Le previsioni di crescita del Pil italiano formulate dal Governo sono messe in dubbio anche dall’Ocse, dove si sta lavorando in queste settimane all’Outlook Economico semestrale che verrà diffuso il 20 novembre. Gli esperti dell’Organizzazione concordano con altre istituzioni internazionali nel ritenere ottimistica la stima di un aumento del Pil dell’1,5% Pil nel 2019 grazie alle iniziative previste dalla manovra. Anzi, c’è “un rischio elevato che le stime del governo non siano raggiunte, considerando sia l’impatto delle singole misure, sia il peso del peggioramento dello spread”, indica Mauro Pisu, l’economista che guida il desk Italia all’Ocse. Nelle sue previsioni “il Governo presuppone che la manovra abbia un impatto positivo sulla crescita di circa 0,6 punti di Pil, sulla base di un moltiplicatore dello 0,5, cioè per ogni euro speso si prevede un effetto positivo sulla crescita pari a mezzo euro nel primo anno, ma è un moltiplicatore più elevato di quello che la manovra può effettivamente generare”, spiega l’economista in un colloquio con Radiocor. All’Ocse per le stime semestrali si sta lavorando piuttosto su un’ipotesi di moltiplicatore attorno allo 0,3, ma nulla è ancora definito. Secondo Pisu, il reddito di cittadinanza potrebbe avere un moltiplicatore elevato, anche vicino a uno, ma solo se sarà “ben coordinato con i centri per l’impiego e ben tarato”. Il trasferimento di 7 miliardi di euro si riverserà sui consumi e spingerà la crescita se a riceverlo saranno persone effettivamente povere, ma se per qualche motivo dovesse finire anche a famiglie che tali non sono, il reddito sarà risparmiato e avrà un impatto minore sul Pil. Per avere l’effetto voluto, “il reddito dovrà basarsi su controlli altamente sofisticati ed efficaci” affinché vada a quanti ne hanno veramente bisogno. Condizioni che – par di capire – non sono da dare per scontate.
Il Sole 24 Ore Radiocor Plus