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San Marino, notte da incubo per il Governo: “sotto” due volte

da Redazione

La maggioranza in crisi sul contratto di mutuo per la strada di Fondovalle e sugli immobili. Il report dell’agenzia Della Torre.

 

In seduta notturna del Consiglio Grande e Generale il dibattito sul Bilancio previsionale 2014 riprende dall’articolo 16, “Disposizioni relative ai fondi destinati al funzionamento delle Giunte di Castello”. Ma occorre aspettare l’1.25 per il colpo di scena. L’articolo 21, “Contratto di mutuo” che prevede l’accensione di mutui per la strada di Fondovalle e per l’acquisto di locali per un totale di 17,8 milioni di euro, viene respinto, nonostante fosse stato ugualmente bocciato un emendamento totalmente abrogativo presentato da Su-C10. La seduta viene interrotta per qualche minuto, dopodiché il segretario di Stato per le Finanze, Claudio Felici, sottolinea che “la non approvazione dovrà fare ratificare le cifre. Andrei avanti”. Si prosegue così fino all’articolo 24. La seduta viene quindi interrotta dopo le 3 e riprenderà domani mattina alle ore 10 dall’articolo 25, “Disposizioni diverse per l’impiego di fondi per lo sviluppo”. Da accordo raggiunto con i capigruppo la seduta pomeridiana di domani andrà avanti ad oltranza fino alle 24 per poi decidere se continuare con la convocazione normale.

All’articolo 16, gli emendamenti di Cittadinanza attiva perché sia la Consulta delle giunte di Castello, e non il congresso di Stato, a decidere la ripartizione dei fondi loro destinati, e di Rete affinché gli impianti di illuminazione pubblica nei Castelli, cui sono destinati 90 mila euro, siano realizzati “utilizzando metodi di risparmio e a basso consumo”, hanno sorte opposta. Il primo viene respinto, il secondo accolto con 49 voti favorevoli e 3 contrari.

All’articolo 17, “Disposizioni contabili relative ai compensi dei Giudici della Corte per il trust ed i rapporti fiduciari”, Intesa per il Paese presenta un emendamento totalmente abrogativo “per l’evidente inutilità e per un modus operandi discutibile”, spiega il consigliere del Ps, Simone Celli. “Si può tranquillamente procedere alla nomina dei Giudici e in fase di assestamento al bilancio adeguare gli stanziamenti per i compensi”. La questione, prende parola il consigliere di Rete, Roberto Ciavatta, “si doveva discutere in un’altra fase. C’era un impegno dell’Aula”. Senza dimenticare, aggiunge Marco Podeschi dell’Upr, che “il trust di San Marino è appetibile. Eppure la legge rimane inattuata. Perché non si fa la nomina della Corte?”. Secondo Ivan Foschi di Su “non è consono alle esigenze di bilancio una retribuzione di oltre 2.500 euro”. Dalla maggioranza Marco Gatti del Pdcs concorda che il trust è molto seguito e che occorre dare attuazione alla legge. E “il presidente è una figura chiave, indispensabile per fare partire la Corte”. Chiude gli interventi il segretario di Stato per gli Affari interni, Gian Carlo Venturini: “Il primo comma è necessario in virtù dei dispositivi contabili in essere. Nel secondo si tratta il compenso del presidente, che deve avere una dignità di funzione. Non sono comunque previste indennità, scatti e tredicesima”. Venturini prende inoltre “l’impegno a nominare entro il 28 febbraio la Corte, previo accordo con tutte le forze politiche”, così l’emendamento di Intesa per il Paese viene ritirato.

Ps e Upr presentano inoltre un articolo 17 bis, “Dismissioni attività strategiche” per dare “mandato al Congresso di Stato, a seguito delle conclusioni della Commissione di revisione della spesa pubblica, di realizzare uno studio per valutare se all’interno della Pa vi sono attività non strategiche che possono essere dismesse e assegnate a soggetti privati. Lo studio dovrà essere presentato al Consiglio grande e generale entro il 30 giugno 2014 per un dibattito per valutare eventuali atti normativi da adottare”. L’emendamento viene accolto a maggioranza.

