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San Marino, Consiglio Grande e Generale: voluntary disclosure

da Redazione

Le stime compiute “per il peggior scenario” rispetto al possibile deflusso di capitali italiani dagli istituti bancari del Titano, “indicano – spiega Capicchioni all’Aula – un’elasticità di cassa massima necessaria di 5/600 milioni”. Il report dell’agenzia Della Torre.

 

Ad aprire la seduta della mattina è il riferimento del segretario di Stato per le Finanze, Gian Carlo Capicchioni, sulla voluntary disclosure e sulla presunta linea di credito chiesta all’Italia dal governo sammarinese. Le stime compiute “per il peggior scenario” rispetto al possibile deflusso di capitali italiani dagli istituti bancari del Titano, “indicano- spiega Capicchioni all’Aula- un’elasticità di cassa massima necessaria di 5/600 milioni”. Alla luce di questa eventualità, “il Governo- prosegue- deve garantire le condizioni per evitare che conti e bilanci delle nostre banche vadano in difficoltà” e si è perciò adoperato “per trovare una soluzione affinché possa garantirsi una linea di credito da usare solo se necessario e limitatamente all’importo necessario”. Segue poi l’intervento del segretario di Stato per gli Affari esteri, Pasquale Valentini, che porta in Aula i numeri delle contravvenzioni fatte agli automobilisti italiani. Nel 2013 e nel 2014 gli italiani che hanno ricevuto multe sammarinesi e che le hanno pagate sono stati 666, coloro che le hanno ricevute e non le hanno pagate sono 447.

Si apre poi il dibattito dei consiglieri, per larga parte dedicati alle osservazioni sulla voluntary disclosure, aperte dal segretario Capicchioni: “Se riguarda le banche, che sono aziende private, perché lo Stato si spende per chiedere ulteriore liquidità?”, chiede Federico Pedini Amati, indipendente di minoranza. Andrea Zafferani, C10, si dice deluso dal riferimento del segretario per le Finanze, criticandolo come “opaco” sebbene riguardasse una questione “di portata sistemica”. Più informazioni le chiede anche Ivan Foschi, Su: “Non possiamo limitarci a dire- lamenta- che la voluntary disclosure non avrà un grande impatto sul sistema. Non basta”. Per Tony Margiotta, Su, “prima di intraprendere qualsiasi iniziativa sull’apertura di linee di credito con l’Italia, andava coinvolto il Consiglio grande e generale”. Della stessa idea la collega Francesca Michelotti, Su: “Lo stesso segretario ammette che una decisione così non può essere presa in maniera unilaterale- osserva- è opportuno che il Consiglio grande e generale venga edotto delle possibilità”.Gian Matteo Zeppa, Rete, è durissimo: “Questo è un esecutivo debosciato- manda a dire- aprire una linea di credito, e dunque un indebitamento con l’Italia, per un atto normativo del governo italiano non è normale”. Roberto Ciavatta, Rete, chiede una discussione consiliare ad hoc perché “Le domande fatte oggi in Aula resteranno senza risposta”. Elena Tonnini, Rete, e Luca Santolini, C10, puntano il dito contro un governo che riferisce in Aula solo a cose fatte. Chiude il giro degli interventi della minoranza Franco Santi, C10, che dà lettura dell’Ordine del giorno presentato e sottoscritto da C10, Su e Rete, volto a inserire nella prossima sessione consiliare di Agosto un comma specifico sulla voluntary disclosure. Luca Beccari, Pdcs, si dice favorevole a dare informazioni non all’ultimo momento al Consiglio, ma lancia un monito:”Non possiamo fare discussioni in Aula su questioni ancora non messe in piedi- manda a dire-smettiamola di aprire caroselli sui giornali per giorni su questioni strategiche del Paese che possono compromettere l’iniziativa stessa”. Beccari esprime poi l’orientamento sfavorevole alla richiesta dell’Odg di Rete, C10 e Su: “Non credo che un dibattito in seduta pubblica sia una soluzione intelligente in questo momento”. Chiude il dibattito Gerardo Giovagnoli, Psd: “Non siamo nell’Ue, non ci sono fondi di riserva, per cui si ragiona di strumento di ultima istanza”, spiega. E ancora: “Quando è accaduto l’ultimo scudo fiscale, il più pesante, non è stato utilizzato perché le relazioni con l’Italia non lo consentivano, per fortuna siamo oggi in un altro stato di fatto, le relazioni consentono la disponibilità alla verifica per trovare un paracadute che potrebbe non servire”.

