Home Dal giornale “L’Accordo con l’UE, punto di partenza per lo sviluppo del Paese”

“L’Accordo con l’UE, punto di partenza per lo sviluppo del Paese”

da Daniele Bartolucci

“L’Accordo di Associazione all’Unione Europea sarà il perno su cui ruoteranno, di fatto, tutti gli interventi per portare San Marino alla pari degli altri Paesi europei: interventi che per le nostre imprese si dovranno tradurre in sviluppo economico e competitività”, avverte la Presidente ANIS, Neni Rossini. “Il 2024 per la nostra Associazione comporterà fin da subito l’impegno significativo del rinnovo del Contratto del Settore Industria, che riguarda oltre 10mila persone, ma per il Paese sarà caratterizzato da questo percorso di riforme fondamentali per favorire l’auspicata integrazione nel mercato unico, ma anche per modernizzare tutto il nostro Stato riducendo le distanze dai Paesi più virtuosi che sono già presenti nel contesto europeo. Non un punto di arrivo, ma il punto di partenza di una strada che, se percorsa con convinzione e determinazione, ci porterà verso un positivo sviluppo non solo economico ma anche sociale. Una strada”, aggiunge la Presidente Rossini, “resa sicuramente più agevole dai rinnovati rapporti diplomatici con la vicina Italia, confermati dall’emozionante visita del Presidente Sergio Mattarella, da cui dipendono tante soluzioni che auspichiamo arrivino subito nei prossimi mesi. Percorso che dovrà necessariamente continuare con coerenza e determinazione anche dopo le elezioni politiche, che rappresentano un altro importante appuntamento di quest’anno e a cui, come sempre, cercheremo di portare come ANIS un contributo di idee, dati e stimoli affinché le esigenze dell’economia reale – per esprimere al meglio il proprio potenziale di sviluppo e nella crescita della nostra Repubblica – vengano considerate e trattate con la giusta priorità da tutti i partiti candidati”.

L’Accordo di Associazione all’Unione Europea sarà dunque l’elemento che caratterizzerà questo 2024?

“Si tratta di una svolta epocale per San Marino, che non sarà più considerato un Paese terzo e potrà finalmente muoversi alla pari all’interno del contesto europeo, sia per quanto riguarda i cittadini che le imprese. Occorrerà essere all’altezza di questa opportunità e attuare tutti i cambiamenti necessari, nei limiti concordati durante la trattativa che tengono conto delle nostre dimensioni. Per questo l’Accordo non solo caratterizzerà l’anno in corso, ma inciderà profondamente sui tanti anni a venire, rappresentando la giusta direzione in cui muoversi e progredire. Una direzione che tutte le parti politiche, economiche e sociali hanno già ampiamente condiviso in maniera pressoché unanime e che è stata confermata anche recentemente dal sondaggio puntuale dell’Università di San Marino”.

Restando nell’ambito economico, più volte ANIS ha ribadito l’urgenza di avere “armi pari”: sarà così?

“Come abbiamo detto, l’Accordo di Associazione non è un traguardo e dunque non significa di per sé, soprattutto per quanto riguarda gli attori economici, avere “armi pari”. Per raggiungere questo risultato saranno necessarie azioni e riforme importanti, ma ovviamente, fin da subito, l’auspicio di tutti gli imprenditori è che finalmente ci si muova con convinzione per allinearci alle best practice dei Paesi più virtuosi, dando modo alle nostre imprese di competere veramente alle stesse condizioni sul mercato unico, liberando tutto il potenziale che hanno. L’opportunità è enorme, se pensiamo alle dimensioni e alla ricchezza del mercato europeo, che è già oggi il nostro principale punto di riferimento: ma per coglierla appieno occorrerà dotare anche il nostro sistema degli strumenti di cui godono già i nostri competitor. Il tema degli energetici è un esempio lampante: dobbiamo accelerare assolutamente il processo di autonomia energetica adottando le migliori tecnologie già utilizzate nel contesto europeo, mantenendo alta l’attenzione verso la sostenibilità. Un esempio chiaro della arretratezza di San Marino su questo fronte è la mancanza delle norme per la cogenerazione industriale – oltre che l’incomprensibile preoccupazione e polemica che un tema così “assodato” e riconosciuto come virtuoso nel resto del mondo genera nel nostro dibattito politico – che invece è uno dei volani della transizione energetica in molte filiere produttive di tutti i Paesi europei. Lo stesso vale per il ciclo dei rifiuti, su cui ci aspettiamo un piano di investimenti in grado di riportarci agli standard europei”.

