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Editoriale: Repubblica di San Marino, al lavoro, tra incertezze e mascherine

da Redazione

La sicurezza resta la priorità per tutti, soprattutto per le imprese, che oltre alla crisi temono ancora di più una nuova escalation di casi positivi al virus, che significherebbe un nuovo stop forzato.

editoriale covid

 

di Daniele Bartolucci

 

La prima settimana di rientro al lavoro per migliaia di sammarinesi e frontalieri sta per terminare. Non la fase di incertezza, che non è solo economica. Molte aziende, è vero, sono ancora a regime ridotto e alcune attività sono purtroppo ancora chiuse per decreto, ma sembra sempre più vicino il momento in cui si potrà davvero tornare ad aprire tutto. Lo dicono i numeri del contagio, sempre più sotto controllo anche grazie all’avvio dei test sierologici nelle aziende: alcune di quelle più grandi associate ad ANIS hanno già iniziato e i risultati sembra siano veramente positivi, merito della catena dei controlli interni che, evidentemente, funziona bene. Già, i controlli di sicurezza. Detto che gli ultimi Decreti Legge hanno allargato di molto le maglie del contenimento anti Covid19, la sicurezza resta la priorità per tutti, soprattutto per le imprese, che oltre alla crisi temono ancora di più una nuova escalation di casi positivi al virus, che significherebbe un nuovo stop forzato.

E questo sarebbe letale. Anche per questo si chiede con assoluta urgenza una serie di protocolli efficaci per permettere a tutti di lavorare senza rischi. Ma che siano anche chiari! L’esempio delle mascherine è palese: l’allegato 1 del Decreto 68 sembra infatti focalizzarsi sulle attività che hanno rapporti con il pubblico (i “clienti”), senza differenziare il contesto “al chiuso”, tipo le fabbriche e altre attività senza contatti esterni. Basta la distanza o serve la mascherina sempre? Sembra una cosa da poco, ma di questi tempi è fondamentale sapere quante ne serviranno al giorno per ogni dipendente. E anche comprarle, magari a prezzi calmierati come vuol fare l’Italia.

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