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Editoriale: le riforme e le elezioni, si può fare

da Daniele Bartolucci

Da mesi si vocifera (e nel nostro caso si è anche scritto) che si inizierà a discutere di elezioni solo dopo la visita di Mattarella e l’Accordo di Associazione. Ora come ora la ratifica sembra imminente, per cui si scaldano i motori delle macchine elettorali. C’è chi, facendo parte della maggioranza, cercherà di valorizzare quanto fatto in questi quattro anni e mezzo, mentre dall’altra parte ci sarà chi ricorderà cosa non è stato fatto e criticherà ciò che non è stato fatto per il verso giusto. Le solite cose, insomma. Ma c’è dell’altro e fa bene anche la Presidente ANIS nell’intervista inaugurale di questo 2024 a ricordarlo, perché l’Accordo di Associazioni va poi messo a terra e non saranno poche le cose da fare. Ma soprattutto, se la direzione è quella dell’integrazione nel mercato unico, mancano ancora all’appello tutti gli interventi e le riforme che dovevano essere già stati completati, a partire dal passaggio all’IVA, determinante ai fini dell’interscambio. Ma anche dell’equità impositiva interna: a tal proposito, la riforma IGR annunciata e poi ritirata si farà sentire per la sua assenza in molti ambiti, primo fra tutti l’ICEE (l’ISEE sammarinese), che forse partirà forse no, ma sarà comunque zoppo, visto che non potrà contare su tutti gli strumenti di controllo che servirebbero. Nella stessa situazione il sistema pensionistico, la cui riforma va completata con la revisione del Fondiss (sparito dall’agenda anche quella) per poi ragionare sulla governance unitaria e l’ampliamento delle possibilità di investimento (e aumentare la redditività). Tutte cose note, che tutti i Governi avevano annunciato. E che si possono fare.

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