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San Marino, bocciato il riconoscimento di Special Olympics e Comitato Paralimpico

da Redazione

I lavori consiliari sono ripresi nel pomeriggio dall’ultima nomina, quella del Gruppo tecnico per la revisione della spesa pubblica. Poi le Istanze d’Arengo.

SAN MARINO – I lavori consiliari sono ripresi nel pomeriggio dall’ultima nomina, quella del Gruppo tecnico per la revisione della spesa pubblica. Con un accordo tra maggioranza e opposizione il comma è stato posticipato, con l’impegno di portarlo a termine comunque entro la fine della corrente seduta consigliare. Intanto, il segretario di Stato per le Finanze, Claudio Felici, ha presentato i tre nominativi di competenza del congresso di Stato: Francesca Mularoni, Eleonora Liberotti e Claudio Travaglini.

Passo successivo è stata l’adesione, avvenuta a maggioranza, alla Convenzione sui privilegi e le immunità delle istituzioni specializzate, adottata dall’Assemblea generale delle nazioni unite il 21 novembre 1947. Sono stati poi ratificati, sempre a maggioranza, l’Accordo con la Repubblica dello Sri Lanka per lo stabilimento di relazioni diplomatiche e quello con il Consiglio dei ministri della Repubblica di Albania sulla promozione e protezione reciproca degli investimenti.

Si è così arrivati all’esame delle istanze d’Arengo. Respinte quelle sullo sport dei disabili, anche per la presentazione di un odg in merito approvato all’unanimità. All’unanimità viene poi accolta l’istanza per incrementare la tutela e la valorizzazione degli apparati decorativi presenti negli edifici. Respinte infine quelle sul piano regolatore e sui fuochi d’artificio.

La seduta ripartirà questa mattina sempre dalle istanze d’Arengo.

Di seguito un riassunto del dibattito.

Istanza d’Arengo n.1 affinché Special Olympics San Marino venga formalmente riconosciuto in Repubblica, respinta con 34 voti contrari, 12 favorevoli e due astenuti; Istanza d’Arengo n. 20 affinché il Comitato paralimpico sammarinese (Cps) venga formalmente riconosciuto, respinta.

Matteo Fiorini, segretario di Stato per lo Sport: “Le due istanze stimolano a interrogarsi sul valore dello sport per i disabili. Occorre trovare una soluzione per incentivarlo. La Repubblica si è distinta per diverse iniziative, perché il diritto a praticare sport va riconosciuto e garantito. Sulla disabilità sono mutate le condizioni culturali e il Cons ha inserito nella propria attività un punto specifico per una maggiore integrazione degli atleti disabili. Serve un impegno chiaro per risolvere le varie questioni e l’istanza non è lo strumento adatto. Serve invece un’intesa politica per dare mandato al governo di cercare soluzioni condivise”.

Nicola Renzi, Ap: “Presento un odg ampiamente condiviso con cui il Consiglio grande e generale impegna il Congresso di Stato a convocare il Cons, la Federazione sport speciali, Special Olympics San Marino e il Comitato paralimpico sammarinese per approfondire le varie tematiche e promuovere un confronto su proposte condivise, e a riferire in merito entro il 30 settembre”.

Franco Santi, C10: “Annuncio il sostegno di C10 all’odg, ne condividiamo spirito e obiettivi. Spiace che le due organizzazioni si muovano in maniera non coordinata. Spero che l’impegno del governo porti a frutti positivi”.

Elena Tonnini, Rete: “Queste associazioni svolgono un ruolo fondamentale. I disabili trovano nello sport un veicolo di partecipazione alla società. Occorre dare il giusto valore a tutte le associazioni che se ne occupano. Rete è a favore dell’odg”.

Marco Podeschi, Upr: “Sosteniamo l’odg. Le due associazioni svolgono un’attività meritoria, che coinvolge molti sammarinesi e nel testo ci sono elementi positivi per definire la situazione”.

