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San Marino, Consiglio Grande e Generale: i membri della commissione d’inchiesta

da Redazione

Con votazione unanime sono designati per la maggioranza Gerardo Giovagnoli (Psd), in qualità di presidente, quindi Mario Lazzaro Venturini (Ap), Lorella Stefanelli (Pdcs), Denise Bronzetti (indipendente) Giovanni Francesco Ugolini (Pdcs) e per la minoranza Franco Santi (C10), Roberto Ciavatta (Rete), William Giardi (Upr), Simone Celli (Ps), Augusto Michelotti (Su). Il report dell’agenzia Della Torre.

 

SAN MARINO – La nomina dei membri della commissione d’inchiesta sulla vicenda Cassa di risparmio-Delta-Sopaf apre l’ultima giornata di lavori del Consiglio grande e generale per la sessione di luglio. Con votazione unanime sono designati per la maggioranza Gerardo Giovagnoli (Psd), in qualità di presidente, quindi Mario Lazzaro Venturini (Ap), Lorella Stefanelli (Pdcs), Denise Bronzetti (indipendente) Giovanni Francesco Ugolini (Pdcs) e per la minoranza Franco Santi (C10), Roberto Ciavatta (Rete), William Giardi (Upr), Simone Celli (Ps), Augusto Michelotti (Su).

Segue quindi l’esame degli ordini del giorno: approvato a maggioranza l’Odg di Sinistra unita “affinché le cure per minori affetti da labiopalatoschisi siano a carico dell’Iss”. Respinto l’Odg di Civico 10 per il ritiro del decreto che impone l’apertura notturna dei negozi del centro storico: 28 i voti contrari e 21 i favorevoli.

Il Consiglio grande e generale passa alla presentazione in prima lettura di una serie di progetti di legge:il “Progetto di legge sul lavoro” presentato da Civico 10, “Modifiche Legge 96/2005 e Legge 92/2010, Statuto Banca Centrale della Repubblica di San Marino, dell’Upr, “Integrazione alla Legge 31 gennaio 1996 n.6 – Legge elettorale” di Rete, “Separazione delle attività bancarie ordinarie da quelle speculative e disposizioni a tutela dei fondi pensionistici, dell’economia reale e degli interventi pubblici in favore delle banche in difficoltà”di Su, infine “Progetto di Legge “Modifiche alla Legge 24 maggio 1995 n.72 “Regolamentazione dell’esercizio del diritto di petizione popolare mediante istanza d’ Arengo” di Civico 10.

Quindi il Consiglio grande e generale respinge l’Ordine del giorno presentato dai gruppi di opposizione e dal consigliere indipendente Luca Lazzari “per confermare l’impegno della Repubblica di San Marino nell’ambito del Consiglio d’Europa a promuovere la dimensione religiosa del dialogo interculturale e a costruire una comunità che valorizzi il pluralismo di idee, etnie, religioni e cultura”.

Ultimo comma è la mozione presentata dal gruppo consiliare di Sinistra Unita per richiedere un dibattito consiliare finalizzato alla presentazione del progetto “Orti Sociali”. D’intesa tra i gruppi consiliari viene messo ai voti e approvato a maggioranza un ordine del giorno in cui si impegna il congresso di Stato a riferire tra un anno sull’esito dell’esperimento ‘orti sociali’ in fase di avviamento a Falciano “al fine di valutare al meglio le modalità di prosecuzione del progetto”.

Una sintesi degli interventi odierni.

Ordini del giorno

Ordine del giorno di Sinistra unita “affinché le cure per minori affetti da labiopalatoschisi siano a carico dell’Iss”, approvato a maggioranza.

Gian Carlo Venturini, segretario di Stato per gli Affari interni: “A nome del collega Mussoni, esprimo la possibilità di accoglimento di questo Odg. Dovrà essere poi predisposto apposito provvedimento normativo”.

Luigi Mazza, Pdcs: “Per confermare voto favorevole e rilevare che questo tipo di prestazione su richiesta già dall’Iss erano concesse gratuitamente. Sarà gratuita perché lo era anche finora su richiesta”.

Odg di Civico 10 per il ritiro del decreto che impone l’apertura notturna dei negozi del centro storico. Respinto con 28 voti contrari e 21 favorevoli.

Teodoro Lonfernini, segretario di Stato per il Turismo: “A seguito dell’Odg di C10 ho solo una comunicazione, proporre al gruppo proponente il ritiro, in quanto questa mattina il congresso di Stato, a seguito della riunione con le categorie, abbiamo adottato una delibera per modificare l’articolo 9 del decreto, quello sull’apertura imposta e le relative sanzioni. Nello spirito totale dell’odg abbiamo adottato una completa modifica dell’articolo, domani mattina è già stata convocata una riunione con le categorie alle 9. Invieremo poi il nuovo testo dell’articolo 9 della modifica alla Reggenza”.

