Home categoriePolitica San Marino, Commissione Esteri: la privacy delle residenza

San Marino, Commissione Esteri: la privacy delle residenza

da Redazione

In apertura dei lavori della commissione Affari esteri, il presidente Marino Riccardi avanza due questioni. Il report dell’agenzia Della Torre.

 

In apertura dei lavori della commissione Affari esteri, il presidente Marino Riccardi avanza due questioni. La prima relativa al possibile oscuramento del comma riguardante le residenze per salvaguardare la privacy dei nominativi coinvolti; la seconda alla richiesta, avanzata da un giornalista di Rtv, di potere riprendere la seduta dal circuito interno. Marco Podeschi dell’Unione per la Repubblica replica che “non si possono spegnere i monitor interni, la seduta è pubblica. Ci sono precedenti sulle riprese e se ne è parlato in ufficio di Presidenza. Serve una normativa interna per gestire i monitor”. Il consigliere indipendente di maggioranza Denise Bronzetti aggiunge che “la materia va regolamentata. In altri episodi giornalisti, o pseudo tali, registravano dal circuito interno. Non è la commissione Esteri a dovere decidere”. Maria Luisa Berti di Noi sammarinesi “condivide l’opportunità che certe richieste vanno fatte all’ufficio di Presidenza. Serve lo stesso metro di valutazione delle proposte. Richieste intempestive come quella attuale non sono accoglibili, anche se non c’è nulla di segreto nel nostro dibattito, fatto salve alcune materie”. Per Federico Pedini Amati del Ps “oggi ci è stato chiesto il permesso per una questione di cortesia. Non avevo mai sentito parlare di divieti di riprendere. Non siamo noi a dovere decidere, ma come si può dire oggi di non fare la ripresa integrale?”. “Dalla tribuna- prende parola Gian Franco Terenzi del Partito democratico cristiano sammarinese- viene proibita qualsiasi ripresa. C’è un controllo su quello che accade in Aula. Per altre questioni deve valere lo stesso principio”. Gian Matteo Zeppa di Rete non è d’accordo a proibire la ripresa. “Non ci sono regole certe e l’ufficio di Presidenza si è riunito in anticipo rispetto alla convocazione di oggi. Si tratta della tv di Stato e oggi ci sarà un riferimento importante del titolare degli Esteri”. Il segretario di Stato per gli Affari esteri, Pasquale Valentini, sottolinea che “non so perché la richiesta è stata fatta oggi. Non c’è qualcosa di particolare, è una commissione come tutte le altre. Non sono d’accordo di introdurre oggi nuove limitazioni né inventare pretestuosamente qualcosa per fare uno scoop. Esiste un regolamento sulle riprese? Se non esiste è un problema da risolvere. Oggi la commissione è come un’altra e non ha al suo interno ragioni per un trattamento speciale. Mi sembra solo strano che il problema venga posto oggi”. Chiude il giro degli interventi il presidente Riccardi, sottolineando che verrà permessa “un’unica ripresa interna e non oscuriamo. Se fanno riprese in altro modo è a loro rischio e pericolo. L’ufficio di Presidenza deve prendere una decisione sull’argomento”.

Lo stesso Riccardi tiene poi un “breve riferimento” sulla sua visita a Roma a dicembre con il presidente della commissione Esteri del Senato Pier Ferdinando Casini. E lascia poi la parola al titolare degli Esteri Valentini per un ulteriore riferimento sui rapporti bilaterali cui segue un dibattito”. Quindi la parola passa al segretario di Stato per gli Affari esteri che compie un riferimento sugli ultimi incontri avuti con il ministro italiano Emma Bonino e con il presidente della Commissione europea Barroso. Annuncia così che, dagli ultimi aggiornamenti avuti dalla Farnesina e dal Mef, gli è stato comunicato che l’emanazione del decreto per l’uscita dalla black list di San Marino “è all’ultimo passo”. Segue un dibattito tra i commissari.

