San Marino non fa eccezione. Soprattutto per via delle ridotte dimensioni, qui le pressioni sulla politica, sui partiti e movimenti, ma soprattutto sui singoli uomini, è forte.
di Loris Pironi
Che piaccia o no, la politica funziona da filtro per infinite istanze. Alcune sono giuste, altre sono sbagliate. Qualcuna proviene dalla cosiddetta società civile, altre dalle varie lobby o da gruppi di pressione; poi ci sono gli amici e gli amici degli amici a spingere per aprire una porta o chiuderne un’altra. Il mondo funziona così, non dobbiamo sorprenderci. E San Marino non fa eccezione. Soprattutto per via delle ridotte dimensioni, qui le pressioni sulla politica, sui partiti e movimenti, ma soprattutto sui singoli uomini, è forte. Sta al singolo individuo agire secondo coscienza e capire non solo ciò che è giusto o sbagliato, ma anche a quali individui dare credito e quali sono da evitare come la peste, non fosse altro che per il rischio delle conseguenze. Gli sviluppi della vicenda Fincapital hanno animato la settimana politica sammarinese. A giusta ragione, aggiungiamo noi, perché se gli elementi usciti dalle intercettazioni dimostrassero davvero legami tra la politica e la criminalità organizzata, sia pure tramite faccendieri o intermediari, la risposta dovrà essere non dura, ma durissima. Tutto questo però non deve portare a rallentare quel cambiamento. E dobbiamo dirlo, anche la risposta del Consiglio Grande e Generale – che ha approvato con voto palese e all’unanimità il via libera alla Commissione Antimafia – è stata sacrosanta. Ma la guardia non va mai abbassata. Perché il vero cambiamento, prima che normativo, deve essere morale. La politica e la criminalità? per chi sbaglia, in questi casi, non c’è la possibilità di redenzione. In una realtà di 30 mila persone il politico che anche per interposta persona avvalla le necessità e i bisogni della criminalità organizzata deve essere bruciato, socialmente parlando, messo al bando dalla vita pubblica.
