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San Marino, Commissione Finanze: programma economico 2015

da Redazione

Il segretario di Stato Felici si limita a una illustrazione del Programma economico. Il report dell’agenzia Della Torre.

 

 

SAN MARINO – I lavori della commissione partono dal riferimento del segretario di Stato per le Finanze, Claudio Felici, sul Programma economico 2015. Il segretario di Stato Felici si limita così a una illustrazione del Programma economico.

Si passa ai comma successivi: il segretario di Stato risponde alla mozione, conseguentemente all’interpellanza presentata da Luca Lazzari di Su sull’ingresso di San Marino in Sepa (Single euro payments area – area unica dei pagamenti in euro).

Segue la presentazione del progetto di legge “Tetto massimo per le retribuzioni”, promosso dal movimento civico Rete: al momento dell’esame dell’articolato è stato rigettato l’articolo 1 e quindi

la votazione del provvedimento è stata interrotta.

Sono stati affrontati quindi i comma 6 e 7, ovvero i riferimenti del segretario di Stato per il Turismo e i rapporti con l’Aass, Teodoro Lonfernini, sui provvedimenti presi a seguito dell’approvazione di due istanze d’Arengo. Infine, ultimo punto affrontato all’ordine del giorno, la presentazione del progetto di legge di di Civico 10, “Politiche fiscali e contributive a sostegno dell’occupazione di lavoratori iscritti alle liste di avviamento”. L’articolo 1 è respinto con 8 voti contrari e 5 a favore, non si procede quindi con l’esame del resto del testo.

Di seguito un riassunto degli interventi

Riferimento in merito alla presentazione del Programma economico 2015 da parte del segretario di Stato per le Finanze, Claudio Felici

Claudio Felici, segretario di Stato per le Finanze: “La segreteria di Stato e il governo affida a questo documento una rilevanza importante. Un anno fa abbiamo fatto la scelta di discuterne in sede consiliare. Al di là dei contenuti, c’è la disponibilità a un passaggio ulteriore in commissione, dato che il testo è stato consegnato lunedì. E’ intenzione del governo nella sessione di settembre del Consiglio grande e generale portare l’assestamento di bilancio. In quella sede potrebbe esserci una riflessione complessiva.

Nella prima parte del documento si descrive il contesto economico in cui si trova la Repubblica. La crescita è ancora tiepida a livello internazionale e ci sono difficoltà nell’area euro. Lo scenario sammarinese per il 2014 prevede una crescita economica in base alla firma degli accordi con l’Italia che danno certezze agli operatori, e all’uscita dalla black list. Nel quinquennio 2008-2012 si è registrata una perdita complessiva del 25,4% del Pil. Il 2012 ha fatto registrare un calo del Pil del 7,5% e le previsioni stimano un’ulteriore flessione del 4,5% per il 2013. Secondo le previsioni del Fmi la recessione per il 2014 dovrebbe attenuarsi, segnando una variazione sempre negativa, pari all’1,0%. Dunque c’è un rallentamento della discesa fino all’azzeramento. I primi dati delle imprese fanno pensare in un inversione di tendenza. Sono cresciute di 28 unità rispetto al 2013. Il tasso di disoccupazione è alto ma inferiore alla media europea. C’è una leggera diminuzione, di 179 unità, da inizio anno.

Il consuntivo 2013, ancora provvisorio, prevede un disavanzo di 24,3 milioni di euro, in sede di assestamento era a 33 milioni. Il debito per mutui e finanziamenti è di 176 milioni, cui aggiungere il debito dei residui, il totale è di 299 milioni di euro.

Per il bilancio di previsione 2014 e pluriennali, l’obiettivo prioritario è lo sviluppo, anche attraverso un nuovo sistema economico. Ci sono alcune operatività e decisioni che vengono anche dal recente passato e scelte nuove. Non vengono abbandonate le politiche di contenimento di disavanzo del bilancio. La riforma fiscale da questo punto ci aiuta, mentre martedì presenteremo le linee di indirizzo del nuovo modello di imposte indirette. Puntiamo all’allargamento della base imponibile non a un inasprimento fiscale.