Si entra poi nel vivo dei lavori previsti all’ordine del giorno, con la presa d’atto della Commissione su nomine e revoche di rappresentanti diplomatici e consolari sulle convenzioni fra la segreteria di Stato Affari esteri e agenti diplomatici e consolari già nominati e in carica. “Entro dicembre- spiega il segretario Valentini- ci eravamo impegnati di rivedere queste convenzioni in scadenza. Alcune non sono state rinnovate, quelle rinnovate lo sono state con nuovi criteri previsti dalla recente legge”.

La commissione prende atto di una serie di accordi internazionali: il Protocollo all’Accordo di cooperazione e di Unione doganale tra San Marino e la Comunità europea, relativo alla partecipazione in qualità di parte contraente della Repubblica di Croazia in seguito alla sua adesione all’Ue; l’Accordo tra il governo della Repubblica di San Marino e il governo della Repubblica di Indonesia sullo scambio di informazioni in materia fiscale; l’Accordo tra il governo della Repubblica di San Marino e il governo della Repubblica dell’India sullo scambio di informazioni in materia fiscale; infine l’Accordo tra la Repubblica di San Marino e la Santa Sede per la modifica del Protocollo all’Accordo tra San Marino e la Santa sede del 2 aprile 1991.

Segue il comma sulla concessione di permesso per minori e di residenza anagrafica.

Infine, la mozione derivante dalla trasformazione dell’interpellanza presentata da Rete sui recenti casi di cronaca che, “con grave danno al Paese, hanno visto coinvolte personalità appartenenti al corpo diplomatico della Repubblica”.

La commissione affronta poi due richieste di permesso di soggiorno per minori, approvate a maggioranza; 16 richieste di residenza anagrafica per chi da cinque anni continuativi è in possesso di permesso di soggiorno, tutte approvate a maggioranza; quattro richieste di residenza anagrafica per chi è dirigente di una società sammarinese o ha effettuato investimenti in Repubblica, tre vengono accolte a maggioranza, una sospesa e condizionata alla conferma dei dipendenti.

Infine l’esame della mozione derivante dalla trasformazione dell’interpellanza presentata dal consigliere di Rete, Gloria Arcangeloni, con riferimento ai recenti casi di cronaca che- con grave danno di immagine per il Paese- hanno visto coinvolte personalità appartenenti al corpo diplomatico della Repubblica. Terminato il dibattito, la seduta viene sospesa per la ricerca di un testo condiviso sulla proposta di odg avanzata dal movimento. L’accordo non è trovato, l’odg viene respinto a maggioranza e la seduta della commissione si conclude.

Di seguito un riassunto dei lavori.

 

Comunicazioni

 

Marino Riccardi, presidente: “Con il senatore Casini abbiamo affrontato diversi argomenti e in particolare la problematica della black list. Il colloquio è stato molto cordiale, di oltre due ore. Con me c’era anche l’ambasciatore Rotondaro. Sulla black list Casini ha chiamato in mia presenza alcuni responsabili del Mef che hanno riconfermato che nessun problema esiste nei confronti di San Marino e che i tempi erano imminenti per il decreto. Ora però sono scaduti e siamo ancora in lista nera. L’interessamento di Casini è stato molto forte, sembra molto interessato, è sempre stato un amico del nostro Paese. Abbiamo concordato una riunione congiunta a Roma verso la fine febbraio o metà di marzo. Entro la settimana ci arriveranno le date e poi prepareremo la visita. Oltre alla black list ci sono anche altri problemi e con questo incontro dobbiamo fare il punto della situazione perché sia riconosciuto a pieno titolo il percorso fatto dal nostro Paese. Si è concordato che queste riunioni siano periodiche, con un calendario semestrale o annuale per avere rapporto continuo. E’ opportuno uno scambio anche a livello di singoli parlamentari”.

