Home NotizieSan Marino Consiglio Grande e Generale: abbassare i toni dello scontro politico

Consiglio Grande e Generale: abbassare i toni dello scontro politico

da Redazione

Chiesta inoltre la consegna ai capigruppo consiliari della “copia delle relazioni di aggiornamento della società KPMG”. Il report di San Marino News Agency.

 

SAN MARINO – Nella seduta del 23 ottobre prosegue e si conclude il dibattito in Comma Comunicazioni, in cui da parte della maggioranza continuano gli appelli ad abbassare i toni dello scontro politico. “Se continuiamo a fare la guerra, colleghi di maggioranza, fallisce il nostro progetto politico- manda a dire Matteo Ciacci C10- e noi non possiamo più seguire quella strada”. Ciacci invita poi i consiglieri di opposizione ad ‘un cambio di passo’: “Noi a questo gioco non giochiamo più- insiste- il Ccr di ieri deve essere il punto da cui ripartire”. Ma sul Ccr di ieri, al contrario, dalla minoranza arrivano giudizi critici: per Gian Carlo Venturini, Pdcs, “la convocazione è giunta un po’ tardiva”. Mentre Marco Gatti, Pdcs, puntualizza che sull’esito dell’incontro di ieri si fanno passare “notizie distorte”: “Banca centrale- sottolinea, riferendosi alla vendita del pacchetto Delta- non ha mai deciso la vendita degli Npl perché favorevole”. Sempre Gatti chiude il dibattito in comma Comunicazioni presentato un Odg volto a chiedere la consegna ai capigruppo consiliari della “copia delle relazioni di aggiornamento della società KPMG sul piano operativo di ristrutturazione del Gruppo Delta predisposte nel 2017 e nel 2018”.

Dopo le risposte alle interpellanze e interrogazioni e l’aggiornamento delle composizioni delle Commissioni consiliari, si apre il comma 4 sulla presa d’atto delle dimissioni del Segretario di Stato per le Finanze, Simone Celli, e la sua sostituzione. Si riprende il filo del discorso avviato in comma Comunicazioni, con i riferimenti alle Ordinanze Morsiani, allo sconto politico e alle motivazioni delle dimissioni di Celli illustrate in una lettera consegnata alla Reggenza. Gli iscritti ad intervenire sono 53.

Di seguito un estratto degli interventi della seduta.

Comma n. 1 Comunicazioni

Lorenzo Lonfernini, Rf

Dopo la decapitazione Carisp, le varie vicende giudiziarie, si è giunti all’accordo di ristrutturazione interbancario su Delta per il recupero crediti. Nel corso degli anni sono rientrati crediti suddivisi tra tutte le banche interessate dall’accordo di ristruttuzione. Dal 2010 il trend di recupero si è ridotto del 90%, i crediti non riscossi sono ancora superiori ai 2 miliardi. In accordo con gli istituti italiani coinvolti nella Società di gestione crediti è stato avviato nel 2016 un processo di vendita, quando questo governo non c’era ancora. Perchè i maggiori istituti italiani comproprietari di Delta premono per la vendita? Perchè Cassa ha invece sempre tentennato sulla vendita? Forse perchè avrebbe palesato una svalutazione crediti che non si voleva far conoscere? Dei crediti rimasti, c’è una parte di interessi che per alcuni si ritiene importante. Si hanno crediti per lo più di 10 anni e destinati al consumo. Il performing si è esaurito, questo il motivo per cui gli incassi sono in costante calo, e 1,9 miliardi di valore è credito deteriorato. Se ci si vuole accostare al problema in modo tecnico occorre saper i termini dell’accordo di ristrutturazione, conoscere i costi medi di recupero, se ci sono garanzie, conoscere la realtà dei crediti sanitari, quali sono oggetti a contenzioso e di difficile rientro. Io dall’approccio tecnico mi chiamo fuori subito, non ho né competenze, nè conoscenze, lo lascio ai tecnici cui ripongo fiducia, le mie considerazioni non possono che essere politiche e non possono non tener conto delle ordinanze-Morsiani che hanno avuto un effetto politico. Serve un’attenta valutazione di quello che ci dicono i tecnici, cosa comporta la finalizzazione o cosa comporta invece lo stop della vendita. Il Cda di Cassa fin da aprile 2018 ha ritenuto che la vendita del portafoglio Arcade fosse la cosa meno sconveniente per Cassa. Poter recuperare, a seguito della vendita, 190 mln di euro forse non è proprio una operazine sballata, occorre togliersi la casacca politica e valutare cosa sia meglio per Cassa e per il Paese. Sia vendere che non vendere avrà conseguenze per Cassa, occorre la condivisione più ampia in ogni caso della semplice della maggioranza. Io sono disposto a valutare l’opzione di dire no alla vendita, ma bisogna essere consapevoli che si va incontro a delle conseguenze. Le scelte politiche vanno fatte, non è più tempo di temporeggiare. Sulla questione Leiton come maggioranza e governo siamo tranquilli, il mandato dato a Cassa è stato quello di fare gli interessi dello Stato, se qualcuno ha deviato da questo mandato se ne assumerà le responsabilità. Aspettiamo gli esiti dell’inchiesta. A Margiotta rivolgo un rispettoso augurio di buona strada. Ma voglio anche dirgli che, malgrado le difficoltà che stiamo incontrando, non ritengo esaurita l’esperienza di questa maggioranza, ma ritengo doverosa invece un’autocritica. Autocritica sì, ma abbandono della nave in tempesta no. Il Paese ha bisogno di calma, ponderazione, di un atto d’amore non di cattiveria.

