Home Dal giornale Alluminio Sammarinese al centro del “Salotto” veneziano

Alluminio Sammarinese al centro del “Salotto” veneziano

da Alessandro Carli

“In un contesto di divisioni politiche acutizzate e disuguaglianze economiche crescenti, chiediamo agli architetti di immaginare spazi in cui possiamo vivere generosamente insieme” ha spiegato in occasione del “lancio della kermesse internazionale Hashim Sarkis, curatore della 17esima Mostra Internazionale di Architettura di Venezia, in programma sino al 21 novembre 2021. Una “sfida” che il Monte Titano ha colto e rilanciato: all’interno del Padiglione della Repubblica di San Marino (Campo San Fantin numero 1897, di fronte al teatro “La Fenice”) difatti si “staglia” un’imponente struttura, realizzata da Alluminio Sammarinese.

“Qualche tempo fa – racconta Marco Candotto, tecnico di Alluminio Sammarinese –il professor Riccardo Varini dell’Università degli studi di San Marino, con il quale abbiamo già avuto precedenti collaborazioni, mi ha inoltrato una email contenente le bozze del progetto per la realizzazione del Padiglione di San Marino proponendoci di poter aderire come partner dell’evento. Ho subito preso visione delle bozze , ho concordato con il professor Riccardo Varini alcuni dettagli della struttura  e quindi ne ho confermato la fattibilità al nostro Amministratore Delegato Stefano Ceccato che ha vagliato il progetto. A questo punto l’impegno di Alluminio Sammarinese era quello di realizzare, in tempi veramente ridotti, quanto richiesto: un ‘abitacolo luminoso’ che doveva avere anche la funzione di ‘totem culturale’ completamente smontabile da assemblare con molta cura ed attenzione in loco in quanto lo spazio dell’Ateneo Veneto dedicato al Padiglione è storico. Il ‘parallelepipedo ha funzioni molteplici: può ospitare proposte espositive legate alle conferenze, o anche i visitatori che si siedono e si fermano per chiacchierare o per comunicare, grazie a un supporto digitale, le proprie ipotesi di come vorrebbero vivere insieme in prossimità”.

Il corpo dell’installazione è costituito da una sorta di organismo pulsante, un cervello luminoso – metafora della cultura, che dona carattere all’esposizione e accoglie alcune parole chiave, che vengono digitate dagli ospiti su una tastiera e proiettarle in diretta sulle superfici luminose costituite da teli bianchi in tessuto teso.

Una “sfida” che Marco Candotto definisce “nuova” per l’azienda del Monte Titano.

“Il 2020 – racconta – è stato un anno di profondi cambiamenti e nuove sfide per tutti  e quindi crediamo sia importante approcciarsi a questi importanti eventi a livello internazionale. Gli architetti, principali visitatori, fungono da elemento propulsore per l’apertura verso nuovi progetti  e la durata della Biennale ci darà l’opportunità  di poter incrociare, conoscere ed attrarre nuove realtà con le quali potersi confrontare. La ‘scultura’ che ho realizzato e che sarà esposta ci permette di far vedere la duttilità dell’alluminio, la sua malleabilità e la sua capacità di essere trasversale”.

IL TITANO E IL TEMA DELLA BIENNALE

La Biennale Architettura di Venezia affronta quest’anno il tema “How will we live together” e ospita 112 partecipanti provenienti da 46 paesi oltre a eventi collaterali e padiglioni esterni. La Repubblica di San Marino ha scelto per l’occasione di mettere a confronto il pensiero di due degli architetti sammarinesi che più si rapportano con il contesto internazionale Enrico Muscioni e Massimiliano Raggi, con le opere di alcuni scultori cinesi (Fan Haimin, Fu Yuxiang, Min Yiming, Nie Jingzhu, Wu Wei, Wang Yi, Shen Jingdong, Zhang Hongmei, Zhang Zhaohong e Zhu Shangxi) e con il lavoro di un gruppo di studio composto da docenti e studenti dell’Università degli Studi di San Marino coordinati dal professor Riccardo Varini.

All’interno del Padiglione si innesta anche il lavoro di Marco Nereo Rotelli con installazioni luminose e sculture in marmo e vetro; l’artista invita anche il visitatore a lasciare dei commenti su fogli di carta riciclata intesi come luoghi del pensare.

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