Dobbiamo mantenere anche la strutturale riduzione della spesa pubblica. Alcuni contenuti sono stati realizzati, ma la parte strutturale la stiamo affrontando ora, in particolare l’impegno sulla razionalizzazione della spesa nella Pa: accorpamenti e fabbisogno. Sia nei rapporti con il Fmi che con le agenzie di rating, si parla di razionalizzare la spesa nel sistema previdenziale e nella sanità. Ho già detto la nostra posizione: una copertura sociale è un elemento di sovranità che ci caratterizza, per cui riteniamo sia ancora necessario recuperar qualcosa sulla fiscalità, sulle spese, per mantenere il welfare così com’è. La gestione della liquidità è un punto complicato. La diminuzione al 31 maggio è del 14,45% rispetto allo stesso periodo del 2013. c’è la necessità di ripristino di una parte delle riserve. Questo è un elemento centrale. I due elementi principali di novità, convenzione con Italia e uscita dalla black list, hanno provocato un’onda positiva. C’è un’attenzione diversa e ci sono già imprese interessate a investire a San Marino. Ma lo Stato deve fare da traino per moltiplicare le energie economiche, deve recuperare risorse per immettere nel mercato nuove finanze per fare partire le iniziative economiche.

Il Paese deve ricominciare a costruire opere e infrastrutture, così stiamo stilando le priorità. Per realizzarle occorre esplorare le possibilità di un finanziamento, attraverso l’emissione di titoli si debito pubblico, come per la ricapitalizzazione di Carisp può esser un’opportunità; c’è poi un ragionamento sui fondi pensione. Il sistema ha bisogno di risorse fresche. Per cui si pensa anche a un finanziamento estero. Non erogato dal Fmi o da organismi sovranazionali. Ma di soggetti interessati a investire sul nostro Paese, a produrre opere. L’esempio di un’amministrazione che investe nel Paese con nuove risorse è un esempio concreto per tutti gli operatori privati che sul Titano si riparte. Questo è il centro del ragionamento. Quest’anno si parla di un impegno forte per lo sviluppo, dopo i sacrifici del passato.

C’è in corso il completamento dell’ordine contabile dello Stato, ci sono interventi sul sistema bancario e finanziario, l’implementazione della Smac. Sulla politica estera c’è il percorso verso l’Europa e l’Italia, lo scambio automatico. Il sistema sta imprimendo molto cambiamenti, il Paese sta mutando. E’ un momento di passaggio e dobbiamo essere disposti al confronto e alla condivisione. La discussione di questo documento può essere un momento di grande responsabilità rispetto al momento politico che vive il Paese”.

Mozione, conseguentemente all’interpellanza presentata dal Consigliere Luca Lazzari di SU, per appurare le ragioni del perdurante mancato inserimento della Repubblica di San Marino nell’ambito della c.d. SEPA (single euro payments area – area unica dei pagamenti in euro) e le intenzioni del Governo in merito.

Claudio Felici, segretario di Stato per le Finanze: “Nei fatti la questione posta dall’interpellanza è formalmente superata, San Marino è a pieno titolo nel sistema Sepa, c’è poco da dire, senza vincoli multilaterali verso altre giurisdizione. Colgo l’occasione per illustrare, come è stato oggetto di confronto tra associazioni dei lavoratori e quelle di categoria, che per mancanze registrate da parte delle autorità italiane, è capitato che società di diritto italiano ritenessero che il nostro Paese fosse esterno al sistema di pagamenti, vedi Sky, e sono state imposte misure che hanno penalizzato i sammarinesi. Banca d’Italia, su sollecitazione di Bcsm, ha emesso direttive e circolari che hanno informato le banche italiane sulla novità e chiesto che qualora si ripetessero situazioni analoghe facessero opera di conoscenza. E’ stato fatto con aziende di grandi dimensioni- Sky, Tim- ci potrebbero essere situazioni meno evidenti su cui vorremmo intervenire in caso di disfunzioni”.

Progetto di Legge Tetto massimo per le retribuzioni (Rete) Articolo 1 è rigettato, con 5 voti a favore e 8 contrari, non si può procedere all’esame degli articoli seguenti.

