Home Dal giornale La “musica” del Dalai Lama, un inno ai sentimenti più pacifisti

La “musica” del Dalai Lama, un inno ai sentimenti più pacifisti

da Paolo Bandini Callegari

L’ultima volta che ebbi l’onore di essere Gandavara – “guardia del corpo” di Sua Santità Tenzin Ghiatzo il XIVesimo Dalai Lama del Tibet fu nell’ormai lontano 1989. Non scorderò mai lo sguardo di bambino, di un’immensa saggezza che emanava da quell’uomo. Sua Santità, il Dalai Lama è il capo di Stato e il leader spirituale del popolo tibetano. È nato con il nome di Lhamo Dhondrub il 6 luglio 1935, in un piccolo villaggio chiamato Takster, nel nordest del Tibet. Nato in una famiglia contadina, è stato riconosciuto all’età di due anni, secondo la tradizione tibetana, come la reincarnazione del suo predecessore il XIII° Dalai Lama, cioè come l’incarnazione di Avalokitesvara, il Buddha della Grande Compassione. I Dalai Lama sono la manifestazione del Bodhisattva (Buddha) della Compassione, il quale sceglie di reincarnarsi per mettersi al servizio degli esseri senzienti. Badate bene il Buddismo non è una religione ma piuttosto una filosofia e per questo non fa proselitismo: chiunque può professare questa filosofia pur appartenendo ad altre confessioni religiose. Proprio adesso in questo difficile momento vorrei ancora poter parlare con il Dalai Lama come feci quella notte: sono certo che ancora oggi mi darebbe quello stesso insegnamento. “Vedi Paolo, gli esseri su questa terra hanno un grande bisogno di sorreggersi l’un l’altro, non c’è più spazio né tempo per le guerre. Il nostro futuro è legato alla generosità e alla collaborazione, solo così potremo avere un futuro”. “Lei ha ragione Sua Santità ma oggi vede siamo colpiti da una spaventosa epidemia, e ancora non capiamo come possa essere accaduto”.

“Le società nel mondo sono ancora governate dal denaro e dal potere, che genera sopraffazione dolore e morte. Benché tutte le religioni del mondo non parlino che di amore e compassione, questa importantissima virtù non viene esercitata non capendo che è proprio quella la soluzione per lo sviluppo armonioso di questo pianeta. Questa è la radice di ogni malattia sia fisica che mentale e quello che sta accadendo ne è l’esempio, non c’è collaborazione ma solo sete di denaro e potere, c’è divisione anche in un momento come questo in cui la collaborazione di tutti popoli sarebbe indispensabile per battere questa epidemia. Vedi, molte sono ormai le conoscenze delle diverse medicine nel mondo, alcune di esse addirittura millenarie, e i vantaggi di una loro collaborazione sarebbe risolutiva, ma ancora questo non avviene. Ancora si parla della mia o della tua Nazione invece che unirci per battere questo terribile nemico creiamo differenze e barriere al fine effimero di raggiungere livelli di potere prevaricanti e traguardi economici del tutto inutili. È purtroppo sempre l’ignoranza il male più grande che ci affligge ancora oggi”.

“Lei ha ragione Santità. Lo ricordo bene, era il 26 ottobre del 1989 quando Papa Giovanni Paolo II indisse ad Assisi la Giornata della Pace Universale invitando tutti i membri delle religioni del mondo e ottenendo per la prima volta una giornata di tregua mondiale da ogni conflitto. Cosa che nella storia non era mai accaduto. Tutti i capi religiosi pregarono insieme per la pace nel mondo. Fu la prima volta nella storia e fu incredibile la forza che l’Unione di tutte le confessioni religiose del mondo unite poterono avere. Sarebbe tempo che questo meeting si riunisse ancora e ai capi Religiosi si unissero anche i capi politici ed avremmo la pace”.

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