Andrea Zafferani, C10: “E’ una situazione strana perché noi la delibera non l’abbiamo letta, dovremmo fare il ritiro del testo su fiducia del segretario. Chiedo quindi di mantenere l’Odg in votazione, perché manca l’elemento chiave. Se la delibera va nella stessa linea dell’ordine del giorno, tanto meglio. Il dato politico che va rilevato è che ieri sera è successo qualcosa di serio che ha motivato la delibera di questa mattina, in quel dibattito c’è stata da parte dei colleghi di governo di Lonfernini un cambio di linea, prima ancora dello stesso segretario. Riteniamo che una scelta forte e difficile quest’anno non sia stata presa correttamente rispetto al contorno e quindi sia stata vissuta come imposizione, senza il necessario confronto.

Sospendere il decreto era quindi un atto di buon senso per avere da qui alla prossima stagione una nuova pianificazione di atti e norme per regolamentare il modo in cui rendere vivo il centro storico anche la sera. Alla luce dello scarso contorno in termini di comunicazione e incentivi era prudente sospendere decreto e rilanciare il confronto con le categorie”.

Paride Andreoli, Ps: “Mi lascia perplesso il fatto che il segretario abbia chiesto immediatamente il ritiro dell’odg, in quanto a seguito di una serie di considerazioni e valutazioni svolte in mattinata in congresso, si è giunti a una delibera che va a modificare l’articolo 9. Mi fa profondamente riflettere la validità della modifica, visto che non possiamo prendere atto del contenuto. Se è quello citato, credo C10 non avrebbe remore a ritirarlo, ma pare che così non sia e che si voglia andare avanti con lo scontro. L’odg resta in votazione e vedremo gli effetti se sarà bocciato”.

Marco Podeschi, Upr: “Il gruppo Upr è favorevole all’odg di C10, abbiamo sempre detto che l’apertura serale non ci piace. Le do atto segretario che lei è qui, mentre i suoi colleghi che ieri l’hanno accompagnata alla serata pubblica non ci sono, lei ci mette la faccia, loro no.

Il governo ha fatto dietro front di fronte alle proteste, continuate ad andare avanti così. Avete 33 voti che vi consentono di approvare qualsiasi cosa, parlate sempre di dialogo tra maggioranza e opposizione, ma non considerate mai le loro critiche e rilievi. Abbiamo sempre detto in sede di ratifica del decreto che l’obbligatorietà dell’apertura serale non era opportuna”.

Luigi Mazza, Pdcs: “Se attraverso la responsabilizzazione degli operatori si raggiunge l’obiettivo di vivacizzare centro storico, ben venga. Per la sua riqualificazione sono stati fatti incentivi a fondo perduto, ma solo con l’obbligatorietà siamo riusciti a realizzare interventi di riqualificazione. Lo stato deve investire nel turismo, la maggior parte operatori deve condividerne il percorso. Abbiamo un grande centro storico e si deve valutare se ci sono aree che essere escluse dall’apertura. Un allungamento di orario delle attività richiedeva il sostegno della famiglia e purtroppo la regolamentazione sulla solidarietà familiare ancora non è stata fatta. Mi auguro che ciò possa venire a breve. Alla luce di tutto questo indichiamo voto negativo all’Odg”.

Stefano Macina, Psd: “Con le dichiarazione del segretario credo non ci sia più motivo di votare l’odg che chiedeva il ritiro del decreto. Il congresso ha annunciato infatti un nuovo decreto senza obbligatorietà. Bisogna fare in modo che chi visita San Marino trovi negozi aperti e quello che un Paese turistico e culturale deve cercare di offrire a chi lo visita”.

Gian Matteo Zeppa, Rete: “Noi come movimento Rete confermiamo voto favorevole all’Odg di C10, siamo come San Tommaso, non si può spendere fiducia mal riposta. Riteniamo che l’unica cosa concreta da fare sia votare l’odg che prevede un certo intervento, mentre le parole le porta via il vento. Nei nostri emendamenti proposti al decreto si andava a fare delle prove e non a calare dall’alto un obbligo. Ieri sera è emerso quello che avevamo detto da tempo, non è piaciuto l’imporre un obbligo. Ribadisco il voto favorevole all’odg, perché le parole le porta via il vento e non ci è stato dato neanche un foglio”.

