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Il dramma dell’occupazione a San Marino, in Consiglio prosegue il dibattito

da Redazione

La giornata consiliare si è chiusa ieri sera con il dibattito sull’occupazione, al comma n.17, giunto alle repliche, che proseguirà anche questa mattina.

SAN MARINO – La giornata consiliare si è chiusa ieri sera con il dibattito sull’occupazione, al comma n.17, giunto alle repliche, che proseguirà anche questa mattina.

Di seguito un riassunto degli ultimi interventi di ieri sera.

 

Comma 17 a) Relazioni sullo stato dell’occupazione relative agli anni 2011 e 2012; b) Riferimento del Governo in seguito all’approvazione dell’Ordine del Giorno – presentato dai Gruppi Consiliari del Partito Socialista e dell’Unione per la Repubblica – affinché il Congresso di Stato sia impegnato a riferire – entro maggio 2013 – in merito alle linee in base a cui addivenire ad un confronto circa le priorità delle politiche in materia di lavoro ed occupazione; c) Progetto di legge “Modifica del sistema di erogazione degli incentivi per l’occupazione e la formazione e delle tipologie contrattuali a contenuto formativo” (presentato dalla Segreteria di Stato per il Lavoro per il Congresso di Stato) (I^ lettura); d) Progetto di legge “Politiche fiscali e contributive a sostegno dell’occupazione di lavoratori iscritti alle liste di avviamento” (presentato da C10) (I^ lettura)

Roberto Ciavatta, Rete: “Il progetto di legge dovrebbe rispondere all’obiettivo di ridurre il numero di disoccupati. Questa forma di sostegno alla ri-occupazione però non ha avuto grande successo negli anni scorsi. Stiamo continuando a dare in picchiata nella produzione di posti di lavoro. Concordo con chi diceva che servono delle riforme strutturali anche nell’impostazione con cui ci si relaziona con il mondo del lavoro. Continuare con questo genere di politiche invece serve a ben poco. Quello che lo Stato potrebbe fare nel breve periodo per rilanciare l’occupazione sarebbe stato quello di immettere nell’economia denaro della Pubblica amministrazione. Lo Stato avrebbe dovuto fare investimenti di piccola ristrutturazione edilizia negli immobili di sua proprietà e inoltre spingere sulla semplificazione per attrarre imprese ad investire sul nostro territorio”.

Denise Bronzetti, Indipendente: “La vera emergenza di questo Paese è la mancanza di lavoro. Il ragionamento più corretto da fare riguarda le modalità e le tipologie di incentivi rilasciati dal servizio Formazione e Lavoro. Questo è un intervento che, se viene slegato dagli altri settori della nostra economia, poco può fare da solo. Non è utile alla risoluzione della crisi occupazionale: insistere sugli incentivi e sulla formazione, da solo, non risolverà la crisi occupazionale. Occorre pensare a un nuovo modello economico. A cominciare, per esempio, dalla legge sulle Licenze, che sarebbe il caso aiutasse a sburocratizzare questo Paese. Gli over 50? E’ una categoria che soffre moltissimo perché difficilmente viene assunta nelle aziende anche con ammortizzatori sociali e dunque occorre ripensare le tutele. Senza impresa il lavoro non si crea”.

Gian Matteo Zeppa, Rete: “Non ci sono in questo provvedimento di legge orientamenti precisi sul tipo di sviluppo che cerca questo Paese. Manca una visione diversa e un approccio differente al sistema lavoro. E’ stata molto calcata la mano dell’associazione Industriali su questo tipo di progetto. Mancano i controlli sugli abusi alla Cassa integrazione, che sono ancora all’ordine del giorno. Noi abbiamo la visione di un mondo del lavoro differente. Ho l’impressione che ci sia una rincorsa a cercare di limitare le perdite, creando la guerra degli stracci tra lavoratori. Ma la colpa della crisi economica sammarinese non è del lavoratore, il quale non è un capro espiatorio”.