Gian Matteo Zeppa, Rete

Vero, in politica le decisioni bisogna prenderle. Ma ho trovato, negli interventi, molto anomalo che la maggioranza non parli dei contenuti dell’ordinanza Morsiani. In Aula ricalchiamo i tempi della favola ‘i vestiti nuovi dell’imperatore’. Oggi vi scandalizzate che escono ordinanze, diversamente dal passato. Parlate sempre di fake news. Il congresso di Stato però ha fatto una conferenza stampa anticipando la questionr degli sms uscita poi fuori, e lo ha fatto per spostare l’attenzione dal sodalizio tra i suoi membri e alcuni ‘briganti’. A voi non vi importa cosa c’è scritto sull’ordinanza o negli sms, ma chi fa uscire queste notizie. A dimostrarlo, l’incarico dato all’Avvocatura di Stato di perseguire Anonimous e Giornale.Sm, suggerendo nella delibera anche gli articolati di legge previsti per gli attentati ai poteri dello Stato. Ma forse gli attentati ai poteri dello Stato li hanno fatti altri. Voi stessi avete legittimato le fake news, portando una lettera firmata ‘Claudio Podeschi’ in Ufficio di presidenza. State delegittimando lo Stato e date voi gli indirizzi all’Avvocatura per attaccare le persone. Il Segretario Celli ha attaccato in modo indegno la legittima tripartizione dei poteri dello Stato e non ci sta che un collega di governo non lo abbia fermato.

Matteo Ciacci, C10

La preoccupazione per il clima in Aula della Reggenza è la nostra stessa preoccupazione. Le parole chiave che avete introdotto in maniera puntuale- serietà e responsabilità- sono parole calzanti che non vorremmo far cadere nel vuoto. Non vogliamo far cadere nel vuoto il bellissimo appello che avete fatto in Aula. Ma per dargli attuazione abbiamo bisogno di atti e fatti concreti. Noi vorremmo seguire l’appello della Reggenza e dire con forza ‘basta’ a questo scontro, ma dirlo non è più sufficiente, lo dobbiamo fare con azioni, in primis noi di maggioranza rivendicando i nostri risultati. Ieri si è riunito il Ccr aperto per la prima volta alle forze di opposizione. Le ragioni sono evidenti: cambio di passo e tentativo di condivisione sulla scelta sistemica legata al pacchetto Delta. Abbiamo pensato di coinvolgere anche Banca centrale per poter dare delucidazioni ai commissari della commissione Finanze su una scelta tecnica. Secondo loro la vendita del pacchetto Delta generebbe ingresso di nuova liquidità, miglioramento dei parametri di Cassa e la valutazione sui crediti- cito- ‘è interessante e di buon livello’. Ora non possiamo più parlare strumentalmente di svendita del pacchetto Delta ma di vendita, è un aspetto fondamentale. Ci stiamo accingendo, se la Commissione lo riterrà opportuno, a vendere il pacchetto Delta e non a svenderlo.

Ma se l’obiettivo è alzare sempre lo scontro, noi non possiamo più seguirlo. Se continuiamo a fare la guerra, colleghi di maggiroanza, fallisce il nostro progetto politico e noi non possiamo più seguire quella strada. Lo dico con tanto rispetto alle opposizioni e con la consapevolezza che un cambio di passo ci deve essere. Noi a questo gioco non giochiamo più, il Ccr di ieri deve essere il punto da cui ripartire.