Tony Margiotta, Su: “Esprimo voto favorevole all’odg di C10. E’ l’epilogo di un percorso che non ha portato a quella soluzione e a quella immagine che l’intero Paese vuole del centro storico di San Marino. A me personalmente dispiace e fa capire che servono altri tipi di percorsi e soprattutto c’è anche la verifica delle condizioni per poter portare all’immagine di un Paese vivo dalla mattina alla sera. L’obbligatorietà cozza con la soluzione del problema. Il turismo può essere una macchina importante per far ripartire il Paese e per ripulire l’immagine infangata da anni di politiche scellerate, per arrivare a questo è importante che tutti facciano la loro parte. E’ necessario quindi che ognuno impieghi la propria energia per far ripartire questo Paese. Si devono studiare nuove proposte turistiche più attrattive”.

Comma 20. Progetto di legge “Progetto di legge sul lavoro”

Andrea Zafferani, C10: “Nel 2013 sono 123 le imprese che hanno chiuso e 615 i lavoratori che hanno perso lavoro, mentre 1.335 sono le persone disoccupate e altrettante che lavorano a tempo determinato. Sono 949 le persone senza ammortizzatori sociali e 700 quelle che li non hanno mai percepite, in prevalenza giovani in cerca di primo impiego, mentre molti altri sono prossimi a perdere gli ammortizzatori. La politica ha dovere rispondere a questi problemi. C10 pensa che la soluzione ci sia mettendo mano alla legge sul lavoro e introducendo nuovi strumenti per attrarre le imprese. I primi sei articoli del progetto di legge introducono un contratto unico a tutele crescenti, con totale flessibilità in uscita in cambio di un indennizzo crescente al tempo in cui si è lavorato in azienda. Introduciamo parità tra pubblico e privato a livello salariale, perché il contratto unico andrà a sostituire anche quello del pubblico impiego. Il periodo di inserimento ha durata 5 anni, con retribuzione abbattuta nei primi due. Sono introdotti sgravi nella quota di contribuzione previdenziale per il periodo di inserimento. Le imprese sono incentivate a investire nel tempo sul lavoratore. Dopo 5 anni segue una fase di stabilità che ricalca la materia esistente sui licenziamenti. Per i primi due anni sono previsti incentivi con ulteriori sgravi contributivi per favorire il passaggio a questa fase. Ci sono norme poi incentivanti per le categorie deboli, quindi giovani, donne, lavoratori ultracinquantenni, chi chiede il part time. Si crea poi un reddito civico di reinserimento e indennità di disoccupazione che sono universali.

Infine, sgravi fiscali per lavoratori sammarinesi e disincentivi per l’assunzione di lavoratori non sammarinesi e non residenti. Bisogna passare da obbligo-divieto a incentivo-disincentivo perché tuttora i lavori interni hanno costi maggiori e per i datori di lavoro esistono sempre scappatoie. Bisogna che l’impresa abbia vantaggio ad assumere lavoratori residenti. Non c’è nessuna incompatibilità a nostro avviso con l’Ue. Quindi introduciamo la residenza a fini economici per chi rileva attività già esistenti e l’obbligo di assunzione di almeno due lavoratori sammarinesi o residenti, o se sono di più i lavoratori assunti, almeno il 50% si richiede sia sammarinese o residente. Si prevede l’obbligo di sottoscrivere la polizza per prestazione sanitarie e infortuni e costi scolastici. Viene inserito un tetto massimo di 30 residenze all’anno, escluso i familiari. Quindi introduciamo la possibilità di dare residenza con investimenti più ridotti rispetto alle norme attuali, senza che pesi sul welfare”.

Marco Podeschi, Upr: “E’ un progetto molto complesso, il gruppo di C10 ha portato in Aula un progetto molto importante per proporre soluzioni per far ripartire l’economia del Paese e rivisitare strumenti di protezione sociale. Spero ci sia la volontà di discutere sul provvedimento e di trovare opportune convergenze”.

Roberto Ciavatta, Rete: “E’ una proposta di legge che richiederà attenzione e ci uniamo all’appello del consigliere Podeschi affinché anche da parte della maggioranza ci sia una valutazione sul provvedimento e non venga qualificata come qualcosa di superfluo da parte della segreteria per il Lavoro. E’ da sottolineare la rilevanza della semplificazione del quadro contrattuale, è un tema centrale. Altro fatto positivo è l’universalizzazione degli ammortizzatori sociali.

Favorire assunzione residenti non è razzismo. Al di là delle considerazioni etiche e morali, serve attenzione per le oltre mille persone senza lavoro”.