Roberto Ciavatta, Rete: “Il progetto di legge è composto di 4 articoli e pone il problema, affrontato anche in Finanziaria dal governo, del tetto massimo delle retribuzioni. Il limite introdotto è stato di 180 mila euro, al di là dei quali c’è una tassazione della parte eccedente superiore, ma sostanzialmente viene stabilito questo tetto. La nostra proposta è più radicale, abbiamo dato l’indicazione di un tetto per le retribuzioni a San Marino di 100 mila euro in aziende pubbliche, private quali imprese bancarie e finanziarie. In Svizzera, su questo è stato fatto un referedum.

Da parte nostra c’è piena disponibilità a discutere sull’intervento e sui soggetti cui si riferisce. Nella Pa questo tipo di intervento comporterebbe poi una riduzione significativa delle spese a carico del bilancio dello Stato. Siamo comunque disponibili a valutare deroghe, per esempio per la professione medica. Si stabilisce infine che il tetto sia considerato complessivo delle indennità, premi, etc. Significa che la norma non è aggirabile”.

Claudio Felici, segretario di Stato per le Finanze: “Chiedo un chiarimento, capisco le intenzioni per il pubblico e per il pubblico allargato, non riesco però a cogliere l’elemento di discrimine rispetto il privato, perché si identificano infatti imprese assicurative, bancarie e finanziarie. Mi sfugge la ragione per cui siano escluse, per esempio, figure dirigenziali di grandi imprese dell’economia reale. Altra cosa: è chiaro il contenuto simbolico della cifra stabilita e non parametrabile, ma ragionando potrebbe essere più logico individuale una figura di riferimento istituzionale apicale e a scalare da questa”.

Andrea Belluzzi, Psd: “Mentre noi nel 2013 parlavamo di spending review, abbiamo votato un ordine del giorno che ha orientato il contenimento dei costi nella Pa e che si è concretizzato anche in una misura di contenimento degli stipendi. Di fatto, la proposta del referendum Svizzero mi risulta non sia stata accolta. Il fatto che abbiamo votato un odg e siamo intervenuti in Finanziaria, significa che ci siamo posti il problema del contenimento delle retribuzioni. Però credo che passare subito a una legge come questa, dopo 7 mesi dall’introduzione di quella norma, sia incoerente. E’ necessario valutare prima con i numeri alla mano l’impatto ed eventualmente tarare ulteriori provvedimenti rispetto tetti ad emolumenti. Vorrei portare un contributo che viene dalla sport. Nel basket si è tentato di introdurre un tetto, negli Usa non ce l’hanno fatta,in Italia sì. Ma si è arrivati ad una fuga dei migliori talenti verso altri Paesi. Quindi, pur percependo il bisogno di contenere spese e di introdurre una moralità sui compensi elargiti in rapporto alla produttività dell’azienda, credo ciò vada bilanciato con altri aspetti che sono quelli di evitare la fuga delle competenze. I limiti vanno parametrati non con termini così assoluti, possono esistere parametri standard commisurati al contributo che un manager dà all’azienda e al Paese”.

Andrea Zafferani, C10: “Con un po’ di disponibilità a ragionare si può fare un buon lavoro. Felici ha posto problemi di ordine specifico. Per esempio perché non mettere un tetto nelle retribuzioni delle banche, perché metterne uno rigido piuttosto che uno parametrato? Invece la maggioranza boccia in partenza il progetto. In una fase di spending review e sacrifici, ci sono stipendi fuori logica, per cui l’Aula dovrebbe prendere in considerazione il tetto. Sarebbe un esempio di morigeratezza e andrebbe tenuto in considerazione. Perché non si propongono mai emendamenti ai progetti di legge dell’opposizione che vengono sempre bocciati? Noi condividiamo il principio del tetto negli enti pubblici e vicini allo Stato. E occorre ragionare anche per le banche”.

