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Italia, Università : la protesta sale sui tetti delle facoltà 

da Redazione

La protesta universitaria sale sui tetti delle facoltà. Per studenti e professori la riforma, approdata ieri in aula alla Camera e che il governo vuole a tutti i costi approvare entro domani, “fa scempio dell’istruzione superiore”.

La protesta universitaria sale sui tetti delle facoltà. Per studenti e professori la riforma, approdata ieri in aula alla Camera e che il governo vuole a tutti i costi approvare entro domani, “fa scempio dell’istruzione superiore”. Hanno dunque fatto ripartire la mobilitazione occupando non solo simbolicamente i tetti delle facoltà. È successo a Roma, dove i ricercatori della Sapienza e di Tor Vergata, insieme ad alcuni studenti, sono saliti sul tetto di Architettura con l’intenzione di rimanerci tutta la notte, “per difendere l’università dagli attacchi di un governo che vuole privatizzarla” mentre altri studenti occupavano Fisica e Ingegneria. A Torino docenti e ricercatori, con gli studenti, sono saliti sul tetto di Palazzo Nuovo, sede delle facoltà umanistiche, altri hanno occupato per poco meno di un’ora i binari della stazione Porta Nuova. Anche a Salerno ricercatori e studenti hanno occupato il tetto del rettorato del Campus di Fisciano e a Pavia, col caschetto giallo in testa, hanno occupato proprio il rettorato. Solidali il rettore e il cda dell’ateneo. A Bari i docenti metteranno una coccarda nera al braccio in segno di lutto durante le sedute di laurea; i rettori di Cagliari e Sassari hanno invece scritto un documento per chiedere che il ddl Gelmini torni in commissione Cultura per una revisione che sia condivisa da tutti. C’è stato anche chi ha fatto assemblee, lezioni in piazza, maratone scientifiche notturne: è accaduto a Firenze, i docenti hanno collaborato per la riuscita delle iniziative di protesta studentesche; a Urbino sono stati proprio i ricercatori in agitazione a incontrare la gente per raccontare quali attività svolgono e quali risultati hanno ottenuto con il loro lavoro. Mobilitazione anche a Pisa, dove gli studenti hanno incassato il forte dissenso del rettore e dei presidi delle facoltà sul ddl Gelmini: l’attività didattica, su indicazione del senato accademico, è stata completamente sospesa. A Macerata gli studenti hanno occupato Filosofia e resteranno chiusi in quelle aule per tre giorni, i giorni appunto durante i quali si esamina il testo alla Camera. Testo che il governo vuole far passare presto perché arrivi subito al Senato. E per farlo, ha accettato qualche compromesso con i finiani, decidendo di votare alcuni loro emendamenti, tra i quali quello che cancella il controllo dei conti del ministero dell’Istruzione da parte di Tremonti. Futuro e libertà è riuscito anche a far partire una sorta di trattativa sulla questione degli scatti di anzianità dei professori associati. “Abbiamo chiesto di non porre la fiducia, noi voteremo a favore o ci asterremo”, ha detto a fine giornata Fabio Granata di Fli. Ma il ministro Mariastella Gelmini, a commento dell’intera giornata di occupazioni e mobilitazione in tutta Italia, ha replicato con pochissime parole: “Le proteste? Niente di nuovo”.

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