Anche a livello di leggi e normative si può aumentare la competitività?

“La sburocratizzazione è un obiettivo perseguito in Europa a tutti i livelli e sicuramente anche San Marino può fare tantissimo in questo ambito, così come sulla digitalizzazione della Pubblica Amministrazione, su cui occorre accelerare. Il tema principale, però, legato proprio a quel principio di integrazione e di stesse condizioni, resta il passaggio ad un sistema IVA di imposte indirette: per le imprese sammarinesi significherebbe poter finalmente dialogare alla pari con tutti gli altri Paesi e nell’interscambio commerciale liberarsi degli oneri del T2, il cui superamento è possibile con un accordo parallelo su cui lo stesso Vice Presidente della Commissione Europea, Maros Sefkovic, ha dato ampia disponibilità a trattare. Su questo è necessario ribadire ed essere tutti consapevoli che il presupposto fondamentale dell’eliminazione del T2 è proprio l’introduzione del sistema IVA. Continueremo a sollecitare la politica perché questo passaggio, già previsto da tutti gli ultimi Governi, venga attuato nel più breve tempo possibile. Insieme alle altre riforme e agli investimenti strategici, consentirebbe di riacquistare competitività e allo stesso tempo aumenterebbe l’attrattività dell’intero sistema, ovvero gli obiettivi che tutti dovremmo avere per il nostro Paese”.

Un altro obiettivo prioritario è il rapporto con l’Italia?

“La bellissima ed emozionante visita del Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella ha sancito un nuovo modello di relazione tra i due Paesi, non solo basato sulla necessaria collaborazione, ma elevato a livello di cooperazione. Dobbiamo dimostrarci all’altezza anche di questa occasione e costruire, assieme all’Italia, le migliori soluzioni per tutte le problematiche che da tempo si stanno protraendo – frontalieri, smaltimento rifiuti, sanità ecc. – e iniziare a lavorare a progetti condivisi per lo sviluppo economico di entrambi i Paesi: penso ai trasporti e alla viabilità, a impianti di produzione di energia che per dimensione potrebbero essere realizzati fuori territorio, ma anche a canali commerciali su cui condividere nuove strategie”.

L’altro evento atteso per il 2024, infine, sono le elezioni politiche. Come vi state preparando?

“Non essendoci ancora una data certa e visto il grande lavoro che si prospetta sia per mettere a regime l’Accordo di Associazione all’Unione Europea, sia per completare le riforme strutturali già in programma, il nostro auspicio è che la politica faccia leva sul proprio senso di responsabilità e continui attivamente fino all’ultimo minuto questo percorso, e che il prossimo Governo lo riprenda subito, senza che si sprechi ulteriore tempo prezioso. Anche per questo, come ANIS non faremo mancare il nostro contributo di idee e stimoli: abbiamo già avviato da tempo i lavori per una nuova analisi sull’andamento economico delle imprese associate attraverso il nostro Osservatorio, che verrà presentata il 19 febbraio nell’Assemblea pubblica. Un lavoro che fungerà da base anche per il documento programmatico che andremo a presentare a tutte le forze politiche che si presenteranno alle elezioni, come è stato fatto anche nelle tornate precedenti, affinché quell’economia reale che ci onoriamo di rappresentare, e che è riconosciuta come elemento di solidità e promotore di sviluppo, venga valorizzata anche nelle loro proposte e possa continuare a sostenere, sempre più e sempre meglio, il nostro sistema Paese”.

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