Massimo Cenci, Ns: “In posizioni apicali non sempre spendere meno in stipendi vuol dire fare il bene dell’azienda. Per competenze alte esiste un mercato. Il problema è spendere il giusto per le persone giuste. In passato forse sono state pagate troppo le persone sbagliate. Un direttore di banca che costa 10 non è uguale a uno che costa 100. Certo follie non vanno fatte, ma mettere dei paletti di questo tipo non credo portino ai risultati che vogliamo. Inoltre andrebbero riparametrati tutti i livelli”.

Tony Margiotta, Su: “Sposo in pieno la filosofia del progetto di legge. Certo le competenze si pagano, però da noi ci sono persone che prendono stipendi paragonabili a ruoli di primo piano, strategici a livello mondiale. Basti pensare allo scandalo dei premi di produzione ai dirigenti di Bcsm. Siamo in un periodo storico difficile, c’è necessità di trovare un nuovo sistema economico, il Pil ha perso il 25% negli ultimi anni. Siamo alla deriva, per cui va messa mano alle spese più pesanti per il bilancio. Tutti devono fare la loro parte. C’è chi prende 100 o 200 volte di più di uno stipendio normale, ci vuole equità. Serve un impegno e questa legge ha una direzione chiara, anche se alcune cose possono essere riviste”.

Rossano Fabbri, Ps: “E’ un ottima base di ragionamento allargata, rispetto alla situazione della Pa. C’è delusione per gli stipendi esagerati, ma soprattutto per i doveri di organizzazione e vigilanza. E’ vero che esiste un mercato delle competenze e occorre avere le persone giuste che rendono il giusto. Questo progetto di legge è il frutto del momento. Nei ruoli apicali alcune persone hanno preso molto e dato molto poco. Gli stipendi in Bcsm gridano vendetta. Occorre reimpostare il meccanismo degli emolumenti. Un dirigente prende il doppio di un congressista. Forse c’è qualcuno dietro. Chi ha maggiori responsabilità deve essere remunerato per il ruolo che ha. Lo Stato va cambiato e questo progetto di legge è un ottimo spunto di riflessione. Serve coraggio per cambiare”.

Roberto Ciavatta, Replica: “Questo progetto di legge ha come intenzione primaria di imporre la discussione sulla necessità di intervenire per mettere un tetto sugli stipendi a partire da Pa e Enti allargati. Rispondo innanzitutto al commissario Cenci, io la vedo in questo modo, in realtà i dati sociologici dicono il contrario rispetto quanto sostenuto. I manager più pagati erano quelli delle grandi banche che hanno portato alla crisi finanziaria ed economica globale. C’è una forbice sempre più larga tra figure apicali e livelli base. Da un punto di vista teorico condivido il pensiero di Cenci, ma da quello pratico no. Anzi, alla fine, i danni dei manager li paga lo Stato e quindi tutti i lavoratori. A San Marino si interviene con tasse, come la patrimoniale, e riforme che dimezzano lo stipendio d’ingresso. Stiamo introducendo la figura del lavoratore povero anche a San Marino. Nel 2013 il governo ha dato premi ai dirigenti pubblici e nel 2014 Banca centrale premi di produzione da 300 mila euro, questo mentre all’altra parte della cittadinanza si chiedono sacrifici. Forse c’è qualcosa che non va. Da parte nostra ribadisco la piena disponibilità a introdurre un parametro di scala piuttosto che un tetto fisso. La domanda posta dal segretario mi sembra retorica, non ho in mano emendamenti e sto rispondendo a vuoto, perché la proposta di legge verrà bocciata, ma ci piace poter discutere di cose importanti. E’ vero che a novembre la Svizzera ha detto no al tetto degli stipendi, ma ha detto sì a quelli dei bonus. Perché allargare a assicurazioni, banche e finanziarie? Ribadisco che c’è piena disponibilità a emendare e tirare una riga sopra, c’è provocazione da parte nostra per il senso di frustrazione rispetto certi emolumenti. Dobbiamo riconoscere che in questo Paese sono poche le aziende finanziarie che vivono per i meriti dei loro manager, allora forse uno Stato piccolo dovrebbe porre alle attività finanziarie il problema. Sarebbe stato apprezzabile, a conclusione di questo dibattito, visto che il progetto verrà rigettato, che la maggioranza avesse presentato un ordine del giorno per impegnare il governo a intervenire sul tetto degli stipendi”.

