SAN MARINO – Nel pomeriggio di giovedì 10 novembre si è riunito il Consiglio Direttivo CSdL, che ha affrontato diverse tra le principali problematiche dell’attuale momento.
RIFORMA TRIBUTARIA – È una scelta gravissima e inaccettabile, quella che ha compiuto il Governo, di interrompere e rinviare ai prossimi anni l’approvazione della legge di riforma tributaria. Anche se non era completamente condivisibile, faceva alcuni passi avanti nella direzione dell’equità e serviva a reperire fin dal prossimo anno indispensabili risorse per far fronte ai problemi di bilancio dello stato, per la tutela dello stato sociale e per la promozione dello sviluppo.
Per di più il Governo ha annunciato che per far fronte ai mancati introiti che avrebbe portato la riforma tributaria, attuerà consistenti tagli alla spesa pubblica, per ben 16 milioni di euro, senza precisare i settori, con il concreto rischio che vada a tagliare anche servizi essenziali per i cittadini e le categorie più deboli. Alla base di questa scelta di rinvio, non ci sono motivi tecnici, come sostiene l’Esecutivo, ma precise volontà politiche e una gravissima mancanza di coraggio e di senso di responsabilità verso il paese.
FRONTALIERI – La riforma tributaria, peraltro, andava anche nella direzione di una sostanziale parità di trattamento fiscale, all’interno di San Marino, tra lavoratori residenti e non residenti. E a proposito di questi ultimi, i frontalieri, l’Esecutivo ha annunciato che intende confermare l’articolo 56 – la tassa etnica che la CSdL continuerà sempre a contestare – anche per il prossimo anno, continuando a decurtare in modo inammissibile le retribuzioni dei frontalieri. Ciò, limitandosi a prevedere una qualche forma di recupero del 50% di questa odiosa tassa per i redditi più bassi. L’articolo 56 deve essere cancellato!
Sui frontalieri, non ci sono prospettive rassicuranti anche sul fronte franchigia. Infatti la crisi politica in atto in Italia, con il ritiro degli emendamenti sulla reintroduzione della franchigia nella legge di stabilità, complica notevolmente la situazione. Confermato l’impegno del sindacato per attuare le iniziative più opportune per tutelare questi lavoratori.
FONDO COMUNE DI RISERVA DI RISCHIO – La CSdL ribadisce la propria durissima e totale opposizione all’intenzione dell’Esecutivo di usare considerevoli risorse – 14 milioni di euro – del Fondo comune di riserva di rischio per ripianare il deficit del fondo pensioni di artigiani e commercianti. È uno scippo illegale di risorse alimentate in gran parte dai lavoratori dipendenti, da un fondo a cui la legge assegna finalità completamente diverse. Peraltro, in tal modo si commetterebbe un vero e proprio falso in bilancio, in quanto tale fondo è parte del patrimonio dell’ISS, e per modificarlo occorrerebbe una variazione al bilancio dell’Istituto Sicurezza sociale, che non è stata fatta. Per la CSdL non c’è nessun margine di mediazione: neanche un centesimo di questo fondo dovrà essere prelevato per una simile manovra.
CONTRATTI – La trattativa con l’ANIS, l’unica aperta sul fronte contrattuale, non sta producendo nessun risultato. Anzi, l’ANIS sta continuando a rialzare la posta nel tentativo di ottenere drastici abbassamenti delle condizioni dei lavoratori, in particolare sui temi della rappresentatività, della contrattazione in deroga, dell’orario di lavoro, della flessibilità. Nel ribadire che i contratti vanno fatti, in quanto sono un fatto democratico, la CSdL non è disposta a nessun passo indietro sul piano normativo; al contempo l’obiettivo economico del recupero dell’inflazione deve esser raggiunto. Se la situazione non si sbloccherà in tempi brevi, non si potrà che passare alle forme più opportune di mobilitazione.
CSdL
c.s.