Tony Margiotta, Su: “I colleghi di coalizione hanno portato un argomento di discussione importante da aggiornare. Le leggi vigenti non rispondono alle esigenze e ai tempi in cui viviamo, in questo ambito governo e maggioranza sono in terribile ritardo. Il diritto e il dovere del lavoratore e di chi fa impresa non possono essere messi in discussione per poter attivare nuove imprese, se non c’è diritto ci sono imprese non sono sane. Il progetto di C10 va in una direzione moderna. In Commissione ci sarà la possibilità di integrare il testo. Il progetto porta a nuova visione del mondo del lavoro. Invito maggioranza e governo ad avviare una discussione a 360 gradi per poter creare nuove condizioni per far ripartire lavoro e impresa”.

Alessandro Cardelli, Pdcs: “Esaminiamo uno dei temi più importanti. La proposta di C10 è completa e porta diverse idee. Alcuni provvedimenti sono già stati portati avanti da governo e maggioranza, come per le start up. In commissione la maggioranza sarà disponibile a valutare il tema che riguarda trasversalmente tutte le forze politiche. Il lavoro ora è il problema numero 1, ci sono circa 1.500 disoccupati. Il Ps qualche giorno fa ha chiesto un dibattito sulla situazione economica e c’è disponibilità a discuterne a settembre. Per tornare a essere un Paese credibile, il contributo dell’opposizione è importante. Da settembre scatta una nuova stagione di riforme e dovremo tirare le somme delle politiche di sviluppo. Il primo semestre 2014 vede un’inversione di tendenza sulla costituzione di nuove società. Serviranno comunque sacrifici nei prossimi anni. La formazione è importante e lo stato dà contributi per chi lo fa all’estero. Serve collegamento tra il mondo della formazione e quello del lavoro. La proposta di C10 parla di auto imprenditorialità, la maggioranza già ci pensa, dobbiamo puntare di più sulle risorse interne. Si parla anche di una revisione dell’imprenditoria giovanile, è un mio cavallo di battaglia. Serve un superamento dell’attuale legge e della sua discrezionalità. Sugli incentivi nei centri storici presenteremo un progetto di legge a settembre. La proposta di C10 ha degli elementi interessanti e valuteremo in commissione”.

Andrea Zafferani, C10, replica: “La cosa più brutta è l’indifferenza verso i progetti di legge dell’opposizione. E l’ho vista anche oggi a parte Cardelli. E’ una riforma organica in materia di lavoro, avere da parte di tutti critiche e idee sulle nostre proposte sarebbe un gesto di responsabilità. purtroppo non accade e tempo che questa legge farà la fine di molte altre. Sull’imprenditoria giovanile so che si lavora, sulla formazione molto meno. Sulle risposte al problema del lavoro della maggioranza non siamo d’accordo, non sono adeguate e l’abbiamo detto in Aula. Finora è stata tamponata con le politiche passive la crisi occupazionale, non siamo d’accordo. Stesso discorso per inserimento al lavoro e sviluppo. C’è molto lavoro da fare. Serve confronto su questi testi, diteci cosa non va bene e cosa va migliorato. Siamo disponibili alle modifiche”.

 

Comma 21. Progetto di Legge “Modifiche Legge 96/2005 e Legge 92/2010 – (Statuto Banca Centrale della Repubblica di San Marino)

William Giardi, Upr: William Giardi, Upr, relazione. “Il progetto di legge ha come linee guida la semplificazione della struttura; la trasparenza nell’operato, nella nomine, assunzioni, emolumenti, attività interne e sanzioni; aumento dell’autonomia rispetto al congresso di Stato; responsabilizzazione di alcuni organi dell’ente, elevando i requisiti professionali; accountability con il Consiglio grande e generale; implementazione della funzione di central banking.

Uno egli aspetti più evidenti è l’abolizione del coordinamento di vigilanza e si chiude definitivamente la fusione tra Ispettorato per il credito e le valute e l’Istituto di credito sammarinese iniziata nel 2002. Inoltre viene affermata la divisione tra Bcsm e Aif. Altri aspetti qualificanti del progetto di legge sono: aumento dei requisiti professionali dei componenti degli organi, autonomia totale nella scelta direttore generale, definizione della figura del vice direttore, meccanismi pubblici di selezione delle figure apicali, maggioranza qualificata per la nomina del presidente. C’è inoltre un consistente aumento di capitale e sarebbe auspicabile prevedere nuovi soci. La trasparenza viene tenuta in debita considerazione. Riformare Bcsm è ineludibile, l’auspicio è che la normativa possa aprire una discussione seria per dare la necessaria stabilità, autonomi e autorevolezza a un’istituzione strategica”.

