L’aveva già fatto Carmelo Bene. Polemiche sterili: l’assolo meritava di essere inserito nel cartellone 2015 del festival.
di Alessandro Carli
(untitled) (2000), ultimo lavoro coreografico firmato da Tino Sehgal e portato in scena – all’interno del cartellone 2015 del festival di Santarcangelo dei Teatri – da Boris Charmatz al Lavatoio, ha suscitato – al di là del valore dello spettacolo, un omaggio alla danza del Novecento – un vespaio di polemiche. Non tanto per la totale nudità del danzatore, ma quanto per la chiusa, incorniciata da abbondanti citazioni legate a Duchamp: Boris difatti si gira verso il pubblico e, dopo aver suonato come una chitarra il proprio sesso, si mette a fare la pipì. Un gesto del tutto ordinario che, stranissimo, a teatro fa (ancora) scalpore. Detto che queste provocazioni sono già state fatte in passato – cosa da anni Settanta, gesto eseguito alla perfezione anche da Carmelo Bene in un lavoro che ha fatto tappa anche al Bonci di Cesena -, l’assolo meritava di essere inserito nel cartellone 2015 del festival.