I lavori si interrompono e proseguiranno con il comma comunicazioni nel pomeriggio.

Di seguito una sintesi degli interventi della mattina:

Comunicazioni

Gian Carlo Capicchioni, segretario di Stato alle Finanze: “Intervengo in merito alle polemiche sulla presunta linea di credito chiesta all’Italia da San Marino. Il Governo italiano ha adottato un provvedimento per la regolarizzazione dei capitali detenuti all’estero da soggetti italiani. Ci sono somme depositate da italiani anche nei nostri istituti di credito. Abbiamo così deciso di adottare un atteggiamento prudenziale e abbiamo effettuato monitoraggi e valutazioni per capire gli effetti che poteva avere sul nostro sistema bancario. Questo monitoraggio ci ha permesso di pensare come sostenere la liquidità del sistema in caso di deflusso di denaro. Le stime effettuate per il peggior scenario indicano un’elasticità di cassa massima necessaria di 5/600 milioni. Se dovesse concretizzarsi questa necessità il Governo deve garantire le condizioni per evitare che conti e bilanci delle nostre banche vadano in difficoltà. Il Governo si è perciò adoperato per trovare una soluzione affinché possa garantirsi una linea di credito da usare solo se necessario e limitatamente all’importo necessario. Io credo che il sistema possa far fronte a questo impatto in maniera autonoma, ma il problema è che non tutte le banche hanno una liquidità tale da far fronte a un potenziale deflusso. Questa linea di credito non può che essere garantita e gestita da Banca Centrale. E’ opportuno evidenziare che ad oggi la voluntary disclosure non ha prodotto alcun effetto. Ci attendiamo un deflusso concentrato nel mese di settembre. Perché non abbiamo informato il Consiglio Grande e generale? Il coinvolgimento sarebbe dovuto avvenire con un quadro definito che ancora oggi non è presente. Il nostro sistema è in grado di fronteggiare questa voluntary disclosure ed eventuali necessità di attingere alla linea di credito possono essere solo temporanee e di impatto sul sistema non eccessivo. Stiamo solo creando un paracadute per il nostro sistema in caso si verificasse la peggiore delle ipotesi”.

Pasquale Valentini, segretario di Stato per gli Affari Esteri: “Intervengo per replicare a quanti avevano sollevato la problematica delle infrazioni al codice della strada. Lo spirito con cui era stata sollevata la questione era quello secondo il quale sembrava che, mentre i sammarinesi che contraggono le infrazioni in territorio italiano le pagano correttamente, così non avvenisse per gli italiani che contraevano infrazioni sul territorio sammarinese. I dati non dicono questo: nel 2013 e nel 2014 gli italiani che hanno ricevuto multe sammarinesi e che le hanno pagate sono stati 666. Coloro che le hanno ricevute e non le hanno pagate sono 447. Non possiamo fornire dati ufficiali, ma siamo certi che sono di più i sammarinesi che hanno contratto contravvenzioni in Italia senza averle pagate piuttosto che gli italiani che non hanno pagato multe contratte a San Marino. Vogliamo semplificare le procedure e abbiamo avviato un confronto con i territori limitrofi: la trattativa sta andando avanti e mi auguro di poter arrivare il prima possibile a una formulazione che ci dica definitivamente come risolvere le problematiche”.

Federico Pedini Amati, Indipendente di minoranza: “Mi aspettavo maggiori chiarimenti da parte del segretario di Stato sulla possibilità che San Marino si indebiti con lo Stato italiano per resistere a eventuali effetti negativi della voluntary disclosure. Se chiediamo un aiuto all’Italia per la fuoriuscita di capitali, si tratta di un debito. Se riguarda le banche, che sono aziende private, perché lo Stato si spende per chiedere ulteriore liquidità? Si inserisca un comma specifico sull’argomento nel prossimo Consiglio grande e generale, come avevo espressamente richiesto nell’ufficio di presidenza”.