 

Pasquale Valentini, segretario di Stato per gli Affari esteri: “Il mio riferimento era stato preannunciato dopo gli incontri con il ministro degli Esteri italiano e con il presidente della Commissione europea. Ritengo che il tema dell’uscita dalla black list e del rapporto bilaterale sia più opportuno farlo nella seduta di febbraio del Consiglio grande e generale. Sarà mia premura proporlo ai primi commi della prossima seduta nell’ufficio di Presidenza. Non è questo il momento del dibattito, ma voglio fare un riferimento perché mi è sembrato che non sia stato sufficientemente valutato quello che questi incontri stiano rappresentando. L”incontro con il ministro Bonino è stato molto significativo. Si è presentata con un dossier preciso con le problematiche che ci stanno più a cuore. I nostri dossier come argomenti coincidevano, il ministro degli Esteri era ben informato su tutte le problematiche. Abbiamo evidenziato che quest’anno è il 75° anniversario dell’accordo del ’39, è un anno significativo in cui su nuove basi i due Paesi rinvigoriscono e riprendono un percorso di cooperazione, da portare avanti nell’interesse reciproco. Inevitabile poi che si parlasse del percorso aperto con la Commissione europea e come questo ponga il problema dell’atteggiamento dell’Italia nei nostri confronti e sulla necessità che il passaggio della black list sia eliminato. Non è pensabile un discorso di associazione con l’Ue senza l’eliminazione di questo punto. Il ministro ha detto che, pur non essendo di sua competenza, aveva compiuto il punto con il collega del Mef. Non potendo dare una data, ha detto che l’uscita dalla black list è un percorso in compimento. Abbiamo ribadito che l’indeterminatezza temporale è pericolosa per la nostra economia, e non può rimanere a lungo. Si è impegnata a sua volta per fare ulteriori verifiche se c’erano altre accelerazioni da dare. L’accelerazione dei tempi per l’Italia è di per sé anomala, noi dovremmo avere bruciato le tappe dall’entrata in vigore dell’accordo, ma dal nostro punto di vista la situazione è pesante, siamo in black list dal 2009. Dopo l’incontro tra me e il ministro sono succeduti altri incontri tra Mef e Farnesina e oggi posso dirvi che tutta la parte preliminare che doveva costituire l’emanazione del decreto è completata. Questa comunicazione ci viene direttamente da Farnesina e Mef: oggi l’emanazione del decreto è proprio all’ultimo passo. Non ci sono più passaggi preliminari o da farsi prima della sua emanazione. Certamente, finché non c’è una comunicazione ufficiale sulla firma e l’emanazione, è sbagliato dare per fatto ciò che ancora non è fatto. Non voglio tutto questo sia interpretato e letto nel senso che ora cessiamo di darci da fare. Viste le turbolenze della politica italiana, che mettono in discussione il governo, non rinunciamo a seguire il completamento di questo percorso. Nel dialogo che c’è con Farnesina e Mef, possiamo cercare a fare in modo che il percorso si completi e non abbia altri rinvii, che sarebbero assolutamente deleteri e non più giustificabili. Durante il Consiglio grande e generale ci sarà un riferimento più dettagliato e ci sarà il modo di fare il dibattito. Aggiungo solo che lo stesso Barroso è stato messo al corrente della situazione. Ha chiaramente sottolineato che è una problematica che va condotta a livello bilaterale, però è evidente che è pregiudiziale ad un percorso come quello che stiamo facendo. Barroso si è incentrato sul nuovo accordo e ha ribadito l’attenzione della Comunità europea. Ha confermato la valutazione positiva di tutti i passaggi che abbiamo compiuto a livello di adeguamento agli standard internazionali, come premessa alla fiducia che oggi la Commissione europea ci accorda nell’avviare l’apertura della trattativa. Ha confermato poi la volontà di sostenerci e accompagnarci, nel dare tutta la disponibilità tecnica di cui il nostro Paese avrà bisogno. Ci ha messo in guardia sul fatto che il percorso di negoziazione di un nuovo accordo è oneroso in termini di risorse e impegno, quindi c’è totale disponibilità da parte delle strutture tecniche europee per supportarci. Anche in questa circostanza siamo stati trattati al pari con gli altri due Paesi, Andorra e Monaco. L’urgenza di maggiore omogeneità tra Ue e piccoli Stati è stata confermata, ad aprile sono intenzionati a dare il mandato definitivo e il 6 e il 7 marzo prossimi la delegazione della Commissione europea sarà qui per le consultazione preliminare al mandato definitivo”.