Gian Carlo Venturini, Pdcs

Con tutto quello che è accaduto nell’ultimo mese, sono esterrefatto per gli interventi dei consiglieri di maggioranza. Le dimissioni in Bcsm, l’ordinanza Morsiani, le dimissioni Celli e Margiotta, da ultimo la pubblicazione della nuova ordinanza-Morsiani: in tutto questo gli interventi di governo e maggioranza sono orientati a difendere il proprio operato. Nessuna analisi, anzi si tende a scaricare le colpe sui governi passati e in particolare sulla Dc, incredibile. I fatti contenuti nelle ordinanze si riferiscono prevalentamente all’azione di personaggi nominati da voi e con la regia di Confuorti. Inoltre, in certi organismi sono stati trasferiti o mandati a casa dei sammarinesi che potevano dare fastidio. L’attuale Cda di Cassa sta procedendo, con la complicità dei membri di maggioranza della Commissione Finanze, a svendere Npl di Delta da 2 mld e 189 milioni per 165 milioni, di cui solo metà sono di Cassa. Ieri ha avuto luogo una riunione dell Ccr allargato ad opposizioni e Bcsm in cui si è arrivati a dire che è necessario vendere i crediti Delta e si è decantato come risultato della maggioranza. Anche se penso sia utile ogni momento di confronto, credo questa convocazione sia giunta un po’ tardiva. Valuteremo cosa fare, visto dove siamo arrivati. La maggioranza dovrebbe piuttosto spiegare come si è arrivati a questa situazione, cosa si è fatto in questi due anni, non potendo aumentare ulteriormente l pressione fiscale e non avendo trovato le somme necessarie -vedi la fuga di imprenditori come Ali Turki- non ci resta che svendere gli Npl Delta in attesa dell’arrivo del Fmi che ha tempi più lunghi. Non potete continuare a chiudere gli occhi, faccio appello ai consiglieri d maggioranza. Sulle dimissioni di Margiotta, che oggi viene definito traditore dai suoi colleghi, sarebbe meglio riflettere. In maggioranza qualcuno sta maturando consapevolezza sulle scelte compiute e sulle interferenze subite. Sintomatica è la sua contrarietà alla svendita Npl, nonostante lo scorso aprile abbia votato a favore con la maggioranza. Sulle dimissioni di Celli a tutt’oggi non si conoscono le reali motivazioni, intanto nell’ultima commissione Finanze dà l’annuncio con un intervento inaccettabile, con un attacco alla magistratura, alla stessa Banca centrale. Ancora più sconcertante è la mancanza di presa di distanze degli altri membri di governo e maggioranza. Tutto questo ha dell’incredibile.

Nicola Selva, Rf

Non ci sto alla degenerazione della politica e della democrazia, non la dobbiamo volere in Aula, né la vogliono i sammarinesi. Dobbiamo fare riferimento all’appello fatto dalla Reggenza. Anche io penso che questo progetto politico non sia finito e che sia sbagliato abbandonarlo quando si cerca di risolvere una situazione appesa da anni al futuro del paese, credo bisognerebbe fare piuttosto una riflessione. Si vuole solo imporre la propria posizione politica, invece la dialettica politica deve tendere a trovare sempre una sintesi. Quali sono le proposte e le idee? Dall’opposizione non sento altre proposte per portare il Paese fuori dalla crisi. Non si hanno soluioni. C’è una ordinanza, anche io sono preoccupato, ma non mi permetto di dare giudizi. Ho ascoltato colleghi che invece hanno già dato le loro sentenze.

Quando sono stati nominati Grais e Savorelli io ero all’opposiziome, sono nomine non fatte da questo governo. Le vicende andrebbero analizzate meglio da tutti. Ieri un passo in avanti molto importante è stato fatto con il Ccr aperto alle opposizioni, mai avvenuto prima. Ma se non riusciamo a collaborare su questa strada abbiamo comunque, come governo e maggioranza, il doverlo di fare con il paese, con le forze sociali e cittadini. Non servono colpi di scena e uno scontro all’ultimo coltello, serve una tabella di marcia il più possibile condivisa per affrontare i problemi, serve fare riforme e partirei proprio dagli Npl di Cassa.

Enrico Carattoni, Ssd

Le accuse politiche dalle opposizioni possono essere fatte, ma in modi degni e leciti. Credo gli appelli ella Reggenza siano stati colti da qualche consigliere dell’opposizione, che non ha lesinato critiche, ma nei modi più riguardati. Ci sono state mancanze e lacune anche leggerezze da parte della maggioranza. Però posso dire con certezza che non sono state fatte con vantaggio per qualcosa o per qualcuno. Grave affermare che i consiglieri di maggioranza non hanno la dignità di girare a testa alta nel paese. Sono certo di aver probabilmente commesso errori, ma in buona fede, e la dignità di girare a testa alta, a differenza di molti di voi, la mantengo sempre. Ho sentito interventi basati su voci di corridoio, tranquillizzo, non voglio distruggere nessuno, per me il confronto è uno strumento necessario.

