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Consiglio Grande e Generale, le Istanze d’Arengo. Bocciata quella per riorganizzazione PA / 5

da Redazione

Terminata la ratifica dei decreti delegati, martedì sera sono state discusse le prime tre istanze d’arengo, respinte, e da qui è ripartito ieri il Consiglio grande e generale. Bocciata, in particolare, l’Istanza d’Arengo proposta da un gruppo di imprenditori vicini all’ANIS che chiedeva una riorganizzazione della PA.

SAN MARINO – Terminata la ratifica dei decreti delegati, martedì sera sono state discusse le prime tre istanze d’arengo, respinte, e da qui è ripartito ieri il Consiglio grande e generale. Bocciata, in particolare, l’Istanza d’Arengo proposta da un gruppo di imprenditori vicini all’ANIS che chiedeva una riorganizzazione della PA: la linea dell’esecutivo è che la recente riforma ha già recepito le considerazioni dell’Istanza.

Di seguito un riassunto del dibattito di martedì sera.

 

Istanza d’Arengo n. 4 perché sia predisposto un progetto di legge per la riorganizzazione della Pubblica amministrazione. Respinta con 9 voti favorevoli, 35 contrari e 2 astenuti.


Valeria Ciavatta, Segretario di Stato per gli Affari interni: “Si possono dare per acquisite le richieste degli istanti, alla luce del recente dibattito sulla riforma della Pa. Almeno sulle cose in cantiere riterrei di non entrare nel merito dei singoli punti. Quanto è stato fatto può essere o meno condiviso dai richiedenti. La burocrazia, in senso stretto, si riduce a 800 unità dell’amministrazione, ma ciò va valutato alla luce delle erogazioni dei servizi. Inoltre c’è stata una rivoluzione costante del personale in questi anni, sugli accorpamenti abbiamo discusso a lungo, per qualcuno sono pochi, per altri troppi. Resta il rammarico di non aver perfezionato aspetti ancora importanti per i cittadini, ma non si può dire che siamo lontani anni luce dalle scelte fatte altrove. Come governo l’istanza non è condivisibile e chiediamo venga respinta.


Vanessa Muratori, Su: “Mi ha fatto piacere sentire il parere del governo, anche se il Segretario dice che respinge l’istanza perché quanto richiesto é stato già fatto. Non deve essere condivisa invece  l’impostazione generale della richiesta che considera la Pa come un peso. Uno Stato sovrano ha una necessità di personale che un Comune qualunque italiano non ha. Se si pensa alle esigenze  del settore diplomatico, delle poste e agli uffici necessari a uno Stato che vuole essere sovrano e allo stesso tempo Stato sociale”.


Gian Nicola Berti, Ns: “Io invece vorrei dire che questa istanza mi piace molto. E’ un ottima occasione per mettere in luce la diversa concezione di economia dello Stato. E come Paese possiamo venir fuori da una situazione difficile facendo economia e abbattendo i costi”.


Pier Marino Menicucci, Upr: “Questa istanza viene immediatamente dopo la riforma Pa. Noi come Upr abbiamo espresso voto contrario, anche se riconosciamo al segretario di Stato lo sforzo fatto. Ma una riorganizzazione è doverosa. Se in Europa l’amministrazione è andata sburocratizzandosi, nel nostro Paese purtroppo questo non è accaduto. Oggi abbiamo complessità una maggiore di Paesi più grandi”.


Alessandro Rossi, Su: “E’ importante che l’Anis intervenga sulla Pa e inserisca concetti giusti di efficienza e riduzione del numero di dipendenti. Ma credo che, come la politica deve prendersi le proprie responsabilità per la situazione attuale della pubblica amministrazione, dall’altra anche Anis ha delle responsabilità etiche per non essere mai, prima di oggi, intervenuto in maniera forte su questo tema. Resta il fatto che individuare la Pa come fattore nocivo della dinamica economia del Paese non è condivisibile”.