 

Marco Podeschi, Upr: “L’opposizione continuerà a chiedere un riferimento sulla politica estera del prossimo Consiglio e su questo sono soddisfatto. Ma sono rimasto molto perplesso sulle dichiarazioni apparse sulla stampa di questi giorni di un consigliere comunale di Forlì intervenuto per perorare la causa di San Marino. Forse era il caso di andare a Forlì e non a Roma. Mi piacerebbe capire se il presidente della Commissione affari esteri ha incontrato il consigliere comunale con Casini e mi piacerebbe capire con chi si deve parlare. Un conto sono i nostri rapporti personali, l’altro aspetto è quello di immagine. Poi leggo che un illustre esponente di maggioranza ha detto che a Roma qualcuno vuole ridurci ad un Principato. Come sammarinese mi sento preoccupato, visto che nessuno ha smentito. Alcune posizioni come parlamentare mi imbarazzano molto. Da Roma ci leggono, in una fase politica molto convulsa, ciò può risultare molto pericoloso per il Paese. Non mi piace che poi un consigliere comunale di Forlì intervenga per la nostra causa”.

 

Matteo Zeppa, Rete: “Trovo difficile essere diplomatico, anche dopo la figuraccia dell’ufficio stampa dell’Industria sull’incontro con Zanonato. E’ l’evidenza dell’imbarazzante impreparazione di fronte alle difficoltà dei rapporti con l’Italia. Non mi piace sentire dire che questa non sarebbe la sede più opportuna per parlare, perché se ne parlerà anche in Consiglio, ben venga, ma qui siamo in Commissione esteri. Faccio l’ennesimo appello: se c’è la volontà effettiva di operare come Nazione per uscire dalla black list, non esiste né maggioranza, né opposizione, eppure dal 2008 ad oggi continua la diatriba politica. Il segretario di Stato non arriva al dunque e anche oggi ha detto che la situazione politica italiana non è ben definita. Non vorrei che questa fosse l’ennesima scusa da accampare, per dire che abbiamo fatto già tutto il possibile. Il comunicato stampa post-incontro del Mef non cita la black list e qualcosa non quadra. La dicotomia tra i due comunicati lascia pensar male. Siamo di fatto uno Stato sotto embargo. Invece di far palesare che la futura uscita dalla black list sia delegata in tutto per tutto alla questione italiana, bisogna mettersi nell’ottica di rimboccarsi le maniche e battere i pugni sul tavolo perché una nazione sta morendo. Do lettura della mozione: ‘La Commissione consiliare permanente Affari esteri, preso atto del documento ufficiale dell’organismo Ecri, European commission against Racism and intolerance, avente per titolo ‘Rapporto dell’Ecri su San Marino’ adottato il 21 marzo 2013, pubblicato il 9 luglio 2013, considerate le raccomandazioni alle quali le autorità sammarinesi sono invitate all’adeguamento e, in particolare: per i processi di firma e ratifiche di un certo numero di strumenti internazionali in materia di diritti umani, al fine di combattere il razzismo e la discriminazione razziale; conformemente alle norme della Convenzione del Consiglio d’Europa sulla cittadinanza, la richiesta che l’acquisizione della cittadinanza per naturalizzazione, che dovrebbe essere disciplinata da una legge ordinaria, con la riduzione inoltre del periodo di residenza necessario per poter richiedere la stessa naturalizzazione; per l’adozione di una legislazione civile ed amministrativa completa per combattere la discriminazione razziale; con riferimento alla Commissione per la pari opportunità, sempre secondo le raccomandazioni dell’Ecri, che dovrebbe essere resa più indipendente dal governo e disporre di mezzi sufficienti per svolgere la propria missione in maniera più efficace; per la modifica della legislazione sul soggiorno e sul permesso di lavoro degli stranieri che si recano a lavorare a San Marino per fornire cure e assistenza nel settore privato, in qualità di badanti, al fine di consentire loro di lavorare 12 mesi consecutivi (…);impegna il governo a predisporre, nel più breve tempo possibile, un apposito comma di discussione durante i lavori del Consiglio grande e generale relativo al documento elaborato dall’Ecri e in virtù della visita per il monitoraggio intermedio per specifiche raccomandazioni per le quali è stata richiesta una messa in atto prioritaria; a convocare la stessa Commissione permanente Affari esteri, ogni qualvolta si abbiano delle novità in merito alle raccomandazioni dell’Ecri'”.

