Home AttualitàCultura Visto per voi: “Underground (Revisited)” di Marco Pesaresi a Savignano

Visto per voi: “Underground (Revisited)” di Marco Pesaresi a Savignano

da Redazione

Poderoso, attuale, ficcante e, a modo suo, unico e attuale. “Underground (Revisited)”, il reportage di Marco Pesaresi a Savignano sul Rubicone visitabile visibile sino all’8 agosto all’interno del Consorzio di bonifica (via Garibaldi, 45) è un viaggio “antico” (il fotografo l’ha compiuto oltre 20 anni fa a pellicola) nelle metropolitane della grandi città del mondo. Scatti “vicini” – questa è la sensazione che si percepisce nel guardare le 84 immagini in mostra – e sinceri, attimi “raccolti” quasi sempre con la partecipazione dei soggetti “fermati” (era questa una delle grandi forze di Marco, il saper instaurare un rapporto con le persone) che “vivono”, con gli occhi, alla composizione dell’inquadratura. Scansionato in base alle città (Londra, New York, Spagna, Calcutta, Milano, eccetera), l’allestimento prevede anche una gigantografia, uno scatto che fa da totem alla stanza e che, in qualche modo, accompagna il visitatore nel viaggio per immagini (e quindi immaginifico).

A far da “Cicerone” al vernissage, venerdì 5 giugno, Denis Curti, 2005 al 2014 direttore di “Contrasto” e oggi curatore – assieme a Mario Beltrambini – dell’allestimento della mostra (foto Alessandro Carli – San Marino Fixing). Mostra che, ha raccontato lo stesso Curti, “mantiene un’attualità incredibile: la forza esplosiva di Marco” avviene “con modalità che oggi sembrano antiche”. Un racconto realizzato con “una macchina fotografica e un rullino” e che quindi non permetteva di vedere i risultati delle inquadrature.

Marco Pesaresi, ha aggiunto Denis Curti, “amava il bianco e nero ma ha deciso di scattare a colori” in quanto il lavoro gli era stato commissionato dalla rivista “7 del Corriere della Sera”, nata come magazine per la pubblicità a colori. E, visti i risultati, non si può che rimanere incantati: la poesia che “esce” ha la forza del vento e della pioggia.

“Marco era un fotografo consapevole e capisce che il ‘colore’ rappresenta un’opportunità” ha proseguito Denis Curti. “E quando scende nelle viscere della terra incontra persone che conosce bene. Attraverso una logica di disperazione interna, instaura un rapporto dialogico”. Un mondo fatto di ruggine, di nero e di sporcizia diventa un terreno di crea uno scambio. Pesaresi, ha concluso il curatore, “aveva un punto di vista speciale”. I suoi scatti sono “autoritratti di un giovane che cerca altri giovani”. Come quelli che si baciano prima di salutarsi, come quello che si infila una siringa in un braccio, o quelli che aspettano l’arrivo della metropolitana, o che la abbandonano. Un progetto sincero, bello, quello racchiuso in “Underground (Revisited)”, che ti fa capire la differenza tra guardare, vedere e osservare.  

Lucia Lombardi

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