Luca Santolini, C10: “Ringrazio i colleghi dell’Upr. Ci sono dei contenuti molto importanti da tenere in considerazione, speriamo sia fatto in commissione. Tra queste le audizioni trimestrali, è una possibilità molto importante per il corretto funzionamento della democrazia. Serve un rapporto continuativo con il Consiglio. Ci sono dei requisiti per i membri del consiglio direttivo come l’obbligo di residenza e laurea, e la durata che passa da cinque a tre anni. Si parla del ruolo di presidente, con la nomina con i due terzi dei voti. Per il direttore c’è una riduzione da sei a tre anni e va selezionato con bando pubblico. Viene prevista la trasparenza dell’organismo, con l’obbligo di pubblicazione di tutta una serie di informazioni. Dunque ci sono novità molto significative, speriamo ci sia un’analisi da parte della maggioranza e se ne discuta serenamente in commissione, per introdurne qualcuna”.

Elena Tonnini, Rete: “Il progetto presenta spunti cui il nostro movimento darà il suo contributo in commissione. Tra i punti di rilievo, il tentativo di favorire un’indipendenza degli organi rispetto al congresso e il tentativo di disciplinare possibili scontri interni agli organi, il limite delle convenzioni, la pubblicazione di sanzioni e quella semestrale delle informazioni statistiche in italiano e in inglese. Ci confronteremo con dei nostri tecnici e siamo disposti a dare il nostro contributo in Commissione”.

William Giardi, Upr: “Mi rendo conto che è uno statuto e un argomento tecnico, ma è frustrante per l’opposizione che ogni proposta cada nel disinteresse. Il licenziamento nel 2009 del capo della vigilanza e l’incarico vacante per mesi, dimostra che qualcosa non vada, lo dicono i fatti. Auspico un proficuo lavoro alla commissione competente e la disponibilità al confronto”.

 

Comma 22. Progetto di legge “Integrazione alla Legge 31 gennaio 1996 n.6 – Legge elettorale”

Roberto Ciavatta, Rete, relazione: “La legge del ’96 in più occasioni è stata emendata negli ultimi anni per adeguare la normativa a una sensibilità maggiore sulla trasparenza delle procedure, sarebbe indispensabile le modifiche siano raccolte in un corpo più organico. Si è pensato quindi di unificare contenuti in questa legge che aggiunge alcune novità. Nel 2007 è stata inserita l’obbligatorietà per candidato di inserire il proprio reddito, crediamo oggi giunto momento di giungere alla trasparenza totale, richiedendo anche il patrimonio e introducendo sanzioni per chi dichiara il falso, oggi non previste. Alcune considerazioni: già in fase di discussione finanziaria qualcuno ha etichettato punitivo il nostro emendamento, che era preso dalla legge vigente italiana che prevede la pubblicazione obbligatoria per i candidati della propria situazione patrimoniale complessiva, anche quella del coniuge e dei parenti di secondo grado. Ci pare quindi con questo progetto di andare nella direzione di altri Paese, di favorire la totale trasparenza, se è vero che un politico ha maggiori responsabilità, ha anche maggiori responsabilità di essere trasparente. Pensiamo ad ex consiglieri che dichiaravano nel 2008 solo 11 mila euro di reddito e oggi hanno problemi di libertà personale. Non è un progetto di legge risolutivo di certe situazioni, ma certamente consente maggiore chiarezza su proprietà e patrimoni, nel momento di candidatura sarà necessario accettare più controlli rispetto a quelli previsti per il cittadino comune ”.

Gerardo Giovagnoli, Psd: “In maggioranza dobbiamo affrontare ancora il tema di un codice etico della politica, questa proposta va nella direzione giusta, possiamo impegnarci ad emettere una serie di regole per quando ci si candida, ma anche durante la legislatura, in cui rendere espliciti o incompatibili elementi di conflitto di interesse o di guadagno da rendere trasparente.

In altri Paesi esistono sanzioni, da noi c’è peculiarità che chi fa politica comunque lavora e il reddito dipende da questo. Ciò non inficia il principio, ma rende il tutto più complicato da analizzare”.

Franco Santi, Rete: “Pieno appoggio al progetto di Rete da parte di C10, ribadisco con forza le considerazioni fatte anche da Giovagnoli, la disponibilità fa piacere. La trasparenza è un valore prioritario e auspico questa presa di coscienza della politica”.

Francesca Michelotti, Su: “Anche noi di Sinistra unita esprimiamo apprezzamento per la proposta. Nella nostra esperienza politica da sempre abbiamo sostenuto che le ricchezze dei politici non siano una questione riservata. Un politico inspiegabilmente ricco deve sollevare interrogativi”.

