Home FixingFixing Diario della crisi dell’11 novembre 2011

Diario della crisi dell’11 novembre 2011

da Redazione

E’ allarme rosso. L’Italia spaventa il mondo. Dopo 17 anni il berlusconismo sembra sul punto di tramontare per sempre, ma per l’Italia è crisi di fiducia. A rischio, secondo la UE, anche l’obiettivo della parità di bilancio nel 2013.

di Saverio Mercadante

Mentre andiamo in stampa è allarme rosso. I titoli dei commenti in Rete sono tragici.

L’Italia spaventa il mondo. Spread record a 561, Btp 10 anni 7,4%. Sell in borsa -4,4%.

“I vigilantes di bond – scrive Wall Street Italia – vogliono proprio le dimissioni di Berlusconi, non basta l’annuncio del premier di volersi dimettersi dopo l’approvazione del Ddl stabilità”. E l’istituto bancario inglese Barclays afferma che l’Italia si trova matematicamente al di là del punto di non ritorno, afferma in una nota che “l’Italia è finita”.

L’analisi riflette lo scetticismo dei mercati finanziari globali all’annuncio delle dimissioni di Berlusconi, quelle “a scadenza” del premier sono vissute come inaccettabili.

Dopo diciassette anni, il berlusconismo sembra sul punto di tramontare per sempre: quel 308 sul tabellone della Camera dei deputati, il numero di quelli che hanno votato a favore sul rendiconto dello stato, e quel 321 riferito ai deputati dell’opposizione (ma non solo) che con la loro astensione ne hanno permesso l’approvazione, rimarranno i numeri simbolo di questo pezzo della storia italiana.

Troppo a lungo si è consumata l’agonia del berlusconismo, agonia iniziata quando Fini venne cacciato dal Popolo della Libertà. Da allora niente è stato più come prima.

E Domenico Scilipoti, il deputato omeopata, assurto a simbolo della decadenza della politica italiana, non poteva essere l’architrave di una maggioranza che è riuscita a fare quattro manovre finanziarie per essere poi messa dietro la lavagna dall’Unione Europea e dal FMI perché incapace di onorare i propri impegni.

Crisi di fiducia. “Si ritiene che la strategia di politica fiscale programmata non assicura il raggiungimento dell’obiettivo della parità di bilancio nel 2013”, affermava la lettera dell’UE. E quando anche Gabriella Carlucci e Isabella Bertolini non si fidano più, è l’ora dell’eterno riposo del Cavaliere.

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