Home categorieCultura Visto per voi: la recensione di “Laika” di Ascanio Celestini

Visto per voi: la recensione di “Laika” di Ascanio Celestini

da Redazione

Una storia da “piani alti”: Ascanio è Gesù, ma un Gesù capitolino, celestinesco, che dà voci agli emarginati, a personaggi che richiamano, in alcuni momenti del monologo, le sfumature e le tonalità meravigliose di due grandi lavori passati, “Fabbrica” e “La pecora nera”.

 

RIMINI – “Laika” segna il ritorno di Ascanio Celestini al grande teatro civile, a quella forma di spettacolo che lo ha innalzato, giustamente, a uno dei capisaldi della drammaturgia contemporanea: novanta minuti di “atto unico”, inteso come unica storia e non un pastiche di quadri (quelli, per intenderci, che hanno caratterizzato i suoi monologhi nati nel periodo televisivo della Dandini) uniti da qualche intervallo musicale. “Laika”, che ha debuttato ad inizio mese a Roma e che è stato presentato al teatro Novelli di Rimini mercoledì 18 novembre davanti a un “buon pubblico” (platea quasi gremita), è una storia da “piani alti”: Ascanio è Gesù, ma un Gesù capitolino, celestinesco, che passeggia in un paradiso quasi brechtiano (in scena un piccolo siparietto rosso, sei lampade bianche e una decina di casse di plastica vuote), tra le note di una fisarmonica suonata da Gianluca Casadei e una missione ben precisa: quella di raccontare una storia. Celestini si fa uno e trino, nel senso più laico del temine: dentro alo suo cappotto prendono parola (e quindi, pirandellianamente, vita) alcuni personaggi dai vaghi accenti pasoliniani, burattini delle periferie romane – un cieco che beve Sambuca, un barbone, ‘na zozza e una donna anziana con il cervello “impicciato” – che richiamano, in alcuni momenti del monologo, le sfumature e le tonalità meravigliose di due grandi lavori passati di Ascanio, “Fabbrica” e “La pecora nera”. Uomini e donne ai margini della società, lasciati sulla strada e che nella strada vivono, lontani dagli occhi dei benpensanti. Cavie umane, come la cagnetta Laika, lanciata nello spazio nel 1957 dai russi, e mai più tornata.

 

Alessandro Carli

Forse potrebbe interessarti anche:

Lascia un commento