 

Alessandro Mancini, Ps: “Non entro in merito alla questione dei rapporti con l’Italia, ci sarà occasione nel prossimo dibattito in Consiglio. Desidero però soffermarmi sulla gestione della politica estera di questo governo che h messo in luce un metodo sicuramente debole e in certe situazioni anche sprovveduto. Mi riferisco anche ai recenti fatti del comunicato stampa sulla visita del ministro Zanonato. Valentini ci ha messo 14 mesi a incontrare il ministro agli Esteri, non ci risultano incontri altrettanto importanti con il ministro dell’Economia, viene da chiedersi se gli incontri sono stati richiesti o se non c’è stata risposta, perché non ci sono stati. E’ anche questo un tema che dovrà essere affrontato nel dibattito”.

 

Luca Lazzari, Su: “L’uscita dalla black list non è la soluzione ai problemi della Repubblica, ma è un presupposto fondamentale. Valentini ci diceva che è una delle pregiudiziali per il percorso di associazione all’Ue. Il Paese aspetta da 5 anni e le conseguenze sono gravissime. Ma non sembra che il governo si adoperi con l’impegno necessario. Il “domani usciamo” appare una burla, vengono fatte gaffe a non finire e ci sono rassicurazioni da parte di politici italiani non di primo piano. Che cosa impedisce l’uscita dalla black list? Incapacità politica, difesa ostinata del vecchio sistema, la volontà di indebolire il Paese per venderlo? La somma di tutte e tre queste cose? Serve il coraggio della verità”.

 

Marco Gatti, Pdcs: “Siamo tutti consapevoli che per la nostra economia l’uscita dalla black list è un passaggio indispensabile. Ma le cose vanno lette nella loro interezza. Il Fmi ha sottolineato che lo scorso anno abbiamo raggiunto un obiettivo fondamentale, la ratifica dell’accordo contro le doppie imposizioni, l’unico elemento oggettivo per la black list. La mia intervista va letta per intero. Non è vero che a Roma abbiamo gente che ci stringe la mano e poi se ne frega. Altrimenti la ratifica non sarebbe arrivata all’unanimità. I rapporti ci sono e amici di San Marino pure. E ora c’è una visione diversa. Quando dico che non tutti remano nella stessa direzione, e che qualcuno vuole ridurci a protettorato, sono convinto che ci sono interessi che lavorano contro, non politici, ma non per questo meno forti. Ma la Dc dà una risposta. Vorrei capire se è così per gli altri partiti. Noi diciamo no al protettorato”.