All’articolo 18, “Finanziamento Camera di commercio”, sono due gli emendamenti dell’opposizione, uno di Intesa per il Paese e uno di Cittadinanza attiva. Quello di Ps-Upr fissa in zero euro il contributo. “Come afferma la spending review- spiega il consigliere Upr Giovanni Lonfernini- gli introiti che percepisce dalla Giochi del Titano bastano per il pareggio di bilancio. Inoltre più volte abbiamo sollecitato il governo alla riforma dell’ente”. Quello di Su-C10 mira ad abrogare l’articolo. “Non necessita di particolari finanziamenti”, afferma Andrea Zafferani di C10. Ciavatta di Rete interroga il governo sugli obiettivi della Camera di commercio, “è strategica o è un peso?”. Anche Celli del Ps ricorda che “da diverso tempo si parla di riforma, per una visione più manageriale che dia vigore all’ente”. Senza il finanziamento l’ente chiude, replica il segretario di Stato per l’Industria, Marco Arzilli: “La Camera di commercio non gode di troppa simpatia, la si vuole chiudere. Comunque prendo il buono. Ha bisogno di una riforma per finanziamenti e funzioni chiare”. Ma “nessuno vuole chiuderla, occorre stabilire con chiarezza le funzioni di sostegno alle imprese”, chiarisce Elena Tonnini di Rete. “Sono Bcsm e i suoi dipendenti che non sono simpatici. Chiediamo il finanziamento a zero perché ci sono difficoltà economiche”, si accalora Podeschi dell’Upr chiedendo di presentare a gennaio la riforma dell’ente. Gian Franco Terenzi del Pdcs parla di “alcuni discorsi senza fondamento. E’ un supporto per l’economia”, mentre il collega di partito Marco Gatti spiega che “con l’abrogazione rimane il finanziamento di legge”, il 15% della tassa di licenza, e “lo stanziamento sarebbe maggiore. L’ente deve avere le sue gambe, ora approviamo l’articolo e diamogli le condizioni con la riforma che deve essere pronta a inizio anno”. Da Rossano Fabbri del Ps arriva un monito a chi è “troppo documentato” e la sottolineatura “all’ennesima dichiarazione di intenti del segretario di Stato Arzilli”. Mentre Pier Marino Mularoni dell’Upr ribadisce che “si critica l’utilizzo della Camera di commercio come valvola di sfogo per assunzioni. Ha numerosi dipendenti e consulenze e una sede prestigiosa. Non deve essere territorio di caccia di qualche segretario di Stato. Si deve autofinanziare con i servizi che fa”. Per Gian Matteo Zeppa di Rete ci sono “inefficienze a vari livelli, come dimostra la questione dell’ammanco di cassa. L’appello di Gatti fa tenerezza”. Il giudizio sull’operato dell’ente “non è positivo” aggiunge Alessandro Mancini del Ps. L’ente “deve camminare con le proprie gambe per questo occorre eliminare il finanziamento pubblico”. Concetto ribadito dal suo capogruppo Paride Andreoli: “Occorre dare un segnale sulla diminuzione dei costi”. Chiude il dibattito il segretario di Stato per le Finanze, Claudio Felici: “Ci sono ritardi ma la Camera di commercio deve restare viva. Si considera che sia l’ultimo finanziamento prima della riforma perché la Camera trovi sostentamento nei termini per cui è stata creata”. Ritirato l’emendamento di Cittadinanza attiva, quello di Intesa per il Paese viene bocciato.

La discussione e votazione dell’articolo 18 bis proposto Ps-Upr, “Condono fiscale” è posticipata al 53 bis.