Francesca Michelotti, Su: “La materia tocca vari aspetti sensibili. Le relazioni tra associazioni che promuovono lo sport per i disabili sono accidentate. Ma a san Marino c’è molto volontariato. Dobbiamo impegnarci e l’odg va nella strada giusta, ma noi di Su siamo favorevoli anche alle due istanze”.

Paolo Crescentini, Ps: “Sosteniamo l’odg che recepisce un argomento importante e molto sentito. Mette a confronto tutte le parti interessate con la politica che non deve interferire sulla materia sportiva”.

Mirco Tomassoni, Psd: “La questione si protrae da tempo. Ringrazio per l’impegno il segretario di Stato. Lo sport è molto importante per i disabili che devono avere la possibilità di praticarlo. Dunque il Paese deve attrezzarsi per garantire questi diritti. La legge non prevede le due associazioni e fino a due anni fa non esisteva il Comitato paralimpico. Dunque si trattavano solo i disabili mentali. Poi è sorto ed è stato affiliato alla Federazione Sport speciali. Ma i problemi sono rimasti e c’è anche una diatriba in tribunale sul logo.

Ora occorre fare chiarezza. Ma non con le istanze, tra l’altro quella su Special Olympics contiene errori grossolani, come se si volesse fomentare la confusione. Comunque sono a favore del riconoscimento e auspico maggiore determinazione da parte del Cons”.

Fabio Berardi, Pdcs: “Accolgo con favore l’odg che propone ciò che ho provato a fare durante il mio mandato. La Federazione sport speciali ha gareggiato ad Atene nel 2011, mentre il Comitato paralimpico ha partecipato alle olimpiadi di Londra. Lo sport è importante per i disabili e vivendone la realtà si capisce come ci siano limiti artificiali facilmente superabili. Per esempio è stato commovente l’incontro con il mondo del volontariato che si occupa di questa realtà. Qualche passo in avanti nel mio mandato c’è stato, ora il confronto continui”.

Tony Margiotta, Su: “I due movimenti hanno diritto di esistere e di avere pari opportunità. Da noi il volontariato è molto sviluppato. Certo la diatriba sul logo non è piacevole, occorre mettere ordine e trovare soluzioni in poco tempo”.

Vladimiro Selva, Psd: “Per Special Olympics non è importante vincere. Si tratta di condivisione e inclusione. Per il Comitato paralimpico la logica è più classica. Dobbiamo dare un segnale a entrambe le associazioni che si sostengano a vicenda. Dall’odg arriva un passo in avanti”.

Gian Nicola Berti, Ns: “Il diritto allo sport è utile e necessario, aiuta i giovani a crescere e le persone meno fortunate a trovare gratificazioni. Le istanze sottopongono una problematica, ma non è con questo strumento che deve avvenire il riconoscimento. A livello giuridico le nostre federazioni sportive non sono adeguate e se accettiamo le istanze si rischia di aumentare la frammentazione. Occorre ragionare in sintonia con il Cons”.

Matteo Fiorini, segretario di Stato per lo Sport, replica: “Lo sport deve essere autonomo dalla politica. Al Cons va riconosciuto l’impegno sui disabili. Ci sono tre parti in causa e le controversie sono antiche. Le istanze non sono accoglibili, perché non sono lo strumento migliore per risolvere il problema. Con l’odg si avvia un tavolo di confronto rispettando tutte le posizioni. L’Aula ha capito l’importanza del tema e il dibattito è stato stimolante”.

Istanza d’Arengo n. 2 perché siano incrementate la tutela e la valorizzazione degli apparati decorativi presenti negli edifici, approvata all’unanimità.

