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Editoriale: Delle “3 E” almeno una è arrivata

da Daniele Bartolucci

“Il 2023 sia l’anno delle tre E: Economia, Europa ed Energia”, aveva ribadito la Presidente ANIS, Neni Rossini, proprio su queste pagine a inizio anno. Uno stimolo, ma anche un auspicio, che finalmente la politica ragionasse sui grandi temi del sistema Paese (l’integrazione con l’Europa, a livello economico ma anche regolamentario e diplomatico) e su quali pilastri tale sistema si regga (l’economia reale), non dimenticandosi della stretta attualità (come lo erano – e lo sono ancora – gli energetici). Alla fine, solo la E di Europa ha raggiunto il suo traguardo, anche se ancora manca un po’ di strada perché l’Accordo sia realmente utilizzabile da cittadini e imprese. Sull’economia, purtroppo, le grandi riforme previste e attese da tanto tempo non sono arrivate: gli investimenti infrastrutturali non si sono visti, il nuovo PRG è stato sospeso, la riforma del Fondiss è sparita dal dibattito, il cantiere dell’IVA è fermo alle “fondamenta” e altri ancora devono partire. I dati economici sono ancora positivi, ma il clima di profonda incertezza sui mercati inizia pian piano a raffreddarli. Servirebbero appunto nuove spinte agli investimenti, ad esempio sull’energia.

E così, anche il 2024 dovrà essere “l’anno delle 3 E”: Economia, Energia ed Elezioni. Peccato che al momento l’unica certezza sia solo su queste ultime.

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