Il terzo polo è l’unica via di salvezza, l’unico salvagente per chi non vuole morire berlusconiano e a sinistra non trova più riferimenti. Con altre parole ma questo è il succo dell’intervento di Francesco Rutelli, leader del neonato Api, che osserva con cupidigia quel bel fiore di Gianfranco Fini in rotta con il Pdl perché potrebbe diventare con lui il fulcro di un rinato centro. Il cui motore potrebbe essere quel 35% di elettori che hanno scelto l’astensionismo.
“Il terzo polo è l’unica speranza che ha l’Italia, altrimenti la partita si gioca interamente nel campo del centrodestra, che interpreta i due ruoli di maggioranza e opposizione”. Lo afferma in un’intervista alla Stampa il leader dell’Api, Francesco Rutelli, che spiega come ”quando parliamo di terzo polo, ci riferiamo a una cosa che non c’è ancora e che non può essere dipinta con le categorie attuali”. Più che a ipotetici leader del terzo polo, Rutelli pensa a ”una sfida sui contenuti”. ”Va fermato – afferma – il dominio delle ali estreme in questo bipolarismo malato” e per questo Api ”nei prossimi due mesi” presenterà un’agenda in sei punti. E fin qui niente di nuovo.
All’osservazione che le urne non hanno premiato i centristi, Rutelli replica: ”E l’astensione come va letta? C’è un 35 per cento di elettori che hanno rifiutato l’offerta esistente”. Quel 35% di elettori che ciascuno vorrebbe dalla sua parte, ma che probabilmente hanno solo deciso di essere troppo stanchi di una politica di equilibrismi e di poca sostanza.
”La nostra sfida – aggiunge – è mettere in campo una forza così larga da mettere insieme” la prospettiva del centro moderato e meridionalista e del centro più radicale al Nord che vuole riforme. Parteciperà alla sfida anche il presidente della Camera Gianfranco Fini? ”Non mi pare – osserva Rutelli – che Fini stia lavorando nell’ombra”. ”Prevedo – aggiunge il novello Nostradamus sulle possibili prossime mosse del presidente della Camera – un periodo in cui riaffermerà i suoi temi ma non strapperà nel breve termine”.