. Tantissimi percorsi pedonali sono stati lasciati all’impraticabilità. Nota positiva quella dei volontari”.

 

 

Giovanni Lonfernini, Upr: “E’ sempre spiacevole porre domande a chi non è in Aula, anche se per impegni istituzionali. Mi aspettavo una risposta alla nostra interpellanza per chiarire chi tra i partiti rema contro San Marino. Le affermazioni del segretario di Stato Mularoni sono gravi e se confermate prefigurano responsabilità sanzionabili anche penalmente. Però dal governo solo silenzio, eppure se si fanno accuse vanno circostanziate: il segretario di Stato per non delegittimare le istituzioni deve chiarire. Invece si fa finta di niente e forse si parlerà di una gaffe.

La lettera di Monti pone elementi di distensione, ma suonare la gran cassa potrebbe farci deragliare. Bene dunque alcune prese di posizioni pacate, come quella di Ns e del presidente di Ap.

L’Italia vuole l’effettività, tra la firma e la ratifica vuole testare il sistema San Marino, certo c’è una differenza di toni rispetto al passato, sono più concilianti. Ma la mancanza della data è un elemento negativo. Inoltre dalla lettera emerge anche l’invito a mettere in campo il reato di evasione fiscale e la necessità di lavorare per un sistema dei controlli efficace. Occorre quindi un confronto sul passaggio tra firma e ratifica dell’accordo, anche perché sulla black list non c’è nessuna garanzia”.

 

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