All’articolo 20, “Acquisizione di mezzi finanziari e provvedimenti di gestione della liquidità”, Cittadinanza attiva e Intesa per il Paese presentano due emendamenti totalmente soppressivi. “Siamo molto preoccupati per come viene gestita la materia pensionistica”, spiega Francesca Michelotti di Su, chiedendo “dati precisi e una legge per discuterne in Aula. Si rischia di distruggere l’ultima risorsa finanziaria del Paese. C’è un attacco ai fondi pensionistici”. Dello stesso avviso Fabbri del Ps: “Se si attribuisce un potere così importante al governo serve una legge, non un articolo. Le fideiussioni devono avere una procedura regolamentata”. Inoltre in subordine Su-C10 chiedono che passino per decreto delegato sia l’autorizzazione al governo per stipulare contratti finanziari sia la disposizione del piano di accantonamento triennale per lo stanziamento da 500 mila euro al Fondo di accantonamento Gestione Pensioni. Per la maggioranza Luca Beccari del Pdcs spiega che “non c’è nessuna decisione presa. E’ una possibilità a fronte di un disavanzo. Al Fondo Pensioni non si toglie nulla, si sposta in avanti la scadenza del versamento. Si poteva decidere di non farlo proprio. Si possono comunque valutare forme diverse, come dei titoli”. Per Celli del Ps “quella di non versare è una provocazione azzardata”. Da un lato, prosegue, “occorre conoscere le linee di indirizzo del piano di accantonamento”, dall’altro “è esagerata la delega al governo”. Concorda Mularoni dell’Upr, stigmatizzando la “pericolosità dell’utilizzo del Fondo Pensioni. Il reintegro non è chiaro e si esautora il Consiglio grande e generale dal suo ruolo a forza di deroghe”. Favorevole agli emendamenti abrogativi Ciavatta di Rete: “Si posticipa il problema, serve una strategia che tuteli la riserva che abbiamo a garanzia della tenuta del sistema. Interventi di questa natura sono inaccettabili se si parla di condoni fiscali e se non ci sono veri strumenti di accertamento”. Chiude il segretario di Stato Felici: “Non stiamo prelevando i versamenti dei lavoratori nel Fondo Pensioni. Le garanzie sul ritardato accantonamento sono date da strumenti come il prestito di ultima istanza. Prima di arrivare alla criticità dobbiamo attrezzarci. Senza l’articolo mancherebbe una leva importante per gestire la liquidità. Che è un dovere del governo”. I quattro emendamenti vengono bocciati.

All’articolo 21, “Contratto di mutuo”, Cittadinanza Attiva propone un emendamento totalmente soppressivo per fare chiarezza, spiega Michelotti di Su, sul finanziamento della strada di Fondovalle. Si accoda Celli del Ps che chiede lo stato di avanzamento dell’iter delle autorizzazioni da parte italiana, mentre Fabbri (Ps) chiede lumi sull’acquisizione di locali per sedi pubbliche per 3,3 milioni di euro. “Ci sono novità rispetto alla nostra interpellanza su Fondovalle?”, si informa Lonfernini (Upr), mentre Augusto Michelotti di Su giudica inopportuno “comprare immobili per uffici”. Dello stesso avviso Zafferani di C10, “sorgono sospetti sulla scelta di quali immobili e dove”. E “al centro uffici Tavolucci ci sono locali in affitto”, ricorda Andreoli (Ps). “Ricorda bene”, sottolinea Ivan Foschi di Su: “Manca solo il nome e cognome”. Il mutuo per la strada di Fondovalle è un “debito mascherato”, ribadisce Mularoni (Upr). Ciavatta di Rete critica in particolare il mutuo per l’acquisizione di locali: “Occorre ristrutturare con micro interventi quelli dello Stato e smettere di pagare affitti a privati. Inoltre c’è un articolo sui beneficiari effettivi delle banche e si accende un mutuo da 14,5 milioni con un istituto che non lo rispetta”. Per Federico Pedini Amati del Ps si va contro la relazione dello spending team: “Verifichiamo gli immobili esistenti prima di spendere 3,3 milioni di euro”. Zeppa di Rete parla di “ennesimo schiaffo in faccia ai cittadini. C’è qualche promessa dietro il mutuo da 3,3 milioni di euro?” Anche Mimma Zavoli di C10 protesta contro l’acquisizione di locali: “Non abbiamo elementi se non i 3,3 milioni”. Mentre Tonnini di Rete ribadisce la non congruenza con l’articolo 62 bis del governo: “La Bac al 97% è proprietà di una società anonima lussemburghese”. “Molte supposizioni”, replica il segretario di Stato Felici. “Sulla strada di Fondovalle attendiamo una risposta a uno scambio di note ferma al ministero dell’Interno. Serve un accordo internazionale su sicurezza, soccorso ed emergenza. Sul finanziamento si parte da una legge di spesa del 2006, una gara tra istituti bancari e una convenzione, che non è stata attivata perché il finanziamento è avvenuto tramite avanzi di gestione. La convenzione ora è stata attivata modificata e la presa d’atto è di due mesi fa in Aula. C’è massima trasparenza. Abbiamo acceso il finanziamento per attuare il provvedimento. Sulla seconda questione ci sono contratti in affitto in scadenza con opzione per acquisto e il canone pagato viene scontato. Ci siamo dotati della possibilità di verificare e stimare la convenienza”. L’emendamento viene respinto. Ma viene respinto anche l’articolo con 26 voti favorevoli e 32 contrari.  

