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Repubblica di San Marino, la lettera di Paola Barbara Gozi

da Redazione

SAN MARINO – Desidero presentare apertamente il mio rammarico verso il contributo all’interno del XLIII annuario della Scuola Secondaria Superiore di San Marino, riguardante l’argomento del 1943- 1944.

Precisamente ho rilevato che purtroppo è abitudine, per coloro che intendono trattare il periodo fascista sammarinese, orientare il discorso in un’unica direzione, altresì denigrare e ridicolizzare i personaggi del momento, sommergendo la verità storica, calcandola invece con appellativi subdoli che non portano alla conoscenza, alla formazione dell’individuo, ma sono solamente strategie dettate da palese cattiveria verso la mia cara Famiglia.

Sono convinta che il farsi trasportare dai propri sentimenti, dalle proprie ideologie politiche, giudicando e condannando le persone, trovando dei colpevoli, non sia formazione e cultura, non sia utile per comprendere la storia nella sua interezza, nella sua obiettività, ma sia un fine che porta all’aridità e alla bassezza del progetto iniziale.

Mi preme sottolineare che oltre i Gozi, sono stati messi volutamente a processo più di 50 persone nonostante due Magistrati italiani Comandini e Angeletti partigiani ed antifascisti, non avevano trovato pene alcune; che un ragazzo giovane è morto nella Rocca di tifo e paratifo.

Nel mio piccolo, contando sulle mie capacità e sui valori di fermezza e di onestà a me tramandati, sto cercando di arrivare ad una pacificazione generale, ad una visione obiettiva del ventennio non solo per i miei avi, ma considerando tutte quelle famiglie che hanno vissuto quel turbinoso periodo, nel bene e nel male.

Ma se si continua, a mio avviso, a mettere sempre il “dito nella piaga” enfatizzando alcuni episodi scrivendo per esempio “violenza fisica e intimidazione morale; estreme conseguenze; atavica carenza culturale rafforzata dalla concentrazione oligarchica del potere; piccola ferrovia utilizzabile in pratica solo per collegamenti turistici; oltre al travestimento al limite di un aspetto amaramente carnevalesco, costituito da uniformi e gagliardetti; la piaggeria…poggiava su alcuni eventi opportunamente amplificati in chiave propagandistica, in primo luogo la costruzione del piccolo collegamento ferroviario aperto nel 1932; regime goziano” non arriveremo mai ad una serena visione storica, ad una pacificazione degli animi.

Perché non scrivere ciò che è stato fatto e costruito; i lavori diplomatici compiuti; l’aiuto offerto agli ebrei; i Consolati aperti per i nostri emigrati (quello di New York ha più di 80 anni di storia!!!); l’aiuto offerto da Mussolini per la nostra salvezza.

Perché, quando si parla di Gozi, di Giuliano Gozi, non si menziona che è stato colui che ha portato la bandiera della nostra Repubblica durante la Prima guerra Mondiale e che è stato insignito da molteplici riconoscimenti unitamente ad altri nostri concittadini che si arruolarono volontariamente a fianco dell’Italia?

Perché vengono menzionati fatti di pestaggi, quando anche gli avversari hanno fatto altrettanto: il dott. Bosi è morto; un mio cugino ha perso la vita in giovane età dalle botte ricevute e la sua famiglia ha chiesto perdono alla nostra e noi le abbiamo cristianamente accettate;

Perché non dichiarare che durante l’epoca anche le persone di partito diverso, chiedevano referenze a mio nonno Manlio, Segretario del Partito Fascista per poter lavorare in Italia e venivano sempre aiutati.

Pensate che mio nonno, esiliato a Milano aiutava comunque la famiglia Michelotti, a vendere le torte di San Marino.

Perché non scrivere che il Partito Fascista Sammarinese aveva un suo statuto e che quando un iscritto compiva atti non conformi al regolamento veniva immediatamente ripreso e ammonito?

Perché non scrivere che erano le squadre fasciste italiane, precisamente quelle di Rimini capeggiate dal Generale Tacchi nel compiere atti vendicativi?

Quindi mio chiedo: Dove si vuole arrivare? Qual è l’obiettivo? Quando terminerà questo astio? Siete fermamente convinti che tutto questo sia cultura? Che sia di giovamento ai nostri ragazzi in formazione?

Coloro che tutt’ora affermano che a suo tempo non c’è stata democrazia ma oligarchia, stanno assumendo, con simili atteggiamenti, lo stesso pensiero.

Noi tutti abbiamo il dovere di costruire un basamento in cui ognuno possa offrire il proprio contributo, ma che sia costruttivo, non distruttivo e di basso livello.

Si deve procedere con obiettività e con coraggio resettando i sentimenti rancorosi, mettendo da parte opinioni che restano vacue, senza valore come monete fuori corso.

Ho presentato il 2 aprile u.s. un’istanza d’arengo che nel 2013 non era passata per tre soli voti.

Tre voti che hanno negato la democrazia e la libertà.

Credo che dopo più di 70 anni, sia giusto e doveroso arrivare ad una serena pacificazione che porterà ad una sentita libertà, quella libertà ostruita invece da un grosso macigno che per tanto tempo, divide la popolazione.

 

Paola Barbara Gozi

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