Matteo Fiorini, segretario di Stato per il Territorio: “L’istanza muove in seguito alla scoperta, negli anni passati, nel corso di lavori di restauro di diversi edifici pubblici, di affreschi storici come nella casa del Castello di Borgo, dell’istituto musicale e della Torre campanaria dell’Azzurri. E chiede che sia attuata in modo attento l’attuale normativa sulla tutela dei beni storici sul valore monumentale. Questa legge prevede la catalogazione delle opere citate nell’istanza. Inoltre, esiste ad oggi la possibilità di controllare in modo stringente l’attività di restauro, favorita dagli incentivi previsti nelle ultime leggi di bilancio. Come previsto dal suo programma, questo governo intende arrivare a una legge aggiornata sulla materia, recependo il senso dell’istanza, perciò propone il suo accoglimento”.

Mimma Zavoli, C10: “Dichiariamo parere positivo ad accogliere questa istanza che sottende a preservare ogni traccia storica del nostro passato. Le nostre radici storiche sono infatti ad oggi messe in secondo, se non in terzo, piano. Accogliamo quindi con assoluto favore il suggerimento dell’istanza che speriamo possa trovare pieno appoggio in quest’Aula”.

Valeria Ciavatta, Ap: “Segnalo una particolarità di questa istanza, che è una tipica istanza di indirizzo. La richiesta degli istanti è di porre la massima attenzione a questi beni che rappresentano la nostra identità storico-artistica e culturale. Segnalo poi l’importanza di fare massima attenzione anche alle realtà private. Ap voterà in favore dell’istanza con piena convinzione”.

Gloria Arcangeloni, Rete: “Crediamo sia necessario affrontare un discorso più ampio, dell’intera collezione d’arte presente nel Paese. Le nostre opere sono spesso lasciate sotto incuria. Quindi il movimento Rete è pienamente favorevole a questa istanza”.

Marco Podeschi, Upr: “L’argomento è assolutamente rilevante e da tenere in forte considerazione, anche quando si tratta del patrimonio presente in realtà private. Siamo assolutamente concordi all’istanza che dà un indirizzo che a sua volta dovrà essere declinato nelle nostre leggi e organismi”.

Elena Tonnini, Rete: “Valorizzare tutto ciò che fa parte del nostro patrimonio, sia opere decorative che strutturali, é di grande valore. Troppo spesso queste opere sono abbandonate a loro stesse, stivate nei magazzini dello Stato o esposte negli uffici pubblici con poca cura e poca memoria. Sarebbe possibile valorizzare alcune di queste opere semplicemente inserendole in percorse culturali e mostre, senza rivolgersi necessariamente a grossi progetti”.

Francesca Michelotti, Su: “Sono lieta che questa istanza abbia trovato riscontro anche in altre forze presenti in Aula. Sono assolutamente disposta a perdonare listante per il suo eccesso che denota una grande passione. Le decorazioni della casa del Castello di Borgo rappresentano un esempio raro di casa borghese affrescata, ma forse é esagerato ritenerle magnifiche. Ma dobbiamo essere cultori della nostra memoria, anche se non sempre espressa da opere di alto livello. Questo tipo di apparati decorativi, ancorché solidi, come l’affresco, sono molto deperibili e suscettibili di subire l’effetto di microclimi e il degrado di questi procede spedito. Perciò bisogna evitare si arrivi a questo stato. Il regime cui siamo sottoposti dall’Unesco richiederebbe un aggiornamento della normativa di tutela, si tratta di un ritardo politico che si è tramutato in ritardo culturale. Ma lo Stato dispone di professionalità in grado di fronteggiare queste emergenze. Il regime vincolistico ulteriore di cui parlava anche il segretario di Stato non rimarrebbe sulla carta, ma avrebbe il supporto degli uffici dello Stato. D’altra parte, lo Stato dovrebbe far partire anche uno studio di colore sugli edifici del centro storico”.

Giovanni Francesco Ugolini, Pdcs: “E’ opportuna la presentazione di questa istanza. Nel restauro dell’istituto musicale e della torre campanaria sono emerse pareti decorate, credo sia fondamentale che queste testimonianze di alto valore culturale non vadano perse, ma salvate e valorizzate. Accolgo, da parte del mio gruppo, l’impegno del governo e della segreteria di Stato competente a porre attenzione a questa istanza”.