All’articolo 22, “Convenzionamenti per prestiti agevolati”, sono quattro gli emendamenti, uno di Su-C10 e tre di Rete. Il primo impegna il governo a rinegoziare i tassi di interesse per i mutui agevolati per l’edilizia sovvenzionata, “sono troppo elevati” sottolinea Luca Santolini di C10. “Ci sarebbero minori spese per 200 mila euro al’anno”, aggiunge Zafferani (C10). Quelli di Rete, spiega Tonnini, “vanno nella direzione di finalizzare gli incentivi, identificando settori specifici, come agricoltura e ricerca, e necessità specifiche, come la disabilità”. L’emendamento sulla ricerca finalizzata alla gestione dei rifiuti viene concordato con il governo. Gerardo Giovagnoli spiega che “occorre favorire le aziende che investono in processi che producono meno rifiuti. Dobbiamo rivedere tutto il corpus di incentivi per inserire parametri qualitativi ambientali”. Vladimiro Selva del Psd dichiara il favore all’emendamento di Cittadinanza attiva e a quello di Rete sull’agricoltura, “anche se le nostre aspirazioni sono più ampie. Non è invece necessario aumentare i fondi per abbattere le barriere architettoniche”. Il segretario di Stato Arzilli “ricorda” gli sforzi per la ricerca e i risultati raggiunti: “E’ importante vedere gli effetti dell’emendamento l’anno prossimo”. Mentre Manuel Ciavatta del Pdcs pone l’attenzione sulla “difficoltà nel valutare i cicli produttivi delle aziende. Maggiore attenzione alla ricerca nei rifiuti è un elemento importante”. “Possiamo trovare le nicchie per dare un senso al Parco scientifico-tecnologico- sottolinea Ciavatta di Rete- potremmo essere il primo Stato interamente biologico, puntare sul packaging”. Gli emendamenti vengono accolti a maggioranza.

All’articolo 23, “Promozioni ed incentivazioni nel settore energetico”, sono presentati un emendamento da Intesa per il Paese per alzare lo stanziamento a 850mila euro, e uno da Rete per destinare 125 mila euro all’acquisto di autoveicoli ad uso civile a basso impatto ambientale ad alimentazione elettrica o ibrida nonché alla trasformazione di veicoli già immatricolati. Il primo viene respinto e il secondo accolto.

All’articolo 24, “Interventi straordinari volti alla riqualificazione energetica dell’esistente patrimonio edilizio”, ci sono quattro emendamenti, uno di Ps-Upr, tre di Rete. Quello di Intesa per il Paese alza lo stanziamento a 750mila euro; quelli di Rete alzano a un milione di euro lo stanziamento, chiedono entro marzo un progetto di legge che fissi i criteri connessi al reddito e ai patrimoni posseduti dai potenziali fruitori dei finanziamenti; ed entro giugno la pianificazione di un complesso di micro-interventi miranti alla riqualificazione energetica del patrimonio edilizio di proprietà pubblica. Selva del Psd non apre agli emendamenti dell’opposizione, “la politica del reddito non sempre è efficace”, mentre i consiglieri Franco Santi (C10) e Podeschi (Upr) si rammaricano per la mancata volontà del governo di aumentare ulteriormente il contributo per un settore che può generare economia. Per Augusto Michelotti (Su) “la riqualificazione del Paese è fondamentale. Serve un segnale”. Tutti e quattro gli emendamenti vengono bocciati.

L’ articolo 24 bis, “Consumi interni”, di Upr-Ps è ritirato in quanto presentato anche all’articolo 54.

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