 

Pasquale Valentini, segretario di Stato per gli Affari esteri, replica: “Potere avere per il dibattito consiliare un’indicazione precisa sulle tempistiche di uscita è indispensabile, innanzitutto per me. Trasferirò questa esigenza al governo italiano. Se il mio comunicato ha dato l’idea che la responsabilità fosse del governo del 2006, non era la mia intenzione. Sono diverse le ragioni per cui siamo arrivati a quel punto. Reimpostare un’altra economa richiede molto tempo, questo è il tema. Nessuno ha la bacchetta in mano. Il problema non è né burocratico né politico, si tratta della conclusione di un atto che ha bisogno di documentazione tecnica. Il nostro orologio è partito dal 2009, ma la questione è diventata concreta nel momento della ratifica, che ha tolto il problema principale. L’orologio dal punto di vista italiano parte dal 1^ gennaio. La partita deve essere chiusa e la questione è accelerare sull’emanazione del decreto. Siamo nella fase finale. Per certi aspetti le tappe sono state bruciate. Più volte il direttore dell’Agenzia delle entrate ha parlato in maniera positiva della collaborazione con San Marino, un fattore che ha permesso questa accelerazione, altrimenti per l’effettività dell’accordo ci sarebbero voluti tempi più lunghi. Non facciamoci del male con le nostre valutazioni a volte affrettate. Spero nel dibattito in Consiglio di fornire tutti gli elementi richiesti e che ci comporteremo, come suggerisce Zeppa, da nazione. Certe prese di posizione non vanno in questa direzione. Sul comunicato della segreteria di Stato per l’Industria: per voi è strano preparare una bozza di comunicato? L’errore è nell’invio, l’incontro non è stato negativo. Il ministro Zanonato vuole fare passi in avanti nella collaborazione. Farò di tutto per avere sulla black list indicazioni il più possibile precise e concrete. Un’altra comunicazione tecnica sulla firma tra il dipartimento di Polizia allargato all’ufficio centrale Interpol e il dipartimento di Pubblica sicurezza del ministero dell’Interno per rafforzare la collaborazione tra le forze di polizia contro la criminalità internazionale. Va nell’ottica dello scambio di informazioni e poi speriamo di potere utilizzare banche dati comuni”.

 

Marco Podeschi, Upr: “Su accordi di questo tipo occorre coinvolgere anche altre commissioni. Servirebbe un’audizione del comandante della Gendarmeria prima che presenti un progetto per la revisione dei corpi di polizia”.

 

Pasquale Valentini, segretario di Stato per gli Affari esteri: “C’era l’impegno per febbraio. Il comandante mi ha inviato una relazione sul riordino, ma dopo la convocazione di questa commissione. Comunque siamo pronti per portare le proposte e discuterne”.

 

Mozione Rete

 

Gian Matteo Zeppa, Rete: “L’interpellanza faceva riferimento al caso Colombelli. Citiamo nomi e cognomi nelle nostre interpellanze per oggettivare le richieste che facciamo. In commissione si può parlarne in maniera più serena. In questo caso si può analizzare la questione degli incarichi diplomatici. Nella risposta del segretario di Stato non c’è nulla da eccepire. Noi chiediamo che per ogni incarico diplomatico il responsabile politico svolga tutte le verifiche necessarie. Certo, reperire certe documentazioni può generare scelte che si pagano, come nel caso Colombelli. Per prassi il segretario di Stato informa il congresso di Stato che porta in commissione gli incarichi. Noi chiediamo di mettere in atto tutti gli strumenti per far sì che se si palesano atti compromettenti, denigratori verso la Repubblica, ci si possa rivalere verso queste persone, per un risarcimento economico. Leggo un odg: la commissione Affari esteri, considerata la necessità di rafforzare gli strumenti a salvaguardia dell’immagine della Repubblica di San Marino; alla luce dei fatti di cronaca che negli ultimi anni hanno visti protagonisti alcune personalità del corpo diplomatico e consolare sammarinese; impegna il governo a inserire, all’interno del progetto di legge ‘Regolamentazione della carriera diplomatica’, un articolo in cui si preveda la facoltà per il congresso di Stato di avanzare la richiesta di risarcimento economico per danni di immagine all’agente diplomatico e consolare a cui sia stata revocata la nomina per motivi legati a una condotta che ha menomato il prestigio e gli interessi dello Stato”.