Marco Podeschi, Upr: “Il progetto introduce aspetti interessanti. Ma aggiungo una considerazione, si parla sempre dei consiglieri e mai nessuno parla di otto o dieci persone che fanno parte del congresso di Stato. Normalmente nei Paesi trasparenti c’è un codice etico che definisce come gestire donazioni e regalie verso queste persone e come possono utilizzare servizi di terzi. Qualche riflessione su questi elementi va fatta. Chi ha incarichi istituzionali importanti fa politica a tempo pieno, chi ha partecipazioni azionarie importanti che non può fare saltare durante questi incarichi, le affida a trustee. Mi aspetterei ragionamenti di questo tipo”.

Roberto Ciavatta, Rete replica: “Mi auguro intanto ci sia la volontà di discutere e approvare il progetto di legge con le dovute integrazione e che si prenda l’impegno di prevedere una serie di norme ulteriori che vadano a dettagliare e aggiungere sul ruolo dei segretari di Stato, nella direzione della parificazione del politico sammarinese e non sammarinese”.

Comma 23. Progetto di legge “Separazione delle attività bancarie ordinarie da quelle speculative e disposizioni a tutela dei fondi pensionistici, dell’economia reale e degli interventi pubblici in favore delle banche in difficoltà”

Francesca Michelotti, Su: “Anche il sistema finanziario e bancario sammarinese non è sfuggito alle dinamiche globali con la differenza che la sua crisi, solo marginalmente toccata dal fenomeno dei derivati, si è caratterizzata per l’eccessiva concentrazione del rischio delle attività di investimento operate da alcune banche e operatori finanziari. Solo a titolo di esempio si ricorda come i massicci finanziamenti erogati al settore immobiliare, troppo spesso anche a istituti immobiliari facenti capo allo stesso gruppo, abbiano condotto a uno sviluppo edilizio smisurato e incompatibile con le dimensioni territoriali e patrimoniale della nostra Repubblica generando una vera e propria bolla immobiliare gravida di minacce per l’intera comunità. Due discriminanti hanno aggravato posizione del sistema bancario e del Paese: non aver svolto ruolo più incisivo per la fondazione di un modello di sviluppo forte e sostenibile. Quindi aver permesso una sua consistente parte si rendesse funzionale a un modello deteriore ma dominante negli ultimi vent’anni, impostato sulla produzione virtuale di ricchezza.

In sostanza questo progetto di legge si propone di ridisegnare un modello di sistema bancaro e finanziario sammarinese che preveda il ripristino della netta divisione tra le banche commerciali e quelle d’affari; strumenti di tutela del risparmio, ponendo attenzione alla gestioen dei fondi pensionistici, introduzione trasparenza assetti proprietari dei soggetti bancari autorizzati; struenti di protezione del sistema bancario sammarinese dai danni derivanti dagli eccessi speculativi; dispositivi di garanzia e di recupero delle somme impiegate a vario titolo dallo Stato a sostegno delle banche in stato di criticità; le necessarie sanzioni ai soggetti finanziai che non ottemperano alle disposizioni della legge. Sarà primo passo affinché la gente comune non debba fare le spese degli effetti delle bolle speculative mondiali e locali”.

Gian Matteo Zeppa, Rete: “Ringrazio Su per questo progetto di legge bello, fatto bene. Nella relazione si è valutato bene quanto successo a livello internazionale, contestualizzando quanto successo a San Marino. Il sistema bancario sammarinese non ha mai distinto tra banca commerciale e speculativo, così in questi ultimi 20 anni ci hanno rimesso coloro che nella banca non avevano fatto investimenti speculativi, ma hanno lasciato i propri risparmi. Siamo arrivati ad avere 14 istituti bancari, con danni immani portati da uno scadenzario di salvataggi. Mi auguro il progetto di legge abbia iter veloce. Ricordiamoci che dentro le banche commerciali c’erano i soldi della mafia”.

Andrea Zafferani, C10: “Spero ci sarà la possibilità di ascoltare sul tema anche la maggioranza. Il punto evidenziato da Su è nell’odg sulle banche approvato a febbraio, per ora largamente inattuato. Ci sono dei tempi per attuarlo? Le cose non basta scriverle. C’è totale condivisione sulla proposta di Su da parte nostra. La separazione tra banche commerciali e banche d’investimento è una delle riforme strutturali di cui il Paese ha necessità. Bene anche la prese di posizione sul sostegno pubblico, che va riservato alle banche commerciali che raccolgono risparmio e fanno impieghi sull’economia. Su 183 Paesi siamo al terz’ultimo posto per l’accesso al credito. Viene inoltre ribadita la necessità di prevedere la pubblicazione dei beneficiari delle quote azionarie dei soggetti finanziari. E’ stata una brutta pagina non avere attuato l’articolo sul tema della Finanziaria di due anni fa. Il progetto di Su è una riforma di sistema, possiamo crederci e avere benefici, diventando attrattivi per investitori esteri”.