A chi giova tenere uno scontro sempre così alto? Le risposte vanno cercate all’interno dei singoli gruppi, perché sicuramente a qualcuno giova questo contrasto, perché può evitare di affrontare nel merito le questioni. Ci sono una serie di anomalie nei crediti Delta da 10 anni. Dopo 10 anni paghiamo le conseguenze di non aver fatto sistema quella volta. Non abbiamo capito allora che ci stavano scippando il principale patrimonio che la Repubblica aveva. Nessuno si è mai chiesto perché la gestione dei crediti ci è costata 10-15 mln di euro l’anno. Vorrei un confronto aperto e privo di strumentalizzazioni. L’unico modo per farlo è mettere da parte l’acredine e chi nelle singole forze politiche alimenta lo scontro. Se i consiglieri di maggioranza non capiscono che alimentare lo scontro poterà solo disastri, è impossibile fare progressi. Se si isolerà chi alimenta lo scontro, allora sarà possibile ripartire.

Marco Gatti, Pdcs

Parto da una preoccupazione emersa in alcuni interventi di maggioranza, il cercare di evitare il fallimento di un progetto politico. Se ancora non avete capito che questo progetto è già fallito, e che alle prossime elezioni non riscuoterà alcun successo nel Paese, è un problema di fondo. Se non si riparte nel riconoscere le responsabilità politiche che hanno portato alla situazioni che le ordinanze fanno emergere, uno si trova nelle condizioni di continuare su strade pericolose per il Paese. Quando abbiamo presentato l’esposto alla Reggenza nell’aprile 2017, e nessuno in maggioranza si è preoccupato di andare ad analizzare i legami evidenziati da questa opposizione cattiva, c’è una responsabilità politica. Idem quando abbiamo urlato al colpo di Stato perché è stato rimosso un magistrato dirigente. Leggendo l’ordinanza, la rimozione non è il metodo usato da questo gruppo criminale? La vigilanza di Bcsm è stata rimossa e sostituita. E ancora, sulla verità delle cose: ieri ero presente nell’incontro con Ccr e Bcsm. Banca centrale non ha mai deciso la vendita degli Npl perché favorevole, lo hanno detto loro stessi di Bcsm che hanno un ruolo di controllo e non possono fare quello che devono fare i consiglieri di amministrazione. Non facciamo passare certe notizie distorte. Banca centrale ha fatto invece un esame parzialmente approfondito delle criticità che ci possono essere con una o l’altra scelta, vendita o non degli Npl, e l’ha messo in mano al Ccr. Non c’è stata data una prospettiva in merito, cerchiamo di non mettere in bocca qualcosa che non hanno detto. Da quando siamo usciti da quell’incontro, abbiamo iniziato a studiare le criticità e a cercare altre strade, noi non siamo contro la vendita, ma siamo per una scelta che dia prospettiva allo Stato. Non ho sentito dire ‘state tranquilli che se fate questo c’è prospettiva’. Se l’obiettivo è fare finta di avere condivisione, fatelo. Se vi interessa il bene del paese, invece, bisogna lavorare attorno a un progetto che non faccia morire il Paese domani mattina, Questo per me significa essere costruttivi e smetterla di guardare indietro, ma guardare quello che è successo. Sugli Npl si fa l’errore di guardare prezzo di vendita e non il valore dei beni. Secondo me ci sono soluzioni ‘b’ e ‘c’, ma bisogna approfondirla con organismi tecnici. Sul discorso della loro valutazione, tutti parlano delle relazioni tecniche ma dipende dai criteri su cui sono basate. Noi chiediamo la relazione Kpmg. Do lettura all’Odg sottoscritto dai gruppi di minoranza e dai consiglieri indipendenti.

“In merito alla vendita dei crediti del Gruppo Delta, in particolare alle problematiche relative alle loro svalutazioni, evidenziando che da 2010 la società KPMG ha analizzato i crediti Delta suddivisi per società, tipologia, e per fase ci recupero; che ogni anno KPMG aggiornava le proprie proiezioni sulle percentuali di recupero dei crediti Delta, fornando una relazione dettagliata a Cassa di Risparmio; che sulla base del monitoraggio di KMPG e delle proiezioni annualmente aggiornate, il Cda di Cassa formulava la proposta di rettifiche e accantamenti da iscrivere a bilancio in relazione ai crediti Delta; che le relazioni di KMPG, impostate sul criterio della continuità aziendale, non sono mai rese pubbliche, nonostante i contenuti siano di interesse nazionale per permettere un confronto sulle valutazioni dei crediti Delta;

evidenzianto altresì

– che nel mese di giugno 2017 KPMG ha consegnato a Cassa la relazione aggiornata al 31 dicembre 2016 e che sarebbe altrettanto utile conoscere gli esiti dell’aggiornaenot del 2018 (…)

impegna il Congresso di Stato a consegnare ai capigruppo consiliari delle forze politiche presenti in Consiglio grande e generale (anche in forma riservata) copia delle relazioni di aggiornamento della società KPMG sul piano operativo di ristrutturazione del Gruppo Delta predisposte nel 2017 e nel 2018″.

