Home FixingFixing Giorgi ANIS: Al Governo chiediamo concretezza. Contratti, le proposte

Giorgi ANIS: Al Governo chiediamo concretezza. Contratti, le proposte

da Redazione

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Le relazioni con l’Italia, la crisi, la trattativa tra ANIS e sindacato. Gli industriali hanno incontrato martedì il Governo. Intervista al Segretario Generale Carlo Giorgi: anticipazione, da Fixing oggi in edicola.

di Loris Pironi

 

SAN MARINO – Il contratto scaduto e le relazioni con l’Italia, la crisi e la strada per una nuova crescita, le relazioni sociali e le auspicate riforme. E pur si muove, è la celebre frase riferita a Galileo Galilei. Eppur si muove, il Titano, anche se pare restar immobile.

La trattativa tra Anis e sindacato va avanti, l’Ocse ha promosso San Marino alla famigerata fase due, proprio in questa settimana il Governo ha incontrato gli industriali per fare il punto sulla situazione. Il capitolo Italia, con la settimana da tregenda del Governo, è un discorso a parte; come si dice, è fuori dalla nostra giurisdizione.

images/stories/img-fixing/giorgi_carlo.jpgDi tutte queste questioni abbiamo chiesto lumi a Carlo Giorgi (nella foto), Segretario Generale dell’ANIS.

Partiamo dall’attualità di questi giorni, l’incontro con la delegazione dell’esecutivo di martedì.

“Abbiamo avuto modo di fare il punto sui tanti argomenti di attualità, a partire dai rapporti con l’Italia e dalla difficile situazione che le nostre imprese devono affrontare. Al Governo abbiamo dato atto della nostra soddisfazione per l’importante risultato conseguito con il passaggio alla seconda fase della valutazione OCSE, ma naturalmente questo non può essere considerato un punto di arrivo. Senza gli accordi bilaterali con Roma e senza l’uscita dalla black list del Ministero per l’Economia infatti la situazione è e resta grave per le nostre imprese e per tutta l’economia di San Marino. È per questo che ancora una volta abbiamo domandato di agire con ancora maggiore concretezza, su tutti i fronti. Un confronto continuo, sull’evolversi della situazione, è indispensabile”.

Perché una volta che verrà risolto il problema con l’Italia restano quelli della competitività e del Bilancio dello Stato…

“Sappiamo che andiamo incontro ad un 2012 che si prospetta difficilissimo. È fondamentale rendersi conto che servono sacrifici per permettere al nostro Sistema Paese di guardare al futuro con fiducia. Occorrono riforme, riforme vere, concrete. Ed è indispensabile dare vita ad un progetto di rilancio complessivo, che porti sburocratizzazione, maggiore competitività, che metta in moto un meccanismo fiscale efficiente ed equo che non può prescindere dall’introduzione dell’Iva, che ponga in sicurezza le pensioni perché il futuro delle giovani generazioni non può diventare un punto interrogativo. Al Governo abbiamo ancora una volta ribadito i contenuti di quello che definiamo il nostro Progetto per il Paese, che può essere sintetizzato con le Istanze d’Arengo che abbiamo presentato all’inizio di questo Semestre Reggenziale e le sette Istanze del Semestre precedente. La bassa fiscalità è sicuramente un elemento di attrattività, ma non può essere il solo. Oggi per mantenere il tessuto delle imprese e magari attirarne di nuove occorre agire concretamente su tutti quei fattori di competitività che possiamo essere noi, Paese, a governare. Il tempo della contrapposizione, poi, è finito: le scelte vanno fatte insieme avendo ben chiaro gli obiettivi di prospettiva”.

In questi giorni siete tornati a sollevare la problematica specifica del settore edile, in crisi.

“Il settore edile è stato per anni un importante motore dell’economia del Paese. Dal 2008 sta attraversando una fase di crisi a dir poco drammatica. Siamo tutti concordi col fatto che l’edilizia è e può continuare a rappresentare uno dei settori trainanti della nostra economia, ma serve individuare soluzioni intelligenti e concertate, d’accordo con le banche che il Governo. Idee in merito ce ne sono, dobbiamo solo riunire tutti i soggetti interessati e mettere su un tavolo il ventaglio delle soluzioni possibili, scegliendo quelle più efficaci e percorribili”.

Chiudiamo con il nodo dei contratti. Ci pare di capire che le questioni principali riguardino la rappresentatività, la flessibilità, gli orari di lavoro e le festività.

“La rappresentatività è importante per avere chiarezza nelle relazioni, ed è la base su cui rilanciare i rapporti tra le associazioni datoriali e i sindacati dei lavoratori. Per quanto riguarda la flessibilità è anche questo un elemento di competitività perché permette alle imprese di modificare la propria organizzazione in funzione delle sollecitazioni del mercato. Più complicato è il discorso legato agli orari di lavoro: le imprese chiedono un impegno serio per raggiungere, in tempi certi, un accordo che preveda 40 ore settimanali. È indispensabile però prevedere delle deroghe per consentire ad alcune aziende di poter utilizzare questa leva sin da subito, perché il rischio di perdere tali aziende è realistico, e invece dobbiamo fare di tutto per tenercele. La nostra proposta è quella di compensare queste misure per la competitività con un intervento misto tra riduzione oraria e retribuzione, da destinare però al nascente secondo pilastro contributivo. Per quello che riguarda le festività infine è sotto gli occhi di tutti che quando è festa a San Marino la stragrande maggioranza delle imprese è comunque aperta o parzialmente aperta, perché nel resto del mondo quei giorni sono lavorativi. Si tratta dunque solo di prendere atto di una realtà operativa che già c’è di fatto. Ecco allora che diciamo che spostare alla domenica alcune festività non ci sembra uno scandalo”.

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