Marino Riccardi, Psd: “Io vorrei sapere cosa sta facendo il Comune limitrofo a San Marino per recuperare le sanzioni non pagate? Posso assicurare che il nostro Paese fa tanto per recuperare quegli importi. Serve reciprocità per tutti e non solo per una parte. Vorrei poi fare un piccolo inciso. Le convocazioni consiliari fatte in questa maniera limitano la partecipazione politica di un consigliere eletto. Le convocazioni fatte in questa maniera danno la possibilità di partecipare solo a certe persone. E’ poi lesivo del diritto dei consiglieri anche il fatto che siano stati tolti i parcheggi riservati nel centro storico. Non andrò mai a parcheggiare al ‘Parcheggione’ perché fu una delle peggiori cose fatte negli anni ’90. Venne stipulata una convenzione capestre. Invito la Reggenza a convocare al più presto l’ufficio di presidenza per ripristinare i parcheggi. Se queste sono le idee per rilanciare il centro storico del Governo è meglio che l’Esecutivo vada via un giorno prima che un giorno dopo”.

Andrea Zafferani, Civico 10: “Sono amareggiato dall’intervento del segretario Capicchioni. Io credo che almeno le caratteristiche fondamentali del finanziamento dovrebbero dircele. Con chi fa trattative? Banca d’Italia? L’Istituto centrale casse popolari? La Cassa Deposito e Prestiti? Perché è lo Stato a portare avanti le trattative? Perché non interviene direttamente Banca Centrale? Chi offre le garanzie per questo eventuale prestito? Qual è il tasso di interesse applicato a questo finanziamento? Il Segretario non può fare un riferimento su una questione così delicata senza darci risposte a queste domande. Io resto molto deluso quando di fronte a questioni di portata sistemica come questa sento riferimenti opachi. Se non si sanno le cose, cosa dobbiamo fare se non avere dei dubbi? Resto basito. Ci viene da pensare che si stia chiedendo un prestito per finanziare la liquidità dello Stato che al momento è al lumicino. Bisogna fare un dibattito su questa questione e avere un riferimento preciso sulle domande poste prima. Avere un prestatore di ultima istanza con le garanzie che devono essere fornite dalle banche- e lo Stato non c’entra niente- è prassi che si fa in tutta Europa. Non è un problema. Ma ci deve essere maggiore chiarezza”.

Marco Podesch, Upr: “Il 22 luglio cadrà il 25esimo anniversario della scomparsa di Clara Boscaglia. Io penso che il nostro Paese debba ricordare la figura di questa donna”.

Ivan Foschi, Su: “E’ possibile che veniamo ad apprendere di certe notizie dai giornali? Sulla linea di credito è importante conoscere quali tassi, quali condizioni di finanziamento, da quale istituto di credito. Non possiamo limitarci a dire che la voluntary disclosure non avrà un grande impatto sul sistema. Non basta”.

Oscar Mina, Pdcs: “Riferisco in merito alla partecipazione della delegazione Consiliare presso l’Assemblea Parlamentare dell’Osce in programma a Helsinki i primi giorni di luglio. Nella sessione plenaria si è svolto un dibattito molto acceso in cui ha preso la parola anche il presidente della Finlandia. Nel corso dei lavori abbiamo sviluppato l’argomento principale della Sessione, dal titolo “Richiamare lo spirito di Helsinki”, a quarant’anni dalla nascita dell’Osce. Tra i temi all’ordine del giorno, la crisi Ucraina, la tragedia dei migranti nel Mediterraneo e i recenti attacchi terroristici. Annuncio ufficialmente che la delegazione sammarinese non prenderà parte alla trasferta prossima autunnale, considerati i costi elevati da sostenere e i tempi di lavoro molto ridotti”.

Paride Andreoli, Ps: “Compio un riferimento alla terza parte della sessione plenaria dell’Assemblea parlamentare del consiglio d’Europa a cui ho partecipato il mese scorso. Nel corso della sessione, l’Assemblea è stata chiamata a discutere la proposta di inserimento all’ordine del giorno di un dibattito per una comune strategia europea in materia di immigrazione”.

Tony Margiotta, Su: “Prima di intraprendere qualsiasi iniziativa, relativamente all’apertura di linee di credito con l’Italia, credo andasse coinvolto il Consiglio Grande e Generale. Le casse dello Stato non possono fare da garante a quei pochi vassalli o signorotti che periodicamente vanno in pericolo o in difficoltà. Stiamo parlando dell’attivazione di una linea di credito da 5-600 milioni di euro. Cosa non da poco”.