Roberto Giorgetti, Rf

Sulla decisione del consigliere Margiotta: trovo un po’ imbarazzanti certi accreditamenti da determinate persone, credo di poter confermare il progetto politico di questo maggioranza, è un progetto scomodo che affronta una serie di nodi del passato. Noi il percorso lo riconfermiamo per senso di responsabilità nei confronti del Paese, di certo non è un percorso ispirato a popolarità e consenso, se no avremmo ricalcato le scelte di altri partiti del passato.

Sul Teorema Confuorti: in questo momento abbiamo moltissime ordinanze e nessuna sentenza, non abbiamo nessun processo e neanche un rinvio a giudizio. Mi sembra che qualcuno volutamente faccia un po’ di confusione. Certo che le ordinanze non sono false, ma così come sono diffuse a stralci, forse si fa un po’ confusione. Le ordinanze sono ipotesi di indagini di un magistrato che fa il suo lavoro e dovranno passare per successivi vagli e per la decisione, se ci sono reati, di rinvio a giudizio, e se non ci sono, di archiviazione. E’ un percorso che però non si fa qui dentro.

Guerrino Zanotti, Sds Affari Interni

Sulla questione Leiton non è il congresso di Stato a dare disposizioni sulla vicenda Leiton, ma il Cda di Cassa ha deciso in piena autonomia e lo ha fatto mettendo in atto tutte le iniziative necessarie per il rientro del credito, mettendo in mora la società, sarà un giudice a dirimere la questione. Quello che non si chiede e sarebbe invece interessante, è sapere che la questione delle obbligazioni Leiton risale a 10 anni fa, e magari sarebbe curioso conoscere come ha avuto origine l’acquisizione di quelle obbligazioni e quali garanzie aveva quel credito. In questo momento è più importante però cercare di capire se ci sono inadempienze del congresso di Stato. A Denise Bronzetti che dice che al Paese non interessa la trattazione sui diritti civili e riportare in Aula le risultanze delle missioni cui partecipano i consiglieri sammarinesi, in cui si parla di diritti dell’uomo, io credo si sbagli di grosso. Ci sono moltissime persone per fortuna ancora molto attente a queste questioni e non credo sia il caso di sminuirli proprio quando questi diritti sono messi in discussione.

Marco Podeschi, Sds Istruzione

Visto che si è parlato della mia onestà, se ‘anonimous’ avrà la bontà di controllare e pubblicare ancora il mio telefono- e nessuno si è chiesto poi se sia lecita l’opera di verifica dei messaggi di un cittadino- forse potrà trovare un messaggio un po’ minatorio di un collega all’opposiziome. Quando si parla di onestà, se i colleghi hanno elementi li invito ad andare in tribunale a denunciarci e, se volete, andremo anche in galera. Io le mie vacaze le concordo con mia moglie e i miei figli, se poi parlare con qualcuno è reato, per carità, va bene tutto, umiliateci e offendeteci. Essere membro di governo significa oggi anche questo, anche ricevere minacce di morte. Sicuramente abbiamo sbagliato, non è che essere al governo ci lesina dagli errori, ma dileggio, sbeffeggiamento, risate, piccoli messaggi,…se avete elementi per denunciarci andate in tribunale. Chiedete dove sono andato in vacanza e chi vedo. Ci sono livelli minimi per cui prima di tutto siamo persone.

Comma 4. Presa d’atto delle dimissioni del Segretario di Stato per le Finanze ed il Bilancio, Poste, Trasporti e Programmazione Economica e sua sostituzione.

Guerrino Zanotti, Sds Affari Interni

Voglio partire dalle parole della lettera di dimissioni inviate da Celli alla Reggenza, in cui motiva la sua scelta con il ‘favorire un clima più dialogante e meno conflittuale’, nella consapevolezza di avere compiuto anche errori nella sua attività. A tali errori che può aver commesso dobbiamo associarci come congresso di Stato, le decisioni sono state prese infatti con massima responsabilità da tutto il governo. Parto da queste parole perché ritengo che anche in questo dibatitto verranno ‘riprese a più riprese’ le ordinanze impropriamente pubblicate su alcuni organi di informazione, e si discuterà ancora del loro contenuto. Io invece di quelle ordinanze non voglio parlare in questo dibattito. Posso immaginare il commento delle opposizioni, sosteniamo da sempre che sulle questioni legate alla giustizia, non dobbiamo farne oggetto di scontro politico. Le sentenze vanno lette ma non criticate, non demonizzate. Si tende sempre a criticare la nostra azione e a renderci responsabili di delitti e reati che non abbiamo commesso, mentre abbiamo operato in piena onestà. Non mi piace che ci si prenda il diritto di emettere sentenze in Aula.