Riferimento sui provvedimenti adottati a seguito dell’approvazione dell’istanza d’Arengo per l’uso, al fine di idratazione – da parte di mense e uffici pubblici prima e poi da parte delle scuole e infine anche in ambienti domestici e privati – di acqua corrente tramite l’ausilio di depuratori, colonnine erogatrici, fontanelle, ecc. o, in alternativa, perché sia introdotta l’alternativa a “km zero” in modo che il consumatore possa scegliere consapevolmente quale acqua acquistare o consumare (istanza n.14 del 6 ottobre 2013)

Teodoro Lonfernini, segretario di Stato per i rapporti con l’Aass: “L’Aass ha avviato una importante campagna di comunicazione in merito. Sono previsti incentivi per la riduzione dei rifiuti e la progressiva eliminazione delle bottigliette dagli uffici pubblici, con l’uso di caraffe nelle segreterie di Stato. Anche nelle mense dal prossimo anno, attraverso una modalità progressiva di eliminazione delle bottigliette in plastica. La segreteria di Stato ha inviato una nota scritta alla direzione della funzione pubblica per sensibilizzare tutti i dipendenti, favorendo la diminuzione di rifiuti plastici. Con la Camst è stata effettuata una sperimentazione nella mensa di Città con un erogatore d’acqua per scegliere tra bottiglia di plastica e acqua in bicchiere. Avremo così uno storico per rendere operativa l’azione”.

Riferimento, ai sensi dell’articolo 7, sui provvedimenti adottati a seguito dell’approvazione dell’istanza d’Arengo per l’installazione di un sistema di illuminazione adeguata nel tratto stradale di Cà Valentino (Falciano), anche ricorrendo all’utilizzo di lampade a led (istanza n.29 del 6 ottobre 2013)

Teodoro Lonfernini, segretario di Stato per i rapporti con l’Aass: “E’ stato inviato all’ufficio giunte un preventivo di oltre 6mila euro per lampade a vapore di sodio in via Ca’ Valentino. La spesa è in corso di autorizzazione. E’ stato predisposto un progetto anche per l’illuminazione della rotatoria per 52 mila euro. I riferimenti possono essere riscontrati nella documentazione della mia segreteria di Stato all’Azienda per i servizi pubblici”.

Roberto Ciavatta, Rete: “Lampade a vapore di sodio? Cosa sono? Sui preventivi: 6mila euro per via Ca’ Valentino e 52mila per la rotonda? Come mai questa differenza?”.

Teodoro Lonfernini, segretario di Stato per i rapporti con l’Aass, replica: “Anche la mia competenza è limitata. Non so quale funzionalità maggiore hanno, l’Azienda valuta su tutti gli impianti di illuminazione pubblica per una maggiore efficienza e un maggiore risparmio vari tipi di lampade. Credo che quelle a vapore di sodio consentano un risparmio maggiore. La rotatoria ha un intervento non solo per le lampade ma per un grande impianto”.

 

Progetto di legge “Politiche fiscali e contributive a sostegno dell’occupazione di lavoratori iscritti alle liste di avviamento”, presentato da C10. L’articolo 1 è respinto con 8 voti contrari e 5 a favore, non si procede con il resto del testo.

Andrea Zafferani, C10: “Il progetto è volto a favorire occupazione interna rispetto ai frontalieri, tema molto sentito visto il largo numero di risorse residenti disoccupate e di richieste di lavoratori frontalieri giunte in commissione Lavoro, non sempre giustificate. Lo sappiamo tutti, capitano richieste molto dettagliate cui non corrispondono livelli di assunzione consoni, a dimostrazione di come siano solo un modo per eludere la legge ed assumere frontalieri in luogo dei sammarinesi iscritti alla liste. La nostra legge punta sul sistema dei divieti, non si può assumere se c’è disponibilità interna per quelle mansioni, non si può assumere più del 50% di frontalieri però poi c’è possibilità di deroga decisa dalla Commissione per il Lavoro, dove in maggioranza ci sono sindacati e associazione dei datori di lavoro che concordano sull’assunzione di frontalieri. E’ un sistema che non funziona più perché si trova il modo di eludere i divieti.