Marco Podeschi, Upr: “Con due progetti di legge possiamo riformare la governance del settore bancario e intervenire sulla sua articolazione. Si affrontano aspetti oggetto di feroci discussioni in Aula. Spero che la maggioranza non faccia la politica dello struzzo. C’è un odg approvato sul tema. Come opposizione cerchiamo di portare idee e progetti. Il settore è delicato, riflessioni per articolarlo meglio vanno fatte. Da noi viene un progetto di legge su Bcsm, da Su questo. Spero ci sia in commissione un approccio costruttivo. Che fine ha fatto la task force per il rilancio del comparto?”.

Francesca Michelotti, Su, replica: “L’interesse dimostrato fa ben sperato, mi associo all’auspicio fatto dal consigliere Podeschi”.

Comma 24. Progetto di Legge “Modifiche alla Legge 24 maggio 1995 n.72 “Regolamentazione dell’esercizio del diritto di petizione popolare mediante istanza d’ Arengo” (Civico 10).

Mimma Zavoli, C10, relazione: “Sul numero di firme necessarie per presentare un’istanza d’Arengo si ragiona da molto tempo su una soglia minima, per evitare un ricorso indiscriminato a questo strumento. Il numero minimo deve essere facilmente evadibile. Per evitare discriminazione manteniamo il numero di uno ma siamo disponibili al confronto. C’è la richiesta di equiparazione tra residenti e cittadini. E viene prevista una formulazione precisa del tema. La Reggenza dovrà chiarire i motivi della non conformità, mentre i firmatari dovranno fornire dati più completi. Vengono poi previste l’audizione del primo firmatario e l’obbligo di votazione palese, e

fissati limiti temporali per l’attuazione. Confidiamo in una discussione costruttiva e aperta”.

Filippo Tamagnini, Pdcs: “Qualche relazione a caldo, ci sarà poi il tempo per discutere il provvedimento. Su istanza bisognerebbe considerare interferenze tra Consigio grande e generale e competenze giunte di castello, penso a richieste su lavori pubblici che sono competenze delle giunte. Non sono molto d’accordo nel legare l’interesse pubblico al numero di firme, ci sono esempi pratici che l’interesse pubblico c’è anche se l’istanza ha numero di firme esigue. Terzo, rispetto al voto, non sono convinto che il voto palese sia sempre sinonimo di trasparenza. Spero di potermi confrontare con voi in seconda lettura”.

Marco Podeschi, Upr: “Ringrazio C10, il tema istanze d’Arengo è molto dibattuto. E’ straordinario strumento di partecipazione popolare, degli interventi su questa materia devono essere portate aventi e il provvedimento introduce interventi interessanti. Sta andando avanti prassi che porta a bocciare ordini del giorno in Aula e a presentazione Odg da parte della maggioranza. Penso che un intervento in termini normativi vada fatto. Altra riflessione, quando si approvano le istanze vanno tradotte in termini concreti e la cosa vale anche per gli ordini del giorno approvati che poi restano nel dimenticatoio. L’Upr considera positivamente il pdl di C10, speriamo di fare un buon lavoro in Commissione e che anche da parte della maggioranza ci sia intenzione di giungere a soluzioni”

Francesca Michelotti, Su: “Noi che siamo orgogliosi del nostro sistema, portiamo ad esempio l’istanza d’Arengo come simbolo della vitalità del vecchio ordinamento. Le proposte di C10 sono tutte condivisibili, è vero che spesso le istanze siano mal scritte, è rischio che si corre perché sono strumento spontaneo. Credo l’istanza debba mantenere caratteristiche di spontaneità se mettiamo troppi requisiti rischiamo che cittadino diventi restio a ricorrervi. Sono d’accordo con l’articolo che prevede di indicare chi debba farsi carico di quanto previsto dall’istanza, una volta approvata bisogna darle le gambe affinché in breve tempo possa essere resa attuabile”.

Gian Matteo Zeppa, Rete: “Ci troviamo d’accordo sul progetto di legge per rivisitazione in positivo delle istanze d’Arengo. Troppo spesso si sopperisce alle istanze con Odg che restano lettera morta, o che non siano approvate dai vari segretari di Stato perché c’è il vincolo dei sei mesi. Sono motivazioni puerili e decadenti, il diritto di un cittadino ad attuare strumento di democrazia diretta è la massima espressione della democrazia. Tutta la vita poi voto palese, ma nell’istanza sulla giornata di legalità, senza voto segreto non sarebbe passata. Trovo giusto che il firmatario possa spiegare all’Aula consiliare le motivazioni dell’istanza.