Quale è il contesto del Paese in cui si collocano le dimissioni di Celli? L’occupazione è salita del 4%, la disoccupazione diminuita dell’1,3%, c’è riduzione del ricorso alla Cig, c’è una stabilità nel numero complessivo delle imprese operanti nel territorio, con un calo consistente di quelle senza dipendenti che in passato hanno creato distorsioni nel Paese. Un focus quindi sull’economia reale su cui questo governo ha rivolto attenzione. C’è anche il capitolo nero del sistema bancario con tutte le difficoltà e le scelte da compiere, ma qualche dato positivo arriva: il trend della raccolta per esempio, dai dati di Bcsm, il trend di deflusso dei risparmi si è fermato e anzi ha invertito tendenza.

Rimangono criticità cui dare risposte nei prossimi giorni con senso di responsabilità. Io sono soddisfatto della riunione di ieri del Ccr con tutti i rappresentanti consiliari, non doveva convincere qualcuno a cambiare idea, doveva essere, e lo è stato, un Ccr ch ha fornito elementi importanti per le scelte che dovranno essere fatte. Mi ha anche fatto piacere che da questo Ccr siano arrivate alcune riflessioni e proposte che ho accolto, ho potuto misurare le reazioni di alcuni gruppi di opposizione che non hanno fatto cadere del tutto queste proposte. Sono fiducioso si potrà discutere in modo concreto. Ci sono molte cose che governo e maggioranza devano fare, in continuità con la segreteria alle Finanze uscente, mi riferisco a riforme strutturali, come la riforma delle imposte indirette, a quella dell’ordinamento contabile che è in dirittura d’arrivo e verà portata in Commissione Finanze, poi l’introduzione della fatturazione elettronica. Abbiamo preso l’impegno all’interno dell’assemblea de soci di Cassa di proseguire nelle azioni di responsabilità per gli amministratori che hanno portato gravi danni al sistema bancario. Vogliamo portare a termine la lotta all’evasione fiscale, vogliamo introdurre strumenti che facciano emergere l’imponibile che oggi viene eluso, abbiamo la riforma della previdenza che va affrontata. Si sono voluti accelerare troppo i tempi e un ripensamento credo sia necessario ed è necessario ripartire con il dialogo con le parti sociali che vanno ingaggiate sul futuro della previdenza e del suo peso sul bilancio dello Stato. Sono tutti temi su cui daremo continuità nella nostra azione di governo, abbiamo la linea tracciata e su quella vogliamo proseguire. Sullo scontro politico che ci ha portato anche a discutere le dimissioni Celli: purtroppo lo scontro politico che viviamo non ha nulla di ciò che al Paese serve. Si è radicalizzato e alcuni partiti dell’opposizione hanno derogato dal loro ruolo di proposta e confronto ma non allo scontro personale, alle offese o alle sentenze emesse in quest’Aula. Chiudo facendo un augurio a Eva per il ruolo importantisimo e gravosissimo che si appresta a ricoprire, ben consapevole di quello che le spetterà. Un consiglio: procurati un’armatura che dovrai portare dentro quest’Aula per attutire la lapidazione verbale che subiamo ad ogni Consiglio. Ma toglila subito quando esci di qua, per andare a parlare al Paese che vuole invece il dialogo.

Pasquale Valentini, Pdcs

Parto dall’auspicio espresso nella lettera di Celli alla Reggenza, ovvero che la sua sostituzione possa favorire il ripristino di un clima meno conflittuale e più dialogante. Non stiamo facendo un discorso personale, parlo del Segretario alle Finanze di questa coalizione. Parlo in termini politici perchè sembra che qui confondiamo i due piani. Posso capire il travaglio personale, però inizierei con il dire che non l’avete aiutato nel desiderio che le sue dimissioni siano un atto di dialogo. Lui stesso con le motivazioni che ha presentato in Commissione non si è aiutato, le motivazioni non erano quelle della lettera, ma ha fatto un attacco fuori misura. Se volevate far passare l’avvicendamento come un rafforzamento dovete dire ‘comprendiamo lo stato d’animo, ma quelle cose che ha detto non le condividiamo’. Invece no, avete detto che siete quel progetto. E nello stesso momento in cui il consigliere Ciacci ha invitato ad abbassare i toni, ha poi detto alla maggioranza che lo scontro ‘ci fa perdere il progetto’. La preoccupazione non deve essere questo, piuttosto che questo modo di affrontare la situazione lascia macerie. In gioco non è il progetto di Adesso.sm, in gioco è se questo progetto tocca, investe e fa sentire questo Paese più sicuro e forte di prima, se infonde una ripresa. Se volevate aiutare il passaggio di Celli, biosgnava dire questo, non dire che eravate solidali con un giudizio distruttivo su Bcsm e tribunale.