Stefano Macina, Psd: “Anche negli edifici privati possono esserci testimonianze culturali che devono essere salvaguardate. Credo che non possa esserci che un parere positivo su questa istanza. Mi permetterei solo di aggiungere che personalmente sarei propenso a togliere dai magazzini dello Stato le opere d’arte al chiuso degli scatoloni per mostrarle negli uffici pubblici”.

Maria Luisa Berti, Ns: “Ci tenevo ad evidenziare che una società matura, indipendentemente da valutazioni di carattere economico, debba perseguire comunque una politica efficace nel valorizzare e promuovere il proprio tesoro che è costituito dalla sua identità e dal senso di appartenenza, espressi dalla sua cultura. Soprattutto se questo Paese, San Marino, è stato inserito nell’elenco dei siti patrimonio Unesco. Sottolineo una certa sensibilità della maggioranza che nel proprio programma di governo aveva anticipato i contenuti di questa istanza, individuando una normativa di catalogazione del suo patrimonio culturale. E condivido la possibilità che tutti i beni e le opere d’arte che vengano valorizzati, non solo catalogati. Esprimeremo il nostro consenso a questa istanza”.  

Istanza d’Arengo n 15 perché nell’ambito del prossimo piano regolatore generale non siano incluse varianti ai fini dell’edificabilità di terreni agricoli e/o aree a verde pubblico o soggette a tutela ambientale e perché siano incentivate le attività di ricostruzione e ristrutturazione energetica degli edifici già esistenti, respinta con 36 voti contrari e 13 favorevoli.

Matteo Fiorini, segretario di Stato per il Territorio: “Al governo spetta il compito di proporre le soluzioni migliori. Per supportare piani regolatori nell’ottica del rilancio della nostra economia, potrà essere necessario individuare parti strategiche di territorio e ciò potrebbe comportare, nelle zone individuate, anche ulteriori interventi. Ma siamo consapevoli che serve più attenzione al nostro territorio. Il governo,stando al programma, non si occuperà della redazione di un nuovo Prg generico, ma di piani di sviluppo e di salvaguardia di settore. Se da una parte si potrà procedere nell’ottica di intendere il territorio come risorsa per il Paese, dall’altra si cercherà di salvaguardare il territorio rimasto intatto, consapevoli che è una risorsa finita. L’istanza non può essere accolta se quindi sarà necessario introdurre nuovi interventi per lo sviluppo. Riguardo la riqualificazione energetica degli edifici esistenti, i cittadini possono accedere già a sgravi per interventi di questo tipo, in quanto previsto già dalla legge. Per tutte queste motivazioni il governo esprime parere contrario all’istanza”.

Franco Santi, C10: “Do pieno appoggio all’istanza. Servono una salvaguardia massima del territorio e un piano strategico che individui le priorità, puntando sulla riqualificazione dell’esistente. L’ambiente è una risorsa limitata, specie per noi piccolo Stato, e c’è stato uno sfruttamento selvaggio. Il Piano regolatore è uno strumento datata e può essere superato da piani specifici, ma serve un coordinamento complessivo”.

Marco Podeschi, Upr: “L’argomento è rilevante. E la sensibilità dei cittadini in materia è un dato di fatto. I principi generali dell’istanza sono assolutamente condivisibili. Da anni non si pone mano al vecchio piano regolatore e si va avanti a colpi di piani particolareggiati di piccolo cabotaggio. La riqualificazione delle aree produttive è molto importante. Vedremo quale sarà l’atteggiamento del governo sulla tutela dell’ambiente”.

Augusto Michelotti, Su: “Si tratta dell’ennesima istanza sui temi ambientali. La paura è che ci sia la stessa malefica impostazione del passato. L’istanza è giusta nelle intenzioni, ma è malposta. Comunque siamo a favore. Il Consiglio grande e generale può dare indicazioni sul modello di sviluppo e lo Stato deve riprendere in mano la gestione del territorio. La crisi ha bloccato il mercato immobiliare, approfittiamone per porre dei vincoli, ma non troppo forti altrimenti potrebbero rivelarsi un limite”.