Matteo Zeppa, Rete: “Questo Esecutivo non ha niente di meglio da fare che inventarsi urgenti questioni a livello di programmazione economica sulla stampa. Il segretario di Stato Lonfernini anche l’anno scorso aveva tolto il diritto di parcheggio per i consiglieri. Se Riccardi vuole fare cadere il Governo sui parcheggi e sui diritti dei consiglieri evidentemente fino adesso non ho capito come fare opposizione. Se bastavano solo i parcheggi per far cadere il Governo ci saremmo dovuti concentrare maggiormente su quell’aspetto. Questo è un esecutivo debosciato. Aprire una linea di credito, e dunque un indebitamento con l’Italia, per un atto normativo del governo italiano è normale? No. Il Consiglio ha salvato più e più volte gli istituti di credito che non hanno voluto portare la sospensione dei mutui ipotecari a 24 mesi per coloro che sono indigenti. Non si può arrivare in Consiglio senza uno straccio di dati dicendo ‘fidatevi: sono ottimista. Io non mi fido. Io voglio i dati. Non si può dire “nella peggiore della ipotesi”. Ma c’è stato uno studio dietro a tutto questo? Io mi auguro che questo Governo cada al più presto. Il vostro dovere voi non lo fate. Io mi domando ancora come fate ad andare a dormire sereni. Avete trascinato un paese nella recessione. Parlate di aprire una linea di credito di 5/600 milioni che ricadranno sulle spalle dei sammarinesi. Vergognatevi”.

Francesca Michelotti, Su: “Non possiamo apprendere della necessità di aprire una linea di credito dai giornali. Lo stesso segretario Capicchioni ammette che una decisione così non può essere presa in maniera unilaterale. E’ opportuno che il Consiglio grande e generale venga edotto delle possibilità”.

Roberto Ciavatta, Rete: “Rispetto alla linea di credito con l’Italia, la cifra che circolava in comma segreto era di 6-700 milioni, sulla stampa è apparso un miliardo. L’ufficio di Presidenza ci dice che è meno, ma l’Aula non conosce la vera cifra in ballo. Credo non sia del tutto irrilevante che a discutere di questo prestito da parte dell’Italia sia un governo che è ai minimi storici. Con le contraddizioni che emergono in questi giorni, senza pensare che una cifra superiore al 50% del nostro Pil potrebbe essere molto significativa per gli anni a venire. Ci viene detto oggi a spizzichi e bocconi che l’operazione verrò fatta solo se necessaria, e solo per l’importo necessario, e bisognerà vedere come vanno le cose. Potrebbe anche non esserci bisogno della linea di credito e sarebbe Bcsm a gestire gli importi. Le domande fatte oggi in Aula resteranno senza risposta perché questo non è un comma specifico. Poi non ci è detto a cosa servirà questa liquidità. Sappiamo bene che le banche sammarinese hanno più o meno tutte usufruito di crediti di imposta, e che sono troppo grandi per fallire, e sappiamo che a fronte della liquidità che riceveranno, e degli interessi che dovranno pagare, c’è l’ombra della necessità dello Stato di intervenire. Di qui la necessità di affrontare il tema di quali banche siano veramente sistemiche e in quali si dovrebbe intervenire. Gli elementi che chiediamo da tempo non ci vengono date”.

Luca Santolini, C10: “Non stiamo parlando di asfaltare una strada. E’ assurdo che su questi argomenti il Consiglio grade e generale venga a sapere le notizie dai media. Non abbiamo elementi per dire ‘si deve o non si deve fare’. L’equivoco di fondo è che i riferimenti del governo al Consiglio vanno fatti a cose fatte, non deve essere così. San Marino è una Repubblica parlamentare, il Consiglio è l’organo sovrano. Con i colleghi di minoranza stiamo lavorando all’Odg per chiedere dati più dettagliati, volevo fare un appello in questo senso, che si smetta di pensare al Consiglio come se fosse un orpello dell’attività del governo . Sugli orari delle convocazioni: ultimamente si era riusciti a trovare un giusto compromesso con le esigenze lavorative e con la convocazione dalle 13 alle 20. Invece queste convocazioni-fiume, oltre a mettere a dura prova la resistenza fisica dei consiglieri, sono per molti insopportabili per gli impegni lavorativi, chiederei di rivederle per le prossime convocazioni”.