Occorre riconoscere lo stato di cose, non possiamo affrontare le riforme se lo stato delle cose non è condiviso, se non abbiamo fatto uno sforzo perché venga fuori la verità. E non possiamo dire che le ordinanze non contano. Solo così si abbassano i toni della politica. Non sono d’accordo con il suggerire a Guidi di mettere la corazza, deve essere trasparente, se è trasparente non le possono fare niente. Te lo possono fare se vedono che sei legato, se hai qualcuno cui rispondere. Se si vuole far abbassare i toni, bisogna fare questo. Sono orgoglioso dei miei 30 anni qui dentro, e non c’è stato mai uno che mi ha detto ‘devi dire questo’. Ho sempre cercato di rispondere alla mia appartenenza politica, ma se fosse stato contro l’interesse dello Stato avrei fatto esattamente quello che ha fatto Margiotta. Non ho mai preso ordini.

Denise Bronzetti, Ps

I contenuti della lettera di Celli e del suo intervento in Commissione sono molto diversi, non è presente in Aula ma vorrei chiedergli quale delle due è da considerare. Preoccupa che dietro questa scelta del Segretario Celli ci sia, come viene descritto in quella ordinanza, un disegno sul settore bancario che coinvolge anche Cassa di cui è stato uno degli attori principali, per non dire il braccio armato. Per molti colleghi, in particolare delle opposizioni- purtroppo ne abbiamo parlato solo noi delle ordinanze- quello che preoccupa non è la negazione in sé del fatto, è questo continuo richiamo, sentito anche in questi due giorni di Consiglio, alla responsabilità e ad abbassare i toni e a lavorare insieme per il paese. Mi chiedo come si possa richiamare a questo senza prendere minimamente atto di tutto quello che c’è sul tavolo. In Aula si continua a negare tutto, l’esistenza di una ordinanza e i suoi contenuti, un’ordinanza che disegna un quadro inquietante, che descrive atti prodotti da questa maggioranza e da questo governo, ci si riferisce infatti a decreti e scelte fatte. Siete pronti ad una ammissione di responsabilità? A dire che avete sbagliato e che c’è una ordinanza e che siete pronti – qualora siano evidenziate responsabilità politiche e non altre- a lasciare? Ce la fate a fare questo? Perchè così i toni si abbassano, se no, non troverete alcuna disponibilità da parte nostra. Se i contenuti dell’ordinanza si trasformassero in avvisi di garanzia e fosse confermata l’autenticità di quei messaggini, vorrei vedere cosa avviene il momento dopo. Cerchiamo di fare scelte oneste un minuto prima dello sfacelo. A Guidi: la corazza più forte la deve mettere non qui dentro, ma fuori e non per i cittadini, ma per difendersi da falchi e avvoltoi che hanno già piantato artigli su certe questioni.

Marianna Bucci, Rete

A Zanotti: l’opposizione forse ha svolto troppo bene il suo ruolo di controllo, anche quello che non le spettava perché si è trovata da sola, quelli che dovevano controllare infatti non l’hanno fatto. Abbiamo denunciato il gruppo Confuorti dal 2017 e nessuno ci ha ascoltato, e lo abbiamo fatto con senso di responsabilità, prendendoci dei rischi, le denunce alla collega Tonnini ne sono esempio. Apprezzo che una persona ammetta di aver fatto errori, ma di quali errori stiamo parlando? Celli dice di aver fatto degli errori nella lettera di dimissioni. Cosa ha fatto? Ha messo il sale nel caffè o nominato il cda di Cassa? Deve dire di che errori parla. Il mandato di Celli è stato costellato di omissioni e bugie e non poteva che dimettersi con una bugia, dice infatti che lo fa per ripristinare un clima sereno ma attacca Bcsm e inveisce contro un magistrato. Ha fatto cadere la maschera, mostrando il soo vero volto in Commissione Finanze. Inveisce contro chi sta facendo emergere la capillare infliltrazione nel sistema. Se si sotiene Celli e non si prendono distanze vuole dire che si concorda con Celli e le sue invettive.

Si continua poi a prendere decisoni su valutazioni frutto di quelle infiltrazioni. Io non posso accettare quel bilancio di Cassa, non posso accettare le valutazioni degli Npl fatte dai consulenti di Confuorti. I presupposti su cui voler prendere scelti politiche sono questi. Voi volete fare come niente fosse e dite ‘procediamo sulla strada tracciata da Celli’ che chiaramente non è tracciata da Celli. Significa che con la sostituzione di Eva Guidi non cambierà nulla. Ma qualcuno si è sottratto da quella strada, significa che è possibile fermarsi e tornare indietro. Non è l’unica alternativa per il Paese.

