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Editoriale: “Appalti: la riforma dov’è?”

da Redazione

Entro il 30 giugno del 2014 (ma il testo originale conteneva un singolare errore, perché indicava il 30 giugno 2004… involontaria istanza retroattiva di ben due lustri), entro il 30 giugno 2014, dicevamo, il Consiglio Grande e Generale era impegnato a predisporre una riforma generale della normativa degli appalti, “secondo le normative e le migliori pratiche di carattere internazionale”.

 

di Loris Pironi

 

Entro il 30 giugno del 2014 (ma il testo originale conteneva un singolare errore, perché indicava il 30 giugno 2004… involontaria istanza retroattiva di ben due lustri), entro il 30 giugno 2014, dicevamo, il Consiglio Grande e Generale era impegnato a predisporre una riforma generale della normativa degli appalti, “secondo le normative e le migliori pratiche di carattere internazionale”.

è scritto nero su bianco sull’ultima Finanziaria (la L. 174/2013, all’articolo 57), ed è un’istanza che il mondo imprenditoriale, tutto il mondo imprenditoriale, chiede da tempo. Il mese di giugno è finito e della riforma degli appalti non c’è traccia. Neanche uno straccio di bozza fatta circolare tra i partiti di maggioranza e opposizione o mostrata alle parti sociali. Il problema è serio perché è nella gestione degli appalti che normalmente s’insinua il vizio della corruzione. La politica in questo periodo è al centro della bufera, con il caso della tangentopoli del Titano emerso in tutta la sua virulenza. Non aver pensato di rispettare l’impegno preso in Finanziaria su una materia così delicata non è certo un bel segnale dato al Paese.

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