È stata approvata questa settimana in Parlamento – rende noto il deputato riminese del Pd Tiziano Arlotti – la mozione del deputato Pd Andrea De Maria che impegna il Governo «ad adoperarsi, per quanto di competenza, perché sia assicurata l’esecuzione anche in Germania, sotto il profilo civile e penale, delle sentenze di condanna dei criminali tedeschi, emesse dai tribunali italiani in relazione alle stragi del 1943-1945». Tra queste c’è anche l’eccidio di Fragheto (Casteldelci) commesso dalle truppe nazifasciste nel maggio 1944 e costato la vita a trenta persone, per maggior parte donne e bambini. La mozione è finalizzata inoltre ad assumere iniziative per continuare a sostenere, attraverso il Fondo per il futuro, l’attuazione dei progetti promossi da enti e associazioni competenti volti a creare una memoria condivisa del tragico passato di guerra degli anni 1943-1945 e a richiedere al Governo tedesco il rinnovo del fondo per il quadriennio 2018-2021; ad adottare iniziative atte a facilitare, sostenere e promuovere studi e ricerche storiche, anche a livello territoriale, in merito ai tragici effetti delle stragi e alla storia degli internati militari italiani nei lager tedeschi, nonché a promuovere e sostenere tutte le misure necessarie per la conservazione dei luoghi di memoria, della Resistenza.
Oltre 2.300 fascicoli riguardanti eccidi che hanno causato dai 15mila ai 20mila morti, per gran parte anziani, donne e bambini, nonché militari, nell’immediato dopoguerra furono sottratti ai magistrati militari territoriali e oggetto poi di occultamento, come dimostra il rinvenimento, nel 1994, nelle stanze della Procura generale militare, di 695 fascicoli «archiviati provvisoriamente» nel 1960, ciò in contrasto con la Costituzione e con l’ordinamento, relativi a centinaia di processi riguardanti appunto tali fatti criminosi. Sui 695 fascicoli rinvenuti, delle oltre 300 indagini istruite e portate a compimento, sono state effettuate pressoché tutte dalle procure militari di: La Spezia tra il 2002 e il 2008, da quella di Verona dal 2008 al 2010, oltre che da quella di Roma dal 2010 in poi. Il dovere della memoria è imposto dall’esigenza di chiudere la vicenda delle stragi ’43-’45 con l’attenzione che esse meritano, con l’accertamento della verità e col risarcimento, almeno morale, ai pochissimi superstiti ed ai loro familiari e con adeguate «riparazioni». I firmatari della mozione sono convinti che fare i conti anche con le pagine più drammatiche della propria storia, oltre che essere monito affinché le tragedie non si ripetano, significa rafforzare la democrazia e la libertà. Necessita, dunque, chiudere con dignità la dolorosa vicenda delle stragi nazifasciste ’43-’45 con una forte assunzione di responsabilità da parte dello Stato ed esprimere, nel contempo, sentimenti di rammarico verso i familiari delle vittime e le comunità territoriali che ne furono teatri alle quali purtroppo non è stata resa verità e giustizia, anche a causa dell’illegale e pluridecennale occultamento dei fascicoli.