Elena Tonnini, Rete: “Si sarebbe dovuto parlare a microfoni aperti del prestito con cui si va a indebitare il Paese per una somma che fa rabbrividire. Non c’è un mandato di questo Consiglio a chiedere un paracadute per le banche. Eppure le ricadute di questo intervento avranno un impatto su tutto il Paese, anche se è di carattere interbancario. Il segretario si bea che, pur procedendo a questa richiesta, nulla c’è di certo. In Consiglio portate le cose solo quando sono state già decise. E’ un prestito ingentissimo rispetto il bilancio del Paese. Capicchioni decide di prendere questa scelta discutibile in mancanza degli impatti? L’azione che oggi pretendete di fare, nel silenzio di un’Aula svuotata della sua funzione, ricadranno per anni sulla testa dei cittadini”.

Franco Santi, C10: “Leggo l’Odg sottoscritto da C10, Su e Rete. ‘Il Consiglio Grande e Generale, a seguito della comunicazione del segretario di Stato per le Finanze sulla Voluntary disclosure, (…) ritenendo che data l’importanza dell’argomento (…) il tema non possa essere confinato in ambito di comunicazione, incarica l’ufficio di Presidenza di scrivere un apposito comma nella prossima sessione consiliare di agosto per un riferimento in merito e successivo dibattito'”.

Luca Beccari, Pdcs: “Sull’utilizzo del comma comunicazioni per affrontare dibattiti su temi non posti all’Odg bisognerà fare una riflessione. Continuiamo ad usare impropriamente questa sede per svolgere riflessioni che sono legittime. Ma il segretario non ha diritto di replica a 10-15 interventi in cui sono state fatte determinate elaborazioni. Al di là di quello che possono essere le riflessioni sull’inserimento o meno di un comma su questo tema, ritengo che siamo sempre alle solite con questo approccio. E’ stato poi detto che mancano simulazioni e studi sulla voluntary disclosure. E’ ovvio che si parte da numeri e dati, non ci sarà mai però uno studio sull’esatto flusso che ci sarà al termine della procedura. Non sappiamo la posizione dei singoli clienti italiani e la loro volontà. Continuiamo poi a confondere finanziamenti per liquidità e quelli per altri motivi. Per le banche un’uscita di depositi in un arco molto stretto, di due-tre mesi, come possibile conseguenza per l’adesione alla voluntary disclosure, significa dover avere risorse liquide per liquidare a vista i clienti che vorranno rimpatriare. Per una banca, che è intermediario del credito, significa un problema di liquidità. Il poter disporre di una iniezione di liquidità supplementari, non significa fare un’azione a supporto di uno squilibrio economico patrimoniale, ma che la banca per trovare una provvista, per cui dovrebbe aver bisogno di molti mesi, può invece non dover alterare sua politica di gestione del credito, per esempio. Se vogliamo parlare di massimi sistemi diciamo che oggi siamo di fronte a un momento trascendentale, benissimo, ma facciamo almeno un tentativo di comprendere le dinamiche di un sistema finanziario o di una banca. Mi trovate concorde alla richiesta di informazioni non all’ultimo, ma vi chiedo buon senso. Non possiamo fare discussioni in Aula su questioni ancora non messe in piedi, smettiamola di aprire caroselli sui giornali per giorni su questioni strategiche del Paese che possono compromettere l’iniziativa stessa. Non credo che un dibattito in seduta pubblica sia una soluzione intelligente in questo momento. Preferirei un’altra soluzione”.

Gerardo Giovagnoli, Psd: “Non vedo quale sia il vantaggio portare avanti motivazioni recondite e ombre tanto sull’apertura di una linea di credito. Probabilmente non ci sarà nemmeno bisogno di ricorrervi, non c’è certezza. Non ci sono questioni scientifiche. Un po’ di tranquillità. Non siamo certo contenti di fare una linea di credito ma è un’opzione da tenere in considerazione. Se ne parla con l’Italia, quindi una certa delicatezza ci ha fatto pensare di non esporre questi argomenti per giorni pubblicamente. Questi incontri romani si fanno continuamente e non solo per la disclosure e non è qualcosa che è stato al 100% chiuso. E la questione non può essere affrontata nel modo chiesto nell’Odg della minoranza. Non siamo nell’Ue, non ci sono fondi di riserva, per cui si ragiona di strumento di ultima istanza. Quando è accaduto ultimo scudo fiscale, il più pesante, non è stato utilizzato perché le relazioni con l’Italia non lo consentivano. Per fortuna siamo oggi in un altro stato di fatto, le relazioni consentono la disponibilità alla verifica per trovare un paracadute che potrebbe non servire”.

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