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Gas, per le imprese l’aumento è del 200% in un anno

da Daniele Bartolucci

Con la pubblicazione delle delibere n. 8 e n. 9 dell’11 novembre 2022 emanate dall’Autorità di Regolazione per i Servizi Pubblici e l’Energia, il “caso tariffe” si può dire concluso per il momento, anche se la questione principale, ovvero le politiche energetiche, continua a tenere banco a tutti i livelli.

LE NUOVE TARIFFE E L’EFFETTO SULLE IMPRESE

Come anticipato dal Presidente Marco Affronte, l’Autorità ha stabilito un aumento del 30% sulle tariffe del gas a partire dal 1° gennaio 2023, mentre relativamente all’energia elettrica l’adeguamento tariffario scatterà dal 1° dicembre 2022 e sarà indicizzato e variabile in base all’andamento dei mercati (con una minor quantificazione dello spread medio per il solo mese di dicembre 2022).

Se in linea generale, dunque, le delibere rispettano gli annunci degli ultimi giorni, di fatto non sono stati concessi tutti gli aumenti richiesti dall’AASS e, in particolare, non è stato scelto – seppure condiviso dall’Autorità come principio – di indicizzare anche il gas. Di fatto, però, l’aumento complessivo tra il 2021 e il 2023, è molto più alto, dovendo sommare i vari aumenti che sono stati autorizzati nel frattempo (a dicembre dell’anno scorso e a luglio): per le utenze domestiche si tratta di un 120% circa, mentre per le imprese (“gas tecnologico primario”) si va dal +194% del primo scaglione di consumo (meno di 40.000 metri cubi) al +214% delle aziende con i consumi più importanti.

Sulla tariffa dell’energia elettrica, invece, essendo istituita l’indicizzazione variabile, sarà possibile evidenziare la tariffa finale e quindi il reale aumento solo a consultivo. In pratica, gli utenti lo potranno verificare solo dopo che sarà emessa la bolletta. In questo senso, però, non ci dovrebbero essere scostamenti importanti dalle stime attuali, secondo i calcoli e le previsioni fatte dai tecnici AASS. In ogni caso, per tutti ma in particolare per le imprese, c’è comunque un problema ulteriore, perché senza una tariffa fissa e certa, non si potrà pianificare – almeno non inizialmente – questi costi al meglio.

“RESTIAMO COMPETITIVI PIÙ DI ALTRI PAESI”

Gli aumenti erano come detto già previsti, anche se c’erano tutte le condizioni perché fossero molto più sostanziosi: “Il lavoro di confronto e di verifica è stato ottimale e trovare questo equilibrio ci ha permesso comunque di ottenere per l’Azienda dei Servizi un aumento, mentre dall’altra parte sarà un aumento meno impattante su famiglie e imprese”, ha spiegato il Segretario di Stato al Lavoro, Teodoro Lonfernini. Il quale, insieme al collega Marco Gatti (Segretario alle Finanze), ha offerto anche un altro punto di vista, ovvero che “se paragonati agli aumenti che si registrano sulle tariffe nelle bollette dei cittadini medi europei e italiani, quelli nel nostro Paese sono al di sotto del 50%. E’ fondamentale che l’esercizio di analisi e confronto tra i dati venga fatto sull’intera annualità per valutare l’impatto dei picchi di richiesta della risorsa”. Ciò significa anche guardare all’andamento del prezzo di mercato, dove per esempio il TTF di ottobre quotava il gas a 1,146 €/smc, con un aumento del 423% rispetto ad aprile 2021.

Di fatto, “lo Stato è già intervenuto a sostegno di cittadini e imprese, calmierando i costi, e continua a farlo attraverso un approccio sostenibile e realistico, avendo la preoccupazione di salvaguardare, al tempo stesso, la nostra Azienda Autonoma di Stato per i Servizi Pubblici che è di tutti ed è una grande risorsa. Le circostanze non ci soddisfano pienamente”, ha comunque avvertito Lonfernini. “Non riusciamo, tra costi generati dall’acquisto delle materie e ricavi per i servizi erogati, a fare un equilibrio di bilancio immediato da presentare in Legge di Bilancio, ma è sostenibile e da oggi possiamo lavorare con certezza e una corretta pianificazione per almeno i prossimi tre anni. Unitamente a questo buon lavoro di contenimento e monitoraggio, dobbiamo portare a compimento l’analisi per la gestione delle risorse nel nostro Paese in futuro” (il richiamo è alla serata pubblica di dialogo e confronto con la cittadinanza che la Segreteria guidata da Lonfernini ha organizzato per mercoledì 23 novembre e di cui daremo conto nel prossimo numero di San Marino Fixing, ndr).

“Prendiamo atto”, ha poi spiegato Gatti, “che le condizioni di mercato, per quanto riguarda l’acquisto di gas ed energia elettrica, sono profondamente mutate in questo ultimo anno, non solo a livello di costo ma anche di durata dei contratti e di modalità di pagamento. Il Governo svolge da un lato un’azione costante per evitare nuovi aumenti, dall’altra un’attività per intensificare lo studio già in corso per introdurre impianti con nuove tecnologie ecosostenibili per puntare a una sovranità energetica quanto più piena; è questo il solo modo per gestire una politica tariffaria che non sia condizionata dalle variazioni di mercato e quindi da ciò che avviene fuori dai nostri confini. Il messaggio del Fondo Monetario Internazionale nella dichiarazione conclusiva sul nostro Paese”, ha concluso Gatti, “contiene parole di grande favore verso le politiche e gli strumenti adottati con lungimiranza per la gestione complicatissima della crisi energetica”.

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