Enrico Carattoni, Ssd

Difficile cercare dialogo se già si sentenzia sulla futura azione del consigliere Guidi che non ha ancora giurato come Segretario. Sulla differenza dell’atteggiamento tra questo governo e il vecchio rispetto le ordinanze. Nella legislatura precedente c’era la commissione di inchiesta Fincapital le cui conclusioni hanno dato avvio a un processo importante e che hanno generato un’indagine nel paese. Quello era un processo partito dalla politica che aveva composto quella Commissione e da lì in avanti si sono dimessi consiglieri e segretari di Stato perché erano indagati o rinviati a giudizio. Si sono dimessi i consiglieri indagati che avevano subito sequestri. Oggi parliamo di ordinanze e si stanno facendo osservazioni su testi di sei mila pagine di cui abbiamo visto pubblicate solo alcune pagine. Nella scorsa legislatura si è ricorso a un metro forse legittimo, c’erano indagati, arrestati, c’erano misure importanti al di là di ordinanze. Oggi questo non c’è. Avete voluto far passare il messaggio che il presidente di Cassa fosse indagato come persona. Oggi c’è il testo di una ordinanza sicuramente preoccupante che deve far luce sui tentativi di intromissione sulla vita economica del Paese, ma non hanno coinvolto né segretari di Stato, né consiglieri, ma si dice lo stesso che si devono dimettere. Valentini dice che dobbiamo ammettere le cose gravi fatte negli ultimi due anni, ma di quello fatto prima, no? Su quello c’è la prescrizione della condivisione delle verità? Come mai quando Valentini era Sds alle Finanze era possibile che la gestione dei crediti Delta costasse 15 mln di euro l’anno e nessuno abbia mai detto una parola in 10 anni, dal 2008 ad oggi. Ma le verità bisogna condividerle da adesso, prima no. Se c’è volontà di abbassare i toni, non si può dire ‘adesso vi flagellate e vi assumete tutte le colpe e noi siamo salvatori della patria’, e non lo può dire chi è in quest’Aula da 30 anni. Nella lettera pochi hanno colto quello che dice Celli, si dimette per favorire un clima più dialogante e meno conflittuale, anche qui c’è una svolta. Era impensabile che un segretario di Stato in passato mettesse davanti un progetto politico. Non si dimette per motivi giudiziari. E ora non c’è più alibi per evitare il confronto, ora che lui stesso vi ha tolto l’alibi, non avete più scuse per sedervi a un tavolo di confronto, tutto il resto saranno delle scuse.

Davide Forcellini, Rete

Dopo due anni di disastrosa gestione della Segreteria più delicata siamo qui a parlare delle dimissioni di Simone Celli. Non mi tornano le parole di Ciacci, quando dice che queste dimissioni sono state fatte per abbassare i toni, quindi in discontinuità a quanto fatto finora, manda un messaggio poi ai consiglieri responsabili. E’ un palese segno di debolezza di questa maggioranza che sente che i numeri gli vengono meno e che teme che alle dimissioni di Magiotta ne seguiranno altre. Non torna poi i consiglieri di Ssd che dicono che la politica economica, pur cambiando il segretario, sarà mantenuta. Ribadendo fiducia nell’operato del Segretario. Non mi sembra corrispondente alla posizione in tutta la maggioranza. Se c’è fiducia nei confronti di Celli, perché la maggioranza non ha chiesto il ritiro delle dimissioni e non ha mosso un dito per proteggere il Segretario di Stato? Questa maggiorana ha poi un grosso problema, ovvero la sua non rappresentantività. Non me ne voglia il futuro Sds alle Finanze che con 50 preferenze si troverà la responsabilità della Segreteria più delicata di governo. Vorrei capire come possa essere diretta dal congressista meno rappreentantivo e lo dico alla luce dell’autorevolezza che la Segreteria alle Finanze deve avere nel momento che andrà a prevedere politiche restrittive. Come farà a mantenere la schiena dritta di fronte alle forzature viste in questi anni e oggi oggetto di ordinanze? Non sarebbe stata meglio la scelta di un candidato politicamente più forte? Questa nomina mi sa molto di immolazione di un capro espiatorio che sarà sacrificato.

Gian Carlo Capicchioni, Psd

Quando, a due mesi dall’insediamento, si dice che non ci sono più soldi per pensioni e gli stipendi dei dipendenti pubblici dando colpa a passati governi, si sono fatti errori di valutazione pensando che facesse presa sulla cittadinanza, ma non è così. La gente ha preso paura. Quando in Cassa, a un mese dalla scadenza naturale del suo Cda, si interviene in quella maniera, nella cittadinanza che ha risparmi in quella banca, la tranquillità è venuta meno. E’ il metodo usato da questa maggiorna e governo che è stato sbagliato, si è arrivati a fare panico e terrorismo per accreditarsi. Zanotti parla di crescita, io non la vedo. Fermiamoci, facciamo un punto zero. Recepisco il messaggio del consigliere Ciacci e voglio pensare sia quello che effettivamente questo governo e maggioranza vogliono intraprendere.

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