Roberto Giorgetti, Ap: “Ora siamo nella fase in cui Paese è chiamato a fare delle scelte. Il fatto che si è riusciti a fare finalmente la riforma della Pa, vuol dire che si sentiva una precisa esigenza di procedere in una certa direzione. Le valutazioni possono essere positive e negative, ma va riconosciuto che questo passaggio era fondamentale”.

 

Giuseppe Maria Morganti, Psd: “Non abbiamo ancora sperimentato la riforma della Pa per cui non ne conosciamo gli effetti. Certamente una buona Pa potrebbe essere un motore dello sviluppo e l’istanza chiede di dare un segnale di cambiamento e non può essere demonizzata. Ma alcuni elementi non sono così moderni”.

 

Anna Maria Muccioli, Pdcs: “Le richieste sono già disciplinate dalla legge di riforma del modello organizzativo della Pa”.

 

 

Istanza 10 affinché la scelta dei Capitani reggenti, quali organi super-partes, ricada in futuro rispettivamente su un rappresentante delle forze politiche di maggioranza e su un rappresentante delle forze politiche di opposizione. Respinta con 7 voti favorevoli, 38 contrari e un astenuto.

Istanza 23 per richiedere la modifica dell’articolo 1, comma 1, della legge qualificata n. 186/2005 affinché i Capitani reggenti vengano eletti con la maggioranza qualificata dei 2/3 dei consiglieri votanti.  Respinta con 5 voti favorevoli, 40 contrari e un astenuto.


Valeria Ciavatta, segretario di Stato per gli Affari interni: “La legge sulle istanze consente di presentare ogni tipo di quesito e la disciplina andrebbe aggiornata. Ancora una volta si parla di materie costituzionali su sollecitazione dei cittadini. C’è una forte richiesta per rafforzare il ruolo super-partes della Reggenza. Le richieste sono simili: la maggioranza dei 2/3 richiede un accordo tra le forze politiche, dunque è come già si dicesse uno di maggioranza e uno di opposizione. Serve un approfondimento. Da un lato ci possono infatti essere maggioranze di due terzi, dall’altro il ruolo della Reggenza va visto in relazione agli altri organi costituzionali. Nel 2005 ci sono stati dei cambiamenti, la non partecipazione al voto dei Capitani reggenti è stata compensata da più poteri sulla promulgazione. Dunque un intervento richiederebbe aggiustamenti da altre parti”.

 

Giovanni Lonfernini, Upr: “C’è già stata l’esperienza di una Reggenza di garanzia. Le due istanze propongono due chiavi di lettura: da un lato la Reggenza rappresenta sempre un punto fondamentale per i cittadini; dall’altro la Reggenza di garanzia è stata più volte proposta. La richiesta va calata nel momento attuale di crisi e le due istanze rappresentano un contributo per rafforzare il ruolo della più alta carica dello Stato”.

 

Alessandro Rossi, Su: “Le due istanze fanno riflettere, vogliono dare maggiore rappresentanza alla Reggenza. Si tratta di indicazioni positive da inserire in un contesto di riforma delle istituzioni. Non si può fare un percorso di questo tipo approvando un’istanza. Sul quorum più elevato ci sono elementi di grande difficoltà per determinare la coppia”.

 

Andrea Zafferani, Ap: “I principi sono abbastanza condivisibili, ma purtroppo finché la Reggenza fa parte del congresso di Stato, queste proposte sono difficili da accogliere. Dovremmo prenderci l’impegno di ragionare sulle normative”.

 

Claudio Felici, Psd: “Credo che per le istanze andrebbero introdotti limiti simili ai referendum. E non credo ci sia la volontà di mettere mano alla legge costituzionale. La domanda da porsi è perché in questo semestre sono arrivate richieste simili”.

 

Luigi Mazza, Pdcs: “Vari organi costituzionali sono legati tra loro, dunque serve un’analisi più ampia. Nel 2005 è stata approvata una serie di norme. Il ruolo della Reggenza è centrale e va oltre quello del Capo di Stato. Si può valorizzarla ancora di più, ma toglierla dall’esecutivo non lo condivido. Ora c’è un equilibrio tra i poteri”.

 

 

 

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