Elena Tonnini, Rete: “L’istanza è in linea con il nostro programma di regolamentare la cementificazione selvaggia. Il piano regolatore deve promuovere spazi vivibili e qualità della vita, ma finora ha favorito la speculazione edilizia. L’istanza va approvata anche per la riqualificazione dell’esistente”.

Gian Matteo Zeppa, Rete: “Spiace sentire delle critiche all’istanza perché i principi non possono essere applicati. Il piano regolatore è datato e non è più attuabile. Serve uno stacco completo dal passato. Invece molte istanze vengono respinte perché non corrispondono a ciò che il governo intende fare”.

Luca Santolini, C10: “Sostengo l’istanza che fotografa il momento attuale dell’edilizia sammarinese. E’ stata una follia permettere una simile speculazione. Il prossimo piano regolatore deve concentrarsi sull’aggiornamento delle infrastrutture, sul ripensamento delle aree commerciali e produttive e sulla riqualificazione dell’esistente”.

Pier Marino Mularoni, Upr: “L’istanza andrebbe maggiormente approfondita, i contenuti sono condivisibili e devono fare riflettere. Serve un nuovo piano regolatore, di nuova concezione, e l’istanza è uno spunto. Dobbiamo capire le reali esigenze del Paese e trovare risposte con nuovi sistemi, inserendo dei vincoli che evitino speculazioni”.

Roberto Ciavatta, Rete: “L’istanza favorisce la cultura della riqualificazione, al di là delle richieste fatte. Molte istanze sono bocciate più per via del proponente che del contenuto. Spero non sia questo il caso, anche perché il segretario di Stato Fiorini viene dal mondo del volontariato. La speculazione continua a esserci, non vedo difficoltà nell’accoglimento. Si deve potere costruire solo a certe condizioni, l’impatto zero va richiesto”.

Paride Andreoli, Ps: “In ogni semestre ci sono istanze sul territorio. Il piano regolatore doveva durare 10 anni, invece dà ancora possibilità di costruire. Ma è la qualità dell’intervento che spaventa, non la durata. C’è la necessità di un piano regolatore e la maggioranza deve iniziare il percorso. Dobbiamo sapere quanti sono gli appartamenti sfitti e se sono utili o meno. Ma dobbiamo comprendere la situazione del nostro territorio: è impensabile costruire come fatto fino a oggi, ma lo è anche bloccare le costruzioni e l’economia immobiliare”.

Vladimiro Selva, Psd: “I cittadini hanno scritto questa istanza come reazione all’attività edilizia, spesso legata a scelte di tipo speculativo e con poco riguardo per l’ambiente. Se non ne condividiamo alcune parti dobbiamo essere onesti. La stessa proposta prevede delle eccezioni, nel caso in cui si parla di ampiamenti produttivi o artigianali. Allora perché non lo fa riguardo a una
scuola, un ospedale, o per fare strade nuove? Allora, se accogliessimo e attuassimo questa istanza certi interventi non potremmo farli. Vorrei che si riflettesse su questi elementi. Chi è d’accordo ad
accoglierla, dovrebbe avere rispetto per le motivazioni per cui ritengo che non lo sia. E non insinuare il dubbio che questa posizione non sia onesta”.

Stefano Canti, Pdcs: “Comprendo la preoccupazione degli istanti, vorrei precisare che il
vigente piano regolatore generale del ’92 prevede già alcuni strumenti di tutela delle aree agricole e di tutela ambientale e paesaggistica. Ribadisco che c’è la volontà politica di addivenire a una nuova fase progettuale del territorio che dovrà porre in primis attenzione per infrastrutture mirate su viabilità e scuole e che successivamente dovranno tenere conto di altre esigenze dal punto di vista industriale e commerciale. Ritengo che l’istanza debba essere respinta ”.