Mimma Zavoli, C10, replica: “Tutti gli interventi sono spunto di ulteriore riflessione e ci fa ben sperare che quando si entrerà nel merito ci sia confronto. Accettiamo volentieri le critiche che aiutano questo progetto a crescere e a poter guardare un argomento di questa portata a 360 gradi”.

Comma 26. Ordine del Giorno presentato dai Gruppi Consiliari di Opposizione e dal Consigliere Indipendente Luca Lazzari per confermare l’impegno della Repubblica di San Marino nell’ambito del Consiglio d’Europa a promuovere la dimensione religiosa del dialogo interculturale e a costruire una comunità che valorizzi il pluralismo di idee, etnie, religioni e cultura. Respinto.

Marco Podeschi, Upr: “Fenomeni come l’abbattimento aereo in Ucraina riportano alla nostra attenzione tragicità certi conflitti in Europa su cui occorre intervenire. L’Upr auspica l’Odg sia accolto e dà pieno sostegno alle iniziative del segretario di Stato per gli Affari esteri”.

Roberto Ciavatta, Rete: “Questo odg va accolto, sarebbe un brutto segnale se vi fosse la volontà di non accoglierlo. Noi non siamo firmatari, ma la richiesta è di tale buon senso da non ammettere che

non venga presa in considerazione. Non si chiede pubblica abiura delle dichiarazioni rilasciate in consessi internazionali, ma di confermare l’impegno della Repubblica per la promozione del dialogo interculturale. Spesso religione e fede sono usate per legittimare le cose peggiori. Il nostro Paese è il luogo più adatto per rilanciare il dialogo”.

Marco Gatti, Pdcs: “Non siamo contrari alle conclusioni e alle motivazioni dell’odg. Il dialogo interreligioso è fondamentale. Ma siamo contrari alle premesse, un attacco alla politica estera.

Voteremo no”.

Francesca Michelotti, Su: “Non addosso al segretario di Stato Valentini la mancanza di approfondimenti sulla politica internazionale, che però in Aula non ci sono mai stati. Abbiamo il

vantaggio di potere esprimere opinioni al di sopra dei coinvolgimenti nelle situazioni specifiche. Dobbiamo fare approfondimenti in Consiglio”.

Alessandro Mancini, Ps: “Il Ps voterà a favore. Mi chelotti ha centrato l’obiettivo, spero ci sia un dibattito al più presto in Aula”.

William Giardi, Upr: “Nessun attacco al governo o a Valentini. In missione per l’Osce il tema era la crisi in Ucraina e il nostro Consiglio non aveva una posizione in merito”.

Pasquale Valentini, segretario di Stato per gli Affari esteri: “Basta

ascoltare il verbale della seduta precedente. C’è stato un mio lungo riferimento, comprensivo delle richieste della Duma e degli interventi sulla questione dei nostri ambasciatori. C’è un elenco di mozioni e prese di posizioni nell’Osce”.

Comma 27. Mozione presentata dal Gruppo Consiliare di Sinistra Unita per richiedere un dibattito consiliare finalizzato alla presentazione del progetto “Orti Sociali”.

Tony Margiotta, Su: “Do lettura dell’ordine del giorno concordato tra le forze consiliari. ‘Considerato che gli orti sociali sono una realtà che si sta sviluppando in tutto il mondo, mirano a offrire un’opportunità di socializzazione a coloro che non possiedono appezzamenti di terreno e a favorire la riscoperta di un rapporto diretto con la natura, mediante la coltivazione ad uso familiare di un piccolo appezzamento di terra, considerando che è stato attivato un progetto sperimentale “Orti sociali” a Falciano, il Consiglio grande e generale impegna il governo a riferire nel mese di luglio 2015 all’esito dell’esperimento al fine di valutare al meglio le modalità di prosecuzione del progetto’”. (Approvato a maggioranza)

Antonella Mularoni, segretario di Stato per il Territorio: “Abbiamo raggiunto un’intesa perché il progetto è già partito e la prima area individuata è Falciano, dove si stanno individuando 40 piccoli appezzamenti, a breve partirà il bando e vedremo chi lo richiederà. Ci auguriamo un esito positivo e in un anno avremo la possibilità di valutare la risposta dell’esperimento se ampliarlo ad altre aree della Repubblica”.

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