 

Pasquale Valentini, segretario di Stato per gli Affari esteri: “Il problema toccato da Zeppa era già stato affrontato dal mio predecessore Mularoni. Occorre fare una distinzione tra carriera diplomatica, come prevista dalla normativa in prima lettura, e gli agenti diplomatici non di carriera che possiamo utilizzare. La prima ha un percorso rigido e ci sono possibilità di risarcimento. Nel secondo caso nasce un problema delicato sui criteri di scelta. La maggior parte lo fa a titolo gratuito e ha una loro attività economica. Se un rappresentate dello Stato ha un’attività economica le due questioni possono sovrapporsi e i problemi sul lavoro si possono trasferire a quelli della rappresentanza dello Stato. Ci troviamo spesso in questa situazione, serve attenzione nell’attribuire certi incarichi. Occorre evitare che l’attività economica si sovrapponga a quella di rappresentanza. Per questo sono necessari criteri precisi. Negli ultimi anni siamo stati rigorosi, ma ritengo difficile potere applicare la responsabilità del danno, anche per il calcolo del risarcimento. E’ doveroso fare in modo che le norme prestino grande attenzione a chi viene affidato un incarico diplomatico, nelle sedi strategiche sarebbe opportuno un personale in carriera. Per il resto il grande numero di rappresentanze che abbiamo ci obbliga a ricorrere a personale non in carriera, ma la selezione deve essere rigorosa. Il passaggio in commissione è un elemento di garanzia”.

 

Antonella Mularoni, Ap: “Capisco le preoccupazioni di Zeppa. Nella scorsa legislatura abbiamo cercato di depurarci un po’ delle persone più problematiche nel personale non in carriera. Averlo però tutto di carriera non è possibile. Inoltre molte sono persone con l’incarico da molti anni, trasmesso da padre a figli, e sono molto stimate e hanno fatto un lavoro egregio. Certo svolgono attività economica e qualche volta ci possono essere dei problemi. L’attenzione deve essere massima ma non voto favorevolmente all’odg perché è sbagliato nella formulazione. La legge cui fa riferimento riguarda solo i diplomatici di carriera per i quali vale già la responsabilità”.

 

Luca Santolini, C10: “Se ci sono problemi formali si può trovare una formulazione che va bene a tutti, se l’intenzione è condivisa. Sull’impossibilità di calcolare i risarcimenti economici non sono convinto”.

 

Gian Matteo Zeppa, Rete: “Non vogliamo puntare il dito contro chi fa carriera diplomatica. L’obiettivo è avere una normativa che permetta allo Stato di potere rivalersi e chiedere un risarcimento. L’odg è aperto, pone in evidenza l’esigenza di tutelare il nome di San Marino”.

 

Marino Riccardi, presidente: “Così com’è l’odg non può essere accolto dalla maggioranza. Se lo riconduciamo alla risposta all’interpellanza sospendiamo per condividerlo. Se rimane il risarcimento per coloro che offendono l’immagine senza definire precisamente i casi, è inutile”.

 

Maria Luisa Berti, Ns: “Azioni di risarcimento si possono sempre fare, anche senza approvare questo odg. Mi sembra strumentale”.

 

Pasquale Valentini, segretario di Stato per gli Affari esteri: “A fronte di fatti c’è sempre la possibilità di richiesta danni”.

 

Gian Matteo Zeppa, Rete: “Ho fatto un odg attinente un’interpellanza particolare. Se c’è la volontà di condivisione bene, altrimenti lo mantengo com’è”.

Forse potrebbe interessarti anche:

Lascia un commento