Nicola Renzi, Ap: “Siamo in questa situazione per due motivi principali, il primo, quello della crisi generale che ha colpito l’Europa e non solo. Il secondo è la crisi tutta particolare che ha colpito San Marino, che ha avuto anche alcuni aspetti positivi, un sussulto di orgoglio e la voglia di immaginare uno sviluppo diverso per il Paese. Per avere quest’ultimo, servirà del tempo, non si cambia nella interezza un sistema economico in uno schioccare di dita, serve tamponare le emergenze per poi pensare al futuro. In questa crisi difficilissima, le relazioni evidenziano l’aumento consistente all’accesso agli ammortizzatori sociali. Sarà da valutare quanto a questi strumenti si sia avuto accesso in modo giusto e sarà doveroso mettere in campo ogni tentativo per stornare gli abusi fatti. Questa relazione testimonia che la politica sulla Pa ha portato a una consistente riduzione del numero degli occupati nel settore pubblico allargato. Ci sono alcune categorie particolari di persone, con un alto tasso di preparazione, che vedevano nella Pa uno sbocco quasi unico, penso alle materia dell’insegnamento e simili. Lo sforzo ulteriore da compiere da maggioranza e governo è quello di pensare a un coraggioso piano di turn over che vada verso l’ulteriore riduzione degli organici ma, allo stesso tempo, favorisca il ricambio con giovani preparati. Ben vengano progetti relativi al prepensionamento e alla piena attuazione dei part-time volontari. Nel progetto che stiamo valutando ci sono aspetti che vanno in una direzione giusta ed è un lavoro che va portato avanti. E’ complesso perché richiede coralità di interventi e intenti nell’azione complessiva dell’esecutivo.

E’ sicuramente un buon inizio, anche se non credo che una tematica così gravosa si possa risolvere con un unico intervento sovradimensionato ma che necessiti di tanti interventi collegati tra di loro che vadano a toccare tutte le peculiarità del sistema”.

Massimo Cenci, Ns: “Forse questo dibattito avrebbe meritato una partecipazione un tantino più ampia, dato che parliamo di emergenza del Paese. La facilità e sicurezza del passato per trovare un lavoro, congiunta ad elevati stipendi, si contrappone alla situazione che oggi scontiamo. C’ è poi mancanza di vocazioni imprenditoriali sammarinesi, per i giovani in particolare. Mi riferisco al settore turistico-commerciale, limitato per la mancanza del cambio di generazione. Sapere che in questo settore ci sono tante potenzialità inespresse lascia un certo rammarico. La vera questione è la visione di lungo periodo che questo Paese deve avere e che fatico ancora a vedere. Vedo punti fermi, quali il parco scientifico tecnologico e l’aeroporto, il commercio, ma si deve guardare l’intero Paese”.

Guerrino Zanotti, Psd: “Non mi soffermerò sui numeri legati a occupazione e disoccupazione che danno un quadro assolutamente preoccupante e di cui abbiamo già parlato. Il progetto di legge presenta un quadro positivo di interventi che vanno a incentivare le persone che in questo momento si affacciano al mondo del lavoro senza avere gli stessi strumenti di chi, magari, nel mondo del lavoro è presente da tempo. Invito le forze di minoranza a dare il proprio contributo in tempi utili per poterci lavorare insieme sopra. Presentino proposte di intervento. Vanno assolutamente rafforzati ammortizzatori e interventi che sono già stati messi in atto, come ad esempio i pre-pensionamenti. Bene anche gli incentivi all’auto-imprenditorialità. Ultima considerazione sulla richiesta giunta da più interventi di fare un lavoro di orientamento. Credo che si possa prevedere una programmazione più a medio-lungo termine per dare possibilità a chi studia di essere accompagnato in maniera più organica verso il mercato del lavoro”.

Replica del Segretario di Stato al Lavoro Iro Belluzzi: “Obiettivo principale del progetto di legge è quello di rimettere in gioco tutti i disoccupati presenti nel territorio facendoli partecipare con uguali strumenti. Il testo di legge è aperto a tutti quegli elementi che danno garanzie alle aziende e ai lavoratori. L’attenzione del governo verso queste tematiche è piuttosto alta: abbiamo firmato due accordi con importanti aziende legati al passaggio da tempo determinato a tempo indeterminato dei contratti dei lavoratori. In merito al progetto di Civico 10: non possiamo inserire percorsi che vadano a discriminare i lavoratori. Certo c’è forte attenzione per i sammarinesi residenti, però un’economia sana può accogliere anche i frontalieri”.

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