Matteo Fiorini, segretario di Stato per il Territorio, replica: “Credo sia emerso che l’istanza, per come è formulata, sia difficile da accogliere, ci sono restrizioni troppo pesanti che la politica non può accettare. Si possono rendere necessari sviluppi per il polo universiario, per il parco tecnologico. Siamo tutti d’accordo che il territorio ha subito una devastazione nel corso degli anni, che ci sia stato un vero e proprio abuso di potere della politica, ma non si può rispondere con un eccesso di senso opposto. A Zeppa rispondo che condivido lo spirito nella lettura culturale dell’istanza, capisco l’analisi sul passato che la muove, però se non condivido il dispositivo che istanza dà al governo, non posso accoglierla, perché poi non sarò in grado di renderla operativa entro i sei mesi previsti. A Roberto Ciavatta che accusa di giudicare le istanze in base ai presentatori dico che questo è un modo di fare politica lontano anni luce da come intendo il confronto democratico”.

 

Istanza n. 22 perché sia vietato, o quanto meno limitato alle sole festività nazionali, l’uso di fuochi artificio, botti e petardi su tutto il territorio, respinta.

Matteo Fiorini, segretario di Stato per il Territorio: “L’uso di tali dispositivi, ormai tradizionale nelle nostre feste, anche quelle organizzate da associazioni e nei Castelli, va sicuramente regolamentato, entro limiti chiari. Il codice penale prevede il reato di disturbo alla quiete pubblica, poi c’è una normativa sul commercio delle armi da fuoco e sul loro corretto utilizzo. Ringrazio i presentatori dell’istanza per aver sollevato il problema, ma credo che la normativa in vigore già sia sufficientemente restrittiva, questo è il motivo per cui il governo suggerisce al Consiglio di respingerla”.

Mimma Zavoli, C10: “Agli animali domestici un botto crea panico e stress, spesso fuggono dalle proprie case e sono vittime di ostacoli non visibili al buio. Un popolo si dice civile se rispetta gli animali e dalla risposta a questa istanza si misura nostra civiltà. Possiamo senz’altro rinunciare ai fuochi pirotecnici o comunque la limitazione è un aspetto da mettere in campo, perciò dichiaramo di accogliere l’istanza”.

Elena Tonnini, Rete: “Sempre più persone riconoscono che questo modo di festeggiare è una limitazione della pace altrui. Confidiamo nella sensibilità delle persone verso questo problema, si tratta di buon senso e di civiltà. I fuochi d’artificio sono causa di terrore negli animali, non solo quelli domestici, ci sono danni anche per quelli selvatici, dove ci sono vere e proprie stragi. Inoltre, si devono rilevare i rischi legati alle polveri respirabili e quindi all’inquinamento per l’ambiente dovuto ai fuochi. Sarebbe quindi giusto assumere finalmente un atteggiamento critico e non conservatore, legandosi alle tradizioni dell’usanza, per altro superata anche da diversi comuni italiani. L’istanza è inoltre ragionevole, perchè chiede non l’eliminazione dei botti, ma la loro limitazione alle sole feste nazionali”.

Augusto Michelotti, Su: “Siamo assolutamente favorevoli all’accogliemento dell’istanza. La cosa che più mi spaventa è il terrore che può colpire gli animali che sono esseri viventi e meritano tutto il nostro rispetto. L’ideale sarebbe rinunciare a certe tradizioni e sostituirle con altro, questa istanza è d’approvare senza tentennamenti”.

Alessandro Cardelli, Pdcs: “La festa di Capodanno è un evento importante per San Marino e ci sono tante ricorrenze in cui i fuochi sono usati come elementi di socializzazione. Penso al focone di San Giuseppe. Sì, bisogna rivedere la normativa sui fuochi che risale al 1974, inoltre l’Ue ha emanato una normativa che compie un aggiornamento e dovremmo provvedere a riguardo, ma eludere e impedire l’uso dei fuochi in ogni manifestazione non è la cosa giusta da farsi”.

 

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