“Emilia e Romagna sono due realtà economiche profondamente diverse e non solo per il fatto che la Romagna, per un terzo del proprio PIL, vive di turismo”. Così Gianluca Pini, deputato della Lega, torna, dai microfoni di 24mattino, su Radio24, intervistato da Luca Telese e Oscar Giannino, sulla proposta leghista di un referendum sulla divisione della regione governata dal Pd Bonaccini, l’Emilia-Romagna. Ma non chiamatela secessione, però, perché non ci sarebbe, continua Pini, “nessuna secessione, ma semplicemente l’applicazione di un articolo della Costituzione, che è il 132, e permette – con tutta una serie di passaggi democratici e costituzionalmente garantiti – di costituire, qualora ne facciano richiesta un tot numero di persone, un tot numero di comuni una nuova regione”. La proposta insomma c’è ancora, e si raccoglieranno le firme. “Noi semplicemente diciamo: facciamo che siano i cittadini romagnoli ad esprimersi”, dice sempre Pini a Telese e Giannino, “decidano loro se vogliono rimanere sotto – diciamo così – il cappello di Bologna come regione unica Emilia-Romagna o se invece vogliono essere autonomi”. La Lega, insomma, vuole far decidere i cittadini, mentre il Pd, per Pini, “dice: No, decidiamo noi!”. “E il problema è che lo fanno dal basso di una rappresentanza veramente scarsa perché nessuno dimentichi che Bonaccini, l’attuale presidente della Regione Emilia-Romagna”, chiude Pini, “è stato eletto con meno del 19% del consenso dell’intero corpo elettorale, veramente un’inezia. Mi sembra un esercizio molto poco democratico”.