A fronte di un divieto normativo, esiste una situazione di fatto per cui il lavoratore residente costa di più e questo porta a cercare una serie di possibilità per assumere non residenti. Il meccanismo di divieto/obbligo non sta più funzionando in questa situazione di crisi e andrebbe superato ribaltando il concetto, dicendo cioè che il meccanismo viene a cadere, dando alle aziende la possibilità di assumere il lavoratore che ritengono adeguato, guadagnando in velocità, efficacia e professionalità, a fronte dell’eliminazione del divieto si ribalta il costo, rendendo più vantaggiosa l’assunzione di sammarinesi e residenti attraverso l’introduzione di incentivi fiscali per interni e disincentivi contributivi per i frontalieri.

Si dovrebbe così giungere a un mercato più dinamico e fare in modo che le aziende stesse abbiano interesse e vantaggio ad assumere residenti e così dovrebbe venire meno la ricerca di scappatoie per assumere frontalieri. Se poi davvero le risorse necessarie non sono interne, le aziende saranno disposte a costi maggiori. Si ribalterebbe il concetto, è conveniente per l’azienda assumere sammarinesi e residenti. La legge per lo Sviluppo 2013 ha già compiuto una scelta in questa direzione, solo sul fronte degli incentivi e non sui disincentivi, rispetto agli incrementi occupazionali, mira a premiare le aziende che assumono sammarinesi e residenti. Noi con il progetto non parliamo di incrementi, ma anche solo di numero di assunzioni interne. Non pensiamo questa norma sia in contrasto con la libera circolazione dei lavoratori prevista dall’Ue, è il contrario, si eliminano i divieti, è solo una questione di costi contributivi, ma non c’è discriminazione contrattuale e retributiva. Non pensiamo comunque che su questo tema non si debbano poi chiedere deroghe nel negoziato con l’Ue, qualche deroga la dobbiamo avere su questo fronte”.

Roberto Ciavatta, Rete: “Sdrammatizzo dicendo che mi auguro si arrivi all’articolo 2 perché abbiamo un emendamento. Sul progetto di legge, ribaltare la logica dai divieti agli incentivi credo sia la strada da percorrere. Abbiamo visto cosa ha condotto l’imposizione di un obbligo, quello dell’apertura serale dei negozi. Interesse collettivo, dello Stato, è fare in modo che sia interesse del datore di lavoro assumere un sammarinese. Altro interesse degli imprenditori e potenziali investitori è la semplificazione normativa e burocratica”.

Andrea Belluzzi, Psd: “Un progetto di legge deve comunque essere preso in considerazione sia che lo si condivida o meno. E’ un momento di emergenza e il provvedimento presentato deve comunque inserirsi in un contesto di interventi già presi, come la legge che prevedeva incentivi forti per gli iscritti alle liste di collocamento e la legge sullo sviluppo. In un quadro di stabilità vedrei questa normativa con attenzione, in un momento di emergenza, con interventi già fatti, pongo i miei dubbi. Noi oggi dobbiamo contrastare il fatto che molte aziende richiedono lavoratori non residenti, questo il principio della legge. Ma visto gli incentivi già esistenti, forse si deve analizzare meglio il problema. Forse si deve adeguare meglio la formazione del lavoratore sammarinese, se non corrisponde all’esigenza dell’azienda, il migliore incentivo dovrebbe essere quello di rendere vantaggioso non economicamente, ma renderlo appetibile all’impresa che decide di nascere a San Marino. Elemento di competitività dovrebbe essere che la forza lavoro sammarinese sia più appetibile di quella vicina, il miglior investimento dovrebbe essere questo. Poi con il negoziato con l’Ue verranno fuori i limiti su assunzioni, ma non sulla formazione. Superata l’emergenza, certe riflessioni si possono fare, ma inserirle in un quadro di incentivi già avviato, mi fa sorgere dubbi e il mio voto sarà per questo negativo al progetto”.

Rossano Fabbri, Ps: “Do atto ai proponenti di aver individuato la direzione giusta per inquadrare la collocazione dei lavoratori. I promotori si pongono il problema di incentivare il datore di lavoro a reperire risorse e manovalanza interna, senza però che ci siano paletti e problematiche che costringano il ricorso a escamotage. Bisogna prendere atto che l’evoluzione del mercato moderno impedisce che sia lo Stato a dire quale sia l’esigenza interna, dobbiamo scegliere la politica degli incentivi come hanno fatto altri. Questo progetto di legge meriterebbe un confronto a tutto tondo, anche in Consiglio grande e generale. Non si può certo solo pretendere dallo Stato, serve lavoro di squadra anche da parte dei lavoratori che devono fare uno sforzo per ricollocarsi e capire che mamma-Stato non arriva ovunque. Dichiaro il mio voto favore al progetto di legge”.

Tony Margiotta, Su: “I frontalieri hanno contribuito per anni alla crescita del mondo produttivo e alla macchina economica del nostro territorio. In linea di principio però comprendo questo progetto di legge perché il momento storico è particolare e abbiamo più di 1.500 sammarinesi che si trovano senza lavoro. Ci sono già regole per assumere chi non è iscritto alle liste di collocamento, ma è vero, sono regole cui si ricorre spesso per assumere personale non legato alla mansione richiesta. I controlli funzionavano relativamente. Credo che non si debba diversificare i lavoratori, ma in questo momento storico, vista la situazione di crisi, può essere inserito questo principio di incentivazione. Per questo darò voto favorevole”.

Massimo Cenci, Ns: “Tutti siamo d’accordo che a parità di competenze debba esserci un canale privilegiato per l’occupazione sammarinese, ci mancherebbe altro. Ma non mi piace sia fatta passare che ogni assunzione di un frontaliere sia fatta per scavalcare un residente. Il più delle volte non ci sono le qualifiche, così come concordo che i nostri lavoratori debbano fare un percorso di adeguamento a un mondo del lavoro che sta cambiando. Questa legge è stata presentata diverso tempo fa e nel frattempo sono state prese diverse iniziative, da riforma fiscale a legge sullo sviluppo, con cui si è intervenuti sull’occupazione. Quando faremo il punto degli effetti di queste leggi si compierà la dovuta riflessione anche su ulteriori incentivi”.

Iro Belluzzi, segretario di Stato per il Lavoro: “Si condivide la preoccupazione sulla possibilità di collocamento di lavoratori residenti a San Marino, ma mi rendo conto come questo progetto si vada ad inserire su una serie di provvedimenti già approvati e sul fatto che c’è una legge sviluppo che utilizza lo stesso strumento di abbattimenti fiscali, c’è poi una legge incentivi che agisce a livello contributivo per agevolare assunzione di sammarinesi mai occupati o in mobilità. Credo sia necessario un tempo minimo, anche di un anno, per poter vedere i risultati di questi provvedimenti. Nel momento in cui si andrà a fare questa verifica, anche quanto indicato nel progetto di legge credo possa essere preso a spunto. Il sistema economico non può però penalizzare le aziende che in fase iniziale necessitano di figure non reperibili a San Marino”.

Andrea Zafferani, C10, replica: “Il progetto di legge è stato presentato mesi fa e oggi dite che c’è disponibilità al confronto, ma mi sembra che non l’abbiate avuta. Nei fatti condivisione non c’è.

Non vogliamo sfavorire le aziende che hanno necessità di lavoratori non residenti tanto che eliminiamo il divieto di assumerli, c’è solo, a fronte della libertà concessa, il disincentivo. C’è anche una norma di salvaguardia, che consente assunzione senza disincentivo, perché siamo consapevoli di aziende che vogliono affacciarsi alla nostra realtà, a volte bisogna avere solo la voglia di leggere. Rispetto alle novità della legge sviluppo e della legge sugli incentivi: la prima prevede incentivi per gli incrementi occupazionali, la nostra anche per la sostituzione, guarda al numero di lavoratori sammarinesi. Oggi non tutte le aziende sono in grado di fare incrementi. Preferisco invece stendere un velo